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Viaggio al NurburgRing

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di Rugi56

Era da un po che tenevo d’occhio il topic dedicato
“Nurburgring di gruppo del 2016”
alchè il 6 giugno Antonio “bici linder” mi manda un mess, su uozapp, dicendomi dai vieni in Germania anche tu, mmmm ci penso un po, ma si dai ci vengo, in attesa si seguono gli eventi e ci si vede anche al calincontro eridico, arriva venerdì 8/07 parto alle 15 verso Casalpusterlengo arrivo alle 17, mi fermo ad un bar in attesa di Nello che arriva da Roma, nel frattempo arriva Antonio che nel caso giustamente arriva in BICI, arriva anche Nello, dopo una pizza assieme Antonio ci ospita a casa della mamma, e ci fa vedere l’ultima cazz, ops l’ultimo acquisto fatto, una morini scrambler
(contento lui)

sabato 9
si colaziona e si parte verso il confine, Svizzera, e qui devo aprire una parentesi,
(bella bellissima nulla da eccepire scorci meravigliosi, borghi abbarbicati sulle rive dei monti, panorami da foto, ecc ecc ecc, ma cari all’impossibile, un panino + birra media 20 FS che tradotti in euro al cambio farebbero 18,50 euro, ma quando glielo fai notare fanno finta di non capire e gli dai 20 euro che a loro poi fruttano 21,80 FS, che bei figli di buona donna quindi se ci si deve andare per forza ok altrimenti da passare velocemente senza fermarsi) ma torniamo al viaggio, passo maloja, julierpass con una temperatura media di 30° ed un bel sole, tutto fila liscio e dopo circa 320 km si arriva a coira in campeggio, giù i bagagli doccia e con le moto ci rechiamo in centro per cenare, bello carino, ma gira e rigira ma i prezzi sono quelli,
una salciccia (wurstel) una birra media, una teglia di patate 22 neuri a cranio.

Domenica 10
anche oggi un bel sole caldo ma afoso ci accompagna, ci si ferma a schaffausen a vedere le famose cascate, a detta di Antonio e consorte bellissime dato che io e Nello non siamo scesi a vederle,
anche qui stendiamo un velo pietoso sui prezzi di quello che andiamo a ingollare, tanto per darvi un’idea un piatto di patatine fritte 6 neuri, si entra in Germania, foresta nera, e dopo 350 km ca si arriva Schiltach, bellissima cittadina molto caratteristica, ci danno le camere ed a noi due,
(nello ed io) ci tocca un letto a baldacchino, oh so esperienze ehhh, si mangia a prezzi umani si cazzeggia un po e si va a letto.

Lunedi 11
si riparte verso il ring, sempre con il sole sempre con il caldo afoso
e percorrendo strade sempre fantastiche, arriviamo ad Adenau al pinocchio, altri 360 km ca, prendiamo le camere e come sempre una bella birretta defaticante, arrivano antoncave+ moglie dal circuito, e Carlo fratello di antoncave, ci si saluta si scambiano impressioni sui viaggi di avvicinamento, ora di cena si aggiungono totogigi, ed il valigiaio già su da un po con furgone e moto al seguito loro si sono già sparati alcuni giri di pista, si cena assieme, una pizza del diametro di circa 50cm, si sparano le solite cazzate e si va a letto.

Martedi 12
la pista apre alle 17 per i turisti, mentre durante la giornata girano altri mezzi, ad esempio giravano delle mercedes camuffate (prototipi) che andavano come missili,
al mattino si decide di fare un giro nei dintorni, bici linder e Nello vanno, io rinuncio a causa di un mio movimento di pancia tipo squaqquerone,
(sia mai che dovessi usare una qualsiasi siepe dei dintorni),
e quindi decido di seguire totogigi e valigiaio con il furgone, per un tour delle cantine del luogo, assaggia di qua assaggia di la, il vino e buono, lo deve essere per forza dato che le viti sono abbarbicate sulle rocce, su delle terrazze praticabili solo a piedi, l’unico mezzo che può accedere è stato un elicottero che a bassa quota irrorava i vitigni, si compra, io prendo 2 bottiglie di riesling,
nel primo pomeriggio per ingannare il tempo si va alla pista nuova del ring dove c’è una pista indoor di kart per fare alcuni giri, lo proviamo tutti, anche la Paola moglie di Antonio (bicilinder), sono elettrici ma cazzarola se vanno, ci si diverte,
arriva il momento e ci si porta all’entrata della vecchia pista storica (si parla degli anni 30) sono le 16 arrivano totogigi con il centauro, e valigiaio con la valigiaia (california), io faccio un giro nel parcheggio dove ci sono i mezzi che aspettano l’apertura del cancello, qualche auto di serie tutte le altre in assetto pista, ribassate con gomme a basso profilo, mezzi anche un po pompati, qualcuna sembra un missile terra terra, ero molto titubante se entrare o meno con la breva, sapendo che possono entrare assieme sia il camioncino del fruttarolo con le sponde aperte e le cassette della verdura esposte, sia la lamborghini aventador da 300 all’ora, e quindi l’idea che qualcuno mi arrivasse a velocità mak 3 a contarmi i moscerini che ho spiaccicati sulla targa non mi sconfinferava per nulla, nel frattempo arriva un nuvolone che scarica uno scroscio d’acqua, mannaggia noooo, danno gara ops, pista bagnata, e ora che si faaa, non preoccupatevi dice il valigiaio faccio io da apripista che la conosco,
(e ci credo sono 10 anni che ci va quasi tutti gli anni)
andrò piano starò sui 120 orari, 120 orariiiii, 120 orariiii, ma se io li faccio a fatica solo in autostrada mannaggialapupazzasozza, aprono entrano le auto, noi ci si posta per un paio di km in una zona dove si vedono un paio di belle curvone, smette di piovere ed esce il sole, bene speriamo che il calore e le auto che girano asciughino la pista, stiamo li un bel po ma di moto non se ne vedono girare, non si sa se per decisione dei commissari, o se dei centauri stessi date le condizioni della pista, arrivano le 18 e si decide perché alle 19 chiudono, ci riportiamo all’entrata, scendo dalla moto e parto deciso verso il box office, deciso compro il pass magnetico, ora o mai più dico a me stesso, arrivano tutti gli altri e lo fanno anche loro, ora che l’ho in mano non posso portarlo a casa carico come souvenir da 29 euri, deve essere per forza smagnetizzato, ci mettiamo in fila passo il pass, la sbarra si apre, ci aspettiamo tutti li da un lato, il valigiaio parte e noi dietro, totogigi fa da scopa,
ah ci dicono anche che se qualcuno cade non ci si può fermare a dare una mano, si lascia morire sul posto, scherzo. Segnalano e vengono loro a recuperarti con i mezzi adeguati, ambulanza compresa,

per un po seguiamo poi il Nello parte a velocità worp e non si vede più, dopo un po vado anch’io, la regola sarebbe quella di tenere la destra per permettere a chi arriva veloce di superarti a
sinistra, è assolutamente vietato superare a destra, e sarebbe anche vietato tagliare le curve, ma tant’è che sei in pista e quindi????, si tiene d’occhio lo specchietto se arriva uno veloce stai sulla destra segnali con la freccia e lui passa, se e libero si fa un po di traiettoria, per me è emozionante segui curva su curva, ci sono parecchi punti nascosti non sai dopo cosa ti aspetta, che traiettoria devi fare quindi vado mooolto con i piedi di piombo, passa qualche auto mannaggia arrivano sparate ed in un nanosecondo spariscono dalla vista, così anche le moto, sembra non finisca mai, ma arriva la fine si esce guardi il compiuter nel cruscotto, 20 km (tanto e lunga la pista) 15 minuti, ci raggruppiamo tutti, penso di avere un sorriso da ebete che va da un orecchio all’altro ci si scambiano un paio di pareri, guardo le gomme cazzarola non sono uno da pieghe con saponetta e nemmeno penso di aver piegato più del mio solito ma ci sono i riccioli sui bordi gomma osti,
non abbiamo avuto la possibilità di vedere le performance della valigiaia e del centa dato che hanno sfilato con noi, vabbe sarà per una prox volta, bene si chiude e si torna al pinocchio, ci si trova per la cena e si parla di tutto un po, di moto di mangiare di quant’altro, ma di gnocca nulla non so se per rispetto delle due signore presenti ma tant’è

Mercoledì 13
partenza per il ritorno, antoncave con moglie e Carlo partono fanno una tirata unica fino a casa più di 800 km in un colpo solo. Il meteo non prevede nulla di buono, già dalla sera prima la temperatura si era abbassata di molto, si parte ma dopo pochissimi km comincia a piovere ci si veste con l’antipioggia e si discute su cosa fare, trovarsi su per i monti con quel tempo non e il max quindi niente giro programmato per i vosgi e si decide di prendere la strada più veloce per tornare verso l’Italia, dato che è gratuita si entra in authobahn verso Basilea, ci facciamo più di 350 km sotto una pioggia battente poi sballa, troviamo anche una lunghissima coda per incidente, fortuna e che ci fermiamo tra l’entrata e l’uscita di uno svincolo e piano piano prendiamo la rampa di entrata in contromano (lo facevano anche gli altri) e usciamo rientrando più avanti, si continua e sento molta turbolenza sul casco cazzarola la mentoniera si sta staccando, sulla nostra destra si vedono dei nuvoloni neri con sotto il rosso ed il bianco della pioggia di un temporalone che sta arrivando, non ci sono molti distributori da loro uno ogni 50/60 km, non mi va di fermarmi in una piazzola nel caso arrivasse, continuo tenendo la mentoniera con la mano sperando di passare oltre, faccio segno di fermarmi al prox distributore, diranno che cazzarola ha abbiamo appena fatto benza? Entro e faccio vedere la mentoniera, nel mentre in un attimo arriva una bufera di vento e pioggia praticamente da diluvio universale , fortuna è che siamo al coperto (santa mentoniera)
si arriva a Basilea svizzera si esce la vignetta costa 40 euri e per 3 ore di autostrada non ne vale la pena, si fanno strade statali, rispettando i limiti come fanno loro, tenendo d’occhio Nello che ogni tanto seguendo il navi lo porta ad entrare in autostrada, arriva ora di fermarci per la notte arriviamo ad Aarau gira di qua gira di al dopo un bel po troviamo un B&B, senza prima pero entrare in una zona pedonale, in Svizzera mannaggia li non te la farebbero passare liscia, vabbe ci va bene ,
intanto abbiamo percorso 450 km
si mangia e poi ci si riposa, entriamo nella camera e troviamo 2 cioccolatini a forma di cuore sui
letti, pensando all’esperienza del letto a baldacchino non vorrei mai avessero frainteso però hanno separato i letti, ed i cioccolatini li hanno anche Paola e Antonio fiuuuu

