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Omobonin

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AnimaGuzzista Racconti omobonin

di Marco Valdemi

 

AnimaGuzzista Racconti omobonin

C’è nebbia, anche se è strana, non è come quella del T.T., no, quella era un’altra cosa,
e neppure quella che viene dalla valle quando arriva la brutta stagione. È bagnata,
tanto da restare sugli occhiali, e poi compare e scompare all’improvviso, così come viene,
spessa da far paura, se ne va lasciando comunque un cielo grigio come i miei pensieri.
Sento male dappertutto, me l’han detto in tanti a casa che son vecchio per ste cose,
avevan ragione, forse, i dolori delle tante cadute si stan facendo sentire con questo tempo
infame. Magari è solo colpa di sta nuova moto che m’ha dato l’ingegnere che di bello ha
solo la velocità, per il resto vibra come una cinquecento e si muove troppo in curva, gli ho
detto a Franco che c’è qualcosa che non mi convince nel posteriore, ha detto che non ci
sono abituato e girando l’avrei capita di più. Gepin invece m’ha detto, con la solita mezza
cicca spenta in bocca, che era come una ragazza giovane, tutta da conoscere e poi m’ha
dato una pacca sulla spalla e il solito: va la va la ca tià indrisi tuti anca sta volta Bono!
Poi me l’ha accesa e ha buttato la sigaretta in terra. Ho abbassato gli occhiali, come tante
volte, l’ho guardato, m’ha passato i guanti e ho dato un colpo di gas leggero innestando
la prima. Il motore era freddo, alcuni erano già scesi in pista anche se iniziava a piovere,
una pioggia leggera, come l’astio che avevamo notato nei nostri confronti, colpevoli
d’essere italiani; che coraggio da parte di gente neutrale per interesse, e poi gli inglesi con
le loro nuove moto forti come le vecchie. Avrei voluto nel box anche l’ingegnere, ma sarà
per la prossima, m’ha detto, aggiungendo che avrei avuto la moto nuova da testare
subito e di portarmi anche la mia per poi decidere, visto che il circuito era da
considerarsi nuovo, come nuovi erano i concorrenti di questo primo campionato del
mondo. Già, i giovani, ne ho visti tanti in questi ultimi giorni, qualcuno m’ha
riconosciuto e m’ha allungato la mano, altri m’hanno evitato, di solito son quelli che poi
in pista durante le prove ti si attaccano dietro e tirano le staccate alla fine; vedremo se
sarà così anche oggi. Il motore sale di giri, le marce entrano un po’ ruvide, saranno gli
ingranaggi nuovi, apro con decisione il gas, va davvero forte sta moto, ecco il primo
pilota, posso già sentire il rumore del suo motore avvicinarsi a gran velocità, magari è un
italiano, magari no, provo a non mollare la staccata e vediamo come va in curva la mia
moto e lui. Freno quando devo frenare, lui lo fa con più facilità e mi passa all’esterno,
io arranco un po’, la moto si sposta molto: o è il fondo o è troppo dura nell’inserimento,
tanto da perdere troppo tempo nel riaprire il gas, si mette anche la pioggia e la nebbia,
e dopo qualche attimo lui è sparito davanti a me! Mi sento lento, giro dopo giro,
non prendo confidenza né con lei né con la pista, sento solo il freddo che mi penetra e un
indolenzimento alle braccia, le vibrazioni sono solo aumentate con il passare dei minuti,
ho cercato di impostare le curve in modo diverso, sono stato dietro a Pagani per un po’,
e a Woods ma avevano un altro passo rispetto al mio, ora mi sto innervosendo, rientro ai
box, tanto spingere di più non ha senso, piove ancora di più e questa nebbia, che si
ferma lungo i lunghi rettilinei del tratto di foresta, m’ha solo rallentato e la curva veloce
a destra l’ho percorsa in modo diverso cercando la miglior traiettoria ma non ne ho
ricavato nulla di buono; tanto che mi sono messo a pensare al Mountain, al Lario,
a Monza, ma ogni volta ho dovuto alzare un pelo di gas, meglio la mia, non c’è dubbio,
rientro e la riprendo. Franco deve aver sentito il rumore, è già li con la moto accesa che
m’aspetta, il fumo è pulito, è già calda, sembra contenta come Bilu, quando rientro
a casa la sera, che sa che lo porto a correre nei campi della Marisa, dietro il ponte.
Non ci parliamo, tolgo gli occhiali, sono troppo sporchi per continuare, Gepin mi allunga
gli altri insieme ai guanti asciutti, ne ho davvero bisogno, sento le dita fredde
e indolenzite. Hanno capito dai tempi dei cronometristi e dal mio sguardo che non sta
andando affatto bene, gli faccio segno che il problema è dietro e che si muove troppo
anche sullo sterzo quando apro. Franco mi sorride porgendomi la mia Albatros; sa che lei
non mi deluderà di certo, Gepin invece mi sembra contrariato, crede nel potenziale del
nuovo mezzo, è da un anno almeno che me lo dice. Monto in sella, piove come se fossimo
nella terra d’Albione, avrebbero detto i radio cronisti dell’era fascista, piove come se
fossimo all’epilogo di una tragedia iniziata troppi anni fa, ormai per me, sono del cinque,
accidenti, qui c’è gente che potrebbe essere mio figlio! Ingrano la prima, poi la seconda,
la terza e inizia la sinfonia del mio motore. Sembra che la pioggia neppure mi colpisca,
sembra che il dolore alle braccia sia svanito, sembra che riesca a vedere oltre la fitta
nebbia che si sta parando davanti ai miei occhi mentre entriamo nella foresta, curva
dopo curva riprendo gli automatismi. D’un tratto m’accorgo che non sto guidando da
solo, davanti a me vedo un altro pilota, provo a raggiungerlo, anche se dovrò spingere
parecchio per come si butta nelle curve senza badare troppo al fatto che ne uscirà vivo,
è terribilmente veloce e la sua moto ha qualcosa di famigliare da dietro, anche se la
nebbia e gli occhiali, di nuovo sporchi, non mi fan ben capire che moto stia guidando.
Passiamo sotto il traguardo, gli sono in scia ormai, dai box non mi segnalano niente,
Franco m’ha sorriso e Gepin di sicuro sta sistemando l’altra moto pensando a tutto il
lavoro dell’ingegnere. Magari con un altro anche quella moto diventerà vincente, io non
ho più tempo d’aspettare ormai, è l’ultima occasione, l’ho detto e soprattutto me lo son
detto: o la va o la spacca e dopo il T.T. vedrò se continuare o meno. Accidenti piove
ancora di più e lui non molla di un metro, è bravo, vola davvero e non si volta indietro,
passiamo alcuni concorrenti con facilità, ora è il momento di attaccarlo e di vedere se
sono ancora io visto che lei è lei. Apro senza pensare a niente; al freddo di questi lunghi
anni lontano dalle gare; al freddo che ti lascia la guerra nel cuore; al freddo dei cari amici
persi per le gare su strada; al freddo della rabbia di dover svegliarsi da un sogno e di
trovarsi in un incubo che ti strappa i parenti e la gioia di vivere. Apro che di più non si
può e non ce n’è. Lo affianco, ha il mio vecchio numero, il 29, guida una moto guzzi
rossa, quella del 36, della candela bruciata ad un soffio della vittoria che m’avrebbe fatto
diventare ciò che sono, ciò che gli altri vogliono che sia. Lo guardo in viso, lui non fa lo
stesso, anzi si allunga sul serbatoio e prende ancora più velocità. Entriamo in un banco
di nebbia fitta, chiudo un pelo il gas, rallento, non ha senso, spero che anche lui abbia
fatto lo stesso, non sento più il rumore del suo motore, l’Albatros perde giri, procedo ad
un’andatura da pilota modesto, dietro nessuno mi raggiunge, davanti a me pioggia,
nebbiolina, freddo. Alzo gli occhiali, tanto son sporchi ed appannati. Mi ricordo di mio
figlio ancora piccolo che se li infila e mi chiede perché non corro più, gli rispondo che c’è
la guerra e a nessuno viene in mente d’andare a correre in moto, lui mi sorride, gli do un
bacio sulla testa pensando se un giorno farà quello per cui ho vissuto io. Manca ormai
poco al traguardo, saranno due chilometri, dietro ancora nessuno, strano, vuoi dire che
tutti questi giovani hanno paura di un po’ d’acqua? Impossibile, gli inglesi ci nuotano da
quando son bambini! Eccoli i box, chiudo quasi del tutto la manopola del gas, Franco
non c’è ad aspettarmi, strano, neppure Gepin è li con lui, saranno di sicuro al muretto,
adesso vedrai che arrivano con i tempi. Non scendo per scaramanzia, se i commissari si
sono sbagliati a cronometrarmi come a Roma devo rientrare. Eccoli che arrivano, hanno
le facce tristi però, vuoi dire che sono fuori dalla griglia, impossibile, mi è sembrato di
volare, sono sicuro d’aver fatto un buon tempo, con l’altra no ma con l’Albatros non
posso non entrare in griglia, so quando vado forte, sono nato per farlo. Perché non mi
prendono gli occhiali e i guanti, perché Gepin bestemmia e da i calci al bidone della
benzina, perché Franco è andato dal Silvio che si dispera, perché la mia Albatros è ferma
nel box, perché si è spenta, perché non riparte? Perché nessuno mi vede e crede a ciò che
dicono adesso gli altoparlanti?
Non doveva finire così, senza neppure poter portarmela con me………

 

Un breve racconto romanzato e per nulla veritiero sull’ultima gara di Omobono Tenni.
E’ un mio personalissimo omaggio a ciò che è stato probabilmente il più grande pilota dell’inizio secolo, saluti

Io viaggio da solo

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di Riccardo Bartolini

 

E’ stato più di un anno fa: rimesso a posto il Cali II, la “Vecchia Signora”, moto della mia vita, a cui sono collegati tanti ricordi, mi è frullata per la mente l’idea di tornare a Capo Nord, meta di un gran numero di motociclisti e sogno, più o meno vagheggiato, di un numero ancor maggiore di centauri.
Ci ero già stato, nel 1985, col Cali che aveva ancora le cromature brillanti ed io che ero un giovane leone rampante. Ci ero stato di contrabbando: ero militare ed ero pilota, e per andare in licenza all’estero avrei dovuto ottenere il nulla osta dallo Stato Maggiore e non solo dal mio Ufficiale in comando; inoltre non avrei potuto avere più di 15 giorni di licenza, a causa dei turni di servizio. Caricata la moto, partii alle 04:00 di una bella mattina di Giugno dal mio Reparto e percorsi tutta l’Italia sino al Brennero, attraversai il Tirolo e mi fermai a Kempten, nella Germania meridionale. Ad ogni rifornimento, dall’inizio alla fine del viaggio, telefonavo ad un mio collega consenziente (complice sembra troppo brutto!) per avere la certezza che non sorgessero problemi di servizio e che mi richiamassero, pronto a mollare la moto lì dove mi trovavo ed a prendere il primo aereo disponibile per tornare. Il viaggio mi è costato più in telefonate che in benzina. Il secondo giorno sono arrivato in Danimarca, dove mi sono imbarcato su un traghetto per Oslo, e una dozzina molto abbondante di ore dopo ho preso terra in quel della Norvegia. Tre giorni per risalirla, ed eccomi a Capo Nord!
La prima cosa che mi è venuta da pensare, durante l’attraversamento della Germania e della Danimarca, è stato:”…Ho problemi alla strumentazione della moto. Il tachimetro ed il contagiri segnano meno del reale; vado più veloce, ed il motore gira di più, di quello che leggo. Ho percorso più di ottocento kilometri ed ancora non è arrivata sera….” Poi mi sono reso conto di essere salito di questa ventina di gradi di latitudine e che il sole tramonta sempre più tardi, e che infine rimane costantemente sopra l’orizzonte una volta superati il Circolo Polare.
La seconda cosa, assurda, che ho pensato una volta arrivato all’agognata meta, è stato di dare degli imbroglioni a quelli dell’ Ente Turismo norvegese, che spacciano Capo Nord per l’estremo lembo dell’Europa continentale. Bugiardi! E’ il promontorio, e nemmeno quello più settentrionale, di un’isola! In altri tempi unita alla terra ferma da un traghetto, ora da un tunnel! Poi, affascinato dalle desolata maestosità del luogo, con gli occhi persi sulle scogliere brulle e quel mare grigio piombo che sembrava quasi alieno, mi sono detto che era da imbecilli spolparsi un viaggio del genere e farsi venire certe idee…
Il sole di mezzanotte? Manco a parlarne!… Nuvole, nuvole, e ancora nuvole…
Per il ritorno: stessa strada, stessi tempi, stesso affanno….. Ma, all’arrivo, che goduria!!!!! Unico neo: non ho potuto raccontare ai miei colleghi (a parte il complice) cosa avevo fatto. Sarei stato crocifisso dal mio Capo… E con i chiodi arrugginiti!!!
27 anni dopo (l’anno scorso), e prossimo alla pensione, esterno il progetto ad un po’ di amici (un bel numero, in realtà!): un anno di pianificazione/preparazione, e poi partenza a Giugno 2013! Dalla Sardegna, dove ormai vivo, questa volta. Una parte di loro, molto realisticamente, declina l’offerta guardando alla situazione familiare, a quella lavorativa o alle condizioni del ferro che cavalcano. Altri danno assicurazione della loro partecipazione, alcuni anche con frasi roboanti… E quindi, come mio solito, parto in tromba (tara caratteriale, o deformazione professionale?) con la pianificazione del viaggio: date, tragitto, tappe, soluzioni per l’alloggio e per i pasti…
… Peccato che con l’avvicinarsi del giorno della partenza siano saltate fuori le migliori scuse per ritirarsi. E’ mancato solo che venissero accusati sintomi di una qualche malattia dei pesci o dei polli per giustificarsi. Morale della favola: IO VIAGGIO DA SOLO!!!
Anzi: la “Vecchia Signora” ed io viaggiamo da soli. Eh, sì! 28 anni dopo ci siamo tornati insieme: più vecchi, più saggi e… più pieni di acciacchi!
Qui sotto il diario del viaggio, se vi va di leggerlo, e qualche foto. Poche, in verità.

Venerdì 07 giugno 2013
Gomme nuove:        montate.
Olio motore:            cambiato.
Olio cambio e cardano:    cambiato.
Cavi gas e frizione:        lubrificati e scorrevoli….
La moto è un po’ disarmonica, quindi la porto dal mio amico Vannino, meccanico in Telti. Meccanico automobilistico e di mezzi pesanti, non di moto; ma è motociclista sfegatato, con una passionaccia per il suo lavoro e con una sensibilità ed una attenzione che molti meccanici moderni “computerizzati” manco se le sognano….
“…Vieni a prenderla verso le 17:00…” Ed io a quell’ora vado…
Il motore non sembra più nemmeno il mio: accordato come un violino.
Torno a casa, carico il bagaglio, mi infilo la tuta e via verso il Traghetto. Il viaggio inizia senza nulla di rilevante. La faccenda sembra irreale…

Sabato 08 Giugno 2013
Sono le 07:00: sbarco a Livorno con il sole che splende. Promette bene…
Ho appuntamento per pranzo Con Rugi56 a casa sua, a Montecchio Maggiore. Devo sbrigarmi… imbocco l’autostrada e mi dirigo verso La Spezia, per poi proseguire per Parma, Modena, Verona, Montecchio. Sto per arrivare ad Aulla, e guardo le montagne di fronte: “…Azz… la Cisa! E che fai, te la vuoi perdere?…” E’ un attimo: svincolo, casello, pedaggio e via! Appena fuori dall’abitato frusto i vecchi cavalli e mi godo le curve fino a Fornovo. A quel punto, con la Pianura Padana (non Padania, badate bene, come alcuni decerebrati amano dire…) davanti, rientro in autostrada e apro quanto posso per riguadagnare i minuti perduti, ma non sprecati.
Pranzo con Rugi e la sua bella famiglia, e riparto da Montecchio intorno alle 14:00 scortato dal mio anfitrione. Il Rugi mi accompagna da Montecchio sino a Recoaro e, nel lasciarmi alle falde delle Piccole Dolomiti, mi dice: “… Quella lì è la strada che porta a Rovereto: è un po’ curvosa. Vedrai che ti diverti…” E mi sarei anche divertito se non mi fossi beccato il diluvio universale!!!

Da Rovereto sino a Bolzano è sembrato che il pomeriggio volgesse al meglio, e invece mi è di nuovo piovuto addosso il mondo sino al Brennero. Lì ho deciso che non ce la facevo più, mi son trovato un posto per dormire e per cenare, ed ora sto scrivendo queste cose. Anzi! Ho finito di scriverle. Buona notte.
Domenica 09 Giugno 2013
Partito dal Brennero, ho preso la statale per Innsbruck che, a metà strada, era interrotta da una frana. E allora prendi l’autostrada e annoiati sino ad Innsbruck! , Però, anche dall’autostrada il Tirolo è uno spettacolo di montagne, di pascoli e di boschi, con questi paesini, che sembrano finti tanto sono lindi e pinti, incastonati nel verde.
A ovest di Innsbruck lascio l’autostrada e mi immetto sulla statale che mi porterà a Reutte, al confine austro-germanico, e poi a Fussen. Lì avrei voluto andare a fotografare il Neuschwannstein, il castello più famoso di Ludwig, il re pazzo di Baviera; ma il tempo, che sembrava buono, si è messo al peggio e mi di nuovo è arrivato addosso il diluvio. Saluti e baci al castello di Ludwig; lo fotograferò al ritorno. Cerco di precedere il maltempo e mi fiondo sulla A7, una delle tre autostrade che attraversano la Germania da sud a nord. Il viaggio lo potete immaginare: una noia mortale, anche se con bei panorami. Viaggio rilassato: gli automobilisti tedeschi sono molto disciplinati; nessuno che mi viene sotto sino a sfiorarmi il parafango, nessuno che mi gratta il fianco sorpassandomi sulla mia stessa corsia, nessuno che cerca di spingermi avanti, quando sono sulla corsia di sorpasso, perché arriva in supersonico e non vuole rallentare; l’ambiente è irreale: niente clacsons impazziti e niente lampeggi fra il forsennato e l’incazzato…. Quasi come in Italia.
Mi sono spolpato i miei 500 e rotti kilometri pianificati, e mi sono fermato in questo posto a nome Kircheim a riposare le mie stanche ossa. La “Vecchia Signora” regge bene; anzi, sembra essere ringiovanita. Domani altri 500 km fino a Kiel, dove prenderò il traghetto per Goteborg, in Svezia. Buona notte…

Lunedì 10 Giugno 2013
Partito da Kircheim alle 09:00, dopo una abbondante colazione. Tanto per cambiare piove ma, qualche kilometro dopo Kassel, smette e si alza questa tramontanina fredda fredda…. Fortuna che ho indossato una felpa. Il paesaggio è splendido: ha un andamento collinare dolce e mi ricorda le campagne in provincia di Pesaro, le coltivazioni sono ordinate e curate, come nelle Marche, solo che qui tra le fattorie ci sono dei boschi che lévati; noi non abbiamo questa abbondanza di alberi. Fra Gottinga ed Hannover ci sono lavori in corso (pesanti) e rimango bloccato per strada (letteralmente fermo) per quasi un’ora. E qui ho l’ennesimo riscontro che i Tedeschi non sono proprio come gli Italiani: niente scene di impazienza, niente incazzature, bestemmie o parolacce, niente isteria e niente sceneggiate di morte per disidratazione. Stiamo messi lì, buoni buoni, a parlare ed a chiederci cosa sta succedendo; quelli con l’auto sintonizzano la radio sulla isoradio tedesca per sentire se il loro CCISS dà notizie sul perché del blocco, i motociclisti mettono le moto sul cavalletto e tutti lì, sull’autostrada, a parlare del più e del meno aspettando che la situazione si sblocchi. Nessun automobilista prova a fare il furbo sulla corsia d’emergenza, nessun motociclista ha prova a fare la gimcana tra le auto in fila…. Quasi come da noi, eehhh?
Dopo aver attraversato tutta la Germania del nord arrivo a Kiel, industrioso porto sul Baltico. La gente è educata ma inflessibile: un paio di volte, non conoscendo la città, cambio corsia senza segnalare e mi becco una collezione di vaffa in tedesco che mi basterà fino al prossimo viaggio.


