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Come sono diventato Guzzista: Roberto Segatori

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Come sono diventato Guzzista:

la cosa, forse,anzi sicuramente risale a quasi 100 anni fa…era il 1927 o 28, mio papa’ decise di comperare una Guzzi 500, la prima Guzzi a telaio elastico come si diceva allora. veniva gia da altre moto. Grande moto per l’epoca. Gli anni passarono e mio padre, causa guerra vendette la moto e a guerra finita, ne compro’ altre, non ricordo che moto ebbe negli anni a seguire, la…le moto durarono fin quando nel 59 “nacquetti io”, il che disse, in 4 sul sidecar non si puo’ andare, sai, la carrozzina……cosi’ compro’ la 600. Non si parlo’ di moto fino ai miei 14 anni,quando un giorno mi disse…vuoi il motorino? non ci credevo……certo….aveva gia ideato tutto…..mi porto’ da un rivenditore, che vendeva motorini Guzzi, dingo..3..4 marce (era il mio sogno) e in un angolo…lui..il Nibbio…..mi presero in giro, facendomi credere che avrei guidato quello a 3 marce, che normalmente veniva usato dai vecchietti che andavano in campagna !! Ero infuriato……e loro ridevano…dopo qualche minuto di incazzature…mi arrivo’ uno scapaccione alla testa….e indicando il Nibbio….”capoccio’, quello è il tuo” !!! E inizio’ la vita…si la vita Guzzista. Pasano gli anni, il motorino a un certo punto si lascia per la mitica 500, sa..le ragazze……cosi’ un giorno, il pallino delle 2 ruote riemerge, mi prendo un Cagiva 125, cosi per divertirmi, dura poco, lo rido’ via e acquisto una splendida Suzuki 550 gse che un amico aveva in garage, ma non poteva prendere, causa il papa’ malato…C’ho fatto molti anni,arriva il matrimonio….gia da molto, ogni volta che mi mettevo in giardino a pulire e lucidare la moto, papa’ scendeva, si sedeva e mi guardava, diceva solo….ma la Guzzi, quando te la fai? Non capivo…..bei giri in moto, ma non capivo….fin quando un giorno a viale trastevere a Roma, passando con un collega, noto lei…o lui….il LeMans1000, semi abbandonato….dopo pochi giorni lo porto a casa. Era gennaio 90. Quella sera che lo portai a casa, mio padre non connetteva, fin quando non sono arrivato a casa….serata di tramontana..un freddo bestiale…è sceso…e ridendo mi disse….ce l’hai fatta a prendere una Guzzi……..mentre scrivo piango, ripensandoci !!! Dopo poco vendetti il Suzuki, senza nessun rimpianto. Mio papa’ era rinato, vedendo quel Guzzone rosso…..sul guzzone c’ho cresciuto due figli, Roberta, che ora ha 30 anni e Alessandro, 25 e gira con un GSXR750., anche lui dopo un paio di moto…..ma è innamorato del mio….,vabbe’ lo dico dopo. Nel 97, papa’ mi lscia, una botta trenenda, ma il ricordo del suo pensare e fare con le moto mi fa passare tutto. Dopo moltissima strada e almeno una decina di GMG, arriva un’altro lui…..V11 Coppa Italia, preso a Mandello, in modo molto particolare. Ecco, mio figlio è innamorato perso di lui !!! Era il 2005, ho iniziato a girare col V11, ma intanto mi sono tenuto stretto il LeMans, mi hanno vietato tassativamente di venderlo, il terzo figlio……ho la fortuna che mia moglie ama anche lei la moto, e cresciuti i ragazzi, come possiamo….V11, o Le Mans, si va, anche lontano senza problemi.

La finisco qui, ma se l’avessi accorciata, era sconclusionata e mi avreste preso per matto. In questo periodo di virus……sto sempre con loro, a volte piano piano, ci parlo,quando non mi sente nessuno……ci sono altre moto, ma le Regine sono loro !! Le adoro. La famosa Guzzite, ce l’ho nel DNA.

grazie della pazienza.

Buona strada a tutti.

