(Fabio Califoggiano Azzarone on the road)
di Alfredo Assanelli
LUNEDI 7 GENNAIO
Dopo cena chiamo il Califoggiano per invitarlo da noi una sera di questa settimana ma lui mi spiazza con poche parole: Sto preparando le borse. Domani parto per il PINGUINOS.
La sua decisione era nell’aria, è dall’ultimo Calincontro d’autunno che non si fa un viaggio vero.
Fabio è un Motociclista con la M maiuscola. Instancabile e tecnicamente preparato. Per lui fare 700-800km in un giorno non sono un problema.
Perciò questa notizia in fin dei conti non ha nulla di strano, la cosa che la rende speciale è che partirà da solo e sopratutto con il Nuovo Falcone.
Lui è carico a mille, dopo tre mesi fermo in box a smontare la Califoggia e la hondina, non ce la fa piu, è impaziente di girare la chiave e lascirsi
Castelli Calepio e la nebbia alle spalle.
Ci salutiamo e ci diamo appuntamento per il giorno dopo, sempre se trova la linea internet dove pernotterà.
MARTEDI 8 GENNAIO
Sono le 22 e sono impaziente di sentire Fabio. Gli mando un sms e lui risponde quasi subito.
Mi collego a facebook e iniziamo a “parlare”.
Io chiedo e lui risponde, sempra quasi un intervista, e da qui mi sorge l’idea di questo report.
Mi dice che tutto sommato il viaggio è andato bene.
Tutto sommato perchè dopo essere partiro alle 11 da Grumello alle 12,30 era ancora a Bergamo a rimontare il condensatore che causava scoppietii, oltre a regolare per sicurezza le valvole, con un gioco da “manuale”.
Dopo la ripartenza è riuscito a vedere il sole solo arrivato in Liguria, morale alle stelle fino a quando la moto non gli si spegne in una galleria. La spinge fuori e si aggorge di un fusibile bruciato.
Dopo la paura riparte e a tarda sera si ferma in un hotel vicino a Puget, una quarantina di km da Cannes.
Il morale è sempre alto, anche se ha avuto problemi li ha risolti da solo visto che ha portato con se molti pezzi di scorta. Le borse servono anche a questo!
Ci lasciamo con la frase simbolo della sua avventura: SE NON VIAGGI NON VIVI!
Tra i 450km fatti e i vari lavori alla moto è stanco e vuole farsi una buona dormita.
MERCOLEDI 9 GENNAIO
Sarà già on-line?
Speriamo, ho voglia di viaggiare con lui anche stasera!
Il Califoggiano c’è ed è un po piu stanco di ieri. Anche oggi è stata una giornata difficile e i suoi 600 km gli sono passati sotto le ruote.
La moto ha ricominciato a scoppiettare e perdere giri per colpa del condensatore montato ieri. Meno di 600km ed è gia rotto!!
Per fortuna grazie ad un officina “qualunque” risolve con un condensatore con gli occhi a mandorla.
Oltre ad aver fatto tardi per questo inconveniente, ormai al buio è rimasto con le sole luci di posizione per un cortocircuito che ha fatto bruciare il fusibile.
E’ da km che pregustava una cena spagnola ed invece è costretto a fermarsi in un motel dove la cucina è chiusa fino a lunedi.
Per risollevargli il morale gli propongo un brindisi a distanza, io un goccio di rum, lui un sorso di grappa. Cin hermano!!
La cosa che lo rende ottimista e felice è che in Spagna si sente come a casa.
Mi saluta e ci ridiamo appuntamento per il giorno dopo.
Buona notte amico!
GIOVEDI 10 GENNAIO
Ebbene si, oggi è filato tutto liscio!
Dopo aver “aggiustato” il blocchetto delle luci è ripartito e i suoi 600km se li è fatti anche oggi.
Giornata ventosa ma soleggiata. Motociclisticamente produttiva!
E’ riuscito ad arrivare ad Almazan, come da programma.
La moto ha viaggiato in piena sintonia con lui ed ha finalmente cenato come voleva.
Peccato per il poco tempo della linea wifi, solo il tempo dei saluti e di una sua considerazione: mi piace il sentire la strada.. la fatica della salita, del vento contro.. gli inconvenienti sempre riparabili.. bello bello bello
Domani gli mancano “solo” 150km.
Poi incomincia il divertimento, anche se ne sono convinto, fino adesso di sicuro non si è annoiato!
