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Cuore ed Anima

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Alla fine uno deve ricredersi.

Non è più vero che il freddo acciaio non vive.

Non credo più che solo il sangue è vita ed il resto un inutile ammasso di molecole inorganiche atte a costruire montagne, strade, ponti ….. no, non venitemi a dire che in questa vita l’unica cosa “viva” sono gli animali che calpestano questo pianeta … che Dio mi sia testimone di quanto sto per raccontarvi che avrà dell’inverosimile, ma solo chi ha il dono della “Fede” può comprendere, il resto che viva e muoia nell’ignavia di una misera esistenza fatta di cose futili e di una “sopravvivenza” superficiale dove il materialismo prende il posto nell’anima.

Io da oggi non sarò più lo stesso, e lo inciderò sulla pelle affinché ogni giorno io possa ricordare questi eventi, chinare il capo al Supremo e ringraziarlo per questa vita, per queste esperienze che nonostante mi procurino un dolore così forte, così lancinante mi lasciano dentro al’anima una gioia per appartenere a quel popolo eletto ….

2007, marzo…

Nella decisione di prendere una seconda automobile, usata, per raggiungere nel fine settimana la famiglia su al paese, mi balza la malsana idea di soddisfare una vecchia passione che nacque in Germania vedendo i ragazzi di allora circolare sulle Zundapp, scarrozzando nei dintorni di casa e forse, anche da mio padre che involontariamente me l’ha trasmessa con i suoi racconti quella di comperare una motocicletta. Non ci fu alcuna scelta, le idee in quel senso erano già abbastanza chiare su quale marca scegliere solo che non conoscevo i vari modelli che in quel momento erano disponibili. Un altro stimolo venne da un regalo di uno dei miei fratelli, non ricordo chi, che mi regalò un modellino di quella tanto maltrattata marca, inoltre un caro amico di paese, ne possedeva una, non sua ma del fratello, e rimasi affascinato da quel motore, da quella livrea. Moto Guzzi … Semplicemente una Moto Guzzi.

Ne parlai con quella che allora era mia moglie che non mi sembrò, in quella circostanza, tanto contraria tranne per il fatto che io non avevo mai, dico mai guidato una motocicletta. Come un bambino in preda ad una emozione indescrivibile mi misi alla ricerca di un concessionario e dopo che due di loro non Guzzi mi offrirono vantaggiosissime offerte la trovai e l’emozione di leggere “Moto Guzzi” sull’insegna posta sulla strada è stata indescrivibile.

Era lì Grazia, titolare che con il marito gestiva l’unica concessionaria su Montesilvano e dintorni e mi accolse con il suo sorriso solare. Entrai nel salone e di fianco a sinistra erano posteggiate tre modelli: una Bellagio, una Nevada ed una California. Nere, tutte e tre. I miei occhi caddero subito sulla Nevada che mi guardò, mi rapì all’istante …. Grazia si fece avanti e chiese “Come posso aiutarti?” la mia risposta fu immediata e secca “voglio lei” indicando quella posta nel mezzo. Rimase sorpresa per la mia determinazione, forse per un attimo spiazzata, poi tornò il sorriso sul suo viso e mi fece accomodare alla scrivania ….. Mi fece un offerta che non mi aspettai offrendomi a meno del prezzo di listino tutta una serie di accessori che non erano montati e che mi servivano appunto per i miei piccoli viaggi da Montesilvano ad Ateleta. Portai la documentazione che occorreva dietro, preparò la richiesta per il finanziamento ed uscì con il cuore in gola restando in attesa della conferma… che arrivò la mattina dopo dalla voce gaudente di Grazia. Il cuore esplose. Tempo una settimana e l’allestimento sarebbe stato montato e la moto pronta per iniziare a percorrere i suoi primi chilometri.

19 marzo

Uscì dal cantiere un po’ prima della chiusura per indossare quel primo vestiario improvvisato da motociclista. Presi il pullman e mi diressi verso Grazia. La moto era pronta, lucida nel parcheggio dietro la concessionaria ed il meccanico mi diede le prime istruzioni: “si accende così, le marce si mettono così, la frizione si fa così” ecc ecc ecc ….

Prima falsa partenza, seconda falsa partenza, la terza fu quella buona, giretto nel parcheggio del concessionario e poi mi tuffai nell’ora di punta in quello stradone chiamata “Via Verrotti” nell’ora di massima circolazione. Un battesimo non indifferente ….. nel giorno dedicato alla festa del papà.

2008, primi di Giugno

Quando si dice che a volte sarebbe il caso di restare a casa per non combinare qualche guaio…

Uscì quel sabato mattina per farmi una passeggiata, andai inconsapevolmente a Sulmona così per perdere tempo e capitai da un concessionario plurimarche di moto. Entrai, tanto per vedere i vari modelli di moto, non avevo alcuna intenzione di acquistare neanche un fazzoletto … ma poi vidi quella ruota, quella cazzo di ruota che sbucava da dietro uno scaffale come la gamba di una bellissima donna che accavallata sbucava da dietro un angolo. Mi colpì, mi avvicinai rapito da qualcosa che mi chiamava a se, mi attirava, e superato il mobile apparve lei nella sua magnificenza e nella sua bellezza fatta di cromature e di metallo verniciato. La Signora California mi rapì come nessuna donna è stata capace di farlo. In breve permutai la Nevada solo dopo 14 mesi di convivenza, rinnovai nell’immediato un finanziamento e tempo una settimana la portai via da quella galera. Me ne fu grata da subito.

E’ stato amore, amore puro verso quel freddo acciaio che mi scaldava l’anima che mi dava una emozione mai provata prima, che neanche le braccia di quella che fu mia moglie è stata in grado di trasmettere in questi 17 anni di matrimonio. Passione pura, amore pure, gratitudine reciproca. Quella che fu mia moglie non è mai salita su di lei anche se lei, la moto, la presi per quei viaggi sognati in coppia e mai fatti. Mai con mia moglie. Sempre è solo con lei, Caliev.

L’ho custodita, lavata, ho messo le mani ovunque provando un’emozione talmente forte ed un godimento indescrivibile, quasi un orgasmo. I migliori meccanici, le migliore cose … fedele compagna di 10 anni di vita. Mai fredda.

Quasi 140.000 km percorsi in solitaria, rispetto reciproco, albe e tramonti uno di fianco all’altro, dormite sotto le stelle uno di fianco al altro, pioggia, vento, gelo, neve, sole …. sempre insieme … non mi ha mai abbandonato …. mai. Nella buona e cattiva sorte, in salute e in malattia ed in ricchezza e poi povertà….

2018, gennaio …

Questo inverno aveva qualcosa di insolito, non era il solito passaggio di una stagione che noi motociclisti amiamo ed odiamo, amiamo per il rombo tonfo che ci regala l’aria lo odiamo per le poche uscite che ci permette di fare. Ma quest’inverno si preannunciava più triste che mai e ne conoscevo l’origine, almeno per quello che stavo vivendo.

Intervallavo l’uso dell’una con l’altra ultima arrivata il V11, a seconda delle condizioni meteo o dell’umore, ma non l’ho mai trascurata salutandola affettuosamente ogni mattina ed ogni sera come si conviene verso ad una persona a cui si vuole bene, per la quale si nutre affetto e tra me e me ripetevo che in fondo era solo un freddo pezzo di ferro, null’altro…. dicevo, pensavo!

Il 29 dicembre del 2017 segna l’uscita dalle mura domestiche di mia moglie e di mio figlio “costretto” a seguirla e da lì in poi è stato un dramma un dolore che non sto qui a raccontarvi, ed ogni ora che passava mi faceva scivolare sempre più verso uno stato tra l’euforico e la depressione, tra il convincersi di una cosa buona e giusta e il ricadere verso il martirio della propria anima della propria solitudine.

La decurtazione di parte dello stipendio di gennaio da parte dello stato e la cessione di una cospicua  parte per il mantenimento mi lascia senza alcuna speranza per far fronte alle spese minime, con le finanziarie sul collo ad alitare aria gelida, l’affitto non pagato, le bollette e qualche spiccio da dare ai figli al di là del mantenimento, decido di metterla in vendita non avendo altra scelta e non trovando altra soluzione. Come se mi avesse letto nel pensiero la Caliev inizia a dare i primi segni di sofferenza, non parte come sempre al primo colpo, balbetta, strattona. Dio mio non ora, non adesso, comunque la uso per tenerla viva, inizio a sentire odore di benzina, dal tappo credevo ed invece sul lato destro del serbatoio noto dell’umido, tocco, annuso è benzina. Inizio a pensare di essere circondato dal maligno, le cose vanno sempre più per il verso sbagliato, non una ma tutto, mi aggrappo a Dio implorando perdono per qualsiasi peccato commesso e prego come un forsennato… mea culpa mea culpa mea grandissima culpa… rasento la pazzia.

Con le dita pesanti come macigni batto sulla tastiera la volontà di metterla in vendita prima l’una poi l’altra, insieme. Descrivo la moto, cerco di elencare i vari difetti quello che conosco, le riparazioni, le migliorie, scordo diverse cose, la mente non è limpida, riprendo correggo. Ripetevo che la vendita dell’una avrebbe salvato l’altra e speravo in cuor mio che non fosse lei… ma lei apparteneva ad una storia finita, per la quale feci quello sforzo per poter viaggiare con quella persona … bisogna essere duri nella vita per fare delle scelte e bisogna decidere se credere nel materialismo delle cose oppure credere nella spiritualità, da sempre sono stato per la seconda scivolando a volte nella prima vuoi per circostanza vuoi per necessità, ed ho pagato a duro prezzo di questa debolezza di questa mancanza di Fede. Ho indurito il cuore con grande sofferenza.

Venerdì 26 gennaio un messaggio mi chiede di poterla vedere e ci diamo appuntamento per l’indomani sabato. Quello che sarà il futuro proprietario viene da Roma, la vede, la guarda, la prova. Ne parliamo e ci accordiamo, stretta di mano …. Verrà lunedì, la posteggio, la copro allontanandola dagli occhi ed anche l’ultimo lavaggio l’ho evitato per non toccarla, per non sentire quell’ferro, quell’alluminio quella plastica. No!