Come sono diventato Guzzista: Francesco Annunziato

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Come sono diventato Guzzista:
La prima moto una Laverda 1000, in seguito ad un incidente mortale di un caro amico abbandono la moto, ma la polizia ci mette lo zampino, incomincia con la V50 e così via da allora mi innamoro e mai pensato di cambiare marchio.

Come sono diventato Guzzista: PierpaoLo Zio

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Come sono diventato Guzzista.

Potrei limitarmi alla foto n. 1: Guzzisti si nasce (e io modestamente lo nacqui).
Il bimbo a bordo del V35 sono io con il mio papà, purtroppo scomparso poco dopo.
La moto, tra le sue poche (ma buone) eredità, fu conservata nello scantinato di mia nonna a Taranto, dove da bambino andavo spesso a curiosare, sognando, un giorno, di cavalcare quella moto.

L’infanzia scorre serena in piedi davanti (prima) e sul sellino posteriore (poi) delle svariate vespe possedute dal mio secondo papà, accrescendo la mia passione per 2 (ma anche 4) ruote.

Arrivati i giorni fatali in cui avrei finalmente potuto guidare una moto, mi viene negata ogni possibilità di negoziazione, al grido di “è troppo pericoloso”, “i tempi sono cambiati” o, peggio, “non è necessaria”.

Mi ritrovo così all’università dove investo L. 300.000, accumulate a botte di furtarelli perpetrati da mia nonna ai danni del mio (consapevole) nonno, per acquistare – in gran segreto e con la complicità di mia sorella – la prima vespa 50 sgarrupata (in seguito sostituita da un hondina CS125, anch’essa sgarrupata).

La Guzzite, mai sopita, ritorna a farsi sentire a 29 anni, quando mi viene lasciato un gruzzoloetto per la scomparsa di mia nonna (la mamma del proprietario del V35).
Comincio a pensare seriamente a rimetterlo in strada, ma in molti mi dissuadono parlando delle sorprese che si possono trovare su una moto ferma da oltre 25 anni, arrivando, in un caso, perfino a definirla “un rottame”.

Nel frattempo spunta la versione nera del V7 Classic e, visti i mezzi economici a disposizione (mai più tornati), non ci penso su 2 volte: la vado a provare e l’acquisto il giorno stesso.
La prima “moto vera” mi infiamma il cuore, accompagnandomi nelle prime timorose pieghe (a dire il vero non proprio il mio forte) e in mille avventure con quella che sarebbe poi diventata mia moglie (divenuta ben presto guzzista anche lei).

Ma la guzzite spinge duro, e finalmente, nel 2011, complice l’officina di Roma Tiburtina dove curavo la mia bimba, prendo il coraggio a 2 mani e con alcuni amici (manco quelli dell’amaro Montenegro) riusciamo a riesumare dalla cantina di Taranto la vecchietta, che spedisco a Roma su un camion di grano. Attaccata una batteria, 2 gocce di benzina, e il motore si accende al primo colpo dopo 29 anni.

Da allora sono rimasto (e rimarrò) fedele solo a lei, assecondando, per quanto riguarda la sua compagna da lunghe percorrenze, la mia volubilità: vorrei poter possedere tutte le Guzzi del mondo, ma purtroppo mezzi e spazio non me lo consentono, e così cambio (troppo) di frequente (anche qui le foto parlano da sole).

Dopo il trasferimento a Milano mi rendo conto che la Stelvio – meravigliosa viaggiatrice – sia in realtà poco adatta alle mie nuove esigenze: in città non va oltre la seconda e soffre e i progetti di allargamento della famiglia mal si conciliano con quelli di viaggi mitologici. La vendo, ma non demordo, continuando, nonostante l’arrivo del primo figlio, la ricerca della moto perfetta.

Tra i vari passaggi, scommetto su un SP 1000 vestito da vecchietta, che trovo parzialmente funzionante niente meno che da un rigettiere di Varese. La faccio sistemare, ma mi rendo conto che non è quello che cercavo, così la metto in vendita con l’idea di farmi una special tutta mia su base Bellagio.