VENERDI 11 GENNAIO
Stasera non potrò sentirlo, al raduno non ci sarà la rete.
Verso le 11 gli scrivo per sapere quanto gli manca. Non mi risponde subito, perciò o è in moto o si sta sporcando ancora le mani.
Intorno a mezzogiorno mi risponde soddisfatto che ha cambiato il blocchetto luci e l’intermittenza oltre ad aver fatto scorta di fusibili.
E cosa piu importante, gli mancano meno di 100km.
Bene. Ormai gli manca poco.
Non lo disturberò piu, ormai sono le 18 e starà festeggiando.
Dopo poco, invece, mi aggiorna che si è accampato e ha ritrovato gli amici di due anni fa. E’ felicissimo e continerà a festeggiare per tutto il giorno……e non solo!
Immagino che fino a domani non lo sentirò, percio gl auguro buona festa.
SABATO 12 GENNAIO
Sono le 6,15 e il telefono segnala un messaggio. Chi è che a quest’ora mi manda un sms?! Il tempo di far funzionare i due neuroni rimasti e realizzo che potrebbe essere Fabio.
Lo leggo subito: “mi sa che è ora di andare a dormire”.
Spengo il cellulare e io ritorno a dormire con il sorriso in faccia.
Fabio non si smentisce mai, Grande Califoggia!!!
Voglio risentirlo dopo mezzogiorno, sicuramente lo troverò sveglio.
Al mio buon risveglio rispone col buenos dias.
Dice che la notte è stata piovosa ma stamattina è soleggiato ma che si è accorto che oggi è gia sabato.
Lo abbraccio virtualmente e gli dico per l’ennesima volta che lo invidio “abbestia”!!!!
Anche per oggi basta. Lo lascio al divertimento.
DOMENICA 13 GENNAIO
Bip bip.
Stavolta sono le 03,22 e sicuramente è ancora lui.
Leggo solo al risveglio, un po’ mi dispiace ma sono le tre di notte.
La prima cosa che faccio prima di scendere dal letto è leggere l’sms: “si va a nanna. Sveglia alle 7 e partenza per le 9. Ha nevicato nella notte e il meteo mette male! Sarà un altra avventura!! Intanto un ammo mi perde olio….me descanso. Speriamo bene. Un abbraccio.”
Non va niente per il verso giusto. Speriamo che al ritorno gli vada tutto bene.
Mi riaggiorna che sta partendo, sono le 11 ed è un po’ in ritardo.
Non risponde al mio sms: è partito.
Lacio drom amico mio!
DOMENICA 13 GENNAIO
Cavolo, sono passate sei ore e non l’ho cercato e viceversa, chissà dove è e quanti km ha fatto?
Invio e quasi subito ricevo sue notizie. Sono le 18,30 ed è a Zaragoza,vuole fare altri 100-150km.
Visto che è partito in ritardo vuole recuperare. Quando parte e la moto non gli da noia è inarrestabile!
Appena trova una camera mi avvisa, è a Mollerusa e che ha fatto 550km.
Per fortuna c’è anche internet.
Le domande sono di rito. E tra le risposte c’è anche che per 250km ha trovato neve e che la moto in montagna si affogava.
Ha dovuto sentire Ube che lo ha consigliato e mentre sistemava la moto si è fermato il presidente del Guzzi Club spagnolo, che aveva conosciuto la sera prima e lo ha scortato fino a Saragoza.
Stasera è stanco, mette qualche foto e poi ci salutiamo.
Domani punterà la costa passando da Girona e poi Perpignan. Ne deve fare ancora di strada!!
LUNEDI 14 GENNAIO
Chissà perchè stanotte non mi è arrivvato nessun sms?!
Alle 10 mi avvisa che sta per partire, che “brau bagai” sa che mi preoccupo.
La frontiera con la Francia la passa alle 14 poi fino alle 19 da solo alla guida fin che arriva a Aix en Province dopo 600km.
Avrebbe proseguito ancora per un po ma vuole dare un’occhiata alla moto, gli si sono svitati un po di bulloni.
Le vibrazioni delle Guzzi non si smentiscono mai!
Ci sentiamo tardi, era impegnato a scaricare le foto.
Ha trovato vento forte da Girona a Monpellier e gli ha fatto cadere il Falcone mentre era fermo a fare fotografie.
E’ preoccupato per le previsioni meteo, per domani danno neve.
Speriamo che anche questa volta sbaglino.
Va beh, anche per stasera è arrivata l’ora di salutarci.