Lunedì mattina la scopro per l’ultima volta, non la guardo più come un tempo, il mio sguardo è perso, la guardo ma non la vedo, la prendo ma non la tocco, c’è un distacco e la rabbia sale quando si accende al primo colpo e noto in quei pochi chilometri l’assenza di balbuzie, la mancanza di strattonamenti, fluida, liscia, scattante, non c’è odore di benzina…. “Puttana” le dico “mi stai uccidendo, peggio di quell’altra. Non puoi avere un’anima sei ferro cazzo, sei plastica! Non puoi uccidermi, sono già morto!” Niente, scivola nel traffico con leggerezza su quella strada che tante volte mi ha portato al lavoro ed a casa. Gli occhi diventano umidi ed in pochi chilometri vedo le strade percorse, i tramonti le albe, il ricordo delle notti passate assieme sotto le stelle del bivacco. Puttana, puttana questo destino, puttana il mondo. Puttana tutti voi……

Pochi minuti, due firme, soldi in contanti.

Consegno al nuovo proprietario tutto ciò che avevo da parte per lei, filo frizione nuovo, filo acceleratore, guarnizioni, faretti supplementari, ammortizzatori usati, tutto in regalo… Carica la moto, si prepara.. E’ lei, con uno scatto di rabbia, parte e scompare dalla mia vista, non so se mai la rivedrò … è il 29 gennaio 2018, giusto un mese da quando l’altra senza anima è andata via, giusto un mese, 30 giorni come i 30 danari di Giuda.

…..

Sono triste, cerco di evitare qualsiasi pensiero, è mezzogiorno penso di preparami il pranzo non voglio pensare, il cuore mi pulsa pesante, lo sento battere e far casino nel petto che vibra ad ogni colpo. Con lei finisce definitivamente una parte della mia vita, mi ripeto con un sorriso sardonico le parole dell’altra senza anima “non ti ho tradito”. Abbasso lo sguardo sulla pentola assaggio la pasta, squilla il telefono. Mi si gela il sangue. Il nuovo proprietario.

E’ fermo appena dopo Sulmona, la moto si è spenta di colpo dopo qualche strattonamento, esce benzina a flotti. Disperatamente provo a contattare un carissimo amico di Sulmona ma non risponde, cerco disperatamente il numero verde dell’assicurazione per chiamargli un carro attrezzi ma non lo trovo, decido preparo lo zainetto con gli attrezzi e mi preparo per soccorrerli li sull’autostrada appena dopo Sulmona. “Puttana perché mi fai questo?” mi ripeto, è nella più totale disperazione degli eventi mi butto in ginocchio ed invoco Dio “allontana da me il maligno Signore, allontana Satana, ti imploro perdono”. Nel frattempo la moto viene caricata dall’assistenza prende la strada verso il meccanico. “Fammi sapere tienimi informato” dico al proprietario. Il nodo in gola ed il mio cuore non batte più come prima. Scende un velo, la testa si svuota penso alle conseguenze.

E’ sera ed il pensiero è fisso sulla Caliev. Non riesco a pensare ad altro. Decido di chiamare l’agenzia di assicurazioni per avvisarli della vendita ed annullare la copertura assicurativa. In quello stesso momento mi chiama il nuovo proprietario è mi riferisce che la pompa della benzina ha ceduto, non funziona più.

La pompa della benzina …. il cuore.

Perdonami. Perdonami amore mio.

Il cuore della Cali si è fermato, lì appena dopo Sulmona, ed un silenzio assurdo è sceso sulla mia anima…. Non ha retto al distacco, al mio tradimento e con questo dolore nel petto considero conclusa anche l’esperienza matrimoniale.

E’ così all’improvviso una serenità non descrivibile avvolge il mio cuore, sento quell’anima rientrare in me a confortarmi è mi sussurra che non c’è tradimento, mi dice che ha capito che comprende la mia necessità “materiale” e che lei non mi avrebbe abbandonato per 30 danari, e stamattina 30 gennaio, il V11 che ogni volta stentava nella accensione, è partita al primo colpo.

……

 

Claudio Ranallo

 

 

Ricordando Beggio

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Di Goffredo Puccetti

Prese la maglietta e se la mise a bandiera sul petto, poi in posa per i fotografi.

Era arrivato da poco e c’era ovviamente quel misto di scetticismo e incertezza che potesse davvero far qualcosa di buono per la Guzzi, dopo averla tolta dalle mani di un fondo di investimento americano. Ivano Beggio si presentò così quindi: attaccandosi la scritta Anima Guzzista addosso. Fu amore a prima vista. Noi eravamo quelli difficili, quelli complicati, i “talebani” dicevano, appioppando ad Anima Guzzista uno dei soprannomi più idioti e fuorvianti che si siano mai visti. Beggiò però capì la passione, e l’amore per la Moto Guzzi e per Mandello che ci animava e ci cercò: in conferenza stampa, presentando quella che sarebbe stata la gamma completamente rinnovata, Brevona, Norge, etc.. Si raccomandò: “dove sono quelli di Anima Guzzista? Ecco, li vedete i modelli nuovi? Guardate che roba! Scrivetelo sul sito: ce la stiamo mettendo tutta!”

Amore a prima vista! Sì, finché durò fu vero amore. 

Chi c’era alle Giornate Mondiali Guzzi del 2002 sa di cosa parlo: orgoglio di possedere una Moto Guzzi, condivisione, passione e speranza. Speranza per un nuovo corso che avrebbe finalmente smosso le acque. Ci credevamo tutti, l’aquila sarebbe tornata a volare. Eravamo allibiti, senza parole. Ricordo uno scambio di email con Fange e Alberto, per scrivere i report per il sito: – non trovo le parole! Nemmeno io! Ma è successo davvero? Davvero Beggio ci ha premiati sul palco? Davvero si è messo a ridere leggendo il Corriere della Breva? 

Sì, tutto vero. Sì, finché durò fu vero amore.

Non durò molto. Bastarono le prima scelte di marketing poco attento alla storia del marchio per fare incrinare il cristallo delle nostre speranze. Ma davvero vuoi usare il nome Le Mans per la versione carenata della V11? E poi quell’abuso delle serie speciali, delle serie limitate di nome ma non di fatto, e le soluzioni d’ingegneria al risparmio coi telai che tornavano ad appesantirsi e ad allungarsi e poi le verniciature da scooter–si diceva decise dalla moglie, nientemeno!– e quelle da due soldi, fatte per emulare le mode di altri marchi, che si sgretolavano così come la fiducia nel cambiamento. 

E quando non erano delle scelte infelici ci si metteva il destino, infame, davvero infame, a darci una botta, portandosi via quel Carlo Talamo che Beggio aveva cercato e di cui si ventilava l’imminente arrivo in Moto Guzzi.

E poi la beffa finale, con la crisi di Aprilia, travolta dalla contrazione del mercato degli scooter, che arriva come una mazzata proprio mentre in Guzzi si affrancavano dai primi errori di gioventù e si preparava il lancio della gamma completamente rinnovata e si raccoglieva l’entusiasmo del pubblico mondiale dopo l’Intermot del 2002 con la Tecnocustom (che sarebbe poi diventata la Griso) e la MGS01 a farla da padrone. Non bastò: Moto Guzzi stava risollevandosi ma la crisi di Aprilia era ormai fuori controllo: nel 2004 l’intero gruppo Aprilia venne rilevato dalla Piaggio.

Non interessa qui far polemica sulle cause della crisi di Aprilia. Il Beggio che altri hanno descritto come distratto, poco partecipe ai destini di Noale, noi non lo abbiamo mai conosciuto Qui ricordiamo il capo d’impresa che si presenta al raduno in moto, che grida: datemi fiducia, ho l’Anima Guzzista. Ecco io ricorderò questo di Ivano Beggio: si innamorò della Moto Guzzi perché amava davvero le moto. Se ne innamorò come si innamorò delle corse, di Biaggi, di Rossi, di Capirossi e di tutti i grandi che Aprilia ha lanciato nel motociclismo. Addio Ivano Beggio, quella poca strada fatta insieme non la dimenticheremo.

UNA PIZZA PER AG!

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Immagina di avere un amica od un amico Guzzista come te. Guzzista di quelli tosti: di quelli che ti suggeriscono giri in moto tutto l’anno; di quelli che non si tirano indietro quando c’è da sporcarsi le mani e riparare un vecchio teste tonde o andare per mercatini a cercare quel ricambio introvabile.

Qualcuno che ti consiglia sulla manutenzione, sulla guida. E che magari ti accompagna pure in pista, sì, su una Guzzi!

Una persona davvero speciale che tra un raduno e consiglio, te ne presenta tanti altre di persone uniche, tutte accomunate dalla stessa passione per l’Aquila di Mandello e dalla voglia di condividerla

Insomma ad una persona così… ma non gliela offriresti una pizza e una birra? Non dico ogni giorno ma almeno una volta l’anno? 

Certo che sì, direte: ma a trovarle persone così!

 

Ma ci sono eccome queste persone: Questa è Anima Guzzista. Ed una pizza e una birra è quanto costa diventarne Socio. Quanta strada abbiamo fatto insieme è cosa nota: provate a mettere su google: “Anima Guzzista” e guardate quanti eventi, quante storie, quanta passione condivisa.

Quanta strada faremo ancora, dipende da voi! Per il 2018 abbiamo in calendario eventi straordinari che si potranno realizzare solo col contributo di tanti e tanti soci!

Se ancora non sei iscritto ad Anima Guzzista, questo è il momento di farlo!

http://www.animaguzzista.com/?page_id=8180

Buona strada insieme!

…E’ MERCOLEDI’!

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Cominciamo subito col dire che la nuova V85 ci piace. Certo l’occhio deve farci un po’ l’abitudine ma ci sono almeno due motivi per apprezzare questa nuova Moto Guzzi.
Il primo è che nel lungo silenzio che ha seguito la scomparsa dell’ultimo sviluppo della “vecchia” serie grossa (Norge, Griso, Breva e Stelvio) una nuova moto riporta la Guzzi all’attenzione del mercato e riapre un dibattito su qualcosa di “nuovo” tra gli appassionati.
Il secondo è che, seppur chiamata dalla casa un “concept”, sotto sotto alcuni particolari lasciano intravedere uno studio più che avanzato in vista della moto definitiva che vedremo dai concessionari nel 2018. Un nuovo telaio (molto bello soprattuto nella parte posteriore sotto la sella) e un’estetica che, specie nella parte anteriore, fa sfoggio di scelte gradevoli all’occhio con un faro da “urlo” (ma la luce a led a forma di aquila è già in vendita? Ne volglio almeno tre!).
L’evidente richiamo alla vecchia Ntx con un restiling gobale, il nuovo motore di provenienza V9 ed un’impostazione strada/offroad ne fanno un modello appetibile che, speriamo di cuore, trovi un riscontro nelle vendite pari a quello della v7lll.
Si capisce anche perchè presentare una moto “concept” e non un modello pronto per i concessionari. Magari una moto “preproduzione” da poter distribuire in prova alla stampa, se non addirittura a degli utenti selezionati tramite i punti vendita, sarebbe stata una mossa molto più convincente. Ma il v85 sembra in uno stadio di sviluppo già molto avanzato e forse, in un eccesso di prudenza, lasciarsi spazio per qualche aggiustamento prima della produzione rassicura il managment Piaggio.