Comprato il biglietto per il traghetto sino a Goteborg, in Svezia, fatta cena con una delle pietanze spacca fegato che usano da queste parti, finisco di scrivere, mi butto in branda e domani mi imbarco per la civilissima Scandinavia. Buona notte (si dice per dire: sono le 22:00 ed il sole ancora non ha toccato l’orizzonte).

Martedì 11 Giugno 2013
Oggi, in attesa di imbarcarmi, ho visitato Kiel e dintorni. E’ la tipica città anseatica: architettura nordica, tutta a mattoni e quindi toni di marrone su marrone, pavimentazione stradale a pavè (nel centro storico), niente di antico, poco di storico. Le uniche cose notevoli sono il porto ed il suo accesso al mare, il Canale di Kiel (appunto). Il porto è stato per tutte e due le guerre mondiali la principale base di U-Boot della Kriegsmarine, e durante l’ultimo conflitto anche base navale. E si vede ancora oggi: infatti esso è strutturato in maniera estremamente compartimentata. Il Canale è una cartolina: su entrambe le sponde i boschi arrivano fino all’acqua; mentre la riva occidentale è più industrializzata e dedicata al porto commerciale, quella orientale è residenziale, con questi cottages e queste ville in stile attrezzate di porticciolo. Le barche a vela non si contano.

Ora sono sul traghetto. La nave è il doppio di quelle della Tirrenia; pulitissima ed attrezzatissima (QUASI come quelle della Tirrenia); con due ristoranti a buffet, non self service aziendale, ed uno a là carte che servono dell’ottimo cibo (QUASI come su quelle della Tirrenia); il biglietto per moto, passeggero e cabina in esclusiva, per una tratta corrispondente ad un Livorno-Cagliari, se esistesse, mi è costato € 187 e spiccioli (QUASI come con la Tirrenia); il personale è gentilissimo, educato e parte di esso raggiunge, per i maschietti interessati, l’ottavo o il nono grado della Scala Gnokker (QUASI come quello della Tirrenia); il personale non parla italiano (PROPRIO COME QUELLO DELLA TIRRENIA!!!). Continua domani, in terra di Svezia…

Mercoledì 12 Giugno 2013
Sbarcato a Göteborg perfettamente in orario. Fatto un giro per la città, che è bella e vivibile ma non ha nulla di particolarmente interessante. In Svezia la rete stradale è molto ben tenuta, sebbene qui la neve ed il ghiaccio debbano far danni non da poco. La segnaletica è spartana ma chiara e la lingua è un casino anche solo a leggerla, per cui chi viaggia deve stare all’ occhio; in compenso gli Svedesi sembrano essere ancora più pazienti dei Tedeschi.
Sono stato a fare un giro per la regione, mentre mi avvicinavo alla città dove abita un mio collega di corso, ed ho consolidato l’ opinione che mi ero fatto sul traghetto prima, e poi stamane a Göteborg: gli Svedesi sono educati, gentili, seri, e anche fisicamente bellocci, ma SONNOLENTI!!!
Le campagne sono ottimamente tenute, ed allevano un sacco di cavalli e bovini di varie razze. Mai visti così tanti in Europa.


Il diario si interrompe qui, per il momento. Riprenderò il viaggio, ed a scrivere, il 17 p.v.
Lunedì 17 Giugno 2013
Mi sono svegliato tardi, poi ho preparato i bagagli, fatto i saluti ed è arrivato mezzogiorno! E che vuoi partire senza niente nello stomaco? Il mio amico e collega Marcos, da bravo Italiano, non me lo permette. E così si risolve che parto alla una, ed invece che farmi in surplace i 700 e spiccioli kilometri preventivati ne percorro solamente 550, e col rischio di farmi strappare la patente dalla polizia svedese.
In compenso lascio il Väster Gotland, terra di fattorie, anche se separate da ampi boschi, e mi avvio verso nord attraversando il Gävleborg per addentrarmi nel Västernorrland. Ci sono sempre meno coltivazioni e sempre più foreste anche se la flora, a causa del clima più freddo, è sempre più nana. Anche la tipologia degli alberi cambia con l’andare sempre più verso nord: la percentuale delle conifere diminuisce ed aumentano le betulle.
Con la moto attraverso paesaggi veramente belli ma, per via della partenza ritardata, mi fermo poco e scatto solo due o tre foto durante il viaggio. Tra l’altro la metà del tragitto è sulla costa, ma non ci sono spiagge: solo alberi che mettono le radici a mollo nell’acqua. I colori, sia il verde delle foreste che l’azzurro dell’acqua, sono cupi; ma prendono il cuore lo stesso.

Mi sono fermato in questo alberghetto sulla riva sulla riva di una specie di …. Fiordo? Canale? Budello? (non so definirlo)… Con queste casette color pastello che si specchiano nell’acqua. Mentre sto scrivendo sono le 22:30 ed il sole è ancora alto e c’è luce come da noi alle 18:00. Io sono abbastanza stanco, compatite un povero vecchietto, e vado a dormire. Continua domani.
Martedì 18 Giugno 2013
Colazione abbondante e parto da Herrskog, dove ho dormito, alla volta di Rovaniemi, in Finlandia. La giornata è soleggiata ma ventosa e, anche col tutone in goretex e le imbottiture, la temperatura non proprio italiana si sente! Attraverso il Västerbotten ed il Norrbotten godendomi il freddo ed un panorama sempre uguale: foreste, foreste ed ancora foreste. Anche se sono sulla costa del Baltico il mare non si vede: gli alberi precludono la vista, a parte un paio di scorci. Un territorio così boscoso che, se fosse un po’ più secco, farebbe la felicità di quei bei tipi che d’estate, in Italia, giocano con i fiammiferi…
Entro in Finlandia dalla città di Tornio. Nulla a che fare con le officine meccaniche… la Finlandia: il paese europeo dove, a detta di tutti i sondaggi, si vive meglio. In effetti è tutto curato, pulito e perfettamente in ordine; la gente è educata e civile, ma mi sembrano un po’ più chiusi degli  Svedesi. Volgo il muso della moto verso nord-est e mi faccio gli ultimi 100 km con in faccia questo venticello che arriva da Polo Nord, affilato come un rasoio, e col cielo che si va rannuvolando. Arrivo a Rovaniemi (foto 8), il paese di Babbo Natale, poco prima che inizi a piovere: salvo!!! Super sauna (siamo in Finlandia, belli!!!), doccia e vado a cena, ad assaggiare la cucina finlandese: ho aggiunto alla collezione di carni mangiate in giro per il mondo anche quella di renna e di alce. Buone. Ora sono a letto a finire di scrivere della giornata, e fra un po’ mi addormento. Domani sveglia presto: ultima tratta verso Capo Nord, e non sto nella pelle.

Mercoledì 19 Giugno 2013
Partenza da Roveniemi alle 07:30, e ci sono: vento freddo da Grecale, nuvole basse e quella pioggerellina fine fine, quasi nebulizzata, che quando ti arriva addosso non ti bagna ma evapora praticamente all’istante, abbassandoti drasticamente la temperatura corporea. Una goduria. 5 km dopo Rovaniemi c’è questo paesino attraversato dal Circolo Polare, e segnato sulla pavimentazione della piazza principale. Non mi va di perdere tempo in deviazioni, così mi accontento di fare la fotografia al portale in legno, che identifica lo stesso Parallelo, sulla strada che sto percorrendo. Sono entrato nell’Artico! Dove d’inverno c’è la notte perenne, e d’estate il giorno pergì (una notte che dura sei mesi non è perenne, ma il calambour è riuscito bene!)!!!
La Lapponia è una regione affascinante e selvaggia: è territorio dalle migliaia di laghi, e la maggior parte di essi sono estremamente piccoli, ma molto belli. Il terreno che divide i laghi è principalmente permafrost: d’inverno ghiacciato e duro come la roccia, d’estate cedevole ed imbevuto di acqua; se ci finisci dentro, mi sa che gli archeologi ti troveranno tra diecimila anni e si chiederanno che ci facevi lì. Ma dove c’è tanta acqua ci sono anche tante zanzare, a milioni. E non sono fastidiose o aggressive. SONO VORACI!!!! Mi sono fermato un paio di volte per fare pipì, e mi anno attaccato ANCHE LI’!!!

Arrivato a Kaamanen svolto verso la Norvegia. Il territorio cambia: diviene ancora più boscoso e collinare e, al riparo dei rilievi che separano Norvegia e Finlandia, anche la temperatura migliora, anche se di poco. Entrato in Norvegia, volto verso nord, verso CAPO Nord, per i rimanenti 290 km. Per gli ultimi 200 costeggio il Porsanger Fjørden, che è il secondo del Paese in ordine di lunghezza, e finalmente, dopo 3976 km dal primo giro di ruota, arrivo, per la seconda dopo 28 anni, alla meta. E con la stessa moto!!!!

Faccio un po’ di fotografie e poi “volto la capa al ciuccio” per andare a cercare da dormire e mangiare. Tornerò per le 23:30, per immortalare il sole di mezzanotte: nel ’85 non ce l’ho fatta per via delle nubi. Speriamo bene.
Giovedì 20 Giugno
Immortalato il sole di mezzanotte, me ne sono andato dopo 10 minuti: c’era il mondo!!!
Per inciso, mi prendo lo sfizio di guidare fra mezzanotte e la una, per la seconda volta in vita mia e per 35 km di curve, tornanti e saliscendi, COMPLETAMENTE A LUCI SPENTE!!!!!

Stamane sono partito da Honningsvag alla volta di Narvik. Tira un forte vento da sud che, non ostante sia meridionale, è freddo ed affilato come una lama. Il paesaggio è bellissimo e desolato: non c’è un albero, non c’è un’anima in giro; solo il mare dai colori quasi mediterranei (non fosse per la neve sulle colline lungo il fiordo…), io, la motociclona e…. LE RENNE!!!! Fatta una curva me ne trovo un gruppetto che non sta attraversando sulle strisssie! Fortuna che andavo piano: mi fermo, prendo la macchina fotografica ed immortalo l’evento.

Altri 200 km di nulla sino ad Alta; passata la città percorro il Kåfjørd, dove è stata affondata la corazzata tedesca Tirpitz dalla Royal Air Force nel 1944; dopo un po’ inizia a piovere, ma la cosa è sostenibile; dopo un po’ ancora si mette a piovere ancora più forte, e la cosa diventa meno sostenibile, anche se ancora fattibile; dopo un altro po’ la pioggia continua e diventa violenta, come in un temporale estivo, ed è gelida, come d’inverno, e la faccenda diviene insostenibile! Vado avanti percorrendo kilometri di foresta, ed alla fine mi fermo davanti ad un albergo, a Bardufoss, e chiedo una stanza: la receptionist, gentile ma spietata, mi notifica che non ci sono stanze disponibili e, con una punta di crudeltà, mi suggerisce di proseguire per Narvik, che è una “grande” città SOLO 100 e fischia km più avanti, ed ha disponibilità di alberghi.
Scoraggiato, risalgo in moto e mi faccio forza. Dopo una sessantina di kilometri ho una visione: a lato della strada c’è questa bella casona con davanti un cartello, e sul cartello la parola magica… ROM! CAMERE! Mi infilo nello spiazzo con la motociclona, e prego mentre suono alla porta. Mi apre questo signore sulla settantina e, alla mia richiesta di alloggio, mi fa cenno di entrare ed annuisce. Sono salvo! Sua moglie mi chiede se gradisco un caffè o del tè, ma io gli chiedo solo una doccia bollente ed un letto caldo; lei, gentilissima mi mostra la camera ed il bagno e mi lascia. Penso di avergli consumato tutta l’acqua calda, ed ora sono sotto un piumone e sto scrivendo queste righe. Sono stremato e penso che tra poco mi addormenterò.
E invece non mi addormento. Bussano alla porta, ed il padrone di casa mi invita a cena. Parlando, durante il pasto, gli dico che sono stato in Aeronautica e lui mi risponde che ha servito nell’Esercito norvegese. Una tradizione di famiglia: c’era anche suo padre, ed è stato uno dei sopravvissuti alla battaglia di Narvik, nell’inverno 1940: un corpo di spedizione anglo-francese, assieme a Reparti dell’Esercito norvegese, è stato sbaragliato dalla Whermacht tedesca durante l’occupazione della Norvegia. L’uomo mi racconta un sacco di altre cose: ha una gran voglia di parlare. Credo che non vedano molta gente, non ostante affittino camere.
Ora sono a letto, e credo che tra un paio di minuti perderò conoscenza.

Venerdì 21 Giugno
Ho dormito 10 ore filate. Non mi accadeva da anni. Caricata la motociclona, riprendo la mia strada verso il meridione: percorsi una cinquantina di kilometri passo da Narvik: il posto, d’estate, è incantevole, soprattutto perché ormai sono ben al di sotto della linea di crescita degli alberi e lo Oforfjørd, alla cui fine sorge la città, è circondato da boschi. Proseguo il mio viaggio lungo la costa che costa non sembra, perché il mare nei fiordi sembra essere lago, e perché boschi di betulle e di pini si tuffano in quel mare che non pare mare. Paesaggi alpini che sorgono dall’oceano.

Dopo un’altra ottantina di kilometri arrivo a Skarberger, dove la strada si interrompe per… Fiordo! E’ l’unica interruzione di una strada di circa 2000 km che unisce il nord al sud del Paese. Da qui ci vogliono circa trenta minuti di traghetto sino a Bognes, sull’altra riva.
Ripartito da Bognes continuo lungo la strada dei fiordi sino a dopo Fauske; da qui la strada per Mo i Rana sale in montagna, un altopiano brullo, ventoso ed innevato per nulla attraente. A circa 100 km da Mo i Rana, nel bel mezzo del nulla, si erge questo edificio a pagoda circondato da un mucchio di auto, campers e roulottes; più mi avvicino e meno ci capisco, poi un cartello mi apre la mente: Circolo Polare Artico. E’ il corrispettivo norvegese, ma molto meno romantico, del finlandese villaggio di Babbo Natale; tutti e due  prosaici centri commerciali per turisti babbioni.
Sto uscendo dall’artico, dunque, e scendo dall’altopiano desolato verso Mo i Rana e la costa, dove riprendono i bei panorami di mare e boschi che si lambiscono. Dopo la città si rannuvola e comincia a gocciolare: non vorrei ripetere il numero di ieri… Decido quindi di fermarmi a Mosjøen e trovare riparo, ed ho fatto bene: ora sono in albergo che sto scrivendo e fuori piove niente male. Le previsioni per domani non sono buone: nuvolosità consistente e piogge più o meno forti su quel pezzo di Norvegia che devo percorrere. In Svezia, oltre le montagne che fanno da barriera alle perturbazioni atlantiche, il tempo è buono. Sto contemplando l’idea di attraversare le montagne e rientrare in Svezia per l’ultima parte del mio tragitto in Scandinavia: sono stufo della pioggia. Domani vedrò…

Sabato 22 Giugno
Partito da Mosjøen con una leggera pioggia. A qualche kilometro dalla città smette, anche se rimane nuvoloso e freddo. Percorro circa 300 km senza prendere una goccia d’acqua attraversando le Alpi scandinave, che hanno da invidiare alle nostre solamente l’altezza. Per il resto sono di uguale bellezza e fascino: addirittura in alcuni scorci ci si accorge della differenza solo perché le case che punteggiano i pascoli sono di stile diverso dal nostro. In certi momenti mi sembra invece di essere in Canada, con questi fiumi ampi, con qualche isolotto irto di abeti, e le foreste di conifere che si tuffano in acqua; o con il fondale roccioso, costellato di grandi massi, ed il corso più stretto a formare una serie di cascate e di rapide che farebbero la felicità di qualunque rafter. Anche se a malincuore, non mi fermo a prendere foto: c’è in atto una gara ciclistica sulla strada che percorro, una specie di maratona lunghissima, ed il traffico automobilistico ci deve convivere; se mi fermo sono perduto.
Anche se rimane nuvoloso, il tempo regge; decido quindi per il programma originale di attraversamento della Norvegia tutta e supero il fatidico bivio che mi porterebbe in Svezia e verso un cielo sicuramente più limpido. PRECISO!!!!! Percorsi una quarantina di kilometri, appena a nord di Trondheim, si aprono le cateratte. Comincio a bagnarmi e incazzarmi, ma ormai ci sono, e decido di continuare verso Lillehammer, 300 km più giù, sperando che la pioggia diradi o smetta. Giove Pluvio mi ascolta e riduce la portata d’acqua ad un livello quasi accettabile, ma il fantasma del barone De Goubartain insiste nel mantenere alto lo spirito agonistico dei ciclisti, dilettanti di tutte le età ed ambo sessi, i quali non mollano non ostante la pioggia ed il vento freddo e continuano ad incasinare il traffico. Morale della favola: rinuncio a raggiungere Lillehammer, tanto sono in anticipo sulla tabella di marcia, e mi fermo in un improbabile motel in un borgo dal nome ancora più improbabile: Kvam.
Mentre scrivo queste righe la roba che ho steso, zuppa a dire il vero, si sta asciugando, e di là in sala stanno approntando per la cena: stasera menù norvegese… Serviranno bistecche di balena e grasso di tricheco, oppure cibo più civile? Ve lo saprò dire….