Gia pensa che mercoledi pomeriggio deve riprendere a lavorare e la sua avventura sta per finire.
Gli dico di godersi ancora tutto domani poi ci penseremo noi bergamaschi a fargli tornare l’allegria con la nostra monotonia.
Ridiamo e ci salutiamo.
Hasta la vista Capitano!!
MARTEDÌ 15 GENNAIO
Le preoccupazioni di ieri sera erano fondate.
Mi messaggia prima di partire e dice che sta nevicando ed
è già tutto bianco.
Si impermealizza, carica e parte.
A mezzogiorno gli chiedo dov’è e se nevica ancora. All’una e mezza risponde
che è quasi in Italia e ha nevicato “solo” per 100km.
Mi accordo che quando è in Italia mi avvisa e ci chiamiamo.
Ormai l’avventura è quasi finita.
Passata la frontiera si sente già a casa anche se mancano centinaia di km.
A Genova piove e le montagne fanno intravedere la neve, ma con cautela
affronterà anche questo.
Ho troppo voglia di vederlo e fargli i complimenti!
Alla mia proposta accetta volentieri una pizza, stasera appena arriva.
Grande Fabio, non molla mai!!!!
E sopratutto grazie per questa settimana di emozioni.
E hai proprio ragione!!
E si, alla faccia dei Maya, anche quest’anno è arrivata l’ultima uscita dell’anno.
Il guzzista si sa, dopo soli pochi giorni di inattività è in astinenza e nonostante la stagione fredda non si intimorisce e cavalca la sua Guzzi,
nuova o d’epoca, bella o brutta,l’importante che vibri e che scaldi sia il corpo che il cuore.
Cosi, complice il tempo che è migliorato velocemente e la voglia di uscire in moto anche solo per mezza giornata, quattro Anime Guzziste e un “mangiariso” si sono riunite e domenica hanno organizzato un bel giro lungo le curve dei Colli di San Fermo e le rive soleggiate del lago d’Iseo.
Un Nuovo Falcone (Califoggiano), due Stelvio (Cipo e Backsteets) e un California Vintage (Nuradler) non erano tante ma erano abbastanza per tenere alto il nome di una passione per la Moto Guzzi, fatta di km percorsi a volte con “folle abbandono” ma sempre con la consapevolezza che la moto va vissuta con sana passione, in amicizia e armonia con tutto e tutti.
Ritrovo alle 11 nel parcheggio della stazione di Grumello, un caffè e partenza per Gandosso, Villogo, Colli San Fermo e poi Lovere e Sarnico.
Una bella giornata, km sotto il sole, pranzo tra amici e allegria, come sempre. Non ricordo un incontro che non mi sia mai divertito, una volta che mi sia mai pentito di essere uscito da casa sulla mia Guzzi per andare a “motorare” in compagnia.
Lungo il percorso solo un piccolo problema al filo del gas del Nuovo Falcone, risolto in pochi minuti, perchè per essere pronti ad ogni inconveniente ci si porta appresso qualche pezzo di ricambio.
Alla fine del giro e dopo gli auguri per il nuovo anno, ci si è lasciati con un nuovo appuntamento; il 20 gennaio come prima uscita si torna a Mandello!
Perchè alle nostre moto piace tornare dalla “mamma” ogni tanto.
Eccoci qui, proprio ora che in tanti profetizzavano la fine del mondo come lo conosciamo, noi iniziamo con qualcosa di nuovo, una nuova avventura che mi vede non più passivo spettatore, ma come autore. Eh già a una capra ignorante come il sottoscritto è stato affibbiato un ruolo da redattore, mica pizza e fichi.
Giorni fa quando ho chiuso la telefonata con Alberto ho detto a Nadia “sono un redattore” tutto orgoglione, lei mi ha un po’ guardato e poi mi ha detto “e quindi?”, tra le righe si palesava un “ehsticazzi” grosso come il nuovo California ma io sono orgoglione lo stesso.
Si perchè bisogna capire che non sono stato chiamato a scrivere su di una testata giornalistica, ma sono chiamato a scrivere sul sito di Anima Guzzista e questo è davvero speciale per chi come me ha vissuto Anima Guzzista da forumista per tanto tempo.
Oggi ho l’opportunità di fare qualcosa di meglio che scrivere qualche scemata sul forum sprecando ascii inutilmente com’ero solito fare ogni tanto (o ogni spesso?), ho l’occasione di scrivere per un’associazione che in più di 10 anni è cresciuta enormemente, e non parlo di numeri di iscritti che lasciano sempre il tempo che trovano, ma parlo di cosa è stato fatto tangibilmente.