Però, da colloqui interni al reparto Ricerca e Sviluppo, siamo riusciti a capire come si sia arrivati a certe scelte. Un’intercettazione che, grazie alle nostre spie, mette luce sul lungo e colpevole ritardo tra l’uscita di scena di metà delle moto in listino e l’uscita della v85… mentre gli “altri” vendono, vendono, vendono…

…poco più di un anno fa…

– Buongiorno ragazzi, come va?
– Bene, grazie. Hai visto che bella giornata? Guarda che spettacolo il lago. Viene proprio voglia di sdaiarsi al sole a non far nulla.
– Eh si, hai proprio ragione… Oh, piuttosto, hai sentito di questa storia dell’inquinamento?
– No, quale?
– Ma si, dai… del fatto che vogliono mettere un aggeggio sullo scarico… un catacoso… accidenti, non mi viene il nome…
– Un catalizzatore?
– Ecco, si! Il catalizzatore! E pensa che così si ridurranno le emissioni nocive del motore!
– Ma noi lo montiamo sulle nostre?
– Si.. no aspe’… forse… ma si dai che lo montiamo già. Che paura, pensa se ce l’eravamo dimenticato!
– Ah, vabbe. Tutto a posto allora.
– Oddio, forse no. Mi sembra di ricordare che forse c’erano altre novità a riguardo…
– Non mi dire che se ne sono usciti con altre norme da rispettare eh!
– Forse… credo… vuoi vedere che Euro 6 non era il costo del coso lì… del catalizzatore?
– Euro 6? Ma che…
– Cazzo, oggi è mercoledì!
– Si, e allora?
– Entra in vigore oggi!
– Ma che?
– La normativa!
– Oddio, no! Oggi no! Devo andare all’Eurospin che domani sono chiusi!
– Che facciamo? Eh, che facciamo! Dobbiamo trovare un rimedio! Forza! Spermetevi le meningi!
…rumore di meningi spremute…
– Idea! Ci sono!
– Dai, non tenermi sulle spine!
– Le togliamo di produzione!
– Oddio… tutte?
– No, certo che no. Teniamo solo quelle piccole, che ci rientrano, e quella nuova grossa che mi pare ci sta dentro per un pelo…
– Ok. Allora facciamo così dai…. Uff, che paura!
– Vabbe, ma nel frattempo?
– Una mezza idea ce l’avrei…
– Stiamo zitti zitti, buoni buoni e aspettiamo che passi?
– Esatto! Intanto abbiamo i nuovi pc a 16.8 milioni di colori… sai quanto ci tiriamo avanti?
– …bello, mi piace.
– …e poi, ogni tanto, aggiungiamo un pezzo, ne togliamo un altro e facciamo finta che siano tutte novità.
– Ma sei sicuro? …e dici non se accorgeranno?
– Ma no dai! Tanto basta mettere una sella bassa, un faro tondo… e lasciamo intendere che è una scelta trendy. Vedrai che se la bevono…
– E poi?
– E poi niente. Alla prim… vabbe, facciamo alla seconda occasione tiriamo fuori qualcosa di nuovo.
– Ma sei matto? Sai quanto ci vuole per un progetto nuovo? Il tempo, i soldi, l’industrializzazione…
– Ma guarda che qualcosa dobbiamo fare! Gli altri, quelli là, vendono a scatafascio.
– Ah, già. Quindi che proponi?
– Facciamo così: oggi è mercoledì e c’è da fare la spesa. Da domani ci mettiamo sotto e…
– …e?
– Mi viene in mente che in magazzino ci deve essere ancora quel coso, quel serbatoio per la Parigi Dakar…
– Si mi pare… e che ci vorresti fare?
– Lo spunto lo prendiamo da lì. Continuità, tradizione… tutte quelle solite balle che tiriamo fuori…
– E il resto?
– Pensaci… abbiamo già tutta quella bella roba delle piccole. Ne prendiamo un po’ e ce lo mettiamo sotto…
– Non lo so, ci devo pensare…
– Ok, hai ragione… tutto ‘sto brainstorming mi rende spossato…
– Tanto c’è tempo… basta che siamo pronti per quella fiera, quel salone, quel… come cavolo si chiama..
– IRMA… no, ANCMA…, no nemmeno… ECMA forse…
– Ok, non importa, quel che sia va bene ma l’importante è arrivarci con qualcosa.
– Si, si… mi piace. E poi, mi pare, che ‘sta cosa si faccia poco prima di Natale…
– E allora?
– Ho un bel cammellone da presepe che m’avanza…

Le distanze non contano!

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Il gruppo di AG a Mandello Mondello 2017

1° Incontro d’Autunno di Anima Guzzista – Da Mandello a Mondello 2017

di Vladimiro Corbari

Abbiamo trascorso tre giorni in una nuova estate, con un mare stupendo, tra persone che dopo cinque minuti è come se le avessi conosciute da sempre.
Voglio restare qui.
Bei giri in moto, putroppo su strade non sempre in ordine, ma dai panorami incredibili. Monti e mare, mare e monti. In un susseguirsi di scorci da cartolina.
Si, voglio restare qui.
Ristoranti con menù favolosi, buonissimi e di qualità. Pesce o carni in primi e secondi eccezionali da gustare in riva al mare o a 1.000 metri tra boschi di conifere.
Ho deciso, resto.
Tre giorni in compagnia di Anime speciali, Guzzisti veri con cui condividere tanta strada assieme.
Una volta tanto siamo noi che li andiamo a trovare e non uno di quegli attimi sporadici che te li fa incontrare ad un raduno. Poche parole nel poco tempo concesso che passa in un lampo e poi te li ricordi solo quando davanti alle foto scattate in quei magici momenti.
Salta subito all’occhio come la Guzzi si, ci abbia fatto incontrare, con la passione per una moto che sembra eterna, ma guidata da un Popolo particolare, fuori dagli schemi, che macina chilometri solo per partecipare ad un evento, per incontrarsi, è un qualcosa che assume un valore unico.
Unire il nord e il sud tramite la sua gente in un grande abbraccio, è un vanto ed un onore per noi di AG, ripagati dall’accoglienza dei Guzzisti siciliani, dalle Aquile di Palermo e delle 5 torri di Trapani, guidati dall’Uomo con l’SP sulle strade della Trinacria alla scoperta di nuovi scorci e sorprese gastronomiche.
Voglio restare qui.
Insomma, ci siamo divertiti parecchio. Non scorderò la spremuta di arancia e melograno al Santuario di Santa Rosalia e la vista dal Monte Pellegrino su Mondello, da una parte, e Palermo dall’altra, i cannoli di Santa Cristina di Gela o la bella statale da Palermo a san Vito lo Capo.
E poi, come non ricordare la bella “delegazione” del Moto Guzzi Malta Club? Quattro “ragazzacci”, giunti in “catamarano” che hanno partecipato a questo Incontro condividendone a pieno lo spirito e che speriamo di rivedere presto.

Una volta a casa, però, ho capito che sarà difficile trasferirmi in Sicilia.
Allora il prossimo ottobre ci torniamo.
Tenetevi pronti, Da Mandello a Mondello 2018 sempre ad Ottobre.
Ci saranno novità e… Arriviamo!

Spigolature:
– Contattato da Silvio, del Guzzi club Malta, vengo informato della loro intenzione di partecipare all’Incontro, arrivando da Malta in catamarano.
Da quel momento non ho fatto che lodare, meravigliato ed ammirato, le grandi doti dei Guzzisti Maltesi: in catamarano e con le moto!
Ne ho fatto argomento di discussione con tutti: E i Maltesi di qua, e i Maltesi di la’, ma immaginate le moto sul catamarano, e col mare mosso come fanno, che figata…
Poi, a pranzo il venerdì, ci siamo incontrati e tra una chiacchera ed un altra ho capito… un fraintendimento tutto mio, visto che lo chiamano così il loro traghetto…
– Il pranzo, del sabato, a Filici resterà a lungo nella memoria dei partecipanti. Una decina di antipasti, tre primi, tre secondi, acqua, vino, frutta, dolce, caffè e ammazzacaffè. Questo dice la fredda cronaca. Piatti di qualità, buoni, buonissimi che hanno innescato un’inarrestabile catena di “assaggia questo!”, “ma la ricotta dov’è?”, “non ancora ho assaggiato la lasagna” e altre frasi di circostanza a copertura di un peccato di gola pantagruelico commesso impunemente da tutti i commensali.
Tra le Anime a tavola i valori espressi nella guida venivano completamente rimescolati stilando, di fatto, una nuova classifica nelle abiltà personali, con parametri di rispetto e meraviglia che schizzavano alle stelle arrivando a mettere in dubbio, in casi tutt’altro che sporadici, alcune leggi della fisica che smentiscono, inequivocabilmente, come lo spazio occupato da un corpo non può contenerne uno di maggior volume.
L’unica spiegazione logica possibile rimane che in alcuni esemplari dell’homo sapiens sapiens si sia sviluppata la capacità di comprmere il cibo in una sorta di caponata.zip, lasagna.zip, fagioli con le cotiche.zip. pasta con le sarde.zip., bistecca di maiale.zip., salsiccia,zip., ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc…
– I cannoli di Akela. Ok, forse dovrei cominciare da quelli di santa Cistina di Gela (eccezionali!) ma vedersi presentare il nostro Biagio (giunto da Catania solo per i nostri occhi!) con un bel vassoio di mini cannoli al pistacchio di Bronte mi ha lasciato di stucco. Dopo aver raggiunto la vetta, quando pensi di aver assaggiato l’eccellenza del cannolo, ecco apparire qualcosa di altrettanto speciale ma diverso. Sono stati momenti di pura poesia e la sera, ai tavoli del bar all’aperto dell’hotel, ci sono stato momenti di pura commozione festeggiati a colpi di brindisi dalle più disparate gradazioni alcoliche…
– L’Uomo con l’SP. Vostro onore, è lui il colpevole. Noi non volevamo… non sapevamo… non potevamo immagnare che… è stato lui che ha organizzato tutto! Che potevamo fare se non lasciarci guidare tra cotante meraviglie?
Finalmente noi nella sua terra a farci da anfitrione e non il contrario come sovente accade. Adesso vi porto… perchè non passiamo da… Se volete vi faccio assaggiare… è un entusiasta e si vede.
Grazie Pietro per lo sbattimento e i bei posti che hai trovato per noi. Torneremo presto a trovarvi. puoi contarci.