Giovedì 14
dopo una buona colazione (pagata a parte dalle camere 8 FS) si parte, prevista pioggia per tutto il giorno, così ci facciamo 3 ore sotto una pioggia battente, si costeggia il lago di Lucerna media 30 kmh, viaggiamo verso il passo San Gottardo, arrivati sotto il passo smette, si sale piano ma si sale c’è coda, tanta, dato che stanno eseguendo dei lavori lungo il passo, si costeggia anche l’autostrada con una coda lunghissima tutti bloccati, be penso tra me e me li sono messi peggio di noi, mi giro indietro a guardare bello vedi il serpentone d’asfalto che sale, in lontananza tra la gola si nota una schiarita chissà, arriviamo alla sommità 2160m 4gradi, di qua però e bello sereno con un bel sole, intanto Nello a velocità worp e sparito dalla vista proiettato a velocità della luce verso Mandello, si scende strada bella asciutta e larga, peccato avrei fatto volentieri il vecchio tracciato fatto con le carriole ed i badili a detta di bici linder, al termine ci fermiamo a mangiare qualcosa e ci si spoglia mannaggia 25 gradi fa caldo e si suda con tutto il vestiario che abbiano addosso, proviamo a chiamare Nello, nulla irraggiungibile be probabile dato che sta viaggiando a velocità improponibile il segnale fa fatica a raggiungerlo, giù verso Bellinzona Lugano Chiasso, ci fermiamo per i saluti dato che a me conviene fare Como Bergamo, e dato che ho una sorella a Como approfitto per andare a trovarla e poi via a casa, ci chiama Nello, sta viaggiando verso Mandello e ci si saluta per telefono, baci ed abbracci con Paola e Antonio, ci si riveste e via loro a destra autostrada, io a sin, Como, mi fermo dalla sorella che rimane stupita per la mia visita ci si scambiano un paio di chiacchiere e poi via verso Bergamo dove per non smentirsi fa 4 gocce nulla in confronto a quello che abbiamo preso, ma comunque rompono le palle, entro in A4 altri 150 km e sono arrivato, mentre guido penso, ai giorni passati alla compagnia al giro in pista a quello che ho visto ed a queste righe, mi fa male il sedere e mi viene in mente antoncave e chi altri che si sparano km e km tutti in una tirata, bravi io non c’è la farei, arrivo scendo in garage spengo la moto, un buffetto sul serbatoio non si rifiuta mai.

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foto di Paola e Antonio

Foto e video di Antoncave

Moto DOC: una passione special

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di Davide Paradiso

Moto Guzzi e Special: un binomio perfetto, intreccio tra passione, storia ed innovazione, gioco di tecnica e fantasia.

Come nasce il desiderio di rendere una moto qualcosa di assolutamente unico e particolare?

Se penso alla nascita della numero 1 ( Special su base sp 1000 del 1979) ricordo un autunno piovoso, poche moto in giro e poco lavoro in officina, sulla pedana quella moto, in buone condizioni, non male in verità, ma li da un po’, ferma. Mi soffermavo ad osservarla, tentando di valutarne pregi e difetti, ottima tourer ma forse esteticamente migliorabile, telaio “Tonti” utilizzato fra le altre, anche per il Le Mans… improvvisamente un idea, un desiderio…forse la linea si potrebbe alleggerire, magari un tocco di vernice ed allora, allora parte un progetto, un idea che si sviluppa e realizza un mezzo nuovo, diverso, alternativo a tutto. Un mezzo fatto per muoversi, per guidare con naturalezza e semplicità. Qualcosa di unico ma fruibile, niente vetrine a Moto Doc, ma strada da consumare, vita su due ruote con la tua personalissima Special , e chi meglio di un Guzzista DOC può capire questo spirito e questa adattabilità?

Penso a tutti i vari trucchi ed alle modifiche artigianali realizzate nel tempo dai vari “maghi guzzisti”, penso alle cammes di Scola, ai telai di CP, alla famigerata modifica alla molletta del cambio del V11, alle innumerevoli personalizzazioni dei California , penso ai Lafranconi Riservato Competizione ed agli ammortizzatori posteriori che più o meno tutti abbiamo cambiato almeno una volta nella vita!

In fin dei conti ragazzi ce lo siamo detto mille volte, le nostre guzzi sono dei magnifici semilavorati in attesa di essere completati!

So già che i puristi staranno storcendo il naso, tranquilli, anche secondo me ci sono dei capolavori intoccabili! Mi riferisco, parlando di moto dagli anni 70 in poi, ai vari v7 , al Le Mans, all’ 850T e al T3, ecco, queste moto sono oggettivamente pezzi di storia e la conservazione è d’obbligo quando possibile.

Lo spirito con cui si realizza una special è semplice: rendere la propria moto personale, unica, quasi a “sfidare” Mamma Guzzi nella realizzazione di quel modello che manca.

Lasciate perdere le moto da rockstar o da agente segreto, quelle sono esasperazioni da concorso, roba per la tv e per i giornali, le special che piacciono a noi sono quelle che poi vengono utilizzate tutti i giorni o comunque appena se ne ha la possibilità, funzionali ed allo stesso tempo appaganti agli occhi.

Nel caso in cui gli interventi non si limitino alla sostituzione di un cupolino o di una sella, ma puntino alla realizzazione di un esemplare unico che stravolga l’essenza iniziale del mezzo è bene ponderare accuratamente l’acquisto della base da cui partire: se volete realizzare una scrambler non comprate un 4 cilindri, se avete in testa una cafè racer non prendete una moto col monoammortizzatore e il telaio monotrave o a sezione quadra, se pensate ad una streetfighter non acquistate una moto con 25 cavalli!

A prescindere da quale sia la vostra scelta ci sono alcuni punti fermi dai quali è bene non

allontanarsi mai: una giusta triangolazione manubrio-sella-pedane, una attenta scelta delle

sovrastrutture in modo che non vadano ad interferire con la funzionalità della moto ed una corretta valutazione del binomio sospensioni/gomme.

Troppo spesso si vedono pubblicare foto di special da sedicenti preparatori con semimanubri e pedane avanzate (noi lo chiamiamo stile Startac) oppure con codini così vicini alla ruota posteriore da toccare alla prima buca, ricordo ancora benissimo un V35C a cui avevano montato una forcella a steli rovesciati, i semimanubri ed una gomma tassellata, lasciando ovviamente le pedane originali.

Soluzioni come queste oltre ad essere discutibili esteticamente, sono pericolose e vanno evitate,sono modifiche che vanno a peggiorare sensibilmente la propria sicurezza su strada.

Ho volutamente tralasciato il discorso telaio: se non avete le giuste competenze ( e le giuste attrezzature) non (e dico NON) toccate mai il telaio di una moto, se poi avete una guzzi a maggior ragione, i nostri telai sono già perfetti così!

Andando oltre il mero aspetto tecnico, la realizzazione di una special è fatta da ore ed ore di passione, di fatica e sudore, di idee giuste e pure sbagliate, di dubbi e ripensamenti, speranze, delusioni ed intuizioni entusiasmanti, di prove e tentativi fino a trovare quel giusto compromesso che vi renderà un motociclista soddisfatto.

Se a fine lavoro vi sorprenderete a guardarla con quel sorrisino ebete, se vi troverete il panno di microfibra continuamente in mano per lucidarla, se quando parcheggerete per prendere un caffè farete in modo da non staccarle mai lo sguardo di dosso, allora è altamente probabile che abbiate realizzato la VOSTRA SPECIAL…..se così non dovesse essere…..nessun problema, si può sempre modificare!

29° Calincontro: quintEridico, 1/2/3 Luglio 2016

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Dunque.. finalmente ho un po di tranquillità per tirare le somme sul Calincontro Eridico!