Sono tantissimi gli incontri che le Anime Guzziste organizzano sia in modo del tutto spontaneo, tramite il forum, che in modo ufficiale grazie all’impegno dello staff: l’incontro di primavera, a cui non sono ancora riuscito a partecipare (cade in un periodo per me impossibile per un motivo o per l’altro), e il uinterparty sono i culmini di tutta una serie di attività che portano le Anime a giro per l’Italia e non solo.
Abbiamo seguito le avventure dei nostri sportivi su mezzi d’epoca e non sui più svariati circuiti, appassionandoci non solo per i tempi sul giro ma anche per le avventure umane che si celano dietro ogni tabella porta numero.
Abbiamo incontrato, grazie alle sapienti interviste, i personaggi simbolo del Guzzismo, e continuiamo a farlo grazie all’impegno della comunità nel rimanere quella cosa bella e pulita che tutti conoscono e che ci consente di tenere i contatti con tanti grandi Guzzisti.
Anima Guzzista è stata definita in passato una comunità virtuale, errori di valutazione che soltanto chi non la frequentava poteva fare, oggi chi segue il forum, o partecipa agli incontri sa che dietro i tanti nickname celati dagli avatar di ogni Anima vivono e motociclano Donne e Uomini splendidi, che è sempre un piacere incontrare e che mi hanno, anzi scusate l’egoismo, ci hanno regalato tantissimo in questi anni.
Ma gli incontri fatti non sono le uniche attività svolte dall’associazione, lo scorso anno infatti in concomitanza con le Giornate Mondiali Guzzi che celebravano i 90 anni del glorioso marchio è stato presentato al mondo il monumento a Carlo Guzzi, una segno della passione che ci Anima che nessuno aveva mai concretizzato meglio e che lascerà di certo il segno, complice anche le più di 20.000 presenze che hanno vivacizzato le GMG.
Ma Anima Guzzista è anche un forum, che continua a macinare visite e discussioni, nuovi iscritti arrivano sempre più spesso e questo significa sempre più interventi e voci sempre nuove da ascoltare e da valorizzare, questo nuovo incarico che mi è stato dato servirà difatti anche a avvalorare tutti quegli interventi che purtroppo finendo in seconda e terza pagina non godono del risalto che meriterebbero; svilupperemo inoltre una newsletter, uno strumento che consentirà a chi non segue assiduamente il forum o il sito web di restare aggiornato.
Insomma cercheremo di dare nuovo risalto ad Anima Guzzista in tutti i suoi molteplici aspetti, ma non perchè ha perso smalto, anzi per cercare di dare un servizio migliore a tutti, dai soci tesserati, ai partecipanti del forum, e anche chi semplicemente ci legge; vogliamo in poche parole far evolvere ancora Anima Guzzista ad un livello superiore.
Anima Guzzista è una grande comunità REALE, è un’Associazione Sportiva REALE e cercheremo di ricordarvelo sempre più spesso, sarà importante il vostro supporto, i vostri commenti belli o brutti, saranno importantissimi, correggete tutti gli errori che trovate, siamo una Comunità, non un regime e sapere se quanto scriviamo appare utile o inutile, bello o meno ci servirà per capire se stiamo lavorando bene oppure no.
di Alberto Sala - foto di Alberto Sala e Moto Guzzi
Quante volte abbiamo speso il paragone moto – donne? Tante… forse sarà banale, ma alla fine non c’è associazione più adeguata. La prima volta che vedi una moto nuova (così come una donna) può fulminarti, può attrarti in maniera pazzesca da non farti staccare gli occhi e sbattere contro il palo, da pensarci tutta la notte con gli occhi persi nel vuoto. Poi, magari a distanza di un po’ di tempo, la rivedi. E’ in questo secondo momento che escono le certezze. O il contrario: stupore, stordimento e attrazione si volatilizzano come giapponesi al largo di Tannhäuser, perduti nel tempo come lacrime nella pioggia… forse non sarebbe ancora tempo di morire, ma di fuggire magari sì.