‘Ntu culu alla distanza!

PS: I link alle gallery e le foto dell’evento sul nostro forum alle pagine 14/15

http://forum.animaguzzista.com/viewtopic.php?f=1&t=57073&start=260

 

Calincontro Trentino 2017 – Califoggiano

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Prologo

Da quel 3 marzo in cui felice e spensierato-
da buona anguilla del Po- facevo rotta verso il raduno dei Tatiani ritrovandomi invece in un ospedale di Verona, sono passati 4 mesi tosti sia per il fisico che per lo spirito.
Non sto qui a dilungarmi, chi c’è passato sa che vuol dire e a chi no preferisco augurare che resti nella propria ignoranza
Ho provato a non abbattermi e reagire, facendo tutto il possibile per recuperare, ma è davvero una cosa lunga e nonostante gli sforzi i risultati arrivano lentamente,tanto da mettere a dura prova la mia determinazione.
Dopo l’esperienza da passeggero al garganico , il mio obiettivo era di riuscire a guidare in trentino…
Prepartenza

L’espressione della terapista quando le ho detto che avevo intenzione di andare in trentino in moto è una di quelle cose che non potrò dimenticare.
Mi ha espressamente detto che non mi avrebbe dato l’ok, guardandomi come fossi pazzo.
Io, ovviamente, non lo ritenevo un proposito così folle e responsabilmente mi ero mosso per gradi.
Avevo provato a fare qualche giretto da metà giugno e con soddisfazione avevo visto che la posizione del florida mi consentiva di guidare senza eccessivi dolori.
Approfittando del raduno dei guzzisti molisani, il 2 luglio ho fatto un test per valutare la resistenza in sella: quasi 500 km in giornata, con l’aiuto di sant’aulin sulla via del ritorno certo, ma il test si poteva dire superato.
E così ho deciso che per il trentino sarei partito col florida da Vieste: non potevo rischiare di salire in treno e venire con una delle moto che ho su senza testare preventivamente la posizione in sella..
E così,seppur senza la consueta spensieratezza da vacanza in moto, compensata però da una gran voglia di macinare km, sono partito.
in viaggio

La prima tappa, mercoledì, prevedeva l’arrivo a Bologna dai nipotini.. avevo sensazioni positive e così sono rimasto lontano dall’autostrada fino a Pesaro.
Alle 18 ero a casa di mio fratello, dopo quasi 600km e circa 9 ore in sella : ce l’avevo fatta,e questo mi rendeva più felice che stanco, nonostante i dolori.. potere della mototerapia :hehe:
Il giovedì l’ho passato a spupazzarmi quegli adorabili cucciolotti che sono i miei nipotini.. :love:
Intanto i messaggi e le telefonate con gli amici già partiti o in partenza mi facevano entrare nel clima dell’incontro.
Avevo preso accordi con rotondo per trovarci a Modena e proseguire assieme fino a Pieve Tesino, creando subito la colonna ortopedica del gruppo :asd:
Sapendo invece che lui sarebbe arrivato a Modena non prima delle 11 ed essendomi svegliato alle 5.30 lo avviso che mi metto in viaggio presto e faccio rotta verso il campeggio.
Ancora una volta non voglio fare autostrada e il difficile è uscire da Bologna nella giusta direzione: imparo a memoria svolte e rotonde con l’aiuto di maps ed alle 7.30 sono fuori dalla città, in direzione Ferrara

L’incontro
Venerdì
Lasciare Bologna alle spalle ha su di me un effetto rilassante: ora spensierato posso iniziare il mio calincontro!
Proseguo in direzione Ferrara senza problemi visto che il traffico è in direzione opposta.
Alle porte della città, torno sulla ss16 che mi ha accompagnato fin dalla Puglia: mi porterà fino a Padova!
L’aria non è ancora caldissima e si viaggia bene.
Arrivo a Rovigo attorno alle 9 e, sapendoli al lavoro, mi forza di non chiamare i Tatiani: ci vedremo in campeggio di sera del resto.
Solo che proseguendo sulla 16 mi appare il cartello di Stanghella, cittadina ai più ignota ma che nell’ambiente guzzista è degna di nota dato che qui ci lavora Tatiana!
Faccio lo stesso ragionamento fatto a Rovigo e penso di non fermarmi ma quando, fermo ad un semaforo,mi ritrovo di fronte l’insegna verde con i tre archi della banca in cui lavora la nostra amatissima guzzista penso che sia un delitto non fare almeno un saluto e così accosto ed entro in filiale dove la vedo indaffarata al PC.
Quando mi avvicino e richiamo la sua attenzione ci mette qualche secondo prima di realizzare chi sono, dopo di che usciamo tra gli sguardi truci degli stanghellesi in coda.
Un abbraccio e quattro chiacchiere.. ma poi per evitare il linciaggio dei suddetti stanghellesi ci salutiamo senza neanche prendere un caffè.
Riparto felice dopo questo fugace incontro e continuo a puntare verso Padova da dove prendo la ss47 della Valsugana (‘ma dove finisce la Valsugana?’ cit. di un calincontrista di quasi 10 anni fa ).
Il tratto fino a Bassano del Grappa è costellato di velox con una frequenza davvero alta.
Viaggio poco sopra il limite con un attenzione alle infernali macchinette che spero tanto non mi abbiano scattato foto ricordo.
Dopo Bassano il traffico si dirada e nonostante il caldo si viaggia bene.
La mia intenzione è di arrivare presto in campeggio in modo da poter sfruttare la piscina per un po’ di riabilitazione.
Mentre procedo in superstrada scorgo la sagoma inconfondibile del California, che una volta superato riconosco essere di leozan: suono e saluto ma capisco che con casco e per di più sul Florida, il nostro amico e sua moglie Angela faticano a riconoscermi.
Poco dopo usciamo dalla superstrada e senza casco ci salutiamo e ripartiamo in direzione campeggio.
Seguo lui per un po’ mentre la strada si inerpica dalla Valle ai monti: il braccio tiene bene, la strada è bellissima e l’asfalto mi dà fiducia così è difficile resistere all’invito … sorpasso Leo e, per la prima volta dal mio ritorno in sella, tengo un ritmo allegro e mi diverto a piegare!
È una bella sensazione, non forzo ma quando mi fermo al distributore per fare il pieno prima di arrivare in campeggio sono davvero soddisfatto..
Arriviamo in camping prima delle 13 e siamo i primi, escludendo Michele stuezz che è in camping con la famiglia da lunedì.
Sbrigate le formalità in reception e salutato Michele e famiglia apprendo che la piscina riapre alle 15 … quindi mentre Leo monta la tenda e Michele va a pranzo, ho anche il tempo di rilassarmi in bungalow.
Cominciano ad echeggiare rombi bicilindrici nella quiete del camping immerso nel verde: alla spicciolata arrivano gli amici.
Dopo una bella nuotata che mi fa sentire meno in colpa per le sedute di fisioterapia saltate, faccio il giro dei saluti e mi lascio coccolare dal calore degli amici, felici di vedermi meglio rispetto all’ultima volta e, soprattutto, di sapermi in sella.
Per ogni arrivo una birretta defaticante è un ritmo impegnativo da tenere, ma la vita è fatta di sacrifici..
Riabbraccio Enrico, Pandora, Simone, il contabile, Giacomo, gli orobici, Poppi e famiglia, Red con mugliera al seguito, susi, zio Vittorio gasolone, gasolino, il socio, geofano e Francesca, Elena, bicilinder, galimba, cipo e Fabio, rotondo, nedo, dooan e Umberto.. insomma la sosta al bar si fa piacevolmente lunga.
Quando arriva gpbertch con Miriam oltre alla birretta facciamo un po’ il punto della situazione: sapevo dalle telefonate che era un po’ in ansia perché tutto filasse liscio e anche dal vivo cerco di tranquillizzarla.
Del resto è stato organizzato tutto al meglio e non c’è motivo di stare in tensione, ora è il momento di godersela..
Le parole non hanno l’effetto sperato, Miriam resterà tesa fino a domenica pomeriggio: povera, mi spiace vederla così ma capisco che è il suo modo di sentirsi responsabile per tutti noi e apprezzo ancora di più il fatto che si sia proposta per organizzare questa edizione
Gli ultimi ad arrivare sono mio cugino e Marta che ci trovano già alle prese con la cena, davvero di ottima qualità e con porzioni abbondanti.
Il momento del dolce porta una sorpresa: Poppi ci aveva detto che era il compleanno di sua figlia Chiara e abbiamo fatto in modo che i suoi 12 anni fossero indimenticabili. La faccia di Chiara e dei suoi genitori emozionati e felici (Chiara si è anche commossa, che tenera) mentre il gruppo intona tanti auguri a te invece del consueto brindisino è una di quelle cose che mi resterà impressa di questa edizione.
Lo spumante offerto dal padre della festeggiata è l’aperitivo al dopocena etilico, che tra zuccherini (doc Trentini e di concorrenza abruzzesi ) e bevande di ogni colore fa tirare la serata allegramente per le lunghe..
Chissà perché il capitan pipa dei Tatiani è la prima bottiglia a finire dentone
Vado a letto verso le 4.30, stanco ma felice.