Parto con i ringraziamenti:
-Molamai, Romeo722runner (e cambialo sto nick ), Carthago e Pradu per quanto riguarda la gestione del gruppo lungo la strada
-Isa e Tattybrum, gli ormai noti Calicontabili che anche stavolta hanno reso un gran servigio, facendo quadrare tutti i conti!
-Cayo ed il Marchese per il lavoro dietro le quinte (uno come grafico, l’altro con i prospetti)
-tutti i partecipanti, facce note e new entry che hanno contribuito a rendere piacevole il weekend
-il meteo, che contro ogni previsione, ci ha risparmiato facendoci vivere una delle poche edizioni con 3 giorni asciutti
-Il camping Pilù, il ristorante La Boa, il Chiosco di Riva di Solto e il Ristorante Paradise per averci ben accolto e sfamati con gusto
-Le strade, i monti ed i laghi

Alla fine i partecipanti sono stati più di 60, un bel numero in assoluto ed un record per l’eridico e per la prima volta in assoluto i campeggiatori sono stati più di quelli che hanno scelto i bungalow
Per la prima volta ci sono anche ben 3 under 14
Altro record: la moto più anziana che abbia mai partecipato, ovvero la mia Lodola del 59
E’ stato un bel debutto per il monocilindrico che si è comportato molto bene per tutto il weekend: sono molto contento, qualcuno conosce la storia sfortunata legata a questa moto e poter finalmente scacciare via i brutti ricordi per sostituirli con piacevoli girate in compagnia è un secondo inizio
Ora sto procedendo alla sostituzione del cerchio posteriore ed alla revisione degli ammortizzatori: stavo ancora dondolando fino a qualche giorno fa
Per i pochi che non si sono lasciati spaventare, il venerdì è partito all’insegna della Passerella sul Lago d’Iseo.
E mentre si parcheggiavano le moto ecco la prima sorpresa: Goffredo e Francesca con una coppia di amici che ammiravano il Lodola Una coincidenza che ad organizzarla non ce l’avremmo mai fatta
Quindi tolti i panni motociclistici ed armati di pazienza ci incamminiamo verso il centro di Sulzano per metterci in coda.
Fa caldo, le nuvole hanno lasciato spazio al sole e l’attesa in piazza per fortuna non è così lunga come prospettato: dopo un’oretta siamo anche noi a passeggiare sull’acqua e finalmente metto piede a Montisola.
Vivo qui da annissimi ma non c’ero mai stato.. Avevo sempre detto “ci andrò quando faranno il ponte” e così stavolta non ho potuto esimermi.
Certo io intendevo qualcosa che la rendesse raggiungibile in moto.. ma vabbè, ormai mi ero fregato da solo
Per me che il Lago ormai lo conosco bene la passeggiata sull’oper galleggiante di Christo è un’occasione per vedere nuovi scorci, scoprire nuove prospettive.
C’è un sacco di gente ed il termometro continua a salire: Isa e Pradu decidono di rientrare e così restiamo solo io, Enrico, Miriam e Nello.
Rientriamo sulla terra ferma verso le 16 e prendiamo la navetta per tornare al parcheggio, chè affrontare la salita a piedi col caldo è impensabile
Arrivati al parcheggio togliamo il telo con cui avevamo coperto le moto e prendiamo il necessario per approfittare delle docce degli spogliatoi presenti nel parcheggio: solo la possibilità della doccia vale bene i 10 euro del biglietto del parcheggio, un vero toccasana!
Proprio mentre ci stiamo preparando a partire arriva la chiamata di Cayo, che nonostante sia partito in ritardo ha deciso di raggiungerci ugualmente a Sulzano per dare un’occhiata alla passerella almeno dall’alto!!


Ripartiamo e appena raggiunta una quota decente mi fermo per una birretta defaticante al fresco.. ce n’era davvero bisogno!
Proseguiamo lungo una delle mie strade preferite e prima delle 19 siamo al Pilù dove troviamo un bel gruppetto già in fase di aperitivo al bar: saluto Pandora, Lorenzo, Bicilinder, GabrieleBig, Carthago, Rotondo, Rugi, Leozan, Poppi & family, Tattybrum & family, Artack, Toni, Susi, Beppe, Macchiori Lino Lino… Insomma c’è già un sacco di gente, ma ci sarà tempo per il cazzeggio, ora voglio scaricare la moto e montare la tenda!
La zona delle tende è già piena di Guzzi, compreso il California di uno svizzero capitato lì per caso
Siamo proprio sulle rive del Lago, fantastico.
Liberatomi dei doveri di campeggiatore, torno al bar dagli altri per alleviare la fatica appena fatta con una birra.

Nel frattempo continuano gli arrivi.. Ma lo stomaco comincia a lamentarsi ed è ora di mettersi a tavola.
Facciamo a piedi i 200 metri che ci dividono dalla Boa e siamo pronti per la cena!!
Tra i ritardatari ed i ritardi nel fare la pizza per tutti, finiamo di mangiare che è quasi mezzanotte.. ma si resta seduti al tavolo a consumare le bottiglie che nel frattempo ognuno ha tirato fuori dalle borse
All’una e mezza ci spostiamo dai tavoli della Boa alle panchine in riva al lago: siamo un bel gruppetto, compresi le new entry Geofano e Francesca ed il giovane Nicolacristo..
Si va avanti tra cazzate, brindisi e risate fino alle 4, poi un po barcollanti si va tutti a nanna…

 

 

Califoggiano

Foto di  Miriam Califoggiano Geofano

 

I motociclisti del mondo per Carlo Guzzi

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Un’iniziativa di Anima Guzzista

Il 15/16/17 Luglio, Anima Guzzista, sarà a Mandello del Lario per dei piccoli lavori di restauro al monumento a Carlo Guzzi. Con questa iniziativa, decisa assieme al comune di Mandello, effettueremo dei piccoli interventi di manutenzione ordinaria, per ridare al “nostro” monumento la forma smagliante che merita, in vista del raduno per il 95mo anniversario della Moto Guzzi che si terrà a settembre.

Sarà anche un’occasione d’incontro, per rivederci attorno ad un simbolo della nostra passione, partecipando, anche solo con la vostra presenza, alla manutenzione ordinaria del monumento.

Rimane per noi motivo di orgoglio la partecipazione a questa grande impresa che ruota attorno ai valori di fratellanza, così ben espressi dal popolo Guzzista.

Motopiegata… moto spiegata!

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di Benjs

Quello che è stato ieri ancora non lo realizzo bene, ma in fondo ho semplicemente fatto un’altra volta l’Amore Cosmico…

È stato come far parte di un film…

Mamma mia che storie, ho paura di raccontare quello che in alcuni momenti ho sentito perché potrei suscitare ilarità, ma si… fa niente…

Non seguo un ordine, vi racconto le cose cosi in modo confuso…. Le strade…. le gomme  le pieghe le persone che  ho avuto intorno ieri… ma stiamo scherzando? Non lo so, a tratti non mi par vero tutto ciò! Vladimiro per come l’ho visto ieri LeSpannizzare  la moto… non ho parole…

Io a cercare di seguirlo in preda ad un’estasi  bicilindrica,  ma lui  guida da far  paura   o meglio frusta l’asfalto!!!  Ma poi un piede si alza ! Ma che è successo?  Era quasi gomito a terra  ! Già, un riccio spiaccicato in traiettoria in un curvone velocissimo… ma ui lo segnala… grandioso… cosmico! Semplicemente!!

Pazzesco, stati di gioia…. chiamiamoli cosi….

E poi la Califfa di Giuseppe? , con il suo aspetto da moto post apocalittica, che puoi aspettarti da una moto del genere? Che magari arranchi…. Invece no! Un rombo cupo, incazzato  e un passo da paura… Peppe il tuo Mezzo è da brivido… superbo!

Ivan!  Con la Morosa dietro che  per le curve piegano come una libellula, il 1200   Sport….  Con loro su,  uno spettacolo!

E Gianluca  con la sua Norreddina schizzano via che sembrano una fucilata! Questa  è un’altra meraviglia …. Gli chiedo dopo, ma che ci hai messo sotto questa Guzzi la bombola del NOS?

No!  È tutta Anima! Non c’è trucco e non c’è inganno…!

Il V9…! Sorprendente   agilità e linee  ….moooolto sexxxj! Complimenti davvero…

E le altre, le circa 25/30 moto che si sono snodate su per Forca d’Acero e poi a scendere e a risalire per il Godi  e lungo le Gole del Sagittario … una sinfonia di  alto  spessore, sia di manici che di motori…. Quelle gomme che ho guardato un po’ di nascosto la dicono tutta, lo raccontano bene il binomio   …

moto – piegata!

Siete troppo forti! Tutti voi davvero… ho imparato tanto ieri… grazie a voi e a come la vivete questa passione viscerale … grazie !

I posti e il percorso sono stati semplicemente meravigliosi, Motopiegata… si, ma anche Moto spiegata… per me! Si mi avete spiegato bene cosa vuol dire  moto! Una lezione di fisica comparata …. Se si può dire cosi!

Racconto di Scurzon

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Mozzarelle: il mio primo Incontro di Primavera

lunedi sera
Finalmente davanti al garage di casa. Sono un po’ frastornato ma felice. Mi viene spontaneo accarezzare la mia Tragamillas, nata a Mandello del Lario. Non so bene perchè ma sono particolarmente emozionato. Anche questa volta, dopo 2600km in cinque giorni, mi ha riportato a casa senza alcun tentennamento. Nonostante che si potrebbe di certo trattarla meglio, lavandola per esempio di tanto in tanto. Questa volta nemmeno l’averla sdraiata dentro un pozzone l’ha offesa.

Che spettacolo di moto, con ancora adosso il fango del Cilento. Stiamo insieme da tre anni e un po’ di km li abbiamo macinati. O meglio, ingoiati. Dalla Slovenia a Tarifa, da Collenberg a Paestum, quanti bei ricordi. Letteralmente tragamillas significa “ingoia miglia” ed è un titolo suggeritomi nel forum dei guzzisti spagnoli. Mi ha sempre riportato a casa senza alcun problema. Dopo la scivoltata sul Gran San Bernardo mi ha giusto rimproverato per la freccia rotta e per le ammaccature su parafango e paramotore. Grazie, grazie, grazie. Ti voglio bene. :love:

Comincio a svuotare le valige. Il devastatore alcolico mi fa sorridere. È il cimelio di quest’avventura. Lo osservo e mi torna alla mente il sabato sera quando Vladimiro mi bisbiglia “Silvano, vieni che ti mostro una cosa”. E la cosa era Dooan che trafficava con questo aggeggio verde, rovesciandoci dentro il contenuto di bottiglie a me sconosciute. Questa miscela segreta verrà sparata a 200bar in tutta una serie di bocche aperte, sabato sera dopo cena. Lo ripongo tra la Bellagio ed il Cali. Chissà che non lo si possa riutilizzare quest’anno, magari a Mandello a settembre.

giovedi
ore 5:00, siamo pronti. Infilo i tappi nelle orecchie, infilo l’antipioggia e … il borsello dove lo metto? tutto nel bauletto che così non si bagna. Partiamo io e la mia Tragamillas, nella pioggia, nel buio. Mi aspettano mille km per il nostro primissimo Incontro di primavera di Anima Guzzista. Finalmente. Dopo averle regalato un bel servizio per i suoi 100mila km, l’avevo già approntata per la bella stagione, togliendo tutto l’allestimento invernale. Poi, viste le previsioni meteo, mi sono affrettato a rimontare le protezioni per i piedi che avevo previsto di ultimare in autunno. Martedi ho verniciato di fretta i telaietti e montato i deflettori in versione provvisoria. Almeno i piedi resteranno asciutti, si spera.