Domenica 23 Giugno
Il menù norvegese non era niente di speciale: una zuppa di asparagi visti col binocolo (gli asparagi, non la zuppa), uno pseudo prosciutto di Praga di produzione locale e due pomodori. In compenso il tempo stamane promette… ACQUA!!!, come i giorni scorsi. Mi faccio forza e mi metto in moto, iniziando il mio attraversamento della parte sud delle Alpi scandinave. I paesaggi sono la replica di quelli visti ieri: in sostanza, bellissimi e selvaggi. Peccato per questo diluvio continuo che non me li fa godere. Percorro i primi 300 km passando Dombås, Lillehammer e Hamar, che sono i tre centri maggiori che hanno ospitato le Olimpiadi invernali del ’94; costeggio un fiume sbarrato nel suo corso da varie dighe a formare bellissimi laghi, ma me ne sbatto perché l’acqua viene giù a catinelle. Ad Hamar non ce la faccio più: abbandono la strada per Oslo e volto verso la Svezia, dove le previsioni del tempo sono migliori. I temporali mi inseguono (e tartassano) sino a Charlottenberg, città confinaria tra Norvegia e Svezia. Appena passato il confine le nubi si diradano e la pioggia cessa, come se il dio nordico delle tempeste, Thor, fosse rimasto confinato in Norvegia. Io esulto e lo mando italianamente a cag@re fuggendo verso una terra più ospitale e lui, bastardissimo vikingo (giusto per non dire cornuto), con un ultimo colpo del suo mitico martello, mi manda un ultimo super temporale giusto a cento kilometri dal mio arrivo! Morale: mi inzuppo in una sola volta come nei precedenti giorni messi assieme!!!
Arrivo a casa del mio amico e collega Marcos bagnato come un pulcino, non ostante gli ultimi 60 km li abbia fatti col sole (foto 21). Però, che belle estati che hanno in Scandinavia…. Mi faccio un doccione caldo ed usciamo con la famiglia a mangiarci una pizza svedese preparata e consumata in un locale gestito da irakeni: viva la globalizzazione! Però almeno la birra è un prodotto locale, ed è buona. Ora, come al solito, sto scrivendo queste righe prima di addormentarmi. Domani viaggio (corto) sino a Göteborg, traghetto, e dopodomani un Germania. Ci vediamo.

Lunedì 24 Giugno 2013
Partito da casa di Marcos Musmeci a mezzogiorno tra abbracci , baci e promesse di rivederci presto, magari in Italia e con la moto (lui è mukkista. Ma tant’è…). Mentre inforco la motociclona lui mi fa: “… Oggi viaggi tranquillo: guarda che bel sole…”. Si! Proprio! Mentre durante il viaggio mi prendo la mia passata d’acqua quotidiana, vorrei telefonargli per dirgli: “Guarda che, dalle mie parti, Tranquillo ha fatto una brutta fine! Li mortacc…”.
Arrivo al porto di Göteborg alle 14:00 o giù di lì; faccio il biglietto per la nave (sempre quella QUASI tipo Tirrenia), che pago con banconote umide, e mi imbarco. Un motociclista tedesco, che  si è imbarcato con me, mi dice di stare tranquillo: in Germania fa tanto caldo, e c’è tanto sole, che l’asfalto sta saltando via dalle strade. Io sono un po’ scettico: vista la maledizione di Giove Pluvio (o dovrei dire quella di Thor, visto dove mi trovo) che mi sto portando appresso da una settimana, magari da domani l’aria in Tedeschia rinfresca e l’asfalto rimane compatto nella sua sede… Magari anche un po’ bagnato!
Mentre ceno il traghetto salpa alla volta della Germania. Finito di abbuffarmi, passo davanti al Duty Free e vedo delle bottiglie di acquavite danese: ne compro una per il Calincontro Eridico. Visto che Fabio il Califoggiano è così gentile da occuparsi della mia sistemazione, il minimo che io possa fare è offrire da bere. Ora sono a cuccia, pieno come un otre e, come finisco il resoconto giornaliero, cioè ORA, chiudo baracca e burattini e stacco i contatti. Buona notte nordica: tanta luce e poco buio…
Martedì 25 Giugno
LA MALEDIZIONE DI THOR SI E’ AVVERATA!!!!!!!!!!!!!!!
Alla faccia delle temperature africane e dell’asfalto che salta. Sceso dal traghetto, a Kiel, guardo il cielo e vedo nuvole a perdita d’occhio, la temperatura non è certo estiva, ed io ho certezza di incontrare pioggia, tanto per cambiare….
Infatti, fino ad Hannover viaggio bello fresco e non vedo sole; da lì in poi inizia il calvario: 30 km di pioggia e 30 km di vento freddo, e così via. Ne ho le tasche piene: do gas alla motociclona, mi metto a 140 e decido di non fermarmi fino a Füssen, ai confini con l’Austria. In 10 ore mi sono spolpato 955 km, mandando a quel paese l’andatura turistica, i panorami e le fotografie….
Ora sto cenando, in questo ristorante a Füssen, mangiando specialità balcaniche (il proprietario ed il cuoco sono Serbi), e tra una portata ed un’altra sto aggiornando il diario di viaggio. Finito di cenare mi aspetta una docciona super, e mi sa che anche qui gli consumo tutta l’acqua bollente, ed una cuccia calda calda. Intanto mi sto intontendo con un litrozzo di weissbier… Poi si vedrà… Domani attraverso il Tirolo ed invado l’Italia, mi fermo a Riva del Garda un giorno a fare il turista, e poi  mi incontro con Rugi per andare al Calicontro Eridico. Non vedo l’ora di rivedere Fabio e gli altri amici. E poi, dopo due settimane a parlare inglese ed a mangiare strano, un (bel) po’ di sana italianità  ci vuole!!!
Domani mattina, se il tempo è bello, vado a fotografare il castello di re Ludwig, che ho mancato all’andata. Se il tempo è cattivo… A quel paese Ludwig, il suo castello e la Baviera tutta!!! Per ora ho finito di cenare, ed anche di scrivere. Ci rivediamo domani, magari più sereni, pioggia permettendo.
Mercoledì 26 Giugno
Credo che il castello di Ludwig non lo fotograferò. Mi sono svegliato alle 06:00 ed ho guardato fuori dalla finestra: nuvole basse e pioggia battente. Non ce la faccio più: è una settimana che non faccio che beccarmi acqua. Ma che estate è mai questa?
Mi metto in viaggio verso le 09:00: non piove, ma fa freddo; mi dirigo non ostante le precedenti intenzioni, verso il Königschlosser, il castello di Ludwig di Baviera. Anche qui niente più cultura, ma solo turismo di massa: per parcheggiare, € 5,00; non puoi andare da solo sino al castello, ma solo con la navetta, e sono altri soldi; al bar ti vendono cibo e beveraggi a prezzi da usura; il biglietto per la visita pare che costi, così ho sentito ma non mi sono accertato, € 20,00. E poi ci sono i negozietti che vendono i ricordini paccottiglia, tipo quelli che si vedono sulle bancarelle davanti al Colosseo. Solo che, e scusate si è poco, er Colosseo fa tutta ‘n’antra figura!!!

 

L’omino al parcheggio, col suo cappellino da Tirolese e il naso a bulbo da persona avvezza all’alcohol, si è permesso di incazzarsi quando, alla sua richiesta di € 5,00 per il parcheggio, gli ho risposto che nemmeno sarei sceso dalla moto, figurarsi poi spegnere il motore, per prendere una foto del castello. L’ho mandato a quel paese con una delle più forbite espressioni nel miglior dialetto romanesco. Il tutto accompagnato dalla migliore gestualità trasteverina.
Parto per il confine austriaco (nemmeno 2 km da dove mi trovo), l’attraverso ed invado il Tirolo. Memore dei grandiosi risultati della 1^ Guerra Mondiale, intimo agli autoctoni di arrendersi ma, chissà com’è, nessuno mi da retta. Attraverso Reutte, poi valico il passo di Fassberg per scendere nella valle dell’Inn; il cielo è sempre nuvoloso e spira un vento freddo da settentrione, ma non piove. Supero Innsbruck e sono costretto a prendere l’autostrada perché la statale del Brennero è interrotta, autostrada che abbandono per la SS 12 appena superato il confine. Giù per la valle dell’Isarco sino a Bolzano. Avvicinandomi alla città le condizioni meteorologiche migliorano nettamente: finalmente un po’ di caldo e di sole. Mangio un boccone e poi proseguo per Trento e Riva del Garda; arrivato qui mi dico: “… Perché non arrivare sino ad Idro, visto che lì ho appuntamento con Rugi per il Calicontro?…”. Detto e fatto: risalgo la Val di Ledro, supero il lago omonimo, sconfino in Provincia di Brescia e finalmente arrivo al lago d’Idro dove, indovinate un po’? Prendo la mia bella passata di pioggia quotidiana!
Ora sono qui, docciato e rilassato, a completare la pagina quotidiana di questo mio travel log, diario che interromperò per la durata del Calincontro, evento complementare ma estraneo al mio raid a Capo Nord, per riprenderlo poi per il tratto di rientro in Sardegna, e chiuderlo con il mio arrivo a casa. Saluti dalla Lombardia: terra di gente che ce l’ha duro….
Domenica 30 Giugno
Riparto da Brescia, dopo tre giorni di Calincontro, per rientrare in Sardegna. Mi lascio convincere da Rotondo, anche lui al Calincontro, di imbarcarci assieme a Genova.
La prima parte del viaggio è senza cronaca: autostrada sino a Piacenza; sotto Cremona attraversiamo il Po, dove vedo l’ampolla, riempita dal Senatùr e dai suoi accoliti sul Monviso, che galleggia placida nella corrente verso l’Adriatico… O è una bottiglia di plastica???… A Piacenza usciamo ed imbocchiamo la SS45 verso Bobbio e poi Genova: ecco un’altra strada dove riesco di nuovo ad usurare anche i lati delle mie gomme!
Percorriamo la Val Trebbia vedendoci sfilare gradevolissimi scorci del fiume e dei colli circostanti, sino a quando Sandro non si ferma per un caffè. Ad un tavolino del bar ci sono due coppie di mukkisti che ci guardano con aria di sufficienza, le loro moto tirate fuori dal lavaggio 5 minuti prima, le nostre piuttosto sporche (la mia specialmente); passando loro davanti li saluto e loro manco rispondono. A quel punto esprimo ad alta voce a Sandro che ciò che si diceva sulla maleducazione e sulla spocchia dei BMWisti e degli Harleyisti era fondato, e quei signori non fanno nemmeno una piega: senza dignità, oltre che senza educazione. Preso il caffè (e Sandro anche la sua droghetta tabacchifera) ci rimettiamo in moto verso Genova, dove arriviamo verso le 19:00, e lì, al porto, comincia il bello: c’è la ressa!! Dicono che c’è la crisi ma l’Italia va in vacanza. Andiamo alla biglietteria della Moby Lines, per il cui traghetto Sandro ha già il biglietto, e ne chiedo uno anch’io: io si, ma la moto no! Son già pieni di veicoli. Allora vado alle Grandi Navi Veloci, ma il traghetto parte l’indomani. Non mi rimane che la Madre Di Tutte Le Compagnie Di Traghetti: la TIRRENIA!!!! La signora allo sportello mi guarda scettica poi decide che possiamo salire a bordo, me e la motociclona, e ci vende il biglietto. Sono salvo! Solo che, invece di sbarcare ad Olbia, prenderò terra a Porto Torres. Pazienza. Vuol dire che mi fermerò a farmi pagare la colazione da Bos Taurus.
Ora sono sul traghetto (QUASI come quello preso per attraversare il Baltico) in attesa di avere una sistemazione migliore della poltrona che ho acquistato, ed intanto finisco di scrivere questo mio report. Se riesco ad avere una cuccetta potrò stendermi, dopo tante ore in sella. Speriamo bene….
Lunedì 1 Luglio
E’ andata bene: sono riuscito ad avere una cuccetta, ed ho dormito decentemente. Sbarco dal traghetto alle 08:15 e mi avvio verso Sassari. La giornata è soleggiata ma non calda, ed è un vero piacere sentirsi di nuovo a casa e percorrere itinerari già noti, e subito riscopro il fatto che noi siamo, come scritto sul frontone del Palazzo delle Civiltà all’EUR, un  popolo di poeti, di scienziati, di navigatori, di eroi…. Ed anche un popolo di incivili maleducati al volante!!! Appena uscito dal porto, non rispettano la mia precedenza ed provano a farmi fuori; dopo un po’, sulla strada per Sassari, mentre sorpasso un camion, avverto l’onda d’urto di quest’auto che mi arriva da dietro in supersonico e che, non ostante io non abbia ancora terminato il sorpasso, non accenna minimamente a rallentare. Più tardi sulla strada che da Sassari porta ad Olbia, un signore tanto bravo e carino mi sorpassa in curva, con la doppia striscia continua, e spingendomi all’esterno per cercare di farsi spazio. Alle mie rimostranze si permette anche di arrabbiarsi e continua per la sua strada. Lo ribecco qualche kilometro più avanti, fermo in coda per degli autocarri in manovra. Mi affianco, gli  stampo un dito medio sul finestrino e gli chiedo, con una delle mie espressioni più gentili ed educate, di scendere dall’auto a discutere del suo bel sorpasso. Sgrana gli occhi come un gufo e mi risponde che non l’ha fatto apposta; alla mia domanda, molto interessata, su quali siano i sistemi di bordo che permettono alla sua auto di sorpassare senza il consenso ed il controllo del conducente, mi guarda evidentemente in difficoltà ma, certa gente è proprio fortunata, il traffico si sblocca e lui riparte. Va via inseguito da una espressione molto colorita, ed anche io proseguo, per i pochi kilometri che mi rimangono, il mio viaggio. Altri 20 minuti e sono davanti la porta di casa e, dopo 8602 km (traghetti esclusi), il mio viaggio finisce. Un viaggio che mi ha portato ad attraversare terre che già conoscevo, ed altre da scoprire. Un’avventura rivissuta dopo 28 anni, ma che mi ha fatto sentire giovane, vista con occhi più saggi ed animo più pacato. Guardo la motociclona, che ha retto così bene: è sporca, lercia da fare pena, ma esprime ancora, non ostante i suoi trent’anni di età, una forza indomabile. La guardo ed il mio cuore scoppia di orgoglio: è la mia moto! La moto della mia vita…

 

Riccardo Bartolini

Analisi Guzzista

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di Ledcloud

 

Una bellissima canzone di James Taylor narra di momenti tristi e bui dove la ricerca di un amico è un ancora di salvezza per ridare fiducia nelle giornate tempestose ed allontanare lo spettro della solitudine e la malinconia che spesso nei cuori alberga in un angolino non sempre remoto.

Capita allora di scendere in garage aprire il lucchetto ed accendere la luce che illumina quel mondo fatto di una piccola passione che profuma di ferro, olio e benzina. Le cromature più o meno pulite luccicano amorevolmente sotto la luce del neon mentre l’odore del “garage” penetra dentro all’anima accelerando il battito e facendo venire la voglia di inserire la chiave nel blocchetto giusto per sentire il ronzio della pompa che mette pressione l’impianto, vedere la spia rossa accendersi e la tentazione di premere l’avvio. Ma no, non è il momento e la mano scivola lungo la sella, il serbatoio e accarezza lo specchietto che riflette un sorriso sornione.

La vetrina nell’angolo raccoglie i modellini raccolti negli anni che raccontano una storia fatta di motori, ferro, passione, sogni, ricordano gli incontri con gli amici su per le curve delle montagne e delle colline, di serate passate a raccontare di leggende metropolitane di motori esplosi per il cambio di un semplice cuscinetto o di un ingranaggio spaccato sotto il peso degli anni e del carico abbondante trasportato dal sud al nord, mentre i cavalli allineati d’avanti a noi sono la materializzazione di quei modellini.
No, qui non c’è il vezzo di esporre l’ultimo grido in fatto di moda, non c’è quella presunzione di essere alla moda all’ultimo grido tecnologico alla vanitosa elargizione di centinaia e centinaia di cavalli. C’è solo la fierezza di esporre una umile passione fatta di storia, pochi cavalli potenti e di razza che senti scalpitare a bassi giri e marce alte nei cilindri che spuntano a volte lucidi a volte sporchi. Ferri accoppiati come nei peggior incesti che partoriscono meraviglie potenti e veloci, magari non da circuiti famosi imputtanati da soldi e loschi traffici di mercato. Ma le gomme sbrindellate, i cavalletti limati e le marmitte scartavetrate non nascondono affatto timidezza, no. E nel silenzio della notte da sotto le tende le senti mormorare delle pieghe fatte sui passi alpini o sui colli degli Appennini tosco romagnoli, delle salite sul Gran Sasso o dei scorci panoramici del golfo del Salento. Le senti bisbigliare che domani…. sulle curve del monte Amiata ci sarà da divertirsi.

La sera scivola lentamente sui pendii intorno mentre il cielo regala qualche stella che ruba la scena alle nuvole che corrono ad inseguire una luna pacioccona e guardi lei tranquilla dalle linee morbide che nascondono il suono di un tuono e l’agilità di una tigre che mansueta ed obbediente ti fa accarezzare e pennellare quelle curve che portano nei luoghi così lontani ma pur sempre vicini. Prendo il tre piede e mi siedo la di fianco a lei chiedendole come sta, sfiorando con le dita quelle parti nascoste dove cavi e fili scompaiono alla vista per servire chissà quale accrocco ma nell’immaginario sono vene, arterie, nervi e tendini che danno vita a qualcosa di innaturale qualcosa che nella realtà non parla, non respira ma pulsa forte, è più le pulsazioni aumentano più l’adrenalina sale.
Ma so che non è così, son tante le circostanze che mi hanno fatto pensare e credere che forse questo pezzo di ferro forse non è poi una “cosa” senza vita, come quando non entravano le marce dopo una sosta e fui costretto a fermarmi a bordo strada e scoprire di avere il casco slacciato, per poi riprendere la marcia senza alcun tentennamento del cambio (o quasi!), oppure quando il tempo è avverso e la moto sembra non avere forza oppure ancora entrare in una galleria a tutta velocità in mezza piega e trovarmi sopra una lastra di ghiaccio e lei qualche colpo di coda e tirarmi fuori indenne dal buio mentre il puzzo della biomassa espulso si sentiva uscire dal giubbino. Son cose successe realmente senza invenzione alcuna.

Così le parli della tua giornata, dei tuoi guai sul lavoro, degli amici bicilindrici che non vedi da tempo perché di tempo non ne hai. Si corre in continuazione ma senza di lei e la senti al venerdì che scalcia sulla porta del garage anche se stai a chilometri di distanza, la senti, la calmi, le chiedi di avere pazienza.
Poi arriva il momento. Apri e lei e lì che saltella gioiosa, non sta nel telaio, vibra tutta. E’ ora; infilo la chiave, sblocco, giri il manubrio ed accendo il quadro. Luce rossa e ronzio. Sfioro il pulsante ed ella si anima con un boato che tuona nell’aria mentre le montagne e le strade sorridono voltandosi a guardarci e si preparano ad accoglierci con i sui profumi ed il loro nastro d’asfalto. Ed all’improvviso tutto svanisce, il buio dei tuoi pensieri scompare per lasciare posto a Lei che chiede di andare lontano, lontano da tutto e da tutti.

Ed il mio spirito si rasserena davanti ad un altro tramonto.