Sabato

Mi sveglio ‘con in bocca un gusto amaro che fa schifo, chissà cosa è stato? Quello che ho bevuto’ (cit.) e sono le 7.. buongiorno!
Mi vengono in mente un po’di battute della nottata e col sorriso mi avvio verso il bar per la colazione.
Noto che già in tanti sono attivi: il fuhrer Miriam ha dato ordine tassativo di essere pronti col pieno per le 9 pena frustate nella piazza del camping ed è evidente che i partecipanti l’hanno presa sul serio.
Arrivano anche Nicola, gigio_lemans,e gli altri che dormivano in hotel.
Alle 9.05 la colonna parte per il giro, nuovo record per il calincontro, che sarà difficile da battere!
Io aspetto che siano partiti tutti e mi accodo.
In testa ci sono Fabio e Nicola che conoscono la strada, Miriam è in mezzo al gruppo ed io faccio la scopa.. se aggiungiamo che ognuno ha la mappa del giro con le indicazioni, solo chi lo vuole davvero può perdersi!
La strada dal camping alle funivie è stretta e tortuosa: ad un certo punto vedo la colonna ferma e qualcuno a bordo strada che fa segno di proseguire perché proprio non c’è posto per fermarsi visto che siamo in un tornante.
Quando passo riconosco la moto di rotondo e quella di Gaso: scoprirò poi che al console si è spenta la moto in mezzo al tornante e Gaso vedendolo in difficoltà eroicamente si lanciava in soccorso affinché non finisse a terra.
Non aveva però calcolato che tenere il 1400 con una mano mentre con l’altra tieni su rotondo e il suo 1100, per di più in pendenza, era una missione in cui neanche lo Schwarzenegger dei tempi migliori sarebbe riuscito e così finiscono entrambi a terra, per fortuna senza conseguenze.
Procedo verso strigno e dopo la svolta per scurelle vedo un altro gruppo fermo e mi fermo anche io.
Stavolta è stata Tatiana a battezzare il bobbbbbber, ma ovviamente è tutta colpa di Govoni
Per fortuna anche per lei e per la sua nuova cavalcatura niente di serio e così dopo poco si riparte e cominciamo la salita per il passo manghen: strada stretta ma con un bel paesaggio e quando arriviamo in cima al passo ci godiamo il fresco degli oltre 2000 metri e qualche birretta defaticante!
Qui si aggiungono al giro problemchild ed Elisa, che rivedo dopo anni con molto piacere.
Siamo in perfetto orario, nonostante le soste non previste, e inforchiamo la discesa del manghen per affrontare gli ultimi km prima di fermarci alla cascata, a qualche centinaio di metri dal ristorante.
In Valle fa un caldo bestia, ma la cascata è davvero spettacolare: Miriam ha scelto benissimo
Arrivano anche Isa e pradu e ora siamo davvero al completo!
Anche il maso dove pranziamo è degno di nota: ottime pietanze tipiche e prodotti locali con un buon servizio che ci consente di rispettare i tempi per il giro che è ancora lungo e costellato di passi.
Decido di dimettermi da scopa, mi sento bene e voglio fare il mio ritmo godendomi anche la guida.
Nella fretta di ripartire dimentico di salutare cayo e la caiuzza, che tornano a Trieste imperdonabile!
Riparto con un manipolo di guzzisti mangiacurve capeggiato da @ngelspike,dooan e guzzitopo ma mi accorgo che ad una rotonda hanno sbagliato strada così passo io in testa.
La strada per il passo lavazè è spettacolare così come il pezzo che ci porta a quello spettacolo della natura che è il lago di carezza, incorniciato dal massiccio del latemar!
Facciamo una breve sosta per goderci il posto e fare qualche scatto e quando torniamo alle moto sta passando il grosso del gruppo, con mio rammarico senza fermarsi.
Peggio per loro.
Ci sono ancora molti passi da fare e arrivati a Moena prendiamo per il San pellegrino: ora comincia ad esserci traffico ma la strada è divertente oltre che spettacolare.
Mi viene in mente che l’ultima volta l’avevo fatta con Loel almeno 8 anni prima, sotto la grandine
Arrivati in cima ci meritiamo una buona birretta fresca e la sosta si prolunga perché a gruppetti arriva sempre qualcuno.
Riparto con l’intenzione di fare benzina al primo distributore, il gruppo dei mangiacurve è già andato ma ho negli specchietti Elena che danza leggiadra tra le curve: se ripenso alle curve dell’abetone fatte assieme lo scorso ottobre andando in Sardegna è difficile credere che sia la stessa persona alla guida, si vede che è entrata in confidenza col jackal e ora guida allegramente
Scesi dal san pellegrino è ora di puntare al passo Rolle.. non incrocio distributori ed inizio la salita.
Purtroppo il sensore riserva mi ha mollato qualche giorno prima della partenza e sono riuscito solo a montare un rubinetto a tre posizioni (con la riserva) per supplire.
Salendo al Rolle sento un vuoto in apertura dopo una curva e capisco che è il momento di ruotare il rubinetto: tra i monti il florida sta consumando più del solito.. la riserva sarà di un litro e mezzo circa, ma calcolo che dovrebbe bastare ad arrivare a San Martino di Castrozza.
Qualche foto in cima al Rolle e di nuovo giù tra le curve con Elena ad inseguirmi: a San Martino di Castrozza effettivamente ci arrivo ma non c’è il distributore
Parcheggio la moto e salgo sulla sella posteriore di Sant’Elena che mi accompagna al distributore dove prendo un litro con una tanica mentre lei fa il pieno e ripartiamo a ritroso per tornare alla moto facendo a gara a riconoscere i calincontristi che arrivano in senso opposto.
Mio malgrado mi ritrovo di nuovo ad essere la scopa
Pur non avendo provato il giro con la moto, l’ho imparato per scrivere le indicazioni sulle mappe, quindi vado spedito e sicuro nella galleria che ci porta verso il passo brocon, l’ultimo della giornata.
Dopo qualche migliaio di curve troviamo Zio Vittorio, Michele e famiglia fermi a bordo strada convinti di essersi persi: li recuperiamo e andiamo verso il campeggio dove ci fermiamo subito al bar per defaticare con una birra.
Siamo gli ultimi arrivati (escluso mio cugino ovviamente ), alcuni sono già docciati e pronti per la cena, che stasera è in un tendone allestito per il raduno di enduro,quad e stradali organizzato dal camping.
Appena parcheggio al bar arriva il contabile a esigere i soldi per la cena in cambio di un buono: non si scappa, ho capito, ma nemmeno un’accoglienza così …

Tra doccia, un rilassante ed una chiacchierata col socio arrivo al tendone che tutti hanno già finito di mangiare.
Ci sediamo con Miriam,cipo, Fabio etc.. gustando l’ottimo spiedo.
C’è un gruppo che suona e fa solo pezzi ‘giusti’, mi spiace che tutti gli altri siano tornati al bar dopo la cena: il gruppo suona davvero bene ma c’è poca gente sotto al tendone, anche perché quelli dell’altro raduno sono numericamente meno di noi.
Ancora una volta peggio per loro.
Mentre ci godiamo il concerto dopo qualche birra cipo tira fuori una bevanda ceca da mezzo litro che evapora in 10 minuti.
Gli amici del raduno locale ci offrono qualche strano distillato autoprodotto.. insomma la serata entra nel vivo.
In contemporanea inizia un acquazzone che andrà avanti con qualche pausa fino all’una passata.
Sotto il tendone si sta benissimo, ma del nostro gruppo siamo davvero in pochi.
Il concerto finisce e quando il temporale da una tregua ci avviamo anche noi verso il bar.
All’arrivo la mia delusione è grande: sono spariti quasi tutti nonostante non sia neanche mezzanotte.
Proseguiamo il dopocena etilico tra i soliti noti..
Ripetiamo il sacro rituale di ogni calincontro con Gp, ma tra bottiglie finite, freddo e stanchezza alle 2.30 si va a nanna.

Domenica

La mattina di domenica ci si sveglia con un gusto ancora più amaro: è l’ultimo giorno,la magia sta per finire ed anzi c’è subito da iniziare il giro dei saluti perché in molti partiranno presto.
A colazione non riesco a salutare tutti, visto che alcuni sono già partiti.
Rimaniamo una quarantina di moto, il sole splende di nuovo e alle 9.30 siamo tutti con le moto cariche pronti a partire (effetto Miriam).
Quasi tutti..
Perché pare che il V11 di Michele stuezz non voglia saperne di partire
Fabio e Miriam partono col gruppo, mentre io, Edo, Nicola, zio Vittorio e rotondo restiamo a cercare di risolvere il problema di Michele.
Alla fine dopo vari tentativi infruttuosi basta una spinta e la moto si avvia.
Partiamo anche noi e mi metto in testa al manipolo di guzzisti: la strada è semplice e dopo un po’ di curve, un pezzetto di ss47 ed altre curve, eccoci ad Enego, dove era prevista una breve sosta per raggruppamento dispersi.
Non vedo moto all’orizzonte, ma mi fermo per prendere un caffè: arriva Miriam che ci dice che è con un pezzo del gruppo parcheggiata poco più avanti mentre Fabio col resto del gruppo ha sbagliato una svolta e quindi fatto una deviazione (piacevole diranno poi i dispersi) e ancora non è arrivato.
Il tempo di un caffè e della sigaretta ed ecco arrivare un’orda di bicilindrici.
Giusto il tempo per Miriam di cazziare il povero Fabio e si riparte per Asiago.
Noi del manipolo lasciamo sfilare tutti e poi ripartiamo seguendo Nicola.