Pioggia fitta, poco traffico, comicia ad albeggiare. Passiamo la frontiera e arriviamo al primo casello dopo Como. Comincio a togliermi i nuovissimi sopra guanti, poi i guanti, recuperare il borsello che avevo riposto nel bauletto … ma non faccio in tempo, la macchinetta sputa fuori un mancato pagamento, ma vaff. Secondo casello prima di Milano, stessa cosa. Qui sento una vocina lontana ma ho il casco e i tappi … mi avvicino all’apparecchio … “c’è qualche problema?” … “c’è qualche problema?” … “che problema c’è?”. Parte una serie di impropri non proprio eleganti che evito di riportare qui. Ma il tizio dev’essersi fatto una bella risata, almeno spero. In Italia i motociclisti non solo devono pagare come le auto ma devono pure rispettare le stesse tempistiche di fermata. Che nervoso. Dopo Milano smette di piovere. Mi scappa l’occhio alla mano sinistra. Il copriguanto nuovissimo acquistato lunedi è sfondato, aperto in due. Ma vaff. :arrabbiato:

L’incontro di primavera. Finalmente. Per questioni di distanze sempre considerevoli, ma sopra tutto perchè le festività italiane non combaciano mai con quelle svizzere, non avevo mai partecipato. La voglia c’era, anche perchè leggere i vari resoconti fa sempre venir voglia. Ecco perchè mi sono deciso a ultimare questi rotoli del mar morto. Pure quest’anno ero fortemente indeciso. Mille km. Prendersi due giorni di libero. La svolta è stata la richiesta di musicisti per la GLBB. Mi sono quindi attivato per liberarmi questi due giorni e poter essere sul posto già al giovedi sera.

Prima sosta benzina approfittando del traffico bloccato causa autocarro rovesciato su tre corsie. Dopo Bologna mi fermo per il puntello con i Tatiani. Dopo 4 ore di viaggio in solitaria è bello vederli. Sono passate da poco le 9:00. Sono riuscito ad essere puntuale viaggiando senza alcun orologio (la batteria dell’orologio messo sul manubrio è morta pochi giorni or sono e la speranza che il navigatore mostrasse l’ora è stata delusa). Che bello rivedere facce amiche, l’aggregazione inizia qui. Carthago arriva a breve. Enrico Guzzirock invece non sarà dei nostri. Peccato, sarebbe stato un bell’aiuto il sabato sera per la performance della GLBB che resta per me un’incognita totale. Tolto l’antipioggia, si prosegue per Cesena e poi per Perugia dove ci aspetta il gruppetto dei toscani. Qualche scroscio d’acqua.

Passiamo Terni e prima di Rieti ci dedichiamo alla porchetta. Poi verso Avezzano dove incontriamo Vins che si mette a disposizione per un cambio gomma. Arriva anche Nello e si parte tutti insieme verso Cassino. Cassino. È la prima volta che passo da queste parti e la vista di Montecassino mi colpisce parecchio.

Dopo Salerno in autostrada si fa buio e ci si disperde … ci fermiamo ad aspettare prima dell’uscita di Battipaglia. Beh, devo ammettere che non sono abituato ad una tale anarchia sulle strade. Ma non sono l’unico a preoccuparsi. Carthago: “SI MA TOGLIAMOCI DA QUI CHE È PERICOLOSO !!”. Beh, ha ragione ma il problema è dove mettersi. Aspettiamo e aspettiamo ma nulla. Alle 21:30 arriviamo al campeggio. Molliamo tutto al bungalow e ci dirigiamo prontamente al ristorante, che la fame è tanta.

I primi che incontro sono Angelspyke e Dooan. Ritroviamo poi anche tutti i dispersi. Saremo poco meno di una trentina e si riesce a salutare tutti i presenti, conosciuti e non ancora. È stata una lunga giornata e dormirò come un ghiro.

venerdi mattina
Dopo una veloce colazione ci prepariamo a partire verso il ritrovo a Cava de’ Tirreni. Dooan mi convince a togliere le borse laterali che le strade son strette e io mi immagino stradine larghe un metro e poco più. Lascio le laterali al bungalow. Parto con un gruppetto che si ferma subito a benzinare. Io preferisco farlo a Cava. Mi apparto e noto che non sono l’unico in attesa. Mi avvicino a questa brevina rossa. Credo di conoscere indirettamente la guzzista in questione. Saluto. “Ciao, sono Scurzon, tu sei Roxxana, vero?”. Me lo conferma. Ci siamo incrociati due anni or sono durante le giornate del documentario di “Laurie Moto Club”, il sabato quando facemmo il giro dei caseifici della Val Taleggio senza però conoscerci direttamente. Anche lei si ricorda di me. Come spesso avviene durante gli incontri, vedi più gente nuova di quella con cui riesci realmente a fare conoscenza. Ma successivamente capita di leggere loro interventi sul forum piuttosto che sulla pagina di fèisbùc. Poi ad eventi successivi diventa facile suggellare la conoscenza. Così, di volta in volta, riesco a conoscere sempre più gente del giro.

Arriviamo a Cava ma non troviamo al prima colpo il luogo di ritrovo. Basteranno un paio di chiamate per arrivare al posto giusto. Qui si comincia a essere in tanti e presentarsi a tutti diventa più difficile anche perchè vecchi amici che si ritrovano sono impegnati in discussioni intense. Devo benzinare e mi unisco a un gruppetto che deve fare lo stesso. Torniamo e la moto dispersione è già iniziata, non c’è più nessuno e quindi ci avviamo pure noi.

La costiera amalfitana è uno spettacolo, sia per gli occhi che per la gioia di guidare. Peccato solo per il traffico. Cioè, io tolgo le borse laterali e qua circolano i torpedoni? La prossima volta che ci vengo me la faccio pure io in pulman, così, tanto per divertirmi a osservare dall’alto la gente che va in escandescenza, quando per incrociarsi, questi bestioni ci mettono ogni volta 5 minuti buoni, e sono decine e decine. E se oggi è venerdi non oso immaginare cosa succede alla domenica in alta stagione.

Facciamo una breve sosta e in seguito ci fermiamo a ?? (boh). Ammetto che non mi son preparato nulla. Nemmeno al camping sarei riuscito ad arrivare da solo. Ho il brutto vizio di segnarmi giusto la località di destinazione. E sono quindi obbligato ogni volta a seguire qualcuno che mi porti a destinazione. E se mi disperdo seguo il navigatore. Liquido un paio di telefonate di lavoro.

Dopo la sosta si sale e c’ho voglia di dare un po’ di gas. Risalgo il gruppo fino a trovarmi dietro al LesPans di Vladimiro. Beh, lui non si può passarlo, va troppo veloce! E poi il Cali mi è già andato via dietro un paio di volte su questo asfalto umido della costa. Asfalto che non conosco, bagnato e forse pure spruzzato di salsedine. Meglio andare tranquilli.

Non mi ricordo più dove avvenne il seguente scambio di opinioni. Lo colloco qui. È una costante. Questa volta è con Guzzitopo. “Che è ‘sta X sul cupolino?”. “Non è una X, è la croce svizzera”. “Ma è storta!”. “In piega, in curva è giusta”. Peccato non aver fatto una foto alla sua espressione. Eh, il linguaggio non verbale, una potenza! Lo scambio di parole è finito. Potrei tradurre la sua espressione in “ma che minchia dici”? Va sempre a finire così. Eppure io ci credo, hahaha.
venerdi pranzo
Arriviamo a Gragnano. Alle facce già conosciute si aggiungono alcune già viste e altre che no. Diventa complicato e c’è il solito dilemma: presentarsi col proprio nome o col nickname del forum? (sento la voce di Califoggiano che suggerisce la seconda ma a me viene sempre la prima). Ora siamo in tanti e una cosa che mi piace da matti è sentire tutte queste parlate d’Italia. Bellissimo. Sardi, Romagnoli, Toscani, Romani, ecc. E qui nasce il solito problema che d’istinto mi verrebbe di imitare gli interlocutori. Riesco ad astenermi, anche perchè si potrebbe equivocare pensando che sia una sorta di presa in giro. Parla come mangi che è meglio, va. Ma non è ancora il momento culinario. Prima c’è un po’ di burocrazia.

Consegna dello scarico di responsabilità: fatto. C’è però un po’ di confusione per la consegna dei gadget. Il tizio coi baffetti a cui ho consegnato il formulario mi sembra un po’ confuso sul da farsi. Infatti se ne esce con “oh ragazzi, ma che devo fa’?”. Bon, per la maglietta ripasserò dopo. Esco a fumare e arriva una faccia già vista. Io: “Ciao, ti ho già visto ma non so più dove”. Lui: “Ci siamo visti a Mandello”. Pensa e ripensa ma non mi viene proprio in mente. Io a Mandello ci andrò almeno una decina di volte l’anno e ogni volta si conosce gente nuova. Difficile. Boh. Conosco finalmente di persona personalmente Zivas, abituale frequentatore del meglissimo topic del forum (il topic dei topic, quello dedicato alla Bellagio, quello che non siamo nemmeno capaci a contarci ma vabbè, questa è un altra storia).