Aquile in Etruria – 14° Incontro di Primavera – I Report

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Aquile in Etruria 14° Incontro di Primavera

Aquile in Etruria: racconto di Nivola95

Report di Nivola95 Londra – Firenze Un viaggio con la mia California mi fa sempre sentire entusiasta e fortemente motivato. Questa volta poi che si trattava di un raduno Gzzista in Toscana il morale era a mille. Di discese in Italia con la mia amata Guzzi ne ho fatte varie, sempre in solitaria eccetto il […]

Aquile in Etruria: racconto di Red27

Report di Red27 “Io odio la Guzzi, odio questa fottuta moto, e mi odio perchè mi caccio in questi casini” Questo mi passava per la testa la mattina del venerdi’. Semplicemente non avevo nessuna voglia di partire. E’ un anno difficile, costellato di problemi di salute, familiari, brutte notizie. Solo il lavoro pare tenere botta […]

Aquile in Etruria: racconto di Goffredo

Report di Goffredo Prefazione Ringraziamenti Capitoli 1) In forma smagliante 2) Arancia Macianica 3) A letto con Beppe 4) Meeting Al 5) Humanitas 6) Contagion 7) Breve ma intenso 8) Come si dice in italiano ‘diesel’? Prefazione Scrivere un report dopo un raduno di Anima Guzzista è facile quanto descivere la Passione di San Matteo […]

Aquile in Etruria: commenti

FOTO Grigiotopo   BeppeTitanium   Cipo   Tonirag   Calidreaming   tacchinobicilindrico   Cristina   Macio   Tonypic51  Raimondog Commenti Cane Rientrato… :ok: Naturalmente per primo… :asd: Incontro fantastico e sorprendentemente tempo bello…. :celebrate: maxmanuv11 gruppo pistoia rientrati che qualcuno ha bisogno di curve? un salutone a tutti in particolare a chi purtroppo in questi due giorni ha dovuto assaggiare l’asfalto, comunque tutto e’ […]

Aquile in Etruria: racconto di Nivola95

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Aquile in Etruria 14° Incontro di Primavera
Report di Nivola95

Londra – Firenze

Un viaggio con la mia California mi fa sempre sentire entusiasta e fortemente motivato.
Questa volta poi che si trattava di un raduno Gzzista in Toscana il morale era a mille.
Di discese in Italia con la mia amata Guzzi ne ho fatte varie, sempre in solitaria eccetto il viaggio di andata per il 90esimo.
Comunque in un viaggio con la Guzzi anche se in solitaria per quello che mi riguarda non ci si sente soli con i suoi cilindri che ti parlano chilometro dopo chilometro tenendoti compagnia.
Da tanti anni sognavo di gironzolare per quei meravigliosi paesaggi toscani, prima ancora che lasciassi l’Italia svariati anni fa. Per una ragione o per un’altra peró mi sono sempre ritrovato ad attraversarla velocemente in autostrada pensando che alla prima opportunitá l’avrei girata da turista.
L’occasione, e che occasione, era arrivata con questo raduno Aquile in Etruria.
Nonstante un’annata non facile, tempestata da problemi vari, tra salute, famiglia, lavoro, etc, che mi avevavo quasi prosciugato totalmente le energie, mi ricarico al pensiero di gioire con la mia moto in quei paesaggi meravigliosi, e prenoto 2 posti, per portarci anche mia moglie.
Moto tagliandata scrupolosamente in buona parte da me stesso, eccetto sostituzione dei cuscinetti di sterzo e cambio gomme.
Cambio anche il filtro della benzina, per degli strani singhiozzamenti che mi si stavano presentando con vuoti in accelerazione. Operazione a dir poco antipatica, perché nella mia Cali si trova nel serbatoio. Bisogna far uscire e rientrare il gruppo pompa filtro da un foro fatto della piccolezza esatta per farti dannare e bestemmiare per svariati minuti, un centimetro in piú e l’operazione sarebbe molto piú serena.
Comunque mi ritrovo contento di averlo fatto perché scopro che il tubicino tra la pompa ed il filtro si é spaccato per metá vicino alla fascetta che lo stringe alla pompa, ecco spiegati quindi i singhiozzi ed i vuoti in accelerazione.
Chiamo in concessionaria ed il meccanico mi dice di comprarlo da un qualsiasi ricambista per autoveicoli e di tagliarmelo poi a misura, mi consiglia peró di comprarne uno per alta pressione.
Seguo alla lettera il consiglio e compro questo tubicino cosí come mi é stato indicato da un ricambista qui in UK che vende anche online.
Sistemato il tutto la domenica mi faccio un giretto di circa 160km tra il Kent ed il Surrey per sincerarmi che tutto fosse a posto e la mia Cali era goduriosa piú del solito da guidare, forse anche lei sentiva che presto avrebbe solcato le strade dei paesaggi toscani.
Partenza fissata per il mercoledí, tappa di avvicinamento in Francia ed arrivo in serata il giovedí dove avrei preso mia moglie all’aeroporto di Firenze per poi incontrarci col gruppone l’indomani mattina all’uscita di Impruneta.
Mia moglie non é un amante dei viaggi in moto, ma sa riconoscere ed apprezzare il bello, il suo paese, il Messico ne ha tantissime di bellezze naturali da mozzare il fiato, ma lei ama anche tantissimo le bellezze del nostro paese ed era trepidante all’idea di godere presto dei meravigliosi paesaggi toscani.
Ecco quindi che avevo deciso di risparmiarle la sofferenza della noiosa trasferta autostradale suggerendole di andare a Firenze in aereo.
Speravo anche che questa esperienza in clima totalmente guzzista con la fantastica Toscana ad incorniciare il tutto, la potesse aiutare a capire meglio la mia sviscerata passione per la moto e soprattutto la Moto Guzzi.
La notte del martedí, anche se rientrato tardi dal lavoro, dove dovetti veramente impuntarmi con la direzione per farmi dare 4 giorni liberi, visto che mi trovo nel bel mezzo di un progetto di quelli tosti e pesanti, invece di crollare dal sonno e riposarmi per bene, ero attivissimo, carico di adrenalina per il viaggio che mi aspettava.
Vado con molto piacere in moto anche qui e giro con vari motociclisti facendo percorsi anche impegnativi ed entusiasmanti ma il solo pensare che presto sarei stato a pennellare le curve del mio bel Paese in compagnia questa volta di tanti guzzisti mi dava una gioia immensa che nemmeno riuscivo a dormire, come quando da bambino la notte di Natale fatichi a prendere sonno pensando ai giocattoli che stanno per arrivarti.
Alle 3:45 del mercoledí mattina sono giú dal letto e mi infilo sotto la doccia, per poi incominciare i preparativi che per me sono quasi come un rituale per queste grandi partenze.
Il tutto, colazione inclusa, deve essere fatto nei suoi tempi e soprattutto con calma, per evitare di tralasciare o dimenticare qualcosa. Detesto essere giá in viaggio ed accorgermi di non aver preso qualcosa che mi sarebbe servito, meglio non accorgersene proprio a quel punto.
Il clima é stato inclemente anche qui, ma qui é la norma che faccia schifo quasi sempre.
Alle 4:30 sono giá in moto, c’é molta luce é praticamente giorno, a questa latitudine é normale in questo periodo dell’anno ma fa freddo, non appena uscito da Londra ed entrato nel Kent, il freddo si fa ancora piú intenso, l’ago del termometro che misi sul manubrio della mia Cali, stenta ad avvicinarsi ai 4 gradi, ed io stento a fare i 90/100 km orari per non gelarmi. Ma l’avevo calcolato, non essendo il mio primo viaggio con partenze all’alba in questo paese, mi ero dato un buon margine per essere comunque in tempo per controllo documenti ed imbarco a Dover.
Qundo finalmento esco dall’autostrada per fare gli ultimi pochi chilometri per il porto faccio fatica a non battere i denti dal freddo, mi consolo peró pensando che presto avró ristoro sulla nave. Si preferisco la nave al treno che passa nel tunnel sotto la Manica soprattutto quando viaggio in moto.
Quelle navi sono grandi, ci si puó sgranchire le gambe per bene, o sdraiarsi per un pisolino sui tanti divani, oppure mangiare qualcosa nei ristornati. Nel treno invece si é chiusi in un vagone ed anche se la traversata é piú rapida, si deve comunque star lí chiusi dentro senza veduta esterna e possibilitá di ristoro.
Pochi chilometri ancora, la strada incomincia giá a scendere verso Dover, dall’alto intravedo giá il porto e …… …… improvvisamente il motore della mia Cali perde di giri fino a zittirsi totalmente.
Riaccendo, fa fatica, pochi metri e si rispegne.
In piú di 6 anni é la prima volta che la mia amata California mi viene meno, mi rifiuto di crederci e provo ancora ma, ancor piú rapidamente si rispegne.
Sfrutto l’inerzia della discesa per togliermi da quel punto dove i veicoli sfrecciano ancora ad una velicitá di circa 100km/h per fermarmi in un posto piú sicuro e dare un’occhiata nella speranza di poter rimettere in marcia la mia moto.
A vista sembra tutto a posto, stacco le pippette delle candele e sembra tutto ok, la pompa della benzina fa il suo solito rumore quando si da il contatto, i relé ed i fusibili li avevo cambiati pulendo con l’apposito spray i contatti della morsettiera, comunque li sostituisco con quelli che avevo con me di riserva.
Sembra tutto in regola, o meglio il problema non sembra essere elettrico.
Riprovo ad accendere, il motorino parte poderoso senza esitazione, il motore si avvia, accelero e niente, si rispegne.
Sono sconcertato, non capisco cosa possa essere successo, qualcosa non va anche se sembra tutto in ordine, riprovo ancora, il motore parte non mantiene i giri e si spegne.
Sono affranto, faccio fatica a credere a quello che mi sta succedendo, il giro guzzista nella bella Toscana sta lentamente trasformandosi in una chimera ma non mi do per vinto e chiamo il soccorso stradale tramite la mia assicurazione.
Il furgoncino della AA (una sorta di ACI) arriva in 20 minuti, forse non tutto é perso.
A bordo c’una sola persona, spero sappia fare piú di me e possa rimettermi in viaggio.
Mi chiede cosa sia esattamente successo, gli spiego tutta la dinamica di come sia rimasto appiedato con molta calma. Voglio essere sicuro che abbia capito il quadro della situazione per evitare di metterlo fuori strada.
Mi dice OK fammi vedere se riesco a rimetterti in viaggio, … io lo spero.
Incomincia a fare gli stessi controlli che avevo fatto io, prova piú volte a rimettere in moto ma … parte ed ogni volta ancor piú rapidamente si spegne.
Mi guarda con un’ espressione di triste solidarietá dicendomi: mi dispiace, sembra tutto in regola ed io poi questi motori Guzzi nemmeno li conosco, non posso fare altro che chiamare il mezzo di recupero per farla trasportare a casa tua.
Mi sembra di star vivendo un incubo dal quale voglio solo svegliarmi rapidamente, ma é la realtá, peró ancora non mi arrendo, gli dico di non farla portare a casa mia ma dal concessionario Moto Guzzi, mi risponde che va bene, passa i dati via radio alla centrale mi saluta e va.
Aspetto che arrivi il mezzo di recupero, questa volta non saranno 20 minuti di attesa ma circa 2 ore e mezza.
Il morale é sempre piú basso, la speranza di potermi rimettere in viaggio sempre piú vana.
Mentre aspettavo il recupero, mi si avvicina un uomo che dice bella moto e mi chiede cosa sia successo, gli dico che non lo so ancora e che l’unica cosa evidente é che per qualche ragione il motore si spegne.
Riguarda la moto e fa: ah Moto Gazzi (si la maggior parte della gente qui proprio non riesce a dire Guzzi) é italiana, ecco dove é il problema!
Certo a quell’ affermazione tanto stupida quanto inopportuna devo ammettere di aver provato una certa voglia di “ritoccargli il profilo” dando anche un pó di sfogo alla frustrazione che avevo in quel momento.
Ma il pensiero principale é la mia moto, il viaggio, la Toscana, il raduno guzzista e gli dico con tono molto secco che anche io come la moto sono italiano ed é meglio per lui se evita certi commenti e cambia aria. Mi guarda dritto negli occhi per alcuni secondi, e poi senza dire una parola si allontana.
Arrivato il camioncino di recupero, nel vedere la mia moto mestamente caricata nel retro, sento che la rabbia e la delusione lascia il posto alla tristezza, é strano ma mi sembra che la mia moto sia quasi come un ammalato caricato in un’ambulanza, sono in pena per lei.
Arriverá dal concessionario solo nel pomeriggio e dopo un’occhiata molto sommaria decidono che devono dedicarci piú tempo e possono solo farlo l’indomani.
A quel punto le speranze di salvare il viaggio tanto agognato svaniscono definitvamente, raccolgo i pensieri per cercare le parole da dire a mia moglie per informarla dell’accaduto e delle sue conseguenze; il tour guzzista in Toscana per questa volta é saltato miseramente.
Lei aveva anche sperato di fare un giretto nella cittá di Dante e ricca di tante delle opere di Michelangelo se fossi riuscito ad arrivare un pó prima ad incontrarla all’aeroporto il giovedí.
Quel giovedí invece sono andato in concessionaria perché volevo vedere con i miei occhi cosa avesse causato il guasto rovinandomi il viaggio.
Hanno controllato tutta la parte elettrica, centralina, potenziometro, etc., tutto ok, la pompa benzina faceva il suo rumore classico di quando funziona per bene, ma staccando il tubo della benzina dal serbatoio e facendo girare la pompa, si nota che il flusso della benzina é molto poco consistente.
Bisogna allora tirar la pompa fuori nuovamente, gli dico che ormai ho una certa praticitá nel farlo, ed i 2 meccanici molto volentieri mi cedono il passo, visto che detestano aver a che fare con quel dannato orefizio troppo stretto per farci passare agevolmente la pompa col filtro.
Svuotato il serbatoio dell benzina, incomincio non senza lanciare qualche “complimento doveroso” a chi ha disegnato quell’accidenti di foro troppo stretto per tirar fuori la pompa e quando é giá mezza fuori stento a credere ai miei occhi ………il tubo nuovo che avevo messo pochi giorni prima, tubo ad alta pressione specifico per benzina (vendutomi letteralmente come petrol resistant high pressure fuel hose) era corroso per quasi la metá della sua lunghezza. In meno di una settimana e poco piú di 200 km si era sciolto nel serbatoio!
Ormai l’amarezza di quel che é successo é stata assorbita sia da parte mia che di mia moglie, infatti sono riuscito anche a scriverne dell’accaduto.
Talvolta penso che certe cose accadono per una ragione anche se non ben chiara. Forse non era ancora tempo per me per esaudire questo ormai decennale desiderio di trotterellare per le curve della Toscana e dovró aspettare ancora un pó.
Intanto mi sono confortato leggendo i vostri racconti e guardandomi le vostre foto, mi fa piacere che sia stato un bel raduno ed auguro a coloro che purtroppo hanno avuto incidenti un pronto e totale recupero.

Aquile in Etruria: racconto di Red27

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Aquile in Etruria 14° Incontro di Primavera
Report di Red27