La strada per Asiago è divertente ed avanziamo con un’andatura allegra.
Attraversato un abitato ci ritroviamo dietro ad un auto e un gruppo di ciclisti.. mi distraggo un attimo a guardare uno di loro fermo a bordo strada (aveva perso un pedale) e quando torno a guardare davanti mi ritrovo la macchina e il California di Nicola fermi a pochi metri
Ringrazio la frenata integrale del florida che ha evitato il peggio, anche se contrastare la frenata è stata un’impresa dolorosa per il mio braccio
Ancora qualche centinaio di curve ed eccoci ad Asiago: pulita, colorata ed ordinata è sempre bello fermarsi a visitarla.
Parcheggiamo le moto e andiamo n cerca del resto del gruppo e quando li troviamo a sorpresa c’è anche Gigio_lemans!
Mentre il gruppo riparte ci gustiamo uno spritz coi Tatiani e io e Maria decidiamo di scambiarci le moto, così posso finalmente provare il bobbbbbber!
Seguo Piero sulla strada che va verso la malga dove pranzeremo: saranno una ventina di km di belle curve veloci e dopo le prime due un po’impacciato dall’inerzia dovuta al ruotone anteriore, entro in sintonia con il V9 e mi godo la sua spinta vigorosa e regolare ad un buon ritmo considerando la mia condizione e soprattutto il fatto che non è mia
Parcheggio alla malga fratte e mi complimento con Maria per il gran bel mezzo che si è presa Alle 13 siamo pronti a mangiare.. in perfetto orario, per la gioia di Miriam che invece è ancora in ansia!
Il pranzo è volutamente leggero e veloce per agevolare i rientri: salumi, formaggi dolce e caffè.
Spazzoliamo tutto e sono da poco passate le 14 quando inizio il giro dei saluti.
I miei piani erano di fermarmi a Bologna anche al ritorno, ma quando zio Vittorio mi ha chiesto di fare strada assieme ho detto sì al volo e ci siamo prefissati una sosta dalle parti di Ancona.
Alla fine prenotiamo gli ultimi due posti all’Hotel tattybrum, che ospiterà noi e Elena che si è presa qualche giorno di vacanza.
Gigio ci scorta fino all’autostrada dove ci salutiamo davanti a un caffè.
Viaggiare in gruppo un po’mi mette ansia perché non so che ritmo riuscirò a tenere e per quanto: alla fine si riveleranno preoccupazioni inutili, riesco a tenere i 130/140 fino alla sosta benzina.
Gli amici del contabile vanno di fretta e si staccano dal gruppo dalle parti di Pesaro.
Fa un caldo insopportabile e noi prolunghiamo la sosta anche perché il florida non da nessun segno di avviarsi premendo lo start.
Dopo aver controllato il relè, memore di analoga situazione occorsa col cali, tocco il motorino di avviamento e lo trovo bollente.
Attivo il raffreddamento a liquido con una bottiglia d’acqua ed ecco che la moto torna a rombare.
Arriviamo a casa di tattybrum che sono le nove e dopo una necessaria doccia, scendiamo a mangiare nel ristorante sotto casa.
Consumato il pasto ci attardiamo sul terrazzo del contabile tra brachetto e amaro Lucano fino a che andiamo a dormire stanchi e soddisfatti…

Lunedì

Mi sveglio prestissimo in un bagno di sudore. Guardo il telefono e scopro che sono le 5
Vado a rinfrescarmi sul terrazzo e poi torno a letto ma resisto poco.
Alle 7 si svegliano anche Elena e Zio Vittorio e ci avviamo a prendere un caffè.
Quando torniamo ci sistemiamo con calma e intanto si sveglia anche tattybrum, giusto in tempo per salutarci!
Lasciamo Elena e il contabile verso le 9 e dopo il pieno entriamo in autostrada.
Quando a vasto sud faccio segno a zio Vittorio di uscire, non mi capisce e saluta rombando via veloce.
Cazzo mi spiace proprio che ci siamo salutati così male dopo tante avventure
Mi ritrovo solo sulla ss16 e punto al Gargano.
Anche oggi il caldo è esagerato e decido di non fare lo scorrimento veloce, ma di allungare passando dalla foresta Umbra.
Torno tra curve che conosco e mi rendo conto dei miglioramenti rispetto all’andata
Finalmente in foresta il caldo dà una tregua e mi fermo a bere una birretta: ormai mancano davvero pochi km ma per allungare il viaggio prima di andare a casa mi fermo al villaggio San Pablo, dove c’è in vacanza Carmine con la famiglia.
Ci beviamo qualche birra mentre racconto del viaggio e altre cazzate e poi ci salutiamo, è proprio ora di tornare a casa.
Ci arrivo poco dopo, sciolto dal sudore ma contento: 2300km fatti senza particolari problemi, quando nessuno ci credeva
Epilogo

Il martedì mattina, con qualche senso di colpa per i giorni saltati, mi presento per la seduta di fisioterapia.
La terapista è incredula quando le dico che sono andato e tornato dal Trentino senza particolari problemi..
Iniziamo la seduta e trova il braccio tonico e molto più propenso a recuperare i gradi di elevazione rispetto alla settimana prima.
Anche io fatico a crederci, ma mi rendo conto visivamente che riesce a spingere il braccio molto più in basso
Anche la situazione muscolare è migliorata molto controllando la moto per una decina d’ore al giorno nell’ultima settimana
Il giorno dopo nel mio stupore si scusa per avermi sconsigliato di partire e mi dice che avevo ragione quando le dicevo con certezza che mi avrebbe fatto bene.
Da allora è lei che mi spinge a partire.. ed io appena possibile mi sacrifico e la accontento

1° Incontro d’Autunno – Palermo 6/7/8 Ottobre 2017 – Da Mandello a Mondello.

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Signore e Signore, Mesdames et Messieurs, Ladies and Gentlemen
…rullo di tamburi… ecco a voi il 1° Incontro d’Autunno!
In un simbolico abbraccio uniamo tutta l’Italia portando il nostro fantastico bicilindrico di Mandello… a Mondello!
Un po’ di strada fino a Napoli, poi il traghetto di notte fino a Palermo e ci si sveglia pronti per godere il clima magico ed unico di uno dei più bei posti del mediterraneo.
Un viaggio epico e mitico fatto di posti incantati e con la “quiete” che solo il “fine stagione” regala. Ottobre è il un mese perfetto per un ultimo bagno nelle acque antistanti la bianchissima spiaggia di Mondello, famose nel mondo per la loro limpidezza cristallina, cogliendo l’occasione per visitare un’isola ricca di storia e arte, di gente straordinaria e di gastronomia… tutte raggiungibili con strade piene di curve e da guidare gustando i panorami che vi lasceranno un ricordo indelebile.
Da Mandello a Mondello, un’assonanza facile che racchiude simbolicamente tutta l’Italia e noi Guzzisti, che abbiamo un’Anima, ci ritroviamo ancora una volta in “famiglia” facendo base alla città del mare a Terrasini per riabbracciare i fratelli così lontani.

IL PROGRAMMA

GIOVEDì 5 OTTOBRE

Imbarco a Napoli alle ore 20.00 sul traghetto GNV per Palermo (presentarsi almeno 2 ore prima!).
Arrivo la mattina alle ore 6.30.

Accoglienza con fanfara, sindaco e banda. Mentre gli aerei della pattuglia acrobatica sorvolano a bassa quota, lasciando la scia tricolore, avverrà la consegna delle chiavi della città. Baci e abbracci alle migliaia di Guzzisti siciliani venuti a salutarci con in testa il mitico Pietro Motisi, l’uomo con l’SP.
(ricordarsi di bere meno durante la traversata ‘ché le allucinazioni fioccano…)

VENERDì 6 OTTOBRE

ORE 10.30
Dal porto di Palermo, L’uomo con l’SP ci guiderà verso la spiaggia di Mondello, per bagnarci almeno i piedi o toccare l’acqua con la manina. Per raggiungerla passeremo dal santuario di Santa Rosalia. Il percorso sembra interrotto perché la strada verso Mondello è ufficialmente chiusa, ma in moto si passa ed è molto, molto bella e super panoramica, oltre ovviamente all’opportunità di andar subito a fare visita alla Santuzza palermitana.

https://goo.gl/maps/TnUsTXfrEvy
(dal porto al tratto interrotto)
https://goo.gl/maps/RQ1hnbVoQF62
(dal tratto interrotto alla spiaggia di Mondello)

…ovviamente andremo a verificare il percorso prima dell’Incontro…

ORE 13.00
Spostamento verso il ristorante La Barca (loc. Barcarello) per un lauto pasto rifocillatore.
Il menù prevede “solo” antipasti e primi, così da restare leggeri:
Antipasti: Tonno affumicato, insalata di mare, frittura di calamari, frittura di pesciolini, alici marinate, cocktail di gamberi, sarde a beccafico, zuppa di cozze.
Primi: Spaghetti con le vongole e risotto alla marinara, pennette alla Barca
Sorbetto al limone
Vino, acqua,coca cola
amaro, grappa, limoncello

…burp…

Dopo pranzo

Dal ristorante leggiuadro girello verso Terrasini all’Hotel Perla del Golfo passando per l’entroterra (Monreale e Partinico) facendo, finalmente, conoscenza delle curve sicule.

https://goo.gl/maps/9ofVwgRLJLL2

Per chi fosse stanco o avesse voglia di raggiungere subito l’Hotel ecco il percorso “rapido” per l’autostrada

https://goo.gl/maps/DaXLVHHtjJJ2

Arrivati alla Perla del Golfo prenderemo possesso delle camere.

Le Suite Imperiali saranno a nostra disposizione: gli appartamenti di otto camere vista mare, con tripli servizi, luci a comando vocale, pareti a maxischermo a scomparsa, salone con bar e barista a disposizione, servizio spa in camera e piccola piscina con idromassaggio ci accoglieranno in tutto il loro splendore dandoci modo di riposare degnamente (non scrivete coi pennarelli sui muri affrescati da Guttuso in persona, mi raccomando).
Davanti all’Hotel sarà all’ancora il panfilo dell’uomo con l’SP ove ci recheremo per il party notturno…
(ricordarsi di bere meno durante il pranzo ‘ché le allucinazioni fioccano…)

Serata con cena a buffet al ristorante dell’Hotel che ci informa sul menù dicendo:
Ricco buffet con ampia selezione di pietanze e con 2 primi e 2 secondi di carne e pesce. I pasti includono acqua e vino in caraffa.

SABATO 7 OTTOBRE

ORE 9.00

Partenza da La Perla del Golfo verso l’entroterra. Ripasseremo da Partinico (ma venendo dal mare) per arrivare alla Piana degli Albanesi. Qui, per chi vuole, una sosta defaticante ci permetterà di assaggiare un mitico cannolo siciliano davvero speciale. Per chi non ama la pasticceria siciliana (ci dispiace per lui) lungo il percorso è possibile fermarsi al bosco di Gondrano o a Corleone dove, in ogni caso, ci riuniremo per una foto di gruppo totale, globale di tutte le Anime presenti.
Quindi, ultimi chilometri, per arrivare a Filici nella zona di Cammarata e al ristorante.

https://goo.gl/maps/eTgNd3NB9cH2

Ristorante Filici
Menù:
Antipasto: Prosciutto crudo, salame, formaggio, olive, capocollo, soppressata, ricotta, caponata, trippa con fagioli, insalata di carne, cotenna…
Primi: Pasticcio di lasagne, tagliatelle con salsa di finocchietto selvatico, cavati alla norma
Secondi: Agnello al forno con patate, grigliata mista, insalata, cardi o broccoli in pastella, fegatini con patate.
Frutta di stagione, ananas.
Cassatelli e cannolicchi
Acqua vino, bibite, caffè e amaro.