Rientro e comunicano che le magliette verranno consegnate personalmente a tavola. Ottima idea. Si mangia (se magna) e qua devo aprire una parentesi. Oh, tutto sempre molto buono e qua nessuno ha potuto dire di essere andato via con la fame, no di certo. Ma vogliamo parlare della mozzarella? Cioè, io ‘na roba così era la prima volta. Già mi aveva sconvolto ieri sera. La conferma qui. Miiii, che robba. Spaziale !! Tornerei in zona solo per la mozzarella !!

Qualcuno mi cerca? Ovviamente non posso certo pretendere che si sappia pronunciare correttamente il mio cognome nordico. Gli è però che ci metto un attimo a capire che qualcuno mi sta cercando. Arriva la mia maglietta, fico. A questo gadget ci tengo molto e sarò orgoglioso di indossarla nei prossimi anni. Purché la taglia sia giusta. Avevo richiesto una XL. Verifichiamo l’etichetta. C’è scritto XL, ma la X è apposta a mano !! boh. Che è, uno scherzo? Un gombloddo?
Segnalo la cosa ma le XL sono finite. Partono le supposizioni: “magari avevano finito le etichette”. In ogni caso le XL sono finite. Beh, proviamo una XXL. No, è veramente troppo grande e la mia presunta finta XL un po’ piccola. Sono imbarazzato. Mi resta il dubbio che sia una candid camera e in ogni caso non voglio passare per rompiballe che qua si stanno facendo in quattro per gestire tutto l’evento, tra scarico di responsabilità, conta dei presenti e consegne magliette. Mi rendo però conto che la cosa viene presa a cuore con grande serietà. Torno al tavolo e riporto gli eventi. Nello si propone di confrontare con la sua di XL, una volta tornati al campeggio. Wow, volentierissimo !!

Il tizio incrociato fuori prima ora si aggira con un cannone … fotografico (che avete capito?) e mi scatta un clic. Mandello, certo. Uinterparti. Lui è Pask. Okkei !! Qualche neurone ancora funziona, bene. Dopo mangiato ho notato che pure qua saltano fuori smartphone manco piovesse. Come da noi. D’altronde non posso negare che è pure una mia abitudine. Solo che qui sono all’estero, roaming dati disattivato e telefonate ridotte al minimo. Qualche giorno di disintossicamento fa sempre bene.

venerdi pomeriggio
Al momento di ripartire dopo le abbondanti e buonissime libagioni inizia a piovere, di modo che, nell’indecisione generale, la moto dispersione avviene ancora prima di partire. Infiliamo l’antipioggia e stiamo per avviarci ma c’è un nuovo problema.
Il cali di Dooan ha pensato bene di rigurgitare tutto l’olio su due piani di rampe, da fare in discesa. Fuori ci aspetta una stradina erta e scivolosa. Facciamo poche centinaia di metri e c’è un gruppo fermo. Qualcuno è scivoltato rompendo la leva del freno anteriore. Spunta il sole e ci si toglie l’antipioggia. La leva verrà sistemata in qualche modo presso un’officina poco più avanti.
Nessuna idea di dove si stia andando. Le idee erano variegate. Chi andava a Pompei. Chi tornava dalla stessa costiera. Boh, io seguo quelli davanti e non chiedetemi dove siamo.
Seguono vari km e varie soste. Scene di sorpassi improbabili. Colonna che sale, auto che scendono e mi vedo un California che tenta un sorpasso improbabile. Per fortuna l’auto in discesa si ferma per tempo e non succede nulla. Ci si dirige verso un bel paesino (?) ubicato in alto. Arriviamo ad un parcheggio. Mi scappa l’occhio ad un cartello “Solo per auto”. Sono già presenti molte moto, o meglio molte Guzzi. Tutti posteggiano. Bon, emuliamo, cos’altro dovrei fare? 😕

Saliamo a piedi in una stupenda piazza, ma i nostri compagni sono già spariti, introvabili. Per contro è già presente un altro gruppo comodamente seduto ad un tavolino esterno. Ci aggreghiamo. In seguito loro vanno e noi ci si gode l’aria fresca. Si parla di domani. È presente Benjs che ci spiega che si farà sosta al suo paese, Magliano Vetere. Bene. Fisso a mente questo nome. Inizia a piovere. Scattiamo in piedi come molle e ci dirigiamo alle moto. E qui ci aspetta una poliziotta inviperita che comincia a minacciare multe a iosa dato che non abbiamo pagato, che il parcheggio è solo per le auto, “è pure vostra la moto svizzera?”. “Ehm, si, è la mia”. La mette giù pesante, ma la mia impellenza è di non bagnarmi e mi dirigo alla moto e lascio i miei compagni a parlamentare. E riescono a quietare la poliziotta. Mi viene in mente Benigni in Johnny Stecchino quando racconta “Se vai a Palermo, non rubare le banane !!”. Così io potrò dire “ Se vai a …, non posteggiare la moto nei parcheggi per auto !!”.

Si è fatto un po’ tardi e si deve tornare alla base. Non siamo proprio a due passi. Il rientro al buio è garantito. Mi ritrovo dietro a Califoggiano e a Carthago. Non devo perderli per nessun motivo. E meno male che il Fabio viaggia col Florida e quindi riesco a stargli attaccato nonostante l’asfalto bagnato. Però ci perdiamo Carthago. Torneremo al campeggio tutti sani e salvi pronti per la seconda serata in bella compagnia. :fiesta:

sabato mattina
Oggi danno acqua. Si certo, pure ieri. Ma oggi di più. Rimonto le valige laterali che tornano sempre utili quando si tratta di mettere e togliere e rimettere l’antipioggia. Anche l’ombrello, vah.
Oggi dovremo pure provare con la GLBB, che con la mancanza di Enrico e con Beppe semi-infortunato dopo un litigio con una vespa non è che sono molto tranquillo. Nelle settimane precedenti c’è stato un ricco scambio di messaggi, sia di posta elettronica che su uadsàpp, dove alcune cose son state chiarite ma altre per niente.
Dover suonare e cantare pezzi mai fatti oltre tutto con musicisti conosciuti sul posto è per me una prima assoluta. Ma con le prove previste alle 16:00 sistemeremo tutto. Partiamo per Magliano Vetere. Belle strade in mezzo ai boschi che mi ricordano un po’ quelle di casa mia. A Magliano ci attende un ricco buffet di buonissimi prodotti locali che verrà divorato senza pietà. Alla partenza segue l’abituale moto dispersione.

un po’ di fanghi
Mi trovo in un gruppo. Riconosco alcuni ma numerosi altri non ho alcuna idea di chi possano essere. Ad una svolta ci infiliamo in una stradina che mi suggerisce pure il mio navigatore. In senso inverso spuntano, credo, in tre e riconosco orsobruno con la Bellagio. Mi vien da ridere, “ma questi da dove arrivano?”, ah già, la moto dispersione !! Poco più avanti il gruppo si ferma. Inizia un tratto di sterrato. Che famo? Si dibatte un attimo. A me non sembrano esserci problemi. Terra solida mista a pietrame medio fino. E chessarà mai, noi c’abbiamo le Guzzi !! E spavaldo parto in tromba.

Vado vado vado ma noto negli specchietti che nessuno segue. Ops, speriamo bene. La strada peggiora. Buche, pozze, avvallamenti e sempre più fango. Rallento sempre più. Dietro nessuno. Avanti piano piano che il dietro scivola che è un piacere. Ora è solo fango e pozze. Dietro nessuno. Piano piano piano. Uh, laggiù c’è la strada asfaltata, evvai!! Ehm, resta un solo ostacolo, la pozza più larga fino a qui. Larga come tutta la stradina. Passo a destra o a sinistra? mmm, sinistra va. Piano ma neanche troppo, vai, piano, dai che ci siamo … MA NOOO, CHE FAI? SPLASCH !!!

Mi rebalto nella pozza e non so nemmeno io come ho fatto a restare in piedi. Con un incredibile acrobazia sono saltato col piede destro nella pozza riuscendo ad atterrare col sinistro fuori dalla stessa, in piedi. Lei invece no. Lei è sdraiata in giù e meno male che stamane ho rimesso le valige laterali. La spengo e analizzo la situazione. Saranno un buon 20cm di acqua e non mi capacito di avere ancora i piedi asciutti. E ora come faccio a tirarla su da solo senza entrare nella pozza? E se poi dovessero comunque arrivare gli altri e mi trovano così? No dai, che figura di emme!! Ci provo dalle forcelle … e, non so nemmeno io come, ma con la forza della disperazione ci riesco. La rimetto in verticale e la porto più avanti, sull’asfalto, giusto in tempo per sentire il tanto amato rombo bicilindrico. Arrivano tutti ma è un cinema. Sembrano le montagne russe con tutti questi caschi che fanno su e giù. E poi una si stende. Andrei ad aiutare ma sono troppo distante. Qualcuno riesce a prestare soccorso.

E non posso crederci, è lei. Dopo averla stesa io stesso al Calincontro eridico vengo qua e chi si stende? La Pandora. E fortuna che non le si è aperta la zattera di emergenza che porta sulla schiena. Alla fine nessuna conseguenza, tutti sani e salvi. Analizzo i miei danni. I miei deflettori con 4 giorni di vita sono tutti piegati. Li raddrizzo alla meno peggio. Arriviamo infine al ristorante dove ci aspettano altre buonissime ed abbondanti specialità locali, inframezzate da interessanti intrattenimenti musicali.