Venerdì sera, quando le luci hanno lasciato balenare nel buio la presentazione della Moto Guzzi California 1400 ed è riapparsa, distesa nel nero e avvolta dalla voce lirica e struggente di Adele, è stato come rivedere la tua preferita per la seconda volta e la folgorazione iniziale ha lasciato posto alle sensazioni più profonde, al sentirne il gusto, a percepire che ha una storia da raccontarti, che quella bellezza iniziale non è una pellicola sottile ma uno spazio profondo da esplorare. Rinfrancato dalla conferma, ecco esondare la voglia di provarla, di dissetare l’arsura del dubbio: saprà mantenere veramente quello che allude? Saprà confermare nella vita reale le sue per nulla velate promesse?
CLOK! Il sonoro inserimento della prima mi conferma che è una Guzzi. Cannes, sabato mattina, aria calma e densa di mare. Rilascio la frizione e la Touring affluisce al nastro d’asfalto della Croisette, puntando verso la Route 1098 che attraverso i rossi frangenti del Cap d’Estérel giunge a Saint Tropez, meta del pranzo.
Una delle strade più belle del mondo, degno palcoscenico per una delle motociclette più belle del mondo.
Mi sento rapidamente a mio agio. La seduta è molto comoda: la sella meravigliosamente confortevole, il manubrio moderatamente largo, le pedane avanzate mi ispirano una guida rilassata così istintivamente tendo a sdraiarmi all’indietro, ma il manubrio non me lo consente. In realtà la posizione corretta è con la schiena eretta, verticale e non ingobbito. Sarà contenta la mia scoliosi. Trottiamo a bassa andatura tra semafori e traffico: nessun problema, il peso non si sente, si avverte un po’ la lunghezza ma solo andando pianissimo e nelle inversioni. Appena si prende un minimo di velocità diventa sorprendentemente facile. Guardo appena davanti a me tra serbatoio cruscotto parabrezza e guardo gli altri, ognuno perfettamente inserito nella linea sinuosa. L’insieme uomo – motocicletta è certamente più armonico ed equilibrato della precedente California.
Appena liberi dalla scorta di caseggiati comincia il bello. Il motore suona piuttosto ovattato di meccanica, senti i tintinnii come fossero lontani ricordi: ci sono ma perloppiù si nota il rumore della trasmissione, oltre al pieno suono del 4 valvole che ormai ha una sua precisa specificità nel vasto catalogo dei motori Guzzi. Sarà assai probabile il ricorso a scarichi più aperti dei Lafranconi di serie ma in ogni caso suona già bene. Piccola parentesi: gli scarichi sono Lafranconi. I cilindri Gilardoni. Il serbatoio è prodotto dallo stesso fornitore degli anni ’70. Una scelta che ha il suo valore. Chiuso l’aspetto uditivo, per il resto il motore è semplicemente spettacolare. Di più: SPETTACOLARE! Spectacular! Espectacular! Spectaculaire! Spektakulär! Fallegt! Inserita la modalità “veloce”, basta ruotare la manopolina di destra per essere cortesemente ma anche con sentita risolutezza catapultati in avanti; si può partire da numeri ridicoli, tipo 1500 giri senza alcuna incertezza nè contraccolpi, e il limite è più che altro lo spazio che hai davanti, perchè
questo bolide spinge di brutto senza tante balle e se non ci rifletti ti ritrovi alla peggio a fianco del poster sul muro,
e alla meglio a credere di essere su una sportiva, anzi sulla moto da guerra perfetta perchè con quella devi farlo salire di giri prima di godere come un riccio, invece qui godi precox. All’inizio, quando ero ancora una spina malefica, ogni tanto scalavo in seconda per affrontare le curve più strette. Poi ho smesso, ho lasciato la terza e mi sono dimenticato del cambio: basta non far passare più di un paio di secondi tra gli scoppi dei due cilindroni e lui riprende come niente fosse. E’ proprio vero che non è la potenza quella che conta, ma la coppia. E questa strafiga ne ha a tonnellate. C’è una lieve incertezza attorno ai 4500 giri ma sono quisquilie, mentre non saprei dirvi il limite in alto. Sarà la strada tortuosa, sarà quello che volete ma francamente non mi è venuta occasione di sentirlo urlare in alto. Basta e avanza più sotto, sempre bello liscio e gestibile, con solo una lievissima irruenza alla riapertura del gas. Come dargli torto?