“Io odio la Guzzi, odio questa fottuta moto, e mi odio perchè mi caccio in questi casini”
Questo mi passava per la testa la mattina del venerdi’.
Semplicemente non avevo nessuna voglia di partire.
E’ un anno difficile, costellato di problemi di salute, familiari, brutte notizie. Solo il lavoro pare tenere botta come in un isola felice e surreale, se guardata rispetto al mondo esterno, ove il lavoro e’ IL problema.
Io, gia’ ansioso ed ipocondriaco di mia natura, sento tutto come amplificato. E quando vado giu’ in garage, e vedo il fanale del v11 che mi occhieggia, non posso che pensare “che delizia, ma che croce”. Problemi? macchè, in fondo mica ne ha dati. ma gli ha dati agli altri, e per un ansioso come me, se il tuo amico si chiama TacchinoBicilindrico, detto anche coluichescalzo’alecafèdallalistadiv11cistasfigato, beh…….una moto cosi’, la odi.pur se la ami. Speriamo mi riporti a casa.
Con mille brutti pensieri in testa, compreso l’ansia per un meteo che potrebbe essere di merdissima, parto, e continuo a tirare ragioni balorde. l’autostrada la odio. ma che ci faccio, qui, a 150kmh, e mia moglie a casa con la bimba e sto vendo di mmmerda laterale?
Finalmente arriva l’area di servizio Cantagallo, ove ho il puntello con Guzzirock. c’è pure Anka con la sua specialotta davvero niente male. si aggregano anche altri che non conosco, e si parte.
Direzione Impruneta. il tempo regge.
Ed arriva pure il primo raggio di sole della mia giornata. arrivare al casello e vedere “enne” moto guzzi, fa bene al cuore. ed al morale. Mi incrocio con Aidan, è radiosa e smaniosa per il raduno, per la situazione, becco il Presidente, Goffredo, Valter, Beppetitanium, Diego, Aires ed altri……ed il mio morale inizia a cambiare.
Il cielo non promette niente di buono, ma via verso le curve. un due tre, e tempo 100 metri vedo il Monza (credo), che a momenti mi polverizza uno scooter che le proferisce gesti di stilnovistica amicizia per il sorpasso effettuato!
Cerco di mettermi un po’ avanti nel gruppo, la guida in mezzo al gruppo non mi piace, di solito, e mi metto dietro a Tatiana che con una Nevadina stracarica va come una libellula. il tempo è mutevole, l’asfalto infido, cambia ogni 100 metri, asciutto, bagnato, umido……ma inizio a divertirmi, finalmente!! Per qualche oscuro motivo, la guida in queste condizioni mi riesce bene, non sono veloce, ma rilassato si.
Anche perchè le strade, sono belle. Liscie. per un parmense, provincia avente 840 km di strade segnalate con frane, c’è da gridare al miracolo. C’è da gridarlo pure per Maelganis. Ma quanto minkia va con quella moto??
Ci si riammucchia tutti non so dove, si sparano due minkiate, il presidente paga per tutti al bar, e si riparte. Ad un certo punto non so piu’ dove sono e chiedo a BeppeTitanium, che fa strada, se sa dove stiamo andando. Non lo sa manco lui.
Il cielo si apre ed il sole inizia a scaldare un po’. ad un certo punto non vedo piu’ Guzzirock, dietro di me, ma non ci do peso. avevamo tirato un po’, c’era traffico, ci sta. Una curva via l’altra e ci si ferma in prossimita’ del ristorante…e inizio a capire cosa ci faccio qui. Il paesaggio, in quel crocicchio, è a dir poco spettacolare, vicino a Volterra. Di colpo realizzo che è tutta mattina che sono in mezzo a quella toscana da cartolina, con le sue colline, il suo verde, ed i suoi paesini. i brutti pensieri sono lontani. cazzo, sono felice. Finalmente.
Al ristorante finalmente ci si riposa. c’è pure Tacchino, Califoggia, Nedo……ed ovvio una Guzzi mezza smontata per qualche problema tecnico incomprensibile per uno come me , ma che verra’ risolto.
E gli altri? urka, n do stanno gli altri? passa il tempo e nessuno si vede. sinchè Guzzirock arriva…”è caduto Mdanè”….ma merda, con la shiver. Sta bene, moto inabile al servizio…….tempo due minuti, arriva pure Aires. Ilaria Aidan è caduta, ha preso in pieno un Apecar. Merda. sta bene, ma decido di accompagnare Tacchino in ospedale a Poggibonsi, dove Diego è in sua compagnia.
La troviamo bene, nonostante tutto, gli è andata di lusso, ma anche il tipo dell’apecar è malconcio. Se lo prendeva Beppe col cali 1400 se lo puliva dal parabrezza coi guanti! Da bravi guzzisti siamo affamati, saccheggiamo il distributore automatico prima, e lo mandiamo in crash poi, deve intervenire il tecnico!! Diego deve avere un passato da flipperista, il piu’ bel tilt mai visto!
Aspettiamo le dimissioni della nostra Ilaria e torniamo, a sera inoltrata. Al posto di una bionda, in bungalow con me e Tacchino c’hanno messo un maschione di un metro e 90 per 100 e passa kg. Grigiotopo! Nei lettini singoli non ci entra!
Ad un tratto, il terremoto! Ah, no. È Grigiotopo con la sua silhuette da libellula che si gira nel letto, dicendoci mirabilie sul suo russare e fare le puzze. Non mi ha ancora sentito andare al bagno!
Di notte fa un freddo umido del menga, mi addormento contro la parete del bungalow, al mattino c’ho un umidita’ tra le spalle che mi muovo sciolto con un palo del telegrafo.
E si parte di nuovo. i brutti pensieri sono lontani, mi godo le curve del mattino dietro a Nello, la strada è bellissima, il panorama da urlo. Faccio un bel pezzo con Goffredo e signora, e mi viene una voglia matta di avere una moto comoda, per la mia signora, ed ogni tanto scarrozzarla come meriterebbe. La domanda del mattino prima è mutata. Che cazzo ci faccio qui…..da solo, senza Daniela, in questi posti fantastici……
Ahimè, i problemozzi che mi affliggono da un po’ mi rompono le uova nel paniere, e mi devo fermare per rifocillarmi e riprendermi. Mi sento svenire, e devo avere una cera pessima, se ne accorge anche la barista. Devo avere le visioni per colpa della pressione bassa, perché mi pare di vedere passare FlavioT3 e Calidreaming. Penso quasi di tornare indietro, ma poi penso che mandare affanculo il mondo e la sfiga è meglio, e riparto. Tengo duro, mi rilasso, il cibo mi ha ridato la birra che serve, e ricomincio a divertirmi. Il v11 è una gran moto.
Mi perdo, non trovo il ristornate, e incontro FlavioT3, Bicilinder e Calidreaming……almeno non ho le visioni.
Ci si ammucchia tutti al ristorante, se magna, se beve, si ride e si scherza. Conosco la Kinky&Pinky family, Saiot e vedo il Berghella che illustra la via su di una cartina ai Guzzisti.
Il ritorno decido di farlo in solitaria con Tacchino, sprezzando il pericolo a 62.3 kmh orari in discesa col vento a favore.
Il paesaggio è incantevole, e le strade per me sono bellissime. Per tacchino, abituato ai biliardi sardi, sono dei tratturi.
In una curva vedo la colonna sarda ferma. Il panorama è da urlo, e credo stiano facendo foto. Bos Taurus, ha una cera strana. Sticazzi, è caduto pure lui. Sta bene e si rimette in sella.Lo ritroveremo alla sera, a cena, in forma. Assieme alla Pandora, che dividera’ con me e Tacchino il triletto a castello.
La serata diventa una roba da uomini duri, da guzzisti veri, o da fighetti degni della movida parmigiana biemmevuista.
I duri vanno in moto al motoclub dei germi, i movidari come tacchino stanno in camping.
Faccio il duro, anche se ho il culo piatto, e poi Valtetre ha detto che sono solo 5 km, vabbè, poi sono il triplo……e ne vale la pena. Solo la vista del serpentone di moto nel buio, vale il prezzo del biglietto.
Una rock band di ragazzini mi fa capire che con la chitarra sono uno sfigato, vinco con Badude la champions di calciobalilla, Enrico ci fa capire una volta di piu’ la differenza tra un chitarrista vero ed il resto del mondo.
E si sparano una serie di minkiate a cielo aperto che mi piego dal ridere.
Grazie ad AG di esistere.
Dopo una nottata di perversioni con la Pandora(si vendono foto a prezzi modici), che ci lascia una manata sul vetro appannato che manco Kate Winslet in titanic, con somma invidia di Grigiotopo, è ora di ripartire…..e stavolta verso casa. Una breve sosta dal conce Guzzi per un aperitivo, ci si saluta e poi via in autostrada.
Esco ad Aulla, pare che Tacchino sia a piedi a Livorno…. mi faccio il mio amato passo del Lagastrello. Un disastro. La strada è a pezzi, e dove non potè il gelo, le frane han completato l’opera.
Magicamente, a Livorno, il v11 di tacchino riparte.
Sinchè finalmente arrivo a casa. Sono frastornato. Sono partito quasi controvoglia. Sono tornato ma non avrei voluto. Guardo la mia moto, il v11. Mi scappa da ridere, perché mi rendo conto che ormai, non è piu’ un pezzo di ferro, per me. Da molto tempo. È amore odio, è ansia e goduria, è una donna troppo bella per averla, ed hai paura di perderla. Capisco, in modo ormai radicale, temo, come questa Guzzite si sia insinuata dentro di me, un po’ alla volta. Non c’è storia. Le altre moto alla fine ti san di niente. Sono piu’ belle, vanno meglio, piu’ cavalli, tutto quel che vuoi…..ma sempre a Mandello ritorno. È una sensazione sottile ed impalpabile. Ma che quando sono agli incontri di ag è fortissima.
E poi ci sono i mille colori che solo queste persone riescono a darmi quando ci si incontra. Sono partito a pezzi, col morale sotto i tacchi, ingrigito. Sono tornato ad un metro da terra, sereno, col sorriso. Con la voglia di prendermi un’altra Guzzi, piu’ comoda, per viaggiare bene anche in due, perché prima o poi mia moglie deve capire a fondo cosa vuol dire essere Guzzisti, e che gente incredibile si aggrega attorno a questo marchio. Anche se separarmi dal mio v11 non so se sara’ possibile. In fondo senza di lui, tutto questo non ci sarebbe, per me.

Aquile in Etruria: racconto di Goffredo

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Aquile in Etruria 14° Incontro di Primavera
Report di Goffredo

Prefazione

Ringraziamenti

Capitoli

1) In forma smagliante

2) Arancia Macianica

3) A letto con Beppe

4) Meeting Al

5) Humanitas

6) Contagion

7) Breve ma intenso

8) Come si dice in italiano ‘diesel’?
Prefazione
Scrivere un report dopo un raduno di Anima Guzzista è facile quanto descivere la Passione di San Matteo di Bach facendo il mimo, o spiegare ad un ceco la Capella Sistina, senza sapere una parola di ceco…
O tentare similitudini più idiote dopo quella appena proposta; in entrambi i casi sono tre qundi entrambi non va bene, ecco, vedi, sono dimenticato l’italiano e basta allora se non mi vuoi aiutare torna pure da tua madre, tanto che non lo so dove vai veramente?
Ma, si diceva, appunto del raduno.

In forma smagliante
Attività tra le più stressanti per l’uomo moderno la decisione di partecipare all’incontro di primavera non è cosa da prendere alla leggera. Specie se si risiede in luoghi diversamente vicini alla meta. La prima cosa da veri, e anche ficare, è la possibilità fisica di esserci, giacché, come insegnano i Dialoghi del Berghello et del Pintor*: non puoi essere all’una all’appuntamento a Padru, se è l’una e tu non sei a Padru. (Cfr: Appuntamenti Sardi e Bilocazione da Padre Pio ai giorni nostri; Edizione Atlantide). Quindi facciamo un salto indietro nel tempo ed immaginatevi il mio gaudio, la mia letizia, il mio tripudio financo, allorché sulla mailing list dello staff, gli occhi miei lessero (lecquettero?leggiorno?) un messaggio del President che recitava, più o meno: “allora ragazzi, ho sentito Valter: 31 maggio, va bene?”
Un rapido sguardo al mio calendario, che al confronto quello dei Maya è più comprensibile e scorgo un buco. Aspettiamo che Andrea torni dal bagno dopo aver letto ‘scorgo un buco’ e riprendiamo. Ebbene sì, tra New York e Abu Dhabi c’è giusto il tempo per un salto a Verano Brianza. Le tre grandi capitali del divertimento, del resto. Ma tant’è, la decisione è presa: atterrerò a Roma, un bel pisolino e mi frecciarosserò a Milano, prenderò colà la nuova motoretta che m’attende d’arancio vestita et via lieto e gaio per la Toscana! Il calendario di Fra, che al confronto quello dei Maya l’ho già detto, contempla per ella la possibilità di prendere un treno il venerdì pomeriggio destinazione San Vincenzo. Non esattamente un Frecciarossa nel suo caso, ma pazienza, l’importante è partecipare, non come l’anno scorso che mi persi la Puglia. Che pure sta lì da duemila anni, come diceva Benigni, ma tant’è, io la persi.
Aspettiamo di nuovo che Andrea torni dal bagno perché si è immaginato un apostrofo rosa fumetto e ha letto ‘io la apersi’.
Dunque, si diceva, in forma smagliante, con un jetlag immondo appaio a Verano Brianza nel primissimo pomeriggio del giovedì. Siamo pronti!

Arancia Macianica
Ma come, Goffredo, – si chiede il numeroso popolo che attentamente segue le mie vicende (mia mamma e mia moglie) – non c’hai un V11?? E ce l’ho sì! – rispondo io – E pure variegato al cacao con cinquanta sfumature di minchia e quella sensazione, come di, assorbimento.
Solo che alla fine della scorsa estate, esso, lo V11, mi ha guardato e mi ha detto: ammettilo, non sei più il motard di una volta. Tre anni di Breva 850 hanno fatto di te una scoreggina di motociclista. Non sopportavi bauletti o parabrezza, adesso sogni le manopole riscaldate… Sgommavi senza nemmeno accorgertene e adesso senza ABS non esci nemmeno di casa. Mi fai schifo. Vendimi! Vattene!
Ora, già è grave se una moto vi parla (almeno così sostengono i medici che mi seguono), figuratevi quando vi insulta. E la cosa più triste è che ha ragione: provata la comodità e la versatilità e anche il tralallalà della Brevona, è difficile tornare al V11. Ci provacquimo, eh! Non che non ci provacquimo, l’estate scorsa, io e Fra a fare i giovani: dai che Bologna arriva in un attimo, poi pranziamo sulla Futa e poi la Cassia e per cena siamo a Roma. E invece per cena eravamo dei relitti immondi scossi da tremori e dolori articolari… Insomma, per farla breve, ho chiesto ai miei pushers della Millepercento di coprire amorevolmente il Vascello del Demonio e di assemblare Arancia Macianica (nome provvisorio esplicativo): si prenda una Norge che Macio ha scagliato contro il trasporto pubblico meneghino tutto; se ne selezionino le parti più belle, la si guarnisca di arancio di provenienza Breva (o forse Panda, gli unici due veicoli colorati a minchia in quel modo) e si completi il tutto con un manubrio di una 1200 sport et voilà la mia nuova turistica stradale per vivere il mio tempo e la performance. La moto è pronta che mi aspetta, in uno scatolone recupero il mio giubotto, pantaloni, guanti e casco e così accompagnato da una folta flora batterica salto e schizzo a razzo (attendiamo Andrea che fa di nuovo un saltino al bagno e proseguiamo).

A letto con Beppe
Che Valter sia un mito del nostro tempo sarà cosa evidente alle masse a fine raduno. Per pochi eletti, tale epifania si enuncia preclara sin dal giovedì.
Dialogo:
– Oh ciao bello
– Oh ciao
– Oh, io mo prendo la moto e punto verso la toscana, eh.
– Oh, c’hai dove dormire?
(noterete che noi fighi iniziamo sovente con oh)
– Mah, boh, mi fermo dove capita, dipende dal tempo, qui minaccia tempesta, a seconda di come
– Un falco
– Eh?
– Un fa ‘l cojone: vieni a dormire da me.
– Ma hai posto, non disturbo?
– Tranquillo.

E uno già qui è tutto emozionato e pensa: mitico Valter, che generoso! Poi arrivi da lui e scopri che sta già ospitando:
– lo zio della moje, er cugino del cognato, er gatto der vicino, due amichetti dei figli, il parroco del paese, la locale squadra di Rugby Under 21 Atletica San Casciano, una band di Castellina in Chianti specializzata in cover degli Smiths, il mago Otelma, tre degli Intillimani e il mai dimenticato Odoacre Chierico.
Ma ancora più incredibile è che c’è pure Beppe Titanium.
Numerosi Guzzisti sono già in zona ed una pizzata anteraduniana si impone. Noi prescelti visiteremo in anteprima il luogo del pranzo del sabato. Ciò ovviamente non impedirà ad alcuni tra noi di perdersi sabato (me ga dito el bepi de tirare dritto…) ma non divaghiamo.
Passata la pizza, si va a dormire da Valter… Punto a Chierico ma mi chiude la porta in faccia, rubo un flauto di pan ad un Intillimano ma me lo infila laddove e così mi tocca dormire con…. Beppe Titanium!!
La notte scorre tranquilla fino a che Beppe non decide di segnalare l’arrivo dell’alba svelando il suo antico sangue Navajo e producendosi nella Danza della tosse convulsa da fumatore creativo. Il sisma viene avvertito in tutta la regione e io mi sturo dal flauto di pan. Tutto sommato, poteva andare peggio.

Meeting Al
È ormai un classico. Per tutta la durata del raduno, mi sono portato appresso il mio carissimo amico Al.
Al Zeimher, fedelissimo compagno di conversazioni diversamente astute che non mi lascia mai. Come ogni anno, ci si rincontra, ci si riconosce (eh?) e ci si saluta ammodino. Seguono stralci di conversazioni tra me, Al e vari guzzisti:

-Ciao Goffredo!
-Ah, ehm, ciao… E tu sei… dunque…Aspetta, non dirmelo… il tuo nick è… dunque… Caligris… No, no, è Puff… no, aspetta, certo tu hai un Neva.. fornia, esatto, un Griso, appunto! Sei nuovo del no certo, abbiamo dormito/cantato/cenato insieme al Uinterparti/alle GMG/allo Spadino…
E dunque aspetta ti chiami, aspetta aspetta….
-Mi chiamo Francesca, sono tua moglie, idiota!

Scusatemi tutti e fatevi tutti le toppette con il nome sennò son fottuto.

Humanitas
Il nome Aquile in Etruria è evocativo ma Aquile in Toscana forse sarebbe stato più azzeccato. Perché la magia della Toscana, e soprattutto in quel tratto di Toscana che abbiamo attraversato in lungo e in largo è proprio nell’essere oggi, ancora oggi, una della regioni più belle del mondo; un paesaggio reso sublime dall’intervento dell’uomo nei secoli: non solo gli Etruschi ma anche e soprattutto i Romani che, come è ben documentato (cfr. Angelelli: I Consoli che piegavano con le Bighe, Edizioni Salto nel Tempo, Roma 2003), disegnarono la Cassia pensando ai loro pronipoti su due ruote a motore. E ai Signori del medioevo e del Rinascimento che decisero di collegare Poggibonsi a Castellina attraverso la 429, non glielo diciamo grazie? E la SS68? la SS73? Strade franche e iolande che abbiamo potuto apprezzare al meglio complice un meteo che ci ha graziato nonostante i pronostici poco favorevoli. Eh sì perché la giornata di venerdì inizia con un appuntamento al casello di Impruneta con un cielo comsicomsà… Nuvoloni, poi sereno, nuvoloni.. Piove? Non piove? Senza ritegno mi riavvicino alla fede dei padri e recito tre Pater e un Ave Maria… Cosa non si fa pur di evitare l’acqua in moto. Mi sa che non vi avevo ancora detto che solo ieri la tratta da Verano Brianza a San Casciano ero riuscito ad evitare acqua, grandine e neve (no, non scherzo, nevicava sul Passo del Bocco, citofonare Beppe Titanium) sempre recitando un rosario nel casco. Siamo al venerdì e continuo le litanie. Il tempo di mettersi in moto e dopo trentasette secondi inizia a piovere. Poche gocce ma bastano ad allontanarmi dall’ortodossia. Poi inizia a piovere forte, abbandono il cristianesimo, salto ebraismo e islam e mi trovo in un distributore a mettermi l’antipioggia bestemmiando Visnù e altre divinità indiane. Funziona! Smette di piovere e non smetterà più per tutto il raduno! Il fondo sdruccio e anche evole invita alla prudenza ma pian piano che la strada si asciuga i ritmi si faranno più allegri. Nulla di eccessivo, sia chiaro: nel mio personalissimo libro del motociclismo stradale esiste una regola che dice che solo in Sardegna ci si può esprimere nella perfetta minchitudo. In continente ci si limita perché c’è di tutto e di più e non è sempre gaio ciò che incontri come empiricamente dimostrato dai professori Mdané e Aidan con i loro rispettivi saggi su: Avvallamenti trasversali in curva e Apecar e Impenetrabilità dei corpi.
(aspettiamo Andrea che ha letto di corpi e penetrabilità ed è corso al bagno di nuovo).
Le notizie delle pubblicazioni scientifiche di Aidan e Mdané ci arrivano alla
Le prime sono positive: Mdanè sta bene ma ha sfondato l’Aprilia! Evvai! Ah no, cioè, cavolo mi dispiace… Ma poi ci dicono di Ilaria. A quanto pare un Apecar non ha resistito al suo fascino e ha tentato di sedurla zigzagando. Ilaria ha ionizzato nell’ordine: l’Apecar medesimo, tre platani e la sua Brevina…
Porca paletta, alla notizia facciamo mente locale e due caduti nella mattina del venerdì è un record! Porca paletta. Abbandono anche Visnu e continuo il giro del mondo in ottanta moccoli: arrivato all’Isola di Pasqua, me la prendo con Rapa Nui. Rapa Nui sarà magnanimo e non ci saranno altri incidenti.
Dopo la sosta nel meraviglioso ristorante presso il Molino d’Era (troppo fico incontrare in Toscana due colleghi da Abu Dhabi), partiamo alla volta del Campeggio attraverso le meravigliose strade delle valli intorno a Volterra.
Mi approcciano Enrico e Gnappo al distributore:
-ti seguiamo? Tu sai la strada, vero?
Li guardo con quel magnetismo animale che mi ha reso famoso al Togni e al Medrano, faccio spallucce e rispondo:
-ragazzi, ma vi siete dimenticati che sono mezzo toscano? Seguitemi che vi porto in campeggio. Basta non perdere il segnale per Castagneto Carducci!
Arrivati a Pomarance, l’apposito Ente per il Turismo Creativo fa sparire tutti i cartelli per Castagneto Carducci e li sostituisce col il cartello “e ora puppa!”.
Non mi perdo d’animo e a parte una leggerissima deviazione più a sud del previsto, riesco a portare i miei compagni di strada in camping prima di sera!
E poi, è stato o non è stato bello quel tramonto in Salento?