E così accade il miracolo guzzistico: dopo vari commenti di scherno sul prezzo richiesto, mi contatta l’ex proprietario dell’SP 1000, dicendomi che la prende senza pensarci, che l’aveva realizzata lui anni addietro e che l’aveva poi venduta restando con imperituro pentimento.
Il giorno stesso della (ri)consegna, su moto.it trovo un annuncio di vendita di quella che era stata la MIA Bellagio, esattamente al prezzo ricavato dall’SP.
Mi pare un segnale inequivocabile, e così contatto il venditore (che 5 anni e 5.000 km prima era stato il mio acquirente) e la bimba mi viene spedita da Roma a Milano, per diventare, dopo la ricerca dei pezzi e qualche mese di lavoro realizzato da Millepercento, la Special che vedete in foto.

Quale sarà la prossima? Credo un V85 TT, anche se gli impegni familiari consentono di girare sempre meno e se, per razionalità, dovrei prima vendere la mia ultima creatura (cosa che, so, non dovrei non dovrei mai fare).
Per fortuna il prezzo richiesto è alto e sono pochi i pazzi seriamente interessati, quindi per ora non corro pericoli… pur cosciente che con questa patologia, son sempre dietro l’angolo!

Buona guzzite a tutti.

Come sono diventato Guzzista: Jack Mainini

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Come sono diventato Guzzista…. Allora vediamo un Po’. Partiamo dal fatto che, vi sembrerà strano ma, fino a 40 anni nemmeno la patente per la moto avevo… Poi ho deciso voglio una moto, o meglio, voglio “La” moto. Questa doveva avere 3 caratteristiche fondamentali: Italina, bicilindrica, e a cardano… Capite da voi che le scelte non erano molte, non so perché ma sono sempre stato affascinato dalla meccanica di Mandello, forse perché, se vogliono, la sanno fare come nessun altro…. Quindi se moto deve essere che sia “La Moto” . Quando si parla con articolo determinarono già si sa che si parla di Guzzi.. Ha dimenticavo ho cominciato, e continuo tuttora con una Griso 1100..Fantastica!!

Come sono diventato Guzzista: Marco Tombolato

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Come sono diventato Guzzista? Per caso… ho sempre avuto kawasaki e honda, poi un giorno ho visto la giallona e l’ho portata a casa…! La usavo pochissimo se non a fare il giretto al bar, poi purtroppo la sua fine è arrivata tre anni fa… ed ora ho un 8v bianco. Mi piace la mia guzzi, ma avendo il carattere racing, alle volte ho bisogno di sentire l’urlo del 4 cilindri… un abbraccio a tutti…?

Come sono diventato Guzzista: Antonio Capano

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Come sono diventato Guzzista sono sempre andato in moto a 16 cagiva sst poi mi sono innamorato di una 650 custom lo tenuta x 20 anni tanti km mai un problema grave venduta ma mi sono pentito subito .e sono comprato un 850 t5 ed polizia municipale un vero e proprio mulo benzina e olio motore fantastico un giorno un tedesco mi ha chiesto di vendergli 850 t5 e io 2 sbaglio lo venduta però ho trovato subito un occasione una guzzi Stelvio fantastica pesante ma fai km e non te ne accorgi ora ho 50 anni ma la GUZZI ne cuore

Come sono diventato Guzzista: Enrico Demontis

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Come sono diventato Guzzista?

Come mio fratello da ragazzino scooter, e prima ancora un Garelli Sgarellato. Poi più niente. Mi diedi alle Alfa, che ho ancora nel cuore, e un giorno, chissà…

Poi il matrimonio, la famiglia, la testa a posto, ma ogni volta che vedevo una moto sentivo quel brivido alla schiena. Seguivo le gare di Mgp e di SBK. Poi mio fratello si comprò la Nevada. Feci qualche giro, ogni tanto. Ma, il matrimonio, la famiglia, la testa a posto. Poi scherzando parlando con qualcuno, dicevo: se divorzio mi compro una moto. Ebbene ho divorziato, ma la moto non l’ho comprata subito. Mio fratello si comprò la Bellagio, e la Nevada era destinata a rimanere in garage ferma, o quasi. E allora………..