Avevo paura per le vibrazioni. Una nube copre il sole d’improvviso. Temevo questo momento. Quando hai avuto un trauma nel passato, è dura. Successe nel 2000, quando provai la Speed Triple. Avete presente? Una moto eccitante come poche. Ma quando pigiai sul tasto magico, dovetti cercare la lancetta del contagiri perchè era l’unico segnale di vita percepito. Ti prendi a pizzicotti sperando che sia solo un brutto incubo, invece era vero, dannazione. Ecco, avevo un po’ paura che con tutte queste biellette smorzanti e silent-block silentanti potessi rivivere quel terribile momento. Invece al pigiare sul tasto rosso la moto si scuote, ti fa sentire che c’è, al minimo ti massaggia dolcemente. Poi, appena dai gas, le vibrazioni svaniscono ma resta la ‘rabbia’, resta quel rauco movimento che ti tiene in vita. E torna il sole. Che sollievo!
Nota importante: secondo me è pressochè impossibile toccare i cilindri con le gambe, a meno di sedersi a ridosso del serbatoio o chiamarsi davvero Dino Meneghin o Bob Morse. Già se sei Charlie Yelverton non hai problemi. L’interno delle ginocchia posa dolcemente sulle protezioni dei collettori e da qui esce una discreta dose di calore, molto piacevole con le basse temperature, presumo meno d’estate. In ogni caso non è obbligatorio appoggiarci le gambe, anche se per me era troppo bello stare su una California che ti consente di stringere il serbatoio. La frizione è dolce e assai modulabile, tutta la trasmissione ha una lieve senzazione ‘gommosa’ in fase di rilascio e scalata, meno rigida del solito. In sostanza il cardano lo senti all’udito e senti tutti i clonk ad ogni cambio marcia; per il resto te lo dimentichi. Il cambio ha un’escursione accettabile, è piuttosto facile entrare in confidenza col bilanciere; assai naturale salire di marcia con un colpo di tacco alla James Brown; un pelo meno a scalare, istintivamente lo preferirei un filino più basso, poi ragionandoci meglio, con un paio di stivali invernali forse diventerebbe difficoltoso. Il pedale del freno posteriore è raggiungibile in maniera piuttosto naturale ed è ben modulabile, possiamo dire finalmente addio al pirolino precedente senza alcun rimpianto.
La ciclistica è impressionante. IMPRESSION… ehm, ok. La moto curva da sola. Se tieni il manubrio lievemente con due dita come è buona creanza tra velisti col timone, senti che chiude le curve in maniera assolutamente naturale. Sembra impossibile tirar dritto: tu pensi di fare la curva e lei la fa, senza sforzo, senza doversi spostare col corpo o fare leva sul manubrio. Eppoi è stabilissima e nello stesso tempo maneggevole ben più del timore suscitato dai 300 e passa chili e dal gommone da 200. Sono caratteristiche pericolose, ancor più se associate a un motorone che spinge di bestia. Fa venir voglia di andar forte. Perdippiù su una strada come questa, dall’asfalto meraviglioso, dalle curve una accoppiata all’altra e pure un po’ paraboliche, ‘ste zoccole, così… SGRAAAT! è un continuo limare di pedane!
Si tocca prima che con la ‘vecchia’ California.
La musica si ferma, i “californisti” smettono di chiacchierare e si voltano. Lo sapevo.
Vi dico la verità: a un certo punto ho un po’ sofferto di mancanza di luce a terra. Però stavamo tirando avanti e indietro come fabbri in un tratto molto tortuoso, per impressionare i sensori delle reflex. Nel pomeriggio, quando siamo tornati passando non più dalla costa ma dall’interno, con tratti meno stretti, il limite si è ridotto di parecchio. In realtà la fregatura è il motore e la qualità della ciclistica, che ti fanno dimenticare che sei su una cruiser. E sulla California precedente certo avevi più luce a terra. E’ un vero problema? A mio parere no. C’è comunque margine di divertimento, e soprattutto c’è quello che prima non c’era: una vera impostazione custom, con le pedane al giusto posto, senza alcun indolenzimento di ginocchia (a un tratto l’apripista con la Mana ha allungato le gambe per riposare le ginocchia, e in quel momento ho apprezzato il fatto di non sentirne assolutamente il bisogno), con un’altezza da terra perfetta, in grado di spostarsi agevolmente da fermo anche se non giochi a basket. Più tutto il resto. E’ giusto così, eppoi è solo questione di cambiare spesso sliders 😉
Passiamo l’incantevole Saint Raphael senza soffrire la ressa e il traffico dell’estate, pensando solo a gustarcela. Ci si sente da dio in sella. Inserita la mappatura “turismo” (con ogni probabilità sarà la più usata),
ci godiamo la souplesse di questa nera panterona dagli occhi intriganti,
facile da domare e anche da fermare: le due grosse pinze anteriori ci volevano, visto che il peso c’è; la potenza è perfetta, molto buona anche la modulabilità, compreso il freno posteriore, che conserva un buon margine prima di chiamare in servizio l’ABS. Personalmente avrei preferito conservare la frenata integrale. Trovo sia una gran cosa poter entrare in piega frenando e correggendo a piacimento. Però devo dire che si può farlo anche con questa bellezza. Manca quell’effetto di schiacciamento d’insieme, ma mettiamola come preferenza personale.