Contagion
Il dubbio è di quelli notevoli. Immaginatevi: siamo arrivati alla sera del sabato.
Eh? Come come? Ma non eravamo al venerdì? Esatto. Ed io il sabato manco ve lo racconto. La deviazioncina in solitaria per i boschi prima di Massa Marittima, l’incontro con Fange, Alme e …… (inserire qui il nome che il mio amico Al Zeimher ha omesso) a San Casciano; Macio che ci saluta dall’aeroplanino, la SS73, la Chiantigiana, il buffet e il tavolo TDC… San Giminiano e Monteriggioni che spuntano tra le colline, la deviazione per Bibbona, e il rientro al campeggio con il Comandante che ci aspetta… Grande, grande comandante, anzi Ammiraglio! Eh no, mi spiace ma se non c’eravate non resta che la guida alle mille spiaggie di Pho-Te-tee, il magico atollo polinesiano.
Dunque si diceva, siamo alla sera del sabato e dopo un buffet panta e anche gruelico – metonimia della perfezione gastronomica la parmigiana di melanzane molto applaudita – ci si interroga sul programma della serata.
Mi spiego: è consumata tradizione della pregiata Associazione Sportiva Anima Guzzista di non proporre girelli digestivi. Della serie: dopo che se magna e se beve alla sera, non si risale in moto… Se va giù uno facciamo filotto… Se ci palloncina la polizia ci ingabbiano, e così via dibattendo. Ma stavolta siamo attesi alla clubhouse dei Germi, un motoclub animato da degli amici di Beppe Titanium; la loro club house è a due passi dal camping e stasera c’è musica dal vivo.
Valter e Beppe iniziano a mentire senza ritegno:
la club house dista dieci chilometri dal camping verso le sette di sera.
Alle otto, i chilometri sono diventati cinque. Alle nove la clubhouse è praticamente dentro il camping. Non ci sono scuse, si parte. In due ondate, scortati dai Germi, due nutriti gruppi di Anime Guzziste raggiungono la Clubhouse.
Il mio amico Al mi impedisce di ricordarmi i nomi dei mitici Germi, ma la serata è stata fantastica: in giardino, si filosofeggia di antidolorifici naturali, si porta il biliardino a livelli di astrattismo puro mentre all’interno si parla rock n roll con accento toscano che è una bellezza: una band di giovanissimi impone un ritmo forsennato alla serata; tutti braverrimi e un chitarrista solista che è uno spettacolo.
Chiedo al banco:
-ma son bravissimi, così giovani! Ma chi sono?
-I si rivenge!
Penso di non aver colto esattamente un’espressione dialettale, tipo: si riviene domani, ci si rivede, ci si rivenge… O che vu ci siete anche domani? Allora noi si rivenge!
E invece no, scoprirò dopo che la band si chiamava Easy Revenge.
Corre la voce che c’è un’Anima Guzzista ch ci capisce di chitarre e il nostro Guzzirock viene invitato sul palco per una session entusiasmante!
Mitici! Oh, se vu lo fate ancora, noi si rivenge!

Breve ma intenso
No, ma davvero c’era Flavio T3? E Tacchino, ma eri tu quello che ho intravisto al buffet.. e le miei lezioni di Bergamasco? E poi basta che al mattino uno si sveglia quelle tre, quattro ore dopo il gruppo e non ci vediamo più?… E no, dai ragazzi dobbiamo trovare un modo, non so facciamo le sedie musicali o speed dating guzzista ma non possiamo andare avanti così… Ora ci pensiamo ma per il prossimo raduno, fossi in voi, comincerei a ripassare il gioco della bottiglia.
Fino ad allora, grazie mitico Valter per averci regalato un incontro di quelli che resterà negli annali.
(Andrea, non correre al bagno, leggi bene, ci sono due enne!!!)

Come si dice in italiano ‘diesel’?
È bello sapere che certe cose non cambiano. Salutarsi tra Guzzisti e darsi appuntamento al prossimo anno è sempre triste. Però salutarsi al distributore mentre si svuota una Guzzi dal diesel messo al self-service è un qualcosa che da gioia al cuore.
La minchitudo Guzzista non morirà mai! Alla prossima, fratelli!

G.

Aquile in Etruria: commenti

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Aquile in Etruria 14° Incontro di Primavera

FOTO

Grigiotopo   BeppeTitanium   Cipo   Tonirag   Calidreaming   tacchinobicilindrico   Cristina   Macio   Tonypic51  Raimondog

Commenti

Cane
Rientrato… :ok:

Naturalmente per primo… :asd:
Incontro fantastico e sorprendentemente tempo bello…. :celebrate:

maxmanuv11

gruppo pistoia rientrati

che qualcuno ha bisogno di curve?

un salutone a tutti in particolare a chi purtroppo in questi due giorni ha dovuto assaggiare l’asfalto, comunque tutto e’ bene quel che finisce bene

grande valter

Nello
Fate sempre i “salti mortali” per partecipare all’incontro di primavera, siete fantastici !

Buona guarigione a tutti

Grazie Walter, tutto perfetto

S558
Arrivati!!

è stato come al solito, … irripetibile …. fino al prossimo … 😀 😀 :celebrate: :clap: :clap: :clap:

e come dice il presidente (leggete l’editoriale) …. cosè un social forum se ogni tanto non c’è … l’anima? …. e poi l’anima … siamo noi … :clap: :clap:

Fantastico … fantastico esserci ancora, e già pensare a come fare per esserci ancora …

grazie a …. Valter … Nedo … agli amici toscani che hanno dato una mano, …. grazie a … Agente Wilma … :clap: :clap: … la prossima anche tu a fare un po’ di curve, … ci manchi :crying: :crying: … come possiamo fare perché una volta ci sia anche tu?

MEK1
Io e macio rientrati..tutto ok!! Che dire…..bello anzi bellissimo….insomma peccato che sia finito. Un saluto speciale ai miei compagni di stanza, saiot alias Francesco e Antonio ovvero tonypic59 …..un grandissimo saluto alle nostre donne guzziste, uno spettacolo vedere danzare in sella alle loro amate tra le curve delle colline toscane. E tra loro un plauso speciale a Maria …. :ok: veramente una Pilotessa….una dolcezza e una grazie nel portare il settemezzo da prima della classe ……e sentiste come fa cantare il bicilindrico :clap: :clap: :clap:

Un’altro saluto al mio tom-tom personale Diego-delson e al suo “braccio destro” Aires….grazie per averci guidato nelle ridenti colline toscane in modo sublime e col giusto passo. Deliziandoci sabato sera anche con uno stupendo saggio sui balli sudamericani ……bravi bravi :clap: :celebrate:

E poi un grandissimo saluti al gruppo sardo, ai romani, ai……ai….insomma a tutti voi Grazie per questo bellissimo fine settimana.

E poi come non ricordare il Monza e i suoi amici ticinesi…..

E poi grazie a colui che si è adoperato per tutto ciò …Valtertre :celebrate: :celebrate: grande sbattimento e grande riuscita…

E poi un saluto speciale a Aidan che purtroppo ha concluso anzitempo l’incontro…..ma vedrai che ci saranno oltre occasioni per fare bisboccia….ora pensa solo a rimetterti in forma.

Ancora grazie a tutti…. :clap: :clap: :clap:

Cibi78
Semplicemente fantastico!

Adesso ho capito perché si chiama “Anima”!

Grazie a tutti, è stato un piacere conoscervi

BeppeTitanium
stavo preparando i bagagli … e mi sono accorto che il raduno è già FINITO!!!

rientrato anch’io, assordato ….
ho già scritto a mamma Guzzi 😈

Grazie a tutti
Valter: lavoro grandioso
AG: perchè esisti
Germi: per come ci hanno accolti nella loro casa (peggio per chi non si è presentato all’appuntamento :b )
non posso elencarvi uno per uno, ma sepete di possedere il mio cuore :foryou:

snaporaz
Tanti nuovi amici 😀
Tanti vecchi amici che non vedevo da troppo tempo 😳
E poi le strade toscane …. :hehe:

Mi sono proprio divertito.
Lamps!

Tonypic51
Arrivato a casa da qualche ora, un po stanco ma felice dei momenti trascorsi insieme :clap: :clap:

Un saluto a TUTTI i partecipanti ed in particolare ai miei simpatici “cooccupanti” del residence, ed a PANDORA per la compagnia fino
a Grosseto, dove ognuno ha proseguito per la propria strada :volemose: :volemose:

ed infine un ringraziamento agli organizzatori per lo sbattimento dovuto per organizzare tutto al meglio :ok: :ok:
Red27
Arrivato a casa da un po’ pure io, e gia’ ristorato da un po’ di sonno.

E’ sempre un piacere rivedere qualche vecchia faccia e conoscerne di nuove! Sono ancora emozionato.è stato un mix di emozioni, talvolta contrastanti. l’avvio in mezzo al viscido, che palle, la comparsa del sole FINALMENTE, l’arrivo al ristorante, la gioia di vedere i vecchi amici, e poi la notizia della doppia caduta di Mdanè e Aidan ed un mezzo pomeriggio passato al pronto soccorso. Mi è spiaciuto moltissimo, per entrambi. Ilaria, avevi un entusiasmo addosso che avrebbe meritato fortuna, ma alla fine te ne sei meritata ancora di piu’ : a non farti “niente”!!

Siamo stati fortunati col tempo che ci ha graziato ,n’cul al meteo.it!

Menzione d’onore al nostro compagno di stanza dell’ultimo minuto, Grigiotopo, cui palesemente il progettista dei Bungalow non deve aver pensato quando ha dimensionato i letti, ed alla Pandora che si è sottoposta allo sporco lavoro di dormire con cotanti maschiacci…vabbè, anche se uno si è dimostrato fighettissssssimo :b

Troppo bello incontrare per sbaglio Flavio, Bicilinder e Calidreaming, che se non c’erano loro ero ancora li che vagavo verso Impruneta!

Il resto è stato goduria e risate e robe da ricordare. Grazie a tutti.

Tornare oggi sui tratturi del parmense è stato una tristezza dopo le belle strade del chianti.

Un grazie dovuto al mitico Walterone!

Per chi ci sara’, ci si vede al Calincontro. Dove sfighettizzero’ ulteriormente il mio status vuncista! :asd:

Pandora
Tutto ok tornata (da un po’).
Avevo da fare col Pandoro…. :smokin Poi mi (s)piego.

Untuculu alla E45, con la pioggia.
Però mi sono rifocillata con i kartisti mangiando gnocchi a volontà… con i funghi. E lattine di bibite commisurate. 😎

Vi voglio bene.

Ps: non ci sono doppi sensi, sono solo coincidenze.
La traduzione a domani.

Fange
Mi sono proprio divertito, peccato per le previsioni meteo sballate che mi hanno fatto prendere il Cali anzichè il Le Mans, ma comunque il Cali….. minchia che moto!!!

Ero sicuro di aver preso in pieno un autovelox sabato a Certaldo che mi ha fatto venire un pò di gastrite per la serata, però in rete ho trovato questo:
“La cartellonistica che indica la presenza del congegno non è stata ancora collocata ai lati della strada e questo fa presupporre il fatto che l’autovelox non sia entrato ancora in funzione.” Se fosse così allora aspetterò che arrivino tutti gli altri presi in questi giorni!!! 😉
Poi facciamo la lista di chi ha il record di velocità davanti all’autovelox alla Joe Bar Team :#)
http://www.bikerside.net/gallery/main.p … alNumber=1

Un abbraccio a Marco Danè che è rimasto senza moto venerdi per una caduta ma che ha affrontato il raduno da passeggero e con la spalla ammaccata in perfetto spirito AnimalGuzzistico. Una volta CP a Cartagena mi disse:”Se tu la smettessi di sbattere la moto per terra…”
Un saluto anche alla ragazza piena di entusiasmo che ha avuto l’altra caduta, anche se non ti conosco mi è dispiaciuto veramente tanto.

Valter, dirti grazie è dire poco, eri molto agitato e nessuno ti capisce meglio di me, dopo il raduno di Ostia del 2003 mi venne la varicella per lo stress!! Ma è stato tutto perfettissimo, anzi, fantastico, quindi ora rilassati e goditi il successo!! 😀

Ringrazio anche Alberto e Rosella, sono veramente l’anima nell’Anima e senza di loro…. saremmo solo singole foglie al vento senza nessun albero dove tenerci tutti uniti.

…al Tatuato: “Pfaottiiiiiaati” (per chi non capisce il dialetto della Papua Nuova Guinea la traduzione è: “Fottiti”).

Per ora mi fermo, un abbraccio a tutti.

p.s. Beppe, lasciala così, è più Guzzi!!!
Macio
Sempre dura rimettere i piedi per terra, in tutti i sensi, dopo gli incontri di AG.

Grazie a tutti, come al solito siete stati superlativi.

Grazie al mio compagno di viaggio marco Mek e un grazie al meteo che ha permesso anche a Antonella, rampolli e Barbara (l’altra mamma) di potersi godere un paio di giorni di relax in piscina

P.S. L’abbazia di S. Galgano dall’alto è una vista che non potete immaginare!

Un abbraccio forte ad Aidan, e anche agli altri…scivolati, Mdanè e Tore!

Christian
volete sapere come è andata?
Si è divertita anche Vale (la mia zavorrina), che non voleva venire e venerdì sera (la mattina ero venuto da solo) aveva un muso lungo così, mentre sabato a fine giornata aveva il sorriso sul volto, che altro dire? 😀
Anch’io voglio ringraziare Valter per l’organizzazione perfetta (cavolo eri teso davvero!!!) e anche chi mi ha convinto ad esserci… e grazie anche alla mia 1200 sport, davvero una gran moto!!! E grazie anche alla simpatia dei tanti nuovi conosciuti, non voglio fare nomi, siete uno meglio dell’altro, alla prossima!

ZAR75
😀 😀 😀 Motociclista da sempre guzzista solo da novembre, ma non posso far altro che rimanere a bocca aperta davanti allo spirito che questo marchio riesce a comunicare. Sono stracontento di essere venuto (anche Betta la mia zavorrina è entusiasta) :rollin . Mi associo ai complimenti a Valter per l’organizzazione e un grandissimo saluto a tutti, è stato un piacere conoscervi e non vedo l’ora di rivedervi presto.

Saluti a tutti

p.s. mi scuso per aver intaccato l’estetica della mia 1200 sport con il bauletto, anche a me fa c….e, ma la zavorrina si sente più sicura e sta più comoda, la prossima volta spero non ci sia questo problema, anche perchè è stata talmente bene e gli è piaciuto così tanto che ha intenzione di sistemare il V35 II del padre che è fermo in garage da 10 anni e camminare con le sue ruote.

Tonirag
BREVE ACCENNO AGLI ANTEFATTI.

Oggetto: giovedì 30/5, il viaggio insieme per Montespertoli (FI).

Il gruppo: Toni (io), LucaArtack, Nello, IvanDooan, MarcoCalifornia.

Destinazione Montespertoli, o meglio Lucardo, dove avremmo dormito.
Il giorno prima provavamo a metterci d’accordo sull’orario: io e Nello preferivamo presto
(intorno alle 9-10), Marco e Ivan insistevano per le 11.30, per Luca era lo stesso, alla
fine (dopo un pomeriggio di negoziazioni e trattative) si è concordato per le 11.30.

Giovedì mattina alle 10.30 mi arriva la telefonata di LucaArtack: era rimasto per strada senza benza a pochi km dal luogo d’incontro. Però! cominciamo bene, se queste sono le premesse…. quale sarà il risultato? :lol Gli dico che gliene porto io una bottiglia, ma doveva avere pazienza perchè ero ancora in ciabatte e dovevo vestirmi e partire.
Alle 11,15 riesco a partire, prendo il GRA, esco sulla Flaminia, riprendo il GRA in direzione opposta e ri-esco sulla Cassia verso fuori, un minuto ed eccolo lì fermo a lato strada col rosario in mano :asd: , gridando al miracolo appena mi vede arrivare… awais
In un attimo mettiamo benza e si riparte, in pratica raggiungiamo gli altri a mezzogiorno.
Saluti, spiegazioni, sfottimenti vari, caffè, e partiamo prendendo la Cassia.
Subito dopo il Bolsena decidiamo di fare una sosta-spuntino e ci accorgiamo che manca Marco, veniamo a sapere che ha deviato per Orte (o Orvieto?) perchè così aveva impostato il navigatore.
Uno in meno, proseguiamo in quattro. 🙁
Nel frattempo il cielo coperto ci regala la pioggerella, giusto per renderci meno monotono il viaggio. Arriviamo intorno a Siena, sosta benza-bisogni-caffè. Fatto tutto ci rivestiamo
e ripartiamo a razzo. Fatti un po’ di km ci accorgiamo che non c’è più Nello :aaah: , lo aspettiamo un po’ ma non lo vediamo, per cui proseguiamo.
Ci avviciniamo a Firenze, siamo sulla SI-FI, all’improvviso sparisce pure LucaArtack :aaah: , restiamo io e Ivan. Ci fermiamo alcuni minuti ad un’area di servizio ad aspettarlo, ma era
uscito prima dalla SI-FI, per cui ripartiamo. Ivan imposta il navigatore (io non ce l’ho proprio), ripartiamo, e gli sto alle costole senza mollarlo, non vorrei essere proprio io
il prossimo che si perde per strada…. :b e dopo un quarto d’ora, come per magia, ritroviamo Nello, arriviamo a destinazione e lì alla locanda ritroviamo pure Luca e Marco, il quale è stato moooooooolto provato da oceanici temporali con grandine…
Bene, almeno siamo arrivati tutti e interi…

giannic
Grazie Walter!

Scenari e curve da favola, diciamo che per la perfezione mancavano solo Vladimiro e la Guzzistiliberibluesband….

Ciao a tutti

Agentewilma

S558 ha scritto:grazie a …. Valter … Nedo … agli amici toscani che hanno dato una mano, …. grazie a … Agente Wilma … :clap: :clap: … la prossima anche tu a fare un po’ di curve, … ci manchi :crying: :crying: … come possiamo fare perché una volta ci sia anche tu?