Sono fuori ad osservare nuovamente le conseguenze del fuoristrada di prima. Si avvicina uno e chiede del cuscino che uso da un anno. Ne parliamo un momento e poi se ne va. Vado ad osservare il suo Cali e leggo “Ledcloud”. Ma vaff. Uno di quelli che scrive regolarmente nel topic del Cali. Avrei avuto piacere ci conoscessimo. Non riuscirò più a ribeccarlo.
Intanto si aggira il tatuato. Sta cercando una vite per non mi ricordo più cosa. Con autentico spirito samaritano: “Una vite? non c’è problema”. Sfilo la borsa con il materiale per le riparazioni, buttato in valigia alla partenza senza controllare. È la borsa che preparai l’anno scorso prima di partire per la Spagna in solitaria e so bene che c’è pure una scatoletta di viti e dadi vari. Fil di ferro, nastro adesivo, fusibili, … Ma dove cavolo le ho messe? Tolgo la sella: attrezzi, guanti … ma niente viti. “Scusa, ero convinto di averle con me”. Una settimana dopo, togliendo la sella alla Bellagio scopro che la scatoletta con l’assortimento di viti stava lì.

sabato pomeriggio
Ci si appresta a ripartire. Nuovamente non si capisce bene chi farà cosa, tra giri lunghi, brevi e ritorno diretto al campeggio. Le prove, abbiamo le prove, decido di puntare Vladimiro (ma imposto comunque il navigatore su strada più veloce per Paestum). Mi distraggo un momento. Cazzo, dov’è Vladimiro? sparito, ma come? un attimo fa era qui? Parto e arrivo in cima al salitone. Nessuno. Dove saranno andati? destra o sinistra? Il navigatore suggerisce di svoltare a sinistra (mmm, sinistra come il passaggio del pozzone). Parto. Sono solo, fantastico (ironico). Poco dopo mi passa Iroshidairi e mi accodo. A un bivio lui rallenta, pare voglia svoltare. Io seguo le indicazioni del navigatore e mi faccio qualche km di curve in questi boschi stupendi. Poi, dopo un paesino, a un incrocio vedo Nello fermo ad aspettare. Chi stia aspettando non lo so, ma come mi vede parte pure lui. Sono di nuovo in un gruppo, che comprende pure Dooan e Vladimiro. Benissimo.

Incrociamo un po’ di auto che biluxano (svizzerismo; biluxare in italiano corrisponderebbe a slampeggiare). Poco più giù su un tratto rettilineo c’è un incidente che deve aver fatto un gran botto. Dev’essere appena accaduto. Passiamo oltre. Incrociamo una macchina dei carabbinieri.

Poi un autentico diluvio ci obbliga ad una sosta. Ci facciamo un caffè, aspettando che il peggio passi. Arriva anche Iroshidairi. È ormai più che chiaro che le prove saranno in forte ritardo.
Piove ancora ma è diminuito. Si decide di partire. Ci infiliamo per la millesima volta l’antipioggia.
Vladimiro si lamenta. Ha l’impressione che i pantaloni gli vadano stretti. Ci voltiamo tutti. Sembra indossare dei leggins, super attillati. Si guarda la Titti. Sembra essersi infilata in un sacco della monnezza, di quelli da 110 litri. Hahahaha. Beh, poco male, basta riscambiarsi gli indumenti. Sempre meglio che Mauldinamica che, partito per il Galles in pieno inverno e tentando di infilarsi i pantaloni da pioggia sul suolo britannico, si rende conto che invece dei suoi pantaloni si è portato quelli di sua moglie, che più su delle ginocchia non riesce ad infilarli.

Arriviamo al campeggio e tutti spariscono. Doccia e cambio d’abiti, recupero tutto l’occorrente per suonare e sono pronto per la serata. Incrocio Nello che mi invita a sistemare la questione della maglietta. Confrontiamo la sua XL con la mia presunta XL. La mia è più piccola, a conferma che è una L. Ce le scambiamo. Ho finalmente la mia tanto desiderata XL. Grazie mille Nello !! Ti lovvo !!

prove?
Quella buon’anima di Beppe ci porta a destinazione. Entriamo. Ciro è già sul posto, pronto a tutto. Nicola col basso si sta scaldando le dita con fraseggi che fanno capire subito di che pasta è fatto il ragazzo. Toni si scalda le labbra. Cerco la mia chitarra. Uh, una Blade. Wow, non posso crederci. Si sono premurati di mettermi a disposizione addirittura una chitarra svizzera. Davvero incredibile l’attenzione nei dettagli. Sono stupito. Con Beppe iniziamo a collegare e a settare le chitarre. Manca Walter però. Walter, la buonanima che si è offerto di fare la batteria, lui che è un chitarrista. Ma batteristi non ce n’erano proprio e lui si è messo a disposizione. Ma non c’è.

Arriva Walter e si mette a provare la bellissima chitarra semiacustica di Beppe e ci suona un po’ di Pino Daniele. Wow, bravissimo! Mancano ancora i leggii, ma ci siamo tutti. La GLBB @ Paestum 2016 è tutta presente. Proviamo? eh no. Mancano le bacchette per la batteria. Allora facciamo almeno un rapido controllo degli appunti che ognuno si è fatto. Le tonalità coincidono? Si, si, si, si, si, no. Come no? “eh, a me (anonimo) ha detto che questa la facciamo in mi”. “A noi ha scritto che la facciamo in re”. Bon, tagliamo.

Arrivano i leggii. Arrivano le bacchette. Il locale si già riempito parecchio. Minchia. Dai, proviamone almeno una. Io con tutta ‘sta agitazione, i km, le mozzarelle, la pozza … insomma, mi pescano proprio un pezzo che mi sono proposto di cantare ma che non avevo mai fatto e viene … no, non viene proprio! ci riproviamo ma è evidente che siamo in troppi ad avere troppi dubbi su di un pezzo forse troppo complesso per questa situazione. Si mangia, a tavola!! Si cena ma c’è un po’ di preoccupazione. Non siamo riusciti a provare nulla. Personalmente capisco che la cosa migliore da fare è darsi all’alcool e che vada come vada.

È ora di suonare. Ci guardiamo con attenzione ed i primi pezzi scorrono via. Pian piano ci sciogliamo e alla fine ne esce qualcosa di meraviglioso. C’è chi si mette a ballare. Vladimiro è un po’ in difficoltà con la voce. Maelganis canta una Stuck in the middle molto timida ma si rifarà poi con una Sympathy for the devil strepitosa. Il secondo microfono è attorniato da folletti ululanti … il delirio. Bello. Breve ma intenso.

Finito di suonare molta gente è già andata via. Mi unisco al gruppo rimasto e non mi tiro indietro ogni volta che il devastatore alcolico passa innondando le varie bocche aperte. Quanto ridere!! Poi ci scopano fuori e rientriamo al campeggio dove ci si riunisce per un po’ di ulteriore delirio. Qui faccio conoscenza con il famoso sciupafemmine di cui ho letto più volte in passato.
Le discussioni ormai sono un delirio unico e si piange dal ridere. Facciamo un baccano pazzesco. Meno male che al campeggio SIAMO SOLO NOI. Mi impegno con lo sciupafemmine che consumo a tazzine, tante tazzine, fino a rendermi conto che non ce la faccio più. Dooan si propone di accompagnarmi al bungalow, ma tra i due non si capisce chi barcolla meno … Barcollo ma non mollo e arrivo sano e salvo al bungalow. Quando mi metto orrizontale sono le quattro. Minchia, domani sarà dura.
domenica
7:30, sento qualche rumore. 7:45, Carthago mi saluta. Rientrerà con Beppetitanium. Ancora qualche minuto e mi alzo. Nonostante tutto mi sento abbastanza bene. Il mio ritorno è pianificato in due giorni. Lunedi in Svizzera è di festa (pentecoste) e ci casca a pennello. Stasera sarò ospite di amici in Toscana.
Ticcio aveva proposto per il ritorno l’idea di visitare Montecassino e l’idea mi era piaciuta troppo, anche se allunga il percorso. Ma tanto ho tutto il giorno e alle 9:00 io sono pronto per partire.

Per vari motivi si partirà molto più tardi. Siamo un gruppetto di quattro. Pandora, Barbara, Ticcio ed io. C’è però chi desidera fare ancora una breve visita alla zona archeologica, ok. Arrivati al posteggio, assistiamo a uno scivolone della moto più alta, causata dal fango accumulatosi in questi giorni di pioggia. Giù come un sacco di patate. E così siamo in 3 su 4 ad essere andati per terra in questi giorni. Arrivano anche Antocave e la Pina, che hanno deciso di fermarsi un giorno in più. Ma bravi, fate proprio bene!

IncontriAG_Paestum_Scurzon 0011Autostrada, comincia a piovere. ci fermiamo sotto un viadotto per infilare l’antipioggia. Passano alcune guzzi strombettando il loro saluto. All’autogrill seguente ci fermiamo e in un attimo spuntano varie facce conosciute. Fin qua non siamo mica andati molto lontani. Ne approfittiamo per mangiare qualcosa.

Ripartiamo. Ticcio mi lascia interdetto, con una soluzione anti pioggia mai vista. Roba che svolazza da tutte le parti. A un certo punto sparisce. Il navigatore mi rende sempre più chiaro che non arriverò mai per tempo in Toscana. Non avanza nemmeno il tempo per un salto a Montecassino. Il Ticcio non si vede. Rallento. Prima dell’uscita per Cassino mi fermo. Arrivano Pandora e Barbara. Pare che Ticcio abbia perso roba per strada. Uhm, che strano però! Quando finalmente riappare saluto la compagnia e punto verso Roma.