Passata la sosta pranzo a Saint Tropez, ci snodiamo in un meraviglioso misto veloce interno, coi profumi resinosi dei sempreverdi e una temperatura ancora molto gradevole, lanciandoci a tratti a pieno gas. La California sul veloce si dimostra stabilissima anche sullo sconnesso più vistoso, col parabrezza che protegge benissimo (mai abbassata la visiera) senza creare turbolenze o oscillazioni (almeno fino a 125kmh), mantenendo un gran comfort, anche prendendo i dossi a velocità elevata. Sembra quasi avere un monoammortizzatore… credo che anche la sella dia una buona dose di contributo ammortizzante. Faccio fatica a trovare difetti. Sicuramente il cavalletto laterale. Se si parcheggia in discesa bisogna necessariamente inserire una marcia, pena il rischio di avanzamento inopportuno del bolide con conseguente rovinata a terra (successo…). La lunga leva precedente (perdippiù ammortizzata) è l’unica cosa che veramente rimpiango. Il parabrezza se avesse la possibilità di regolazione eviterebbe problemi a chi si ritrova il bordo superiore ad altezza occhi. Le flange dei dischi anteriori, che però mi raccontano siano state fatte così per valorizzare il mozzo del cerchio. Si sente a tratti un po’ di ruvidezza di trasmissione. I pirolini delle gomme non sono abbastanza lunghi, ecco. Insomma avete capito. Per la prima volta ho pensato che potrei sostituire la mia California II.(potrei)
No, non è una allumeuse qualunque. Non è una moto di legno. Non è solo bellissima. E’ una moto vera, è la California al suo massimo splendore, che mantiene quello che promette. Che sa dare qualcosa che non aveva mai dato prima.
Grazie alla Moto Guzzi per lo splendido sabato in Costa Azzurra, anche per avermi fatto incontrare Adam.
Licio 33
Altra bella serata tutti insieme.
Chiedo venia per la voce
Al mio Amico Guzzirock dedico questa foto, lui capirà 😉
Isa
era una vita che non facevo una serata guzzistica come si deve… 😉
grazie a tutti, e un abbraccio a quelli che non sono riuscita a salutare.
MEK1
Bella, e come non potrebbe essere, serata, grazie a tutti…….
Jacopo, il mio bimbo, stamattina mi ha chiesto se tutti quelli che c’erano ieri sera erano piloti. Ed io ovviamente ho detto di sì……e lui:
“tutti tranne te, vero papà……”.
I figli “sò piezzi e core…”
ciao
Marco
Ps. saluti e scuse se me ne sono andata senza salutarli al “MITICO” e a “CANE”….ciao alla prossima.
cipo
ogni volta è sempre meglio.
vi amo bastardi!!!
Aidan
Anche io vi amo tutti!!!!
…e sono stata illuminata sulla via di Damasco, finalmente ho conosciuto il TATUATO!!!!
A.
PS: la mia amica spadara continua a chiedermi di cosa avrebbe dovuto impressionarsi…
Scurzon
bello, bello, bello
unico peccato l’aver dovuto andar via presto per mancanza di alloggio per la notte
un grazie a tutti
un grazie agli organizzatori
bell’evento
tanta bella gente
ottima cena
ottima musica (band e ospiti schitarratori di alto livello)
BeppeTitanium
Grazie a tutti !!!
come al solito non si sbaglia mai a partecipare anche in condizioni di salute …. non eccellenti!!
Un grazie partecolare a tutti i bastardi cui avevo affidato la mia salute (mentale), avevo implorato di non farmi salire sul nuovo Cali, ma non ha cagato nessuno ….
comunque vi amo tutti ugualmente !!!!
Maelganis
Tornato ora…Che emozione,come ogni volta…Grazie a tutti,siete fantastici,anche quelli che mi hanno mentito dicendo che canto bene GRAZIE A TUTTI,Alla prossima!!!