Come già detto io ho il privilegio di farlo prima di tutti voi il raduno :b !!!!!
Grazie a Valter e a tutti quelli che con lui si sono sbattuti per rendere anche questo un incontro…. DA SOGNO!!!!! :clap: :clap:

M@x
Ciao a tutti,

dopo aver finalmente e diligentemente effettuato la presentazione nel forum generale, eccomi qua a scrivere il mio primo post in un topic….
E’ un messaggio per me un po’ speciale, sicuramente perche’ e’ il primo, ma soprattutto perche’ lo scrivo dopo aver partecipato all’Incontro di Primavera come un intimorito illustre sconosciuto al cospetto di un gruppo affiatatissimo e variegato…

Come ho avuto modo di dire personalmente a qualcuno, e come ho scritto nel topic di presentazione, sono anni che leggo le migliaia di pagine del forum di AG, ma devo dire che quello che ho visto e provato in questi giorni (pur essendomi aggregato solo dal pranzo di sabato) e’ ancora per me di difficile interpretazione..
Di una cosa sono certo: dà assuefazione e crea dipendenza… 😀

Non posso che farvi un ringraziamento generale, i complimenti a Valter e a tutta l’organizzazione, e un saluto a tutti, a coloro che ho conosciuto e a quelli che, essendo troppo spaesato, non ho avuto modo di conoscere…
A presto…

Maelganis
Grazie a tutti ancora una volta!!Grazie a Fange per avermi ancora una volta permesso di contemplare il suo mistero gaudioso :asd: Grazie a Davide per i rifornimenti :rollin Grazie al Monza per essere un grandissimo compagno di pieghe :clap: Grazie a tutti per essere unici :celebrate: Alla prossima :ok:

CaliFaber
5 anni di assenza e …
sentirli tutti …
mi mancavate bastardi!

19alvin76
Anche io devo ringraziare tutti voi, Valter che mi ha permesso di infiltrammi nella splendida giornata di sabato e un grazie e` di dovere anche alla mia t3 che dopo tanti, troppi anni di fermo e` tornata a vivere ( devo dire che mi ha stupito, 37 e in curva sembra di essere su un binario)
Grazie ancora, guzzista da un mese e al mio primo raduno…. mi avete regalato una bellissima esperienza, ero un po` spaesato, ma il noviziato si paga e ora spero di dividere con voi moltissimo tempo qui` sul forum e tanti km sull` asfalto…

Mi spiace per la caduta di Aidan avra` ammaccato la moto, rotto qualche osso ma di sicuro la sua anima Guzzista e` intatta…. guarisci prestooooo

mdanè

La cosa che mi fa piu male oggi, anche piu della spalla (n.d.r.), è sapere che bisogna aspettare un anno intero per il prossimo incontro di primavera.
Ed ora sotto con i ringraziamenti che quest’anno sono tanti!
Mi sono emozionato tanto quando ho abbracciato Stefano “il Comandante” e quindi il primo ringraziamento se lo aggiudicano ex-aequo la moglie e Antonella che hanno
saputo organizzare questa splendida cosa.
Desidero ringraziare Valter per l’organizzazione dal giovedì sera fino alla visita del Paparo, tutto impeccabile, davvero bravo.
E che dire del villaggio?, semplicemente fantastico.
Un grazie speciale e doveroso lo debbo a Loreto(SilverEagle) e Marco(Marcocalifornia) che rispettivamente si sono “caricati” sulle spalle il sottoscritto e i suoi bagagli fino al ritorno a casa.
Grazie a GuzziRock che mi ha letteralmente rialzato a me e la moto e poi successivamente mi ha confortato facendomi vedere la sua tuta..
Ora invece vi voglio ringraziare uno ad uno ma proprio tutti tutti per la gentilezza, generosità e premura dimostratami durante tutto il tempo dopo il fattaccio…
Un saluto speciale lo mando ad Aidan, le faccio grandi auguri di pronta guarigione e a Tore che ha avuto invidia di me e non è voluto essere da meno.. :asd:

GRAZIE ANCORA!.
P.S. Siete, siamo una squadra fortissimi.
P.S.2 Ho conosciuto finalmente anche Red, compagno di merende con Paolo ,Nedo ed altri nella nostra …. motoGP :rotfl: .
CLUBS:AnimaGuzzista,SSLazioMotociclismo. MOTO: V65, Aprilia Shiver

grk61

Eccoci alla normalità dopo un rientro un pò burrascoso a Fornovo il LE MANS nn ne voleva sapere di ripartire :aaah: ma tra un taglia ,nastra ,cavallotta e una mano del MONZA siamo ripartiti …. un incontro bellissimo.. agli organizzatori i miei complimenti per lo sbattimento e per la bellissima riuscite di tutto percorso,pranzo,cena e alloggio e a Valter sei un grande :clap: :clap: :clap: un grazie a tutti gli amici che hanno fatto diventare indimenticabile questo raduno.Un ringraziamento a Rosella e al President .
Monza uno ,due,tre…op 😀 😀

orsobruno
come sempre è stato bellissimo, stare con tanti amici e fare tante strade nuove.

grazie agli organizzatori, a Nedo che ci ha guidati attraverso percorsi inediti, e a tutti i partecipanti che rendono l’incontro di primavera sempre unico!

p.s. Aidan, guarisci presto!!

Tatuato
che me so perso… che invidia… penso che sarei svenuto a vedre il comandante.
Telefonarmi e sentirmi preso per il culo non ha prezzo.

Mi spiace per Aidan, ma il fascino non si perde con una scivolata… mdanè te de fascino non ne hai mai avuto, poi senza neanche la guzzi.Tore è un caso a parte.
Poi vengo a sapere che Pandora ha dormito con gli omini… ma quanto pagherei io per dormire cor Pandoro.

Sapere che c’erano un sacco di quei bastardi di guzzistiliberi e non esserci mi rattrista.

sapere che c’era anche Fange e non averlo visto mi rallegra.

BASTARDIIIIIII

noise[is]kinky

hola

io e pinky abbiamo fatto proprio un salto sabato al pranzo, ci spiace non aver potuto aggregarci alla carovana per tutto il week end, ma almeno vi abbiamo visto e salutato

grazie Valter per aver organizzato tutto
un abbraccione ai lupi di Toscana, ci si vede raramente ma rivedervi ogni volta e’ un gran piacere (dobbiamo diventare un po’ piu’ abitudinar ei vederci piu’ spesso…)
un abbraccione anche alla mitica colonna sarda e a Tore
macio, califoggiano, tatiana, S558, pandora, bicilinder, toni, beppetitagno….

ed e’ stato bello rivedere Red e Tacchino col suo V11 bizzoso (piuttosto che hai deciso? l’hai frullato in mare o gli dai l’ennesima scianz?)

e’ stato un piacere conoscere alcuni di voi, vedere live anche se per pochi minuti Goffredo, Ivan (dooan) e il suo 1200 sport in progress

mi son sembrati quasi belli persino i centauro….

Diegodelson

Grazie a tutti

Un abbraccio speciale ad Aidan … con l’augurio di tornare presto in sella :volemose:

Malgrado la mancanza di alcuni “amatori dell’andatura turistica”, anche quest’anno mi sono trovato in coda un certo numero di “turisti per caso” … non ho capito se anche loro incapaci di tenere il passo degli sportivi, o solo con voglia di rilassarsi e farsi tamponare dai moscerini … :b

Ragazzi, la strada la sbaglio anche io, solo che faccio finta di niente e continuo per i bricchi :look:
chi era dietro di me dopo il pranzo del sabato ha avuto prova del mio recupero di percorso su strada cantonale … qualcuno mi ha chiesto “ma che caz@@ di strade ha scelto Valtertre?” …
“non so, ma la cartina diceva così …” :b :rollin :rollin
scusa Valterone, ma non me la sono sentita di dichiarare che mi ero perso e li ho fatti scollinare a 20 all’ora 😳

Solo Aires ha capito subito conoscendomi .. :kiss: :foryou:

Un grazie a Valtertre per l’organizzazione .. strade bellissime (a parte il campeggio, dove mi sono perso più volte …. la prima sera ho girato 20 minuti a vuoto, prima di essere soccorso da un tedesco con la cartina che mi ha spiegato come arrivare … :help :help ), e cibo buonissimo e abbondante
Come sempre torno a casa più ricco dentro, e felice di fare parte di questa famiglia … vi voglio bene :volemose:

p.s. – sono riuscito a perdonare anche Beppetitanium che non mi ha portato la dog bag del pranzo del venerdì :nono: … stardo !!!

valtertre
comandante

daje comandante!
Un abbraccio a tutti,sono contento che vi siete divertiti,mi spiace per chi e’ caduto
Si cade e ci si rialza….come il comandante.

Badude
Erano mesi che non tiravo fuori la moto, causa il trasloco, se non per lo spostamento dal garage vecchio a quello nuovo…

…e non vedevo l’ora di farlo.

Poi sono tornato a casa e già domenica sera, il raffreddore che sotto sotto ha covato fin da venerdì mattina, si è SCATENATO, c…o! febbre, mal di gola, catarro, sputacchi, “svugli” di pancia…..ma se dovessi partire ora……c’è bisogno di dirlo?

PARTO, ALTRO CHE SE PARTO!

Grazie a Walter, un grande “forza!” a Mdanè, Aidan ed il terzo (chiedo scusa ma non lo conosco). Bella gente, tutti, davvero.

e parafrasando Califoggiano “SE NON GUZZI, NON VIVI”. ci si vede al uinter…

 

GuzziRock
Ciao a tutti,

mi unisco al coro dei ringraziamenti,a Valtertre e tutti quanti hanno saputo organizzare un raduno perfetto.
Tutto bellissimo, tutti fantasticamente Guzzisti. :ok:
Un abbraccione agli sfortunati incidentati.
Domenica mattina sono partito presto e quindi saluto adesso tutti quelli che non ho salutato di persona.

Spero di rivedervi tutti al più presto.

Califoggiano

Quando un weekend riunisce più di 100guzzisti è difficile riuscire a non divertirsi!!! :b
E’ stato bello ritrovarsi con gli amici a divertirsi in strada e a tavola.. eravamo davvero tanti e ben assortiti e son contento di aver aggiunto qualche viso a nickname noti :ok:
Un ringraziamento speciale ad AG che ci accoglie tutti e ci da queste opportunità!
Ed anche a Nedo, alla colonna sarda, ai guzzisti romani, ai veneti, agli abruzzesi, a Tonypic e la sua mitica grappa alla ruta.. e tutti gli amici con cui ho potuto chiacchierare in allegria e bere una o più birrette :celebrate:
Mi spiace per chi è caduto ma sono comunque contento che nessuno abbia avuto conseguenze gravi, per fortuna: prendetevi cura di voi e cercate di tornare presto in forma che nuove strade vi attendono :ok:
Un applausone va a Valter per l’organizzazione e la nota simpatia :volemose: e ai Germi che ci han regalato una bella serata.. peccato per chi s’è lasciato spaventare dai 5km da fare per rientrare al camping, fossimo stati di più ci sarebbe stato ancora più divertimento!
Certo che l’improvvisata di pezzi tra Guzzirock e i giovani metallari è stata spettacolare :clap: Grande Enrico :ok:

Un saluto anche a chi Sabato sera si preoccupava di rientrare prima della chiusura delle sbarre del camping per non lasciar fuori la moto: roba da V11sti, ovviamente :rotfl: :rotfl: :rotfl:
LINOLEMANS
Innanzitutto auguri ad Aidan: rimettiti presto! poi a Tore e Mdanè che hanno voluto sentire bene l’odore dell’asfalto “Gallo Nero”.
E poi…..?????? GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE a Valter, Nedo, al Presidente e ad Agentewilma e a tutti quanti si sono prodigati per la riuscita di questo Incontro: siete tutti meravigliosi!
GRAZIE a tutti i Guzzisti partecipanti per la loro simpatia ed il loro affetto. Ogni volta che vi rivedo, aggiungo qualcosa di bello
che resterà nei ricordi.
GRAZIE ai miei compagni di viaggio, Maurizio, Sword78, Cipo e a tutti quelli che mi hanno sverniciato ed a quelli che si sono lasciati
sverniciare.
GRAZIE ai miei compagni di letto ( Nello, Maelganis e Sword ) per la loro generosità !

Comunque c’è qualcosa che non mi torna: ho fatto quattro giorni a far da navigatore, soprattutto ad uno che mi sembrava Mike the Bike,
con casco oro e bianco, sempre attaccato agli scarichi a spingermi. Le uniche due volte che è andato avanti puzzava di benzina ed ha sbagliato
strada ! Chissà chi era ? Non mi ha permesso di godere di tutti i panorami e le visioni idilliache delle colline toscane; vedeva solo personaggi
boccacceschi e solo di sesso femminile. Mah………
Però almeno sono riuscito a trascinarlo a vedere Massa Marittima e Volterra che tutti voi vi siete persi!
E poi ancora asfalto e curve, asfalto e curve, povera schiena.

Forse l’ho già detto: VI VOGLIO BENEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Alla prossima.

P.S. Una sola mancanza e lo sapete quale: il TATUATO !!!!!!!!!!!!!! Ormai avevo fatto la bocca a condividere l’alloggio.

Antonella

dopo tanti anni ho partecipato al raduno di AG, certo non è stata la stessa cosa dei precedenti visto che, con bimbo al seguito, non potevamo andare in moto con Macio ma è stato fantastico 😀 😀 😀
Io e Barbara con i bimbi ci siamo goduti le piscine per 2 giorni ma, vedere le vostre facce soddisfatte al rientro dei vari giri….non ha prezzo 😀 😀 😀 😀

Non ha prezzo vedere le reazioni di chi senza saperlo, si è trovato il COMANDANTE seduto al bar, ignaro della sorpresa che Raffa e io gli abbiamo organizzato 😯 😯 😯 😯 😯

Un grazie a Valter per l’organizzazione, un saluto a chi ho rivisto dopo tanto tempo e a chi ho conosciuto per la prima volta, un abbraccio a chi ha avuto la sfortuna di toccare l’asfalto un pò troppo da vicino

GRAZIE A TUTTI e ……TATUATOOOOOO….la prossima volta che salti un raduno :moderator: :moderator:

Alla prossima…magari in :brevone: :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:

saiot
Mi accodo ai complimenti all’organizzazione. La serata di sabato è stata più scomoda che se l’avessimo fatta in campeggio, ma ci ha permesso di conoscere delle persone simpatiche e un bel posto, poi alla fine non era così difficile da raggiungere. I ragazzini che suonavano erano uno spettacolo che da solo valeva la pena!

Il mangiare è stato ottimo e abbondante e il campeggio anche troppo lussuoso per i rudi e irsuti guzzisti.

Mi accodo anche al rammarico per le 3 cadute, fortunatamente senza gravi conseguenze.

E’ stato il mio primo fine settimana libero dalla prole da 3 anni a questa parte ed è stato bello passarlo con voi, in moto e in Toscana. E’ stato bello rivedere amici vecchi e conoscerne di nuovi. Un salutone ai compagni di bungalow MEK1 e tonypic59.

Spero di non dover aspettare altri 3 anni…

totogigi
Ho visto tanta gente divertirsi, è questa è una bella soddisfazione. Anzi.
E’ una fortuna.
E’ una fortuna che il tempo assurdo di quest’anno ci ha risparmiato la sua incontinenza continua, lasciandoci due giorni di libertà, soprattutto sabato.
E’ una fortuna che – nella sfortuna – i tre scivolati non si siano fatti nulla di grave. Forza Ilaria subito in sella appena possibile!
E’ una fortuna che ci siano persone come Valtertre e Beppetitanium, pronte a trovare una soluzione agli imprevisti.
E’ una fortuna che ci siano motociclisti pronti ad accogliere altri motociclisti nella loro clubhouse (molto meno i continui acciacchi da cadavere ambulante del sottoscritto…)
E’ una fortuna che questo insieme di persone diventi un insieme speciale, lo si apprezza ogni volta e dura dalla bellezza di dodici anni
E’ una fortuna che ci siano persone speciali come Raffa che ha fatto una doppia sorpresa portandoci il Comandante.
E’ una fortuna che esistano quelli che lavorano dietro le quinte, che risolvano i problemi anche senza apparire sul palco.

Mentre Tonirag che sculetta sulla moto dritta, no, non è propriamente una fortuna :ppppppp

GRAZIE a tutti, un altro incontro di primavera da incorniciare! :clap: :clap: :clap:

raimondog

Anch’io mi accodo a tutti quelli che hanno già espresso i loro ringraziamenti per l’ottima organizzazione.
Sono stati tre giorni memorabili, dalla serata di giovedì passata in compagnia di chi ha pernottato al mini soggiorno, alla domenica mattina che ha visto la chiusura del raduno con l’aperitivo presso il concessionario di Venturina.
Mi dispiace per chi ha avuto le sventura di cadere a terra, in particolare per Aidan, al suo primo raduno e con la quale ho condiviso il viaggio da Milano a Firenze.
Un grosso abbraccio e in bocca al lupo per una pronta guarigione!
Mi scuso con i tanti che in alcuni tratti hanno avuto la sfortuna di trovarsi dietro di me nei vari tornanti, e si sono dovuti sorbire i miei tentennamenti.
Devo dire che sabato sera le cose andavano già meglio!
Tenete presente che in dieci anni ho percorso meno di 9.000 km, e in questi giorni quasi 1.500, per me un record, visto che di solito mi limito al giretto sul lago maggiore qualche weekend (70 km tra andata e ritorno)
E’ stato il mio primo raduno Anima Guzzista, ma penso proprio che ne seguiranno altri.
Un abbraccio a tutti, in particolare ai nuovi amici che ho avuto occasione di frequentare in questi giorni.
Volevo inserire qualche foto, comprese quelle dei miei compagni di Bunga…..low, ma non ho capito come fare.
A presto

Anka
Dopo due anni e mezzo di frequentazione del forum, e due MotoGuzzi finite e una in allestimento (la vedo molto lunga), e dopo aver saltato all’ultimo minuto il Uinterparti, ho finalmente avuto l’occasione di vedere qualche brutto muso di AG.
mamma mia che impressione!!!!

scherzo naturalmente, è stato a memoria uno dei più divertenti week-end degli ultimi anni.
anche perchè erano un pò di anni che non mi permettevo un fine settimana full immersion motociclistico lontano dalla famiglia.

inutile dire che anche non conoscendo nessuno all’infuori di Badude col quale ho condiviso qualche giretto, mi sono trovato da subito a mio agio già dal primo mattino di venerdi all’appuntamento all’autogril con Motopesantista e zavorrina, Red27, Guzzirock.

poi raggiunto il gruppone ad Impruneta giù di curve e saliscendi, bellissimo!!!

due giorni di mangiate e sgasate a più non posso, sempre cercando di inseguire su e giù per colline Nello e il Presidente.

un saluto ai miei compagni di stanza Macio, e il possessore del bellissimo LeMans del quale non ricordo il nome e soprattutto al mio sfortunato compagno di letto Tore, che ha assaggiato l’asfalto toscano.

un saluto ad Aidan che ho appena fatto in tempo a conoscere all’arrivo ad Impruneta, rimettiti presto.

un grazie speciale a Monza per la brugola e Maelganis per il cavo frizione e Valtertre per l’organizzazione.

saluti anche al gruppo che con me ha percorso l’Abetone al ritorno: Aires, Diego, BeppeTitanium, Badude, e lo stelvio bianco non ricordo.