Spalanco il gas. Ora che sono solo posso tenere una velocità di crociera più alta. In lontananza intravedo un mezzo che mi pare conosciuto. Noto pure uno strano carico sul bauletto. Sono i vladimiri, che passo strombazzando. Almeno una volta ho passato il LesPans. Devo benzinare. Mi fermo e mi si affiancano proprio loro, i Vladimiri. Lo strano carico sul bauletto risulta essere mozzarella! No dai, siete troppo avanti! Ultima sigaretta, ultima chiacchierata, ultime risate in compagnia e via. Viaggio bene fino a destinazione, dove mi attendono amici in barca.

IncontriAG_Paestum_Scurzon 0012lunedi
Al mattino mi dirigo a La Spezia per fare la Cisa. Prima di Aulla mi becco un bel temporale ma è roba da 5 min. Mi godo la Cisa che faccio in tutta tranquillità. Mi fermo sul passo sperando di poter mangiare qualcosa. Niente, tutto chiuso. Rendo omaggio al SIC e continuo. Mi fermo a Noceto dove mi faccio una focaccia al crudo e opto per continuare per statali.
Una cosa che ho imparato ad apprezzare tornando dall’Andalusia l’anno scorso è proprio il prendersela comoda al ritorno, senza fretta, allungando il piacere del viaggio, il piacere del tornare a casa. Il piacere di ripensare ai giorni appena passati.

Il meteo è dalla mia. Arrivo a Lodi, che nemmeno sapevo esistesse. Fino a qui ho viaggiato veramente bene, ma ora arriva Milano e poi la frontiera. Il navigatore mi dice che con l’autostrada sarò a casa un ora prima. Bene. Sono le 17 passate da un po’ e mi decido per l’autostrada. Al casello prelevo il biglietto e … 10 (dieci) metri dopo tutto è bloccato!! Santa polenta, com’è possibile? Si avanza a singhiozzi per Milano. I tabelloni danno 2 km di colonne a Chiasso. Ma vaff. Non avevo pensato a tutti gli Svizzeri che rientrano dal lungo fine settimana e l’orario non è certo il massimo, sono le 17:30.
Cambio percorso e vado per Varese. Traffico molto intenso ma almeno si viaggia. Passo la dogana e già mi sento a casa. Alzo lo sguardo e al Monte Generoso, qualche km più su, diluvia. Ma vaff. Ultima sosta per infilare l’antipioggia.

Finalmente davanti al garage di casa. Sono un po’ frastornato ma felice. Come ogni volta, sembra di aver fatto un sogno. Viaggiare in moto è come sognare. Sono stato in zone d’Italia che non avevo mai visto. Mi sono divertito ed ho avuto l’ennesima conferma che Anima Guzzista è una famiglia allargata di gran simpaticoni nonché burloni, anzichenò.

Nei giorni seguenti sarò una specie di bradipo dopo una tempesta tropicale. Rincoglionito più che mai. Ci metterò qualche giorno a rimettermi.
Mi rendo conto che ho fatto pochissime foto. Ma per fortuna la condivisione delle foto altrui compensa questa mia mancanza.

Un grazie di cuore a tutti i partecipanti ma sopra tutto agli organizzatori. È stato bellissimo.

Grazie Anima Guzzista, grazie a voi tutti e alla prossima. Già, perchè ogni volta che si torna a casa già si incomincia il count-down per la prossima. A presto quindi !!

Scurzon

Racconto di Anka

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Qualcosa da scrivere ce l’ho pure io, và.
non ho voluto mancare neanche quest’anno, anche se era tutto contro di me.
al giovedi pomeriggio hanno operato la mamma per posizionare la PEG, che era già in programma da diverso tempo ma sempre rimandata, e io visto che sono il suo tutore dovevo essere presente.
l’ultimo mese è stato molto pesante per il lavoro, la famiglia, la mamma e io avevo proprio bisogno di prendermi qualche ora per me e non pensare a niente, e cosa di meglio di una fuga in moto in solitaria.
venerdì, come tutte le mattine sveglia alle 1,20 per essere in laboratorio alle 2.
una delle ragazze mancava, quindi di uscire prima (come avevo programmato io) non se ne parla.
ore 14,30 fuggo e passo da casa, una doccia veloce, tuta di pelle zainetto, prendo la Bestia Nera 2.0 dal box che mi aspettava scalpitante, un bacino alla Monica, saluto i ragazzi e …………aspetta che metto la tuta antipioggia và, che nel frattempo ha iniziato a piovere.
ore 15,15 si parte, 726km purtroppo moltissimi di autostrada, sono in lotta contro il tempo voglio arrivare a Paestum che gli altri sono ancora a cena, ce la posso fare.
Modena sud, mi metto sui 130/140 credo, almeno così dice il tachimetro, la pioggia non è battente, cosi si viaggia discretamente.
ho programmato due soste, direi che con la benzina e la vescica ci posso stare, pioggia permettendo.
ore 17 Firenze Impruneta, ha smesso di piovere ma la tuta la tengo, il cielo non promette niente di buono.
Monte san Savino un nubifragio, 100kmh massimo di più non si può andare.
Orvieto, 18,30, mi fermo a fare il pieno e a fare plin plin. mi tolgo la tuta antipioggia và, la situazione sembra essere migliorata, la appoggio qui sul guard-rail ad asciugare bene con la fascia lombare che mi rilasso un po i reni.
10 minuti di sosta sono più che sufficenti, non ho tempo da perdere e la BN mi guarda come per dire, beh allora si riparte o no. mi rimetto la giacca lo zaino, e via.
sono carico, cielo parzialmente sereno, le campagne di Roma si avvicinano, la moto va che è una bellezza.
ore 19,50 passato Roma punto deciso su Napoli, qui fa buio prima che a nord e comincia a sgocciolare, mi fermo e mi metto la tuta antipioggia così visto che tra una mezzoretta farà buio non mi infreddolisco.
mi fermo, cavalletto, tolgo lo zaino e prendo la tu………ma porca zozza, l’ho lasciata sul guard-rail insieme alla fascia, ma pensa te la fretta di arrivare da quei minchioni di guzzisti!!!!
non piove forte, pazienza, la stanchezza non si fà ancora sentire, l’adrenalina che ho in circolo è più forte.
altra pisciatina e il pieno per la BN, 17 gradi si va da Dio.
ore 21,50 passato anche Napoli, ormai ci siamo e ho anche una bella fame.
il Presidente mi ha chiamato, mi stanno aspettando e giustamente sono in pensiero non vedendomi arrivare, a dire il vero io avevo chiamato la Pandora, ma avrà avuto intorno uno stuolo di maschi con sette braccia come i ragni e non mi ha neanche cagato.
gli ultimi 100 km, saranno i più duri al buio, accendo il navigatore del cellulare non posso permettermi di perdermi in mezzo alle coltivazioni di verdura e pomodori che sono ovunque.
Battipaglia 22,30, esco dalla superstrada, mi sà che staranno andando tutti a letto con la pancia piena.
ore 23,10 Paestum, un paio di loschi figuri fuori dalla sala ristorante illuminata, uno è Nello, lo riconosco anche al buio.
sono a casa!
anche Roxxana mi accoglie con un “Anka, sei il mio eroe”
entro e vedo un sacco di facce amiche, vecchie e nuove, che bella sensazione.
Vladimiro con Patti, Piero e Maria, Carthago, Artack, Scurzon, Cavenaghi e signora, Ettore Gambioli, Califoggia, la Pandora, Cane, Ivan, Maelganis, Fange i bergamaschi orfani di Marco (penso?) il Berghella e tanti altri, ma un attimo………….e il mio compagno di letto, che senza di lui non riesco a dormire dov’è, non mi avrà mica tirato buca eh?
ah ecco Beppe, posso mettermi tranquillo una bella bracciatona e una strillata nelle orecchie, sono a posto.
intanto mi portano una bella pizza e una birra da 66, e vedo che tutti mi guardano con gli occhi fuori dalla testa, e si lamentano, io ultimo arrivato una pizza e una birra tutta per me.
ritorno all’ingresso perchè non avevo fatto a meno di notare le belle riproduzioni di Ettore e ne prenoto subito una per tipo, non si sà mai.
oramai sono 24 ore che sono in piedi, quasi tredici di lavoro e il resto di moto, la stanchezza è tanta, ma la testa è finalmente sgombra dai pensieri che mi hanno tormentato queste ultime settimane.
giusto il tempo per darmi una sistemata e mi accuccio di fianco a Beppe nel nostro lettone, che bella sensazione oramai mi sono abituato.
nella camera a fianco i due sardi stanno bombardandosi a vicenda e il rumore mi culla e mi addormento dolcemente.
il sabato bel giretto in moto su e giù per il cilento con la pioggia che va e viene, la bella merenda di metà mattina con pane pecorino e lonza piccante, il pranzo da Cono con la Tammurriata (per la gioia dei bergamaschi che apprezzano il genere, da veri cultori) .
nel pomeriggio mi aggrego al gruppo dei romagnoli per il rientro al campeggio, intanto il tempo si fà bruttino, prendiamo la superstrada per fare prima, perchè nel fattempo ha cominciato a piovere a dirotto.
dopo la doccia si va a cena, che comincia tardino, causa il meteo molti sono rientrati tardi.
non mi godo come vorrei la cena e il concerto della GLBB, avrei voluto fare qualche coretto come mio solito, ma ero abbastanza stanco, la giornata di venerdi comincia a farsi sentire, e ho ricevuto anche una brutta telefonata.
in più domenica mi aspetta anche il viaggio di ritorno.
però ne è valsa la pena, come sempre.
ritorno rinfrancato nell’animo e nello spirito, con una bella maglietta e tre fantastiche-meravigliose sculture in più e tanti sguardi e sorrisi e curve da ricordare.
devo dire la verità, mi è mancata un pò la compagnia di due presenza fisse oramai degli incontri di primavera ai quali avevo fatto l’abitudine, Antonio (bicilinder) e il nostro ormai ex pres. Alberto, compagni di andature allegre su e giù per lo stivale, sarà per la prossima.

grazie veramente a tutti della bella compagnia.