Per chi sarà ancora vivo, ma soprattutto in grado di guidare una moto, il ritorno nel pomeriggio prevede un garrulo e leggiuadro girello per i territori di caccia dell’Uomo con l’SP.

https://goo.gl/maps/TKw4jG4q11H2

(L’uomo con L’SP sconsiglia la Agrigento-Palermo per il rientro a causa di di lavori in corso e semafori in abbondanza. Meglio le curve, no?)

Anche qui, fino a Termini Imerese, una bella strada curvosa ci condurrà per il bellissimo entroterra siciliano andando verso il mare dove, una volta giunti, potremo scegliere se ritornare fino a Terrasini per la litoranea (ss. 113) panoramica e con tante possibili soste defaticanti oppure tirare dritto per l’autostrada e arrivare presto in Hotel per un bel bagnetto rinfrescante in vista della serata.

Ancora non abbiamo potuto decidere se la GLBB ci sarà e potrà suonare.
Ci stiamo organizzando, anche grazie all’aiuto dei Guzzisti Palermitani, e speriamo di poter dare l’annuncio del “tradizionale” sabato sera di Amore Cosmico e Open bar.

DOMENICA 8 OTTOBRE

ORE 9.00
Partenza per S.Vito Lo Capo: mare, pranzo con cous cous. Si consiglia, nei bar lungo la spiaggia, il famoso gelato caldofreddo (da non perdere!).

https://goo.gl/maps/Dg5LHaCQQ3D2

ORE 13.30

Pranzo al ristorante El Bahira a base di pesce. Il menù recita:
ANTIPASTO (piatto unico)
Cocktail di gamberi
Cappuccetti
Insalata di Mare
PRIMO
Cous cous di Pesce
Frutta
Dessert
Acqua e Vino
POMERIGGIO (ora vagamente verso le… più o meno…)

Dopo pranzo visita a Erice col suo fanastico panorama su Trapani, le saline (con i mulini a vento!) e Favignana all’orizzonte… si consiglia genovese con crema nei bar locali.
Ritorno verso Palermo in vista dell’imbarco in serata:

https://goo.gl/maps/ysVW34pwsQQ2
Questo è il percorso fino all’albergo per chi avesse lasciato i bagagli per guidar leggero durante il giorno…

https://goo.gl/maps/ocb9dd2JRzu
Questo è il percorso “diretto” via autostrada fino al porto.

ORE 18.00

Imbarco per Civitavecchia. Arrivo previsto per le 8.00 di lunedì.

Tutti affacciati al parapetto saluteremo la folla festante. Lanci di fiori e sventolii di fazzoletti segneranno la partenza degli arditi che hanno partecipato al 1° Incontro d’Autunno di Anima Guzzista. un ultimo saluto ai fratelli guzzisti sicilani e la promessa di rivederci presto!
(ricordarsi di bere pochi birrini defaticanti ‘ché le allucinazioni fioccano… ma forse non tutte lo erano!)

…’NTU CULU ALLA DISTANZA!

1. Invia il pagamento della formula scelta

Tramite PayPal o bonifico bancario
(scegliendo di pagare tramite Paypal verrà aggiunta alla quota il costo della transazione)


Pacchetto raduno



In alternativa puoi effettuare un versamento della quota con bonifico bancario
Intestato a : A.S. Anima Guzzista
Banca Popolare del Lazio
IBAN – IT96D0510441220CC0170522613
Codice Swift – BPLZIT3VXXX
Causale : “Mandello Mondello 2017”

2. Compila il modulo di iscrizione al raduno

Dopo aver compilato il modulo di iscrizione, riceverai come conferma una email riepilogativa dei dati sull’indirizzo indicato in fase di registrazione.

3 – scaricate il modulo di scarico di responsabilità

da consegnare obbligatoriamente il primo giorno di raduno, debitamente compilato.

Calincontro Trentino 2017 – Nedo

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nedo

VM 18 ANNI

Il ragionier Nedozzi è un tipo pacato, timido e remissivo ed essendo timido e remissivo la gente è solita fargli angherie di ogni genere. Così la collega di stanza, cougar d’annata lo sottomette puntualmente facendogli fare millemila fotocopie dall’alto della parità dei sessi, “non sarà mica maschilista eh? Vadi vadi a farmi le fotocopie di questo libro che me lo voglio leggere sotto l’ombrellone ai bagni vip di Castiglioncello. Poi quando ha fatto mi porti del caffè, non della macchinetta per carità, eschi e vadi al bar Caffè Namastè…ah e non dimentichi il maritozzo vegano alla panna di soja eh!”, “mi scusi ma i soldi…sa in fondo al mese ho delle difficoltà…”, “Nedozzi via, facci il cavaliere! anticipi lei poi si farà un conto…”
.oO(si farà un conto dice…sono mesi che lo dice…).
Nedozzi poi ha il terrore del commesso palestrato Marioni che ogni volta che lo incontra lo prende per le guanciotte e lo solleva da terra di quei dieci- quindici centimetri “eccolo qui il paffutello! E diamo il buongiorno al ragioniere”, “mi scusi sa, oggi avrei un ascesso al dente…se fosse possibile una semplice stretta di mano ecco…”, ma nulla pare non sentire o forse non capisce proprio dall’alto della sua terza media alla quarta, (cioè presa al quarto tentativo).
La capoufficio si chiama dottoressa Carmela Cortopassi, detta Carmen, (guai a chiamarla Carmela eh), è una giovane ragazza quasi quarantenne neolaureata arrivata oramai quattro anni fa. E’ una tipetta minuta col capello corto e gli occhialetti, quasi sempre in jeans attillati e con due pendagli da venti centimetri ai lobi delle orecchie. A Nedozzi ricorda molto la brunetta dei Ricchi e Poveri di cui era innamorato perdutamente in gioventù. E così inevitabilmente ha perso la testa per la Cortopassi al punto che alla prima maternità della capoufficio, Nedozzi è entrato in depressione “chi è stato quel farabutto!?”. “Nedozzi suvvia, spiegava la cougar, non mi facci il retrogrado maschilista eh, il padre non c’è. Ha capito?”
“Come il padre non c’è? Dov’è? E’ scappato? E’ morto in guerra? Quale guerra? E’ in galera?”.
“Uff Nedozzi si svegli eh, il mondo è cambiato eh…la conosce la procreazione assistita?”
“Cioè…?”, “e cioè il padre non c’è, oramai voi uomini siete inutili! Vi estinguerete tutti brutte merdacce! E ora vadi a prendermi il caffè…e facci presto che ieri mi è arrivato freddo!”
E poi il mega direttore galattico il dr. Damiani laureato con il massimo di voti e bacio accademico all’Imperial College di Londra, ma che in realtà, un po’ tutti sanno, è solo titolare di uno strano titolo di studio per agenti di intermediazione internazionale preso a suon di bonifici del padre ad una scuola privata di Londra riservata ai figli di armatori navali e simili. Alto, con occhi chiari, col viso scavato alla Clint Eastwood, perennemente abbronzato, la testa lucida e la dentatura abbagliante allo xenon, appartiene ad una delle tre famiglie che governano la città da due secoli appoggiati da qualsiasi partito politico dell’arco costituzionale ed anticostituzionale. Nedozzi quando lo incontra per i corridoi, tira fuori gli occhiali neri da cieco e si volta verso il muro per preservare la vista e puntualmente il Damiani rivolto alla segretaria “ma quanti cazzo ne dobbiamo assumere di questi delle categorie protette???”
Ma torniamo a noi, Nedozzi è un tipo pacato e remissivo ma quando finalmente arriva il periodo delle ferie estive, tira fuori la sua vecchia Guzzona tutta pulita e lucidata e si trasforma in un temibile ed affascinantissimo biker e parte per il suo raduno preferito: il calincontro. E lì finisce la pacatezza e la remissione del ragioniere. La settimana prima si mette a dieta per entrare nei jeans strappati, ruba i trasferelli ai nipoti e si riempie il corpo di tatuaggi. Tira fuori la sua chincaglieria dal cassetto e indossa catene con simboli satanici, croci celtiche, svastiche e falci e martello ed il giubbottone con tutte le patch di raduni del mondo compreso quello di Santiago di Compostela portatogli dalla vecchia zia che lo fece a piedi dieci anni fa per raccomandare il nipote nelle Altissime Sfere. Infila degli orrendi anfibi di quand’era militare, il casco delle SS e si infila in autostrada.
Il calincontro è in Trentino e Nedozzi ha pianificato il viaggio in maniera scrupolosa, scaricando sul suo smartphone (ahahah) le tappe di avvicinamento e le mappe dei giri dei giorni successivi.
Il suo piano prevede “autostrada fino a Rovereto, poi salita a Folgaria, quindi altipiani di Lavarone e Asiago in onore al prozio caduto nella Grande Guerra, per poi discendere e piombare come un falco su Enego ed infilarsi come un dito medio nel culo della cougar, verso nord fino a trovare le indicazioni per Pieve Tesino, il paese di quel finocchio democristiano di De Gasperi. Viva la Padania! Ehmmm vabbè…” Nedozzi sogna dentro il casco…immagina il suo arrivo al campeggio. “No, non devo arrivare troppo presto…ma nemmeno troppo tardi che quelli sono già tutti a tavola! Devo arrivare quando loro sono lì in quella fase rilassata di attesa, tra uno sprizzino e l’altro! Arrivo, stendo il mio stampellone del cavalletto laterale, il mio simbolo fallico ovviamente, scavallo dalla moto con noncuranza, una sistematina ai gioielli, smetto il casco ed i guanti con lentezza come fanno i vigili urbani quando ti fanno le multe quelle merdacce, espressione da uomo vissuto e sorrisetto accennato e passo a salutare tutti partendo dalle ragazze”
…ragazze? Vabbè non stiamo a sottilizzare…a questi raduni ci sono circa 3 donne per cinquanta biker e sono pure impegnate! Ma Nedozzi si illude di poter avere chissà quali avventure…se solo saltasse il fosso scoprirebbe un mondo diverso, molto diverso.