Dopo tre mesi che me l’ero portata a casa e la usavo per qualche giretto in zona, come primo raduno, parto da Milano direzione Civitavecchia, a incontrare la colonna degli scrotonuragici di sbarco per l’incontro di primavera di Norma. E li conobbi figure mitologiche che esistono solo nella mia testa. Oltre ai vari scrotonuragici, i pauer renger, che sia chiaro, non sono sardi. E il Califoggiano, i Tatiani, mio fratello Nedo. E c’era una ragazza tutta ricciuta che parlava come valentino. E io pensavo: “ma veramente quella ragazza guida una moto potente come la mia?” non riuscivo a capacitarmi. E i valorosi Orobici, sempre molto uniti e numerosi. E Macho. E Bicilinder, che anche seduto su un Cali sembrava seduto su una Nevada.

E poi a settembre calincontro Carsico, a Trieste! Sempre con la Nevada. E anche li conobbi altra gente mitologica nuova: Caio, neofita come me sulla sua Nevada bianca, e la sua amica con la moto rossa con due fari diversi l’uno dall’altro. Icocolao, col suo Nf, che, alla mia domanda: ma hai un’altra Guzzi? lui rispose dubbioso: no, perchè? dovrei?

Poi qualche porcherìa, che è un raduno invernale che ha luogo in Sardegna, e non un’orgia. Anzi forse si. Dipende.

Poi a un certo punto, Calincontro Romagnolo, organizzato dalla ragazza ricciuta che parla come valentino. E li, la svolta: mi accorgo che la Nevada non mi basta più. Un po in autostrada, nel tirone da Milano alla riviera, e ritorno, un po nel giro del primo pomeriggio al seguito del buon Pradu e Califoggiano. Sentivo di volere di più. La sentivo piccola, stretta, a ogni piega scintille con cavalletto o a destra con lo scarico. E poi volevo una moto mia. una Guzzi mia. Anche perchè la Nevada era già da allora destinata a non piegare mai più, a proseguire sempre ortogonale all’asfalto….con un buffo carrozzino attaccato sulla destra….

E allora il quesito: che moto mi compro?

Il calincontro era intorno al 25 aprile. Il 10 maggio tornavo da Varese in sella alla mia attuale Brevona v1100 di cui sono follemente innamorato.

 