GuzziRock
sono appena arrivato a mosca, grazie ancora a tutti siete meravigliosi.Dasviidania Anima Guzzista. Un grazie speciale anche alla mia nuova “band of brothers”
Pask73
Sono in treno, rientrando a casa.
C’ho un cerchio alla testa, e sono ancora stordito dall’esperienza ad alto tasso guzzista.
La nuova California, Mandello ed il Carletto, i guzzisti e le guzziste, la band estesa..
X il momento, GRAZIE!
Pask
Diegodelson
Grazie a Voi per quanto ci avete donato
E grazie a tutte le Anime Guzziste, l’amore cosmico esiste eccome
Vi voglio bene
gasgas
NON sono quel vecchio barbogio rimbambito di Gasgas bensi’ la Contessa CRIS, che ne usurpa il login 😀
Siamo arrivati a casa anche noi e voglio ringraziarvi tutti della splendida serata, ma soprattutto voglio scusarmi con chi non ho salutato (e sono tantissimi) visto che il mio sposo (ormai vecchio e stanco) mi ha trascinato via con un blitz approfittando di un passaggio estorto a Valerio e consorte. Un abbraccio immenso che vi stringe tutti quanti!!!!!
A presto e un mare di bacini
Aires
Eh sì, ANIMA GUZZISTA dà dipendenza… Non si può starle lontani troppo a lungo…
Un’altra serata magica.
Grazie a tutti
PS: Dolce Isa, urge cambio di foto: vogliamo quella col nuovo impeccabile look… e pure l’eyeliner, neh!
totogigi
Uno che arriva apposta da Abu Dhabi (un pelo più in là di Abbhadia), l’altro che trova il tempo tra il Kazakistan e Mosca… questi due credo meritino un pensiero speciale. Pensate cosa avremmo potuto perdere!! Che giornata e che serata! Grazie anche al Verde, sono sempre grandi con noi, al World Club e alla Moto Guzzi, grazie al concessionario Agostini (cosa farebbe questa Guzzi senza i suoi concessionari?) per la California, e stanting ovescion anche per Red27 che ha saputo lenire alla grande la dipartita di Enrico! Peccato per la processione di cornacchie ai microfoni
Elk
Bella serata e in generale bel week pregno di emozioni. Sono stato contento di poter associare finalmente qualche volto ad un nickname!!
Pensavo però di riuscire a diventare finalmente un socio tesserato anche se extracomunitario…. 🙁
Bella serata, bella gente, ottima musica e che menù!!
Frenk_MI
Grande Red, ma anche grande Bruce Goffredo Springsteen che l’ho visto fare un paio di discreti numeri acrobatici con la sua Telly….
Grande anche il trio! Avessi saputo sarei venuto un attimino prima per chiedere al grande Enrico delucidazioni su quella bella testatina blu…
carmine
Apprendo Da Califoggia e da Edo della targa. Sono Onoratissimo. Grazie per il pensiero, gentile e graditissimo. Sono felice di far parte di questa ottima famiglia di fratelli Guzzisti.
AlcideX
Finalmente tornato a casa.
semplicemente GRAZIE
Tonirag
Rientrato stasera alle 20, dopo aver fatto un piacevole viaggio col Tatuato, Nello, Goffredo e Francesca…
Solo 2 parole: bello come sempre, mapporcatroia troppo breve…
e la prox volta facciamolo ad ottobre così anche chi è lontano e vuol venire in moto non schiatta di freddo….
tacchinobicilindrico
riesco a trovare requie dall’odissea attraverso l’italicostivale soltanto ora .. poi ci torno su con calma,nn credo purtroppo prima di domani sera,reputo però doveroso tributare un abbraccio circolare a tutti coloro che rendono ogni volta epica una VeraCatarsiMinchia™ che si rispetti,ovvero ognuno dei presenti.
A domani per commenti più o meno sensati e spero anche un paio di fotine di quelle due di numero che ho fatto ..
vi amo.
anzi no.
ci amo.
pirriaturi
Il ritorno è andato bene (il viaggio); l’arrivo un po’ meno: ho avuto la conferma di avere smarrito il Telepass. Nel senso che stamattina, non trovandolo, ho imputato la cosa al mio eccessivo essere diversamente ordinato; in garage e poi a casa ne ho avuto la conferma: me lo sono perso.
L’ho già bloccato e domani