Il calincontro in Trentino è stato organizzato dalla splendida Miriam (per la quale Nedozzi prova da tempo una macabra attrazione sadomaso) la nipote segreta del generale nazista Fedor Von Block e prevede all’arrivo una doccia collettiva con Bayer Avantix, antiparassitario ad uso veterinario, prima alle persone poi alle moto e alle cose. Dopo di ché, la Miriam, stivale di pelle nera sotto il ginocchio, pantalone alla cavallerizza e frustino, il cui uso ai più disattenti sfugge, concede un bacetto per guancia ad ogni partecipante. Al suo fianco il suo fido fotografo, alto, moro, fisico asciutto, mandibola volitiva, stivale da texano, antipatico, con Nikon professionale con cannone da trentacinque centimetri e mezzo, modello Siffredi che fa sfigurare la macchinetta fotografica del Nedozzi. Dopo di che “raussss tutti a tafola che è tardi!” E via di polenta, porchetta, mirtilli, canederli, alci, cerbiatti, cervi, cervici, cervicali, cerveteri…e poi dolce rosa zuccheroso. E poi vino, birra, sgroppino, capitan pipa, mirto, abbardente, liquidi gialli, arancioni, blu. E poi “tutti a dormire che domani si parte presto e dico presto cacchio, alle sette vi voglio tutti ritti” dice Miriam e Nedozzi alla parola “ritti” pensa che sono anni che non ha un alzabandiera decente e spera di non sfigurare troppo il mattino dopo. Lo confessa al suo amico bergamaschio che gli risponde tranquillo e sereno, “non me ne frega niente della gnocca a me, ormai ho il cali Frau!”
La mattina dopo il sole brucia forte. Circa 135 gradi fahrenheit a livello di asfalto. Salendo al Manghen si respira ma il sole picchia forte lo stesso ed il casco nero da SS del Nedozzi è un forno a micronde, così in cima al passo Nedozzi vede arrivare la madonna su un V11 corsa nero accompagnata da Problemchild su California. Lei si toglie il casco che Nedozzi sta dicendo in ginocchio “adesso e nell’ora della nostra mort… eeeeh ma è Elisa!” e finalmente riesce a connettere logicamente i tasselli. Dopo aver salutato la coppia ecco apparire l’altro fotografo ufficiale, quello simpatico, Gigio e via di abbracci e saluti virili.
E poi per pranzo giù, più giù, si scenda dai 5mila metri del Manghen giù in una conca dove c’è una splendida cascata di acqua fresca che Nedozzi con la Susi, a dir poco accaldati, vorrebbero toccare con mano per rinfrescarsi, ma è tipo un trompe l’oeil e addirittura si bruciano sulla roccia rovente… più in là in una zona ad accesso limitato e controllato, Miriam ed il fotografo in costume e infradito, si rinfrescano in una sorta di doccia emozionale colorata col Mojito in mano. “Nedozzi che fa? Guardi? Vadi alla malga vadi. Dichi pure che stiamo arrivando.”
E così Nedozzi prende il suo guzzone perfettamente pulito e lucidato e si mette ad inseguire altri malcapitati per una strada che scende più in basso ancora, fino a passare un punto più basso di tutti in cui c’è un cartello marrone con scritto “passo del diafolo, -545 m. s.l.m.”. 185 gradi fahrenheit con 85% di umidità relativa. La strada diventa sterrata e Nedozzi è dietro sedici california che sollevano un polverone che avrà l’unico pregio di oscurare il sole per un quarto d’ora; posatosi il polverone il Nedozzi si ritroverà con la Guzzona marrone e in un’altra dimensione…sta inseguendo due Austriachi su orrendi catafalchi Gs per la discesa di Enego. I due non hanno un casco, hanno l’elmetto imperiale con lo spunzone in cima e Nedozzi cerca di prendere la mira col suo moschetto a retrocarica ma è difficilissimo guidare e sparare e poi i due Austriaciui danzano in maniera vergognosa, quasi sculettano nei tornanti. Nedozzi si sente preso in giro. Si allargano inverosimilmente nella corsia opposta per fare i tornanti e nonostante questo curvano pianisssssssimo ed escono dall’altro lato. Nedozzi è disgustato e sogna di essere Javier Bardem in “Non è un paese per vecchi” con lo stiletto per maiali…poi la voce della Pandora lo riporta nella realtà. E’ a tavola, la Pandora si cala i pantaloni!!! Che fa?? Nedozzi ha la salivazione azzerata, la lingua felpata, la muove ai lati della bocca, uhmmm. Sotto i pantaloni della Pandora spuntano un altro paio di pantaloni, poi un altro ancora, e ancora e ancora. Uffa è un incubo eh!
Poi un lago fosforescente e passi di montagna. Poi un tipo fosforescente lo sorpassa. Il tipo è fosforescente tutto, non solo la maglietta. Le braccia sono rosso fuoco, dev’essere un nuovo tipo di tatuaggio, e la maglia a Nedozzi ricorda l’evidenziatore che la Cortopassi tiene tra le labbra quando legge le lettere. Quante volte ha sognato di essere quell’evidenziatore…che peraltro come dimensioni ci siamo pure eh…ma insomma il tipo fosforescente sorpassa Nedozzi e gli fa segno di andare a fanculo, al che Nedozzi perde il capo e si lancia in una “memorabile” discesa dal passo Rolle all’inseguimento dell’evidenziatore. Folle abbandono in curve cieche a destra col giubbottone che sfiora il muro e la patch del cammino di Santiago di Compostela che resta attaccata alla roccia. Via lo specchietto destro “chi se ne frega! Si vive una volta sola sigh…”. L’evidenziatore è lì, “non mi scappi vecchio porco!” e così giù, più giù. Poi nello specchietto Nedozzi vede due aggeggioni luccicanti, altri due biker che follemente scendono in fila indiana. Uno dei due ha la visiera chiara e sembra Bud Spencer. Nedozzi incuriosito, rallenta e Bud Spencer con Terence Hill lo salutano co dito medio sorpassando. La targa è cz, “Cosenza? Catanzaro?” Una voce nel casco come un pensiero altrui.oO(Ma no, Nedozzi, sono cechi!) “Ciechi?”…vabbè…

Alla sera altra doccia collettiva disinfettante con Baygon al napalm quindi vestizione. Nedozzi mette la sua preziosissima maglia del concerto di tre anni fa quando andò a Vibo Valentia a vedere il suo gruppo rock preferito gli LSU, “Little Scarciofols Underoil”, trasfertona costosissima per fare la quale, non uscì di casa per tre mesi.
La serata prevede spiedone di animali vari con patate, crauti e fagioli, nel tendone con gruppo musicale dal vivo che suona ad un volume indecente.
Nedozzi segue con lo sguardo le mosse del suo sogno proibito preferito: la Pandora! Lei è tutta tirata a lucido ricorda Olivia Newton John in Grease! (aha ha ha, ora mi mena!) Si siede di fronte a lei e si trova in difficoltà. Non sa come mangiare lo spiedo! Tutta quella montagna di carne con ossi da spolpare. Non riesce ad immaginare se stesso che mangia e teme di essere repellente, anzi ne ha la certezza. Prova a disossare lo spiedo con le posate di plastica, ma si spezzano .oO(ecco lo sapevo! Devo comprarmi il serramanico da biker come ha il califoggiano, lui si che è un vero uomo!). La musica a tutto volume ha il vantaggio di impedire a Nedozzi di dire troppe minchiate. Dopo aver finito le patate ed i fagioli, Nedozzi pensa .oO(come mangerebbe un maschio alfa tipo il direttore Damiani? Ma certo! Con le mani e addenterebbe ostentando la dentatura perfetta allo xenon!)
E così Nedozzi si mette a mordere la carne coi suoi dentini da criceto ingialliti dalle sigarette. La Pandora è letteralmente immersa nel suo smartphone…sta gestendo ventisei conversazioni in contemporanea. Come faccia Nedozzi non lo sa, lui che una volta ha scritto a sua mamma “quanto vuoi per un pomp…?” è che il numero di “mamma” e quello di “maiala” sono vicini nella rubrica.
Dopo dieci minuti di cenni e lazzi, e versi come pesci in un acquario, la band fa una pausa e finalmente Nedozzi si ritrova tra le mani della Pandora che lo pizzica qua e là facendogli il solletico, ma lui si farebbe fare qualsiasi cosa da lei…”Nedozzi cos’è quella macchia lì sul petto che si intravede?” “quale?, dove?”, “lì sul petto a sinistra hai una macchia rosa che spunta dalla maglietta nera”, “ah questo eh, è un tatuaggio che fecitti, facissi, facqui, facei, (feci? mi pare sporco), ehmmm, ho fatto a Cancun nell’86”
“Ah sì, facci vedere Nedozzi” e slargandogli la preziosa maglietta dal collo, “Nedozzi, ti sei fatto fare Peppa Pig a Cancun????”
.oO(Peppa pig? Chi è costei??? Azzzzz i tatuaggi di mio nipote!!! manco un dinosauro!!”) “Ehmm sì, no, boh, le posso fare una confessione mostruosa??? Signorina Pandora, sono nel più completo marasma, abbi pietà”.
E poi sopraggiunse il temporale a voltare pagina alla storia. Nedozzi si sperse nel bosco di notte senza salutare coi tatuaggi che si scioglievano nella pioggia.

A Paolo Villaggio, indegnamente emulato.
A Scianktokesha

pensavo è bello che dove finiscono le mie dita
debba in qualche modo incominciare un california

Grazie a Miriam a Fabio il fotografo “antipatico” e al califoggiano
mi sono divertito ancora

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Foto di Gigio_lemans, Geofano, V7_Special, Nuradler, Nello

 

Calincontro Trentino 2017

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Calincontro Trentino 2017 – Califoggiano

Prologo Da quel 3 marzo in cui felice e spensierato- da buona anguilla del Po- facevo rotta verso il raduno dei Tatiani ritrovandomi invece in un ospedale di Verona, sono passati 4 mesi tosti sia per il fisico che per lo spirito. Non sto qui a dilungarmi, chi c’è passato sa che vuol dire e […]

Calincontro Trentino 2017 – Nedo

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Red27 Bon. E’ andata benissimo, peccato solo il clima di sabato che tra un diluvio e l’altro c’ha tolto un pò di cazzeggio, ma va bene così. Qualcuno ha dato dei lievi bacetti all’asfalto, ma per fortuna non ci sono stati problemi seri nè alle ossicina, e nemmeno alle motorette. Come sempre pensieri in libertà […]

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