Come sono diventato Guzzista: Massimiliano Amato

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Come sono diventato guzzista
Sono un motociclista di ritorno, ho avuto la moto fino all’eta’ di 25 anni, poi una lunga parentesi di astinenza.
A 36 anni, complice la situazione lavorativa, decido che e’ giunto il momento di lasciare l’auto e comprarmi uno scooter per il commuting urbano…
Comincio ad usarlo anche per qualche viaggetto estivo e ogni tanto mi faccio i passi vicini a casa (Muraglione, Calla, Colla, Giogo, Raticosa, ecc.).
Fin dai tempi del 125 ho amato l’”idea” della moto, non tanto per l’aspetto della velocita’ o dell’apparenza, ma per la meccanica e il fatto di guidare un mezzo che ti fa vivere il movimento come un immersione nel mondo circostante e dentro te stesso: un’idea di libertà e di viaggio come arricchimento, anche solo per gli occhi.
Poi, varie vicissitudini mi avevano distratto per un po’ di anni da questa passione.
Ma torniamo alla storia… Per la manutenzione dello scooter cominciai a frequentare un’officina di un paese vicino al mio… Un’officina di quelle che sanno di olio, benzina, sudore, bestemmie, esperienza e passione.
Mi piaceva quel luogo, adoravo stare a guardare lavorare sulle moto più disparate. Ma una cosa mi colpì fin da subito: in quella officina si preparavano alcune moto per le gare.
Delle Guzzi ne avevo sentito parlare e appartenevano per lo più a ricordi di gioventù, ma in realtà non avevo mai pensato di poterne possedere una, e soprattutto, non avrei mai pensato di passare pomeriggi a parlarne con un meccanico che, nel frattempo, era diventato il mio mito…
Quella piccola officina preparava moto Guzzi con una passione speciale e aveva un team che gareggiava nel trofeo Gentlemen e Vintage riscuotendo diversi successi.
Inoltre di lì a poco, mi trovo come vicino di casa e amico, un harleysta ben più giovane di me, attivo nel Chapter e convinto motociclista.
Nonostante queste coincidenze, e la voglia crescente di riprendere una moto, e’ dovuto passare ancora un po’ di tempo prima di vedere la luce.
Infatti, solo poco dopo il compimento del 40mo anno, più per curiosità che per altro, comincio a consultare on-line gli annunci di moto usate in vendita.
Non ho le idee molto chiare e un budget davvero limitato, ma la ricerca e’ interessante.
Ad un certo punto, il detto che “non sei tu che scegli una Guzzi, ma e’ la Guzzi che sceglie te”, diventa realtà… Ricordo che era meta’ dicembre e dopo solo una brevissima ricerca, tra le varie foto degli annunci, una in particolare richiama la mia attenzione… E’ di una Nevada Classic i.e. del 2006 che si trova in una concessionaria multimarca vicino a casa mia; ha pochi km, condizioni estetiche non eccellenti, prezzo accessibile, e una personalità tutta sua…
Mi metto subito a cercare on-line informazioni sul tipo di moto, affidabilita’, rogne, ecc. ,ma ormai era amore: in pochi giorni l’acquisto era fatto…
Sicuramente necessitava di cure, estetiche soprattutto, e un po’ di amorevole manutenzione.
Per quello che non potevo ancora fare da solo, era ovvio che la Nevada diventasse oggetto delle cure del mio meccanico preferito, che non esitava mai a dispensare consigli o a spiegare dettagli di questi motori.
Da quel momento ho amato fortemente le Guzzi (tutte) e per la mia Nevada ho cercato di studiare, carpire, osservare, tutto quanto era necessario per prendersene cura.
Con questo desiderio di conoscere e documentarmi, on-line mi imbatto nel forum di Anima Guzzista.
Ed e’ una nuova folgorazione… mi associo subito e dopo anni da socio, mi iscrivo ad un Incontro di Primavera… In Toscana, la mia Regione.
La prima persona che conosco in quell’occasione e con cui, con l’imbarazzo del novellino, avevo concordato di fare un tratto di strada per raggiungere il luogo dell’incontro, e’ e sara’ sempre una persona che annovero tra quelle che considero oltre che amiche, delle vere e proprie “milestones”.
Poi, da quel momento, ho avuto l’opportunità di conoscere persone davvero speciali, che ognuna a modo suo ha lasciato un segno indelebile nella mia esperienza di vita e nel mio essere Guzzista.
Sono grato alla mia Guendalina (si chiama cosi la mia Nevada) anche per questo…
E perché comunque, nonostante la strada della vita, per eventi felici (la nascita di una figlia), e altri decisamente tristi, mi abbia costretto a non tenere il passo del gruppo, e a volte anche a non essere presente come avrei voluto, ho sempre considerato queste persone parte della mia famiglia allargata, da cui ho ricevuto molto e che desidero sempre rivedere prima possibile.
In fondo, come enuncia la regola della Motodispersione, ognuno prima o poi si trova a prendere una strada che ti separa dagli altri, ma l’importante e’ ritrovarsi sempre nei punti concordati per una birra, un pasto abbondante e un dopocena etilico.
Ah, sono recidivo… Dall’anno scorso Guendalina condivide il garage con Astrid, una Norge 1200 anche lei del 2006.