 

Come si fa a non amare il mio paese.
2000 km a cavallo della mia moto in tre giorni.
dietro a ogni curva ti si apre una vallata, poi un borgo arroccato su una roccia, un bosco di tigli, un laghetto ai piedi di una collina ricoperta da una vigna.
un pastore col suo gregge, un pino marittimo di 30 metri sotto cui riposarsi.
mi fermo qui, all’osteria, due fette di pane col pecorino e la coppa e un bicchiere di vino.
Quattro chiacchiere con due anziani passanti incuriositi.
“me la ricordo la Gussi, l’è una bela machina”
le mani e i visi segnati dalla vita e dal lavoro duro nei campi.
un groppo mi prende alla gola e gli occhi si fanno lucidi, lo sò io perché.
La moto sembra chiamarmi, è tempo di andare.
Le nuvole bianche sembrano galleggiare nell’azzurro del cielo con le mille tonalità di verde che fanno da contorno.
Mi fermo perché per un istante mi sembra di essere in un quadro.
In un attimo tutto si fa grigio, le strisce nere della pioggia che cade si avvicinano.
un temporale improvviso mi infradicia tutto.
non mi fermo.
quanto tempo per pensare, non ce n’è mai abbastanza. canticchio una canzone, mentre la strada scivola via, veloce, sotto di me.
ogni scorcio è fonte di ispirazione per pittori, cantanti, poeti, cuochi, sarti e anche per un semplice cazzone come me.
poi a fine giornata, sfinito, mi siedo di fronte al mare che incazzato mi fa sentire tutta la sua forza.
Io vivo.

e infine…………….musica maestro !!!

 

Anka

Calicontro Romagnolo, galleria fotografica

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Foto di Bicilinder,

 

Racconto Dottor Spock

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Ciao a tutti ragaZZi !
Solo ora riesco a mettermi alla tastiera per VERGARE i miei ringraziamenti.
“A chi?” direte voi miei piccoli e grandi lettori.
“Hai rotto per tutto il Calincontro con quella ca@@o di tosse e siamo noi a ringraziarti di esserti tolto dai c…..i!”
Avete un po’ di ragione, ma non è a questo che mi riferivo ma alla serie di acciacchi subiti da Nonna Tina, e all’assistenza prestatale da vari suoi “nipoti”.
Partirò dall’ìnizio, così, mentre scrivo, farò mente locale e cercherò di non scordare nessuno.
Ho deciso di partecipare al Calincontro con Nonna Tina, sia per piacere che per il fatto che ci avrebbe fatto compagnia il suo geriatra, Nettuno, e che quindi avrebbe messo a disposizione la sua Scienza nel caso Nonna avesse avuto, chessò, un raffreddore, viste le previsioni meteo.
Ed infatti già al momento dello sbarco a Civitavecchia, un colpo di tosse le ha causato la necrosi della candela di destra.
A quel punto la “Colonna Sarda” si è divisa in due tronconi, uno invalido composto da me e Rotondo, per i noti motivi, ed uno Super, composto da Nettuno e dal giovane Macchiori, che partivano lancia in resta alla ricerca degli organi di ricambio.
Fatto il trapianto Nonna ha goduto di ottima salute fino all’arrivo a RiZZione.
Grandi feste,
grandi saluti con chi era presente,
cena,
birretta
e tutti a nanna per l’inizio dei km del Calincontro la mattina dopo.

Gia’, la mattina dopo…
Crisi di rigetto della candela destra appena trapiantata…
Menomale che il buon Nettuno, previdente e lungimirante, aveva acquistato numerose candele,e provveduto al reimpianto di una fulgida candela, rimetteva in piedi Nonna Tina.
Da allora in poi nè acqua, nè chilometri nè vento nè salite e discese con tornanti nè ciclisti hanno potuto nulla sulla salute della vegliarda.
E venne il momento della partenza dopo un post-Calincontro coi e dai Pandori, con Nello, Beppe Titanium, Caiuzzi e la “Colonna delle Cloache e dei Diti in Culo”….
Lungo la strada del ritorno Nonna presenta un rumore metallico molto brutto.
L’Equipe di Rianimazione monta un Ospedale da campo a Montone o Magione, se non erro, che manco il 118 può permettersi!!!!
Mai nome fu più appropriato!
All’apertura della vetusta paziente, l’equipe chirurgica, guidata dal Prof. Nello, sentenziò la piegatura dell’asta della valvola di aspirazione sinistra.
Nonna Tina andava a un cilindro.
Grande sconforto e preoccupazione.
Il Primario, Prof. Nello, effettuò un intervento palliativo ma non risolutivo per mancanza dell’organo di ricambio.
Dichiarandosi fiducioso sull’esito del rientro in Atlantide, non essendoci comunque alternative, si provvide a costituire una Colonna Sardo-Romano-Meneghina che ci scortò fino a Bettolle, dove Nello e Beppe Titanium presero un’altra direzione, e noi proseguimmo verso Civitavecchia.
Il primo obbiettivo, imbarcarci, era stato raggiunto.
Allo sbarco ad Olbia la Colonna si è dovuta dividere ulteriormente, perchè Nonna Tina non riusciva a superare gli 80-90 in discesa e la moto di Rotondo aveva necessità di un’andatura più allegra.
Perciò Rotondo e Macchiori in avanscoperta e Nettuno ed io in retroguardia.
Abbiamo fissato alcuni stop dove prendere un caffè o altro, ed i saluti finali a circa 80 km da Cagliari, dove la Colonna Veloce e la Lenta si sono salutate.
Da lì Nettuno ed io abbiamo terminato il rientro, anche perchè abitiamo vicini, senza ulteriori problemi.
Adesso che vi ho ammorbato coi miei guai passo ai ringraziamenti, di tutto cuore.
Grazie Pandori, siete belle persone. Potremmo rapirvi solo per godere ancora della vostra compagnia offrendovi la nostra ospitalità..
Grazie Nello e Nettuno, mi avete suggerito come fare per sopravvivere e rincuorato sull’esito del viaggio.
Grazie Nettuno che mi hai scortato fino a casa.
Grazie Rotondo per avermi dimostrato cos’è la forza di carattere, forse qualcun’altro si sarebbe arreso.
Grazie Macchiori per la compagnia e l’assistenza lungo tutto il viaggio.
Ed infine tante grazie a tutti, amici vecchi e nuovi ma sempre di gran livello.
Termino questo poema PROLISSO E LOGORROICO, che scrivendolo mi sembrava anche divertente, con un abbraccio a tutti indistintamente.
Al prossimo, meraviglioso CALINCONTRO!
Ma anche prima.

P.S. :Qualcuno sa qual’è il record attuale di percorrenza a un cilindro? Io ne ho fatto circa 500…

Racconto Pandora

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Ciao ragazzi e ragazze!

Scusate l’assenza, ma martedì sono stata impegnata al concessionario Bmw, come promesso durante il Calincontro.
Ieri ho dovuto buttare via l’oggettistica visto che da ora solo posizione del missionario senza preliminari, come promesso durante il Calincontro.
Oggi sono impegnata a buttare via le bottiglie di alcolici visto che diventerò astemia, come promesso durante il Calincontro.
Anche domani sarò impegnata perché il Pandoro mi caccerà di casa.

Sono un po’ da post orgasmic chill…

E post sindrome influenzale che mi ha perseguitato prima e dopo il Calincontro.

Solo due cose:

Prima di tutto ringrazio i presenti tutti, ma soprattutto i colleghi romagnoli e riminesi:
– Sermar su Bellagio ora ribattezzato Il Geometra,
– il Tabaccaio, sempre premuroso. Ha attaccato l’assicurazione solo per portarmi il MIO AMICO DAYTONA e farmi eccitare tutta;
– Beppe Euuiua (e la SImona che lo sopporta) per la simpatia e l’aiuto meccanico (uno se l’è portato a casa ed era disponibile ad andare a prendere il furgone per l’amico della zingara), ma anche per non aver celebrato il nostro rito post viaggio (ahia!),
– Daniele BMW Il Parente per aver suggerito un giro schifoso a Sestino con tornanti e buche sotto la pioggia
– Ribisso il vicino, assente giustificato… Ti aspetto per un altro giro!
– soprattutto il Pandoro che mi ha sopportato e sostenuto (dai che me lo merito, come dici tu di Pandora ce n’è una sola…, per fortuna! )

Un ringraziamento organizzativo a:
– Califoggiano, per il sostegno, l’aiuto, e soprattutto per non avermi dissuaso quando gli ho detto, all’Eridico 2014, gli ho detto che volevo fare un Calincontro Romagnolo.
– Isa, inflessibile generale e contabile. Ha dovuto fare tutto lei in quando il suo compare era fuggito cantando: “prendi questa spalla, zingaraaaa….”

Seconda cosa: mi dispiace se sono “apparsa” nervosa. Questa volta per me è stato molto pesante per motivi che non dipendono da voi. Sono stata tuttavia molto felice di tutto!

Ribadisco, la gioia più grande è stata vedervi felici nella mia terra, nei luoghi che frequento e che tante volte avrei voluto condividere. Vedere le vostre foto di Gabicce, Gradara, San Marino, San Leo, vedervi mangiare piadine e cassoni, affrontare le strade delle mie scorribande…
Donarvi i miei luoghi, i cibi della mia terra, le nostre usanze e le nostre parole è stato bellissimo per me. Credetemi, penso che il regalo più bello me lo avete fatto voi!

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