bella la serata dai Germi che stavo quasi per saltare per pigrizia, poi ho detto vaff…….mitico Enrico!!!!!!!!!

al prossimo uinterparti che non salterò sicuro, voglio il bigliardino per la rivincita. (vero Red27?)
rotondo
oh cacchio, ieri rientrato un po cotto ho pensato “scrivo domani dal lavoro”
oggi al lavoro, nemmeno il tempo di entrare un attimo a leggere 😈 😈 😈
gli incontri guzzisti sono sempre una garanzia di divertimento sulle due ruote ma anche con le gambe sotto al tavolo :ok: :ok: :ok: :ok:
grazie a Walter che ha organizzati l’evento, ma anche grazie a nedo che si è sobbarcato la colonna sarda per tutto l’incontro, :asd: :asd: :asd: :asd:
la mattina ci ha atteso allo sbarco e piuttosto che spaccarci le melanzane sulla fi-pi-li per andare al punto stabilito per l’incontro ci ha proposto dei giretti niente male sino al luogo del pranzo 😀 😀 😀
al pomeriggio con la moto di gonario da rimontare, siamo partiti abbondantemente in ritardo (non tanto tardi da raggiungere e superare il Berghella a capo di una luuuunga coda di auto e furgoni che lo seguivano, credo ne abbiano parlato persino ad Isoradio :-))) :-))) :-))) :-))) :-))) ) e comunque eravamo come al mattino in giro per “li cazzi nostri”, al sabato mattina pronti alla partenza col gruppo . . . . eravamo ancora dentro il park albatros, scorgo califoggia che si mette a destra e fa scorrere tutte le anime che aveva dietro: cavo della frizione rotto”, sosta di solidarietà ma soprattutto di amicizia, gruppo al lavoro e birretta defaticante, siamo in sella per iniziare il giro che sono le 11.45 :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes: arriviamo per tempo al pranzo :b :b :b :b e anche la mattina del sabato la colonna sarda (parte della) più nedo più califoggiano in giro “pe li cazzi nostri”.
pomeriggio movimentato dove sono partito seguendo cane, passando per califoggiano prima, fange &C. poi, per ritrovarmi alla fine con nello doan e nuovamente califoggiano :lol :lol :lol :lol

un pensiero ed un abbraccio vanno chiaramente ad Aidan (dovevamo discutere una certa cosa davanti ad una birretta :-))) :-))) :-))) ) a mdanè e chiaramente al componente della colonna sarda bos taurus.
come si dice sempre . . . . quando la si può raccontare è sempre andata bene, ma in questo caso direi che è andata B e n i s s i m o dal momento che ognuno di voi l’ha potuta raccontare immediatamente dopo l’evento :ok: :ok:
cipo
finalmente riesco a scrivere qua.
grazie a tutti in special modo a valter per l’organizzazione e l’impegno.
che dire…. vi amo a tutti…. bastardi!!!!!
dooan
Volevo ringraziare tutti voi per lo splendido week end e comunque in tutti gli incontri che di fanno sapete renderlo speciale!!
Valter ci ha reso possibile questo stupendo incontro!!!

I ragazzi sardi come al solito me l’hanno fatta fare sotto dalle risate… Un saluto speciale va ai 1200sportisti che erano numerosi, ai miei compagni di viaggio e di bungalow….

Per Nello, la prossima volta che parliamo di angolazione dei cannotti di sterzo minimo devi arrivare al terzo bicchiere di filu ferru… Altrimenti non mi stai dietro… !!!!
Vi voglio bene a tutti!!!

Aspettando il prossimo incontro!!!

Valerio1953

Non sono bravo ad esternare per scritto ciò che ho provato. Null’altro che un grandissimo grazie a Walter ed a tutti quanti si sono sbattuti per rendere possibile queste magie. Ritrovare gli amici di vecchia data e poter conoscerne di nuovi è impagabile. Poi le strade, i paesaggi, le soste, il villaggio, tutto bello. Grazie ancora!

Un abbraccio ai veloci, ai lentoni (come me), a quelli che sono purtroppo sono incappati un una scivolata ma che si è risolta fortunatamente senza grossi danni; un abbraccio particolare alla Ilaria che ha avuto conseguenze un po’ più serie e che ci ha privato della sua presenza (a presto in sella che ci rivediamo presto).

Siete tutti speciali.
Grazie ancora

Calidreaming
oh ….. ma possibile che non ci si stanchi mai di spararsi quei 5/600 km per incontrar qualche minkione….

…. per me è stato un po’ un inseguimento del gruppone ma è stato comunque molto divertante e poi ho girato in posti che non conoscevo se non per sentito dire e dai quali ero passato altre volte ma mai in moto vivendoli come solo in moto si possono vivere.

grazie a chi si è sbattuto tanto perchè io insieme ad altri minkioni mi potessi godere almeno una giornata di libertà dal mondo, ne avevo davvero tanto tanto bisogno.

grazie ragazzi 😉
Tacchinobicilindrico
Per me è stato un raduno un po’ (molto 😕 ) sottotono .. a partire dall’incidente di Ilaria,la corsa al p.s. e tutto il resto,han condizionato tutti gli altri giorni .. mi scuso con Valter per non aver reso onore al suo impegno standomene al camping il sabato dopo cena,ma ero parecchio sfavato e non me la sono sentita .. certo,avessi messo in pratica la Teoria Grigiotopo (due maltoderivati o più al dì,e lo sfavamento svanisce :lol ) probabilmente avrei potuto partecipare ugualmente,ma tant’è .. :rolleyes:

il resto è andato via un po’ in sordina,gli altri incontri ravvicinati con l’asfalto di mdanè e del Bos Taurus han fatto si che il mio stile di guida proverbialmente conservativo sia diventato del tutto imbarazzante 😳 per il prosieguo dell’Incontro ..

è stato comunque piacevole l’incontro con i vari Minchions partecipanti,con i valori aggiunti delle sorprese (più o meno :asd: ) della Noise[is]Family e del Santone dello Sterrato Flavio T3,del piacere di aver finalmente conosciuto seppur per pochissimo CalidreamingBrevariding,e i flash sparsi del giro del sabato,a volte in gruppo,a volte in pochissimi,ivi compreso l’esser ripetutamente sverniciato dal President awais ,il tratto intorno a Chiusdino in splendida solitaria 😀 e l’arrivo al pranzo assieme a Tonirag passando chissà da dove :lol

.. e poi il pomeriggio del sabato,il plus dell’essere in giro con il Red,con la sola pecca del mio imbarazzo alla guida che non mi ha consentito di godermi appieno il momento (evito volutamente di citare il mio essermi perso da solo nel bosco intorno a Monterotondo Marittimo .. :aaah: quando ne sono uscito credevo vi avrei trovato tutti lì fuori con un cartello con scritto “Bravo Minchia!! Sei su Scherzi A Parte!!” :asd: :asd: :asd: )

tanto per non farmi mancare nulla,il V11 mi ha abbandonato all’improvviso la domenica mattina a Livorno,riprendendosi da solo unicamente dietro la minaccia di essere caricato a forza sul traghetto ed essere buttato in acqua una volta giunti a Golfo Aranci .. :rolleyes:

un grazie particolare a Tonypic51,Macio e Mek per le chiacchiere della mattinata del venerdì (a Tony anche per la grappa del sabato :asd: ),a Fabio per avermi fatto assaggiare la grappa di Tony :lol e perchè sbeffeggia il Red :lol ,alla colonna sarda che mi coccola a cena in traghetto ogni volta,benchè sia sempre un tacchino di bosco :look: :volemose: :celebrate: ai miei compagni di bungabungalllllovvvvv anche quelli che russano,quelli che dormono con la mascherina,e quelli che spengono la las vegas che trovano al loro rientro :asd: ,a Tatiana che ogni volta chiedeva informazioni su come stava Ilaria,ma più di tutti a Diegodelson e Aires,voi sapete perchè. 😉

Giro sul Matese

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di Nicola Rea

 

Sulla mailing list dei Guzzisti Partenopei iniziamo a parlare di una probabile uscita in moto per il fine settimana, dopo i primi messaggi vediamo che ci sono un po’ di adesioni per il sabato 11-05-2013. L’idea è di fare un passeggiata sul Matese,  decidiamo di pubblicare anche sul forum nella bacheca incontri il giro 😉
Definiamo il seguente itinerario proposto dal neo iscritto al forum Antonio Aquilaseduta:

 

La lista dei probabili partecipanti si assottiglia sensibilmente e rimaniamo in tre (Nicola Nick Finale, Nicola nrea_75, Antonio Aquilaseduta).

L’incontro è alle 10:00 a Vairano Scalo, personalmente arrivo verso le 9:50 e già trovo i mie compagni di viaggio accompagnati dai loro bicilindrici a confabulare. In realtà Nick Finale è arrivato all’alba ed ammira un mucchista GS1200 dotato che da almeno un’ora va su è giù per il corso di Vairano.
Scendo dalla moto giro di presentazioni (fino ad oggi ci conoscevamo solo per via telematica), caffettino veloce e partiamo per il nostro giro. Guida il gruppetto Aquilaseduta che ha studiato il percorso e che deve cercare un distributore del prezioso liquido che alimenta i motori delle nostre cavalcature.
Arriviamo a Monteroduni comune di poco più di 2000 anime arroccato su una collina di 460 mt dominata dal castello Pignatelli.
Qui Aquilaseduta dopo aver rifocillato la grisotta, sgattaiola velocemente verso la salita, dove ci aspetta per una foto a bordo strada con sfondo il paesino ed il castello.
Dopo la foto ci chiede se sta correndo un po’ troppo o se c’è qualche problema, lo tranquillizziamo e riprendiamo il passo.
Lungo il curvoso percorso in salita Aquilaseduta è sempre in testa, lo raggiungo ma noto che Nick Finale non riesce a starci dietro ed ogni tanto allento la presa dell’acceleratore, adottando una guida più rotonda, pulita e facendo in modo da ricompattare il gruppo. Il manto stradale è abbastanza buono tranne in qualche punto, le curve sono tranquillissime è la moto scende in piega che è uno spettacolo. Dovevamo dirigerci verso Longano, ma sbagliamo strada e ci ritroviamo in una piccola frazione denominata Vallelunga, chiediamo ai pochi abitanti lumi su come procedere per raggiungere Longano e soprattutto di una strada tra Longano e Roccamandolfi. Il primo tentativo vede per circa 5 minuti Aquilaseduta intraprendere una conversazione con una signora dove lui finge di capire, in realtà torna alla moto sconfitto, per fortuna poco dopo incontriamo altri abitanti che riescono a indicarci come arrivare a Longano ma che ci scoraggiano a prendere quella strada da noi tanto cercata perché non esiste :-O riprendiamo il nostro viaggio incuranti di quest’ultimo dettaglio :-P. Incontriamo un bivio e pure qua ci perdiamo e dopo poco più di un kilometro torniamo indietro. Il tragitto tra Vallelunga e Longano è motociclisticamente parlando molto bello, curve  rotonde, asfalto in buone condizioni e non trafficato, imposto la mappa veloce e mi godo la motona divertendomi a pennellare le curve con il motore che da il meglio di se.

Una volta ricompattato il trio troviamo la famigerata strada verso Roccamandolfi, la strada è stretta ed asfaltata solo che in alcuni punti ci sono delle voragini (in una di queste Antonio e Nicola provano, fortunatamente invano, a lasciarci parti delle sospensioni della GRISO e della T5), incredibilmente riusciamo a perderci anche qua e ci supportano alcuni tagliaboschi. Arriviamo a Roccamandolfi, comune di antica storia che attualmente conta circa 1000 abitanti che vivono a 850 mt s.l.m., uno dei comuni confinanti è San Massimo dove ci dirigiamo per intraprendere la salita verso Campitello Matese la strada piena di curve larghe impone una guida più sportiva infatti il buon Aquilaseduta si immerge nei tornanti e ci aspetta dietro una curva dove tecnicamente si apposta per scattarci delle foto on the road 😉 , arrivati in cima (circa 1450 mt. s.l.m.) vorremmo prenderci un caffè ristoratore ma sembra di trovarci in un villaggio desolato, tutte le strutture sono chiuse!

Proviamo a proseguire per la S.P. 106 e valicare l’alta cima del Monte Miletto per raggiungere Bocca della Selva, dopo 4 km di strada a zig-zag (nel senso che la percorriamo facendo slalom tra le rocce che con il disgelo sono cadute dalle pareti della montagna), affrontiamo un banco di nebbia abbastanza fitto, ma poi siamo costretti a fermarci causa strada bloccata dalla neve.

Rifacciamo con sommo dispiacere :-PPPPP la strada verso S. Massimo, una volta a valle Nick Finale esclama: <<la volete finire di correre!!!>>

Massimo ci fermiamo in una rivendita di formaggi tipici dove i miei compari acquistano un po’ di specialità da portarsi come ricordo e dove scrocchiamo un aperitivo a base di caciotta molisana 😉 (notare l’espressione di godimento nell’assaporare il prodotto autoctono).

Visto l’orario, circa le 14:30, decidiamo di andare a Bojano (centro principale di tutta l’area) dove contiamo di trovare qualcosa dove fare dei panini. Per fortuna troviamo una salumeria che ci accontenta ed iniziamo a consolare le nostre pance appoggiandoci sulle panchine della ventilata piazza del paese. Dopo poco veniamo avvicinati da Roberto un simpatico Harleysta con cui scambiamo due chiacchiere, ci offre un caffè ed insiste nel farci visitare la sede del club, a Luglio organizzano un raduno in zona e ci invita a partecipare.
Riprendiamo strada al fine di riprendere quota verso Bocca della Selva per poi riscendere a Piedimonte Matese (ci fermeremo qualche km. prima per prendere un ultimo caffè) dove ci salutiamo ed ognuno prende la sua strada.
A fine giornata, dopo aver percorso circa 300 km. di cui circa 200 km. di strade montane dove ci mancava solo un po’ di off-road (anche se in alcuni punti ci siamo andati molto vicini), mi porto dietro una bella esperienza ed il piacere di aver abbattuto le barriere telematiche del mondo moderno ed aver conosciuto di persona dei simpatici compagni di viaggio.
Nicola Rea nrea_75

Guzzi – Mandello 1921 – 2013

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Mostra fotografica di Jacopo Ghislanzoni

Testi e foto di Alberto Sala

 

Fa particolarmente piacere vedere l’opera artistica di un giovane esprimersi in un compito che più frequentemente viene eseguito da figure con più primavere e orizzonti varcati sulle spalle. Più facile da parte di questi ultimi volgere uno sguardo indietro non solo a sintetizzare oggetti ma cercando anche di esprimere il profondo legame con quello che rappresentano, con la relazione storica e sociale che inglobano.
Jacopo Ghislanzoni, giovane artista lecchese, non è nuovo ad imprese artistiche simili. Prodotto e legame col suo territorio… parlare di prodotto è sicuramente corretto ma altrettanto limitativo per chi – come noi – vibra per le emozioni che una moto è in grado di far vivere. Il tratto netto e i colori vividi, dal gusto pop-art (termine perfettamente azzeccato in questo caso) accesi da Jacopo rendono perfettamente tutto quello che sta oltre il prodotto, mentre la base utilizzata (il collage fotografico) contestualizza il modello legandolo al concetto di prodotto inteso come frutto di un’epoca e – ancor più – di un contesto sociale, comunità, persone – a volte rappresentate direttamente, a volte attraverso simboli molto identificativi – dell’epoca e di quello che accadeva in quel periodo.
Ma vorrei tornare un attimo sul tratto nero e sui colori. DI foto della otto cilindri ne abbiamo viste tante, così come la conosciamo dal vivo… Jacopo ne ha estratto un’espressione nuova e nello stesso tempo vera, autentica, possibile come solo attraverso l’astrazione artistica sa fare.
Tutto questo a Mandello del Lario, e speriamo, replicato anche a settembre, per tutti coloro che si sono persi questa bella esibizione, con il contributo anche di Fabrizio Musa, altro artista nativo del lago di Como.
Ma sentiamo dalla viva voce (aprite l’audio ;-)) dell’artista:

Come ti è venuto in mente di fare una mostra sulle Moto Guzzi?

Ero già stato sul territorio, avevo già fatto delle mostre in questa parte del lago; mi sono soffermato su Mandello e l’anima delle sue aziende è la Moto Guzzi, mi sembrava bello fare una mostra sul connubio Guzzi e territorio. Poi non è solo così… mi sono soffermato sulla storia, sui 90 anni della Moto Guzzi.

Il fatto che siano motociclette è solo casuale?

No, le moto della Guzzi hanno tutte caratterizzato qualcosa, alcune di esse hanno caratterizzato un decennio, per cui ogni quadro è anima di un decennio, è la storia della Guzzi vissuta attraverso dei modelli che sono passati attraverso la storia degli operai che li hanno costruiti, degli stessi guzzisti, ogni moto fa da specchio a un decennio.La Guzzi è famosa per costruire delle moto che rimangono per sempre.Si dice spesso che le moto hanno un’anima: beh le Guzzi hanno un’anima perché sono modelli che fanno la storia, che passano alla storia.

C’è un motivo particolare perché hai usato questa tecnica?

La tecnica che mi piace di più e che caratteristica un po’ il mio percorso artistico è quella di comporre dei collage e sopra a questi usare una tecnica mista fatta di colori acrilici e pantoni indelebili neri, con contorni marcati. Ho usato maggiormente il collage per le moto più storiche, per rappresentare la loro storia; più semplici le recenti, compreso l’omaggio a Guareschi per la sua vittoria a Daytona, che andava raccontato. Per i Guzzisti, è stata un’impresa spaziale!.

Qual’è il tuo percorso di artista?

Lo sono da una decina di anni; ho sempre avuto la passione per il disegno, dapprima a matita poi coi colori acrilici indelebili diretto su ogni supporto, avendo un occhio di riguardo alla pop-art, con le sue linee più grafiche e vivaci, poi sperimentando strizzando l’occhio alla comics, per poi arrivare alla sovrapposizione sui collage di disegno figurativo.

Chi ti ha aiutato nel fare questa mostra?

Ho trovato appoggio da parte dell’Amministrazione Comunale che ha creduto nel progetto; dall’Archivio Comunale della Memoria Locale che ha dato il contributo con il materiale fotografico; lo stesso Daniele Torresan che ha portato il coinvolgimento di Moto Guzzi, Alis Agostini il cui confronto è stato importante per alcuni passaggi storici sull’azienda legati ad alcuni modelli che ho rappresentato, la fortuna di aver conosciuto voi di Anima Guzzista che avete creduto nel progetto e aiutato nella ricerca fotografica; infine i miei amici e mio padre che mi ha dato una mano ad allestire la mostra; è stato importante poi il calore che tutti mi hanno dimostrato.

Poi cosa succederà?

A settembre in corrispondenza del raduno dei club riproporrò la mostra più altri 10 inediti; delle serigrafie tirate per gli appassionati, sperando di poter proseguire anche oltre i tre giorni del raduno.

 

© 2013 A.S.D. Anima Guzzista

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