Come sono diventato Guzzista: Denny Roma

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Come sono diventato taleban guzzista.
Nella mia vita ho avuto 35 moto.
Da ragazzo ero uno squattrinato e dopo aver preso il Boxer abbandonato da mia sorella mio padre, che non sapeva neanche andare in bicicletta, per sfiancamemento, mi prese un vespone di sesta mano. Erano i mitici anni 80 in una Sicilia dove anche i poveracci giravano almeno con un 125 enduro sognando la parigi-dakar. Quanto ho desiderato l’Aprilia 125 Rallye…. ma niente, soldi 0.
A 18 anni una vecchia fiat 126 inguardabile x assecondare le esigenze logistiche con le varie fidanzate (i più maturi soffriranno ancora di mal di schiena per i sedili non abbattibili..) e niente moto fino a 30 anni.
Poi la scintilla! Un amico di vecchia data a cui invidiavo un meraviglioso tenere 600 da ragazzo, mi scrive un messaggio: ho ricomprato la moto, rossa.
Il minchione assopito si risveglia in me, sono cresciuto e posso permettermi una moto.
In 3 giorni trovo la prima cosa a 2 ruote comparabile al volo (Suzuki vx800 di circa 15 anni) e inizio ad imparare ad andare in moto.
Dopo 1 mese, sulla scia della sfighetteria del momento, compro un bmw r1100r fiammante.
Poi la svolta! Nel 2006 vedo su Motociclismo la foto del Griso 1100 appena messo in commercio da quella Guzzi che da sprovveduto mi sapeva tanto di vecchiume e sciatteria, ma quel Griso era uno sballo! Cerco il rivenditore di zona e conosco Davide Wayne Paradiso di Motodoc, non l’avessi mai fatto.. aveva una demo con 200 km, senza neanche farmi parlare mi allunga la chiave e mi dice provala. Dopo mezz’ora eravamo seduti con le scartoffie. Da allora non c’è stata più storia.
In quella officina Davide lavorava (e lavora ancora) su vecchi ferri guzzi e jap anni 80/90, mi chiedevo allora come diavolo si potesse andare in giro con quei cancelli inguidabili.. poi la scimmia ti prende inconsapevolmente, contro ogni logica, contro ogni moda, ogni convenzione.
Da lì ho avuto tre T3, due T5, v35 e v35 Lario, v7 special (quello vero), T4, le mans 3, california 1100, falcone, centauro, stelvio, intramezzate da varie altre moto d’epoca (anche un sidecar) con una predilezione per le special.
E poi c’è il capitolo Anima Guzzista, meravigliosa famiglia di minchioni che ho conosciuto in occasione di un Incontro di Primavera nel 2015, nonostante fossi iscritto al forum dal 2007, 5 raduni consecutivi dove si sono strette amicizie con meravigliose persone unconventional. Chiaramente il primo minchione è il sottoscritto. Vi amo tutti!

Spesso vedo motociclisti che scendono dalla propria moto con uno strano sorriso, il guzzista però lo riconosci dallo sguardo, da quella luce negli occhi che hai se il tuo culo vibra sul nostro bicilindrico meraviglioso.

Oggi in garage non ho solo guzzi, ho un saltafossi Beta per fare enduro ed una honda xl600 dell’88 per attenuare la nostalgia, mi diverto molto con loro ma quando vado in moto esco con la guzzi
quando vado in moto.. esco con la guzzi!

Come sono diventato Guzzista: Igor Gabellini

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Come sono diventato guzzista.

Sono romagnolo e qui il “motore” è cosa sacra come la piadina.
Sono partito dal motorino dei 14 anni fino ad arrivare a prendere la patente per le moto “grosse”.

Sono partito con le “giappe” perché più economiche e “facili”, ma per le “italiane” ho sempre avuto un debole perché sono sicuramente più affascinanti oltre che capricciose; un po’ come le donne.

A proposito di donne è proprio la mia compagna Chiara Romagnoli che mi ha attaccato questa stupenda “malattia” facendomi scoprire un mondo meraviglioso fatto si di motori, luoghi, viaggi ma soprattutto di persone e amici.

Fedele al motto ” la moto è un vizio e quindi prendi la moto che ti piace perché quando apri il garage devi essere soddisfatto”, sono partito con l’affascinante ma ahimè difficile e scorbutica V11 Le Mans.
Ma che goduria ogni volta che si apriva quel garage…
Ora la storia e il godimento proseguono in sella alla bellissima e per mia gioia più “comoda” V85.
Naturalmente anche aprire il garage…

Nel mezzo ho pure vinto un premio per meriti altamente sportivi.????

A presto!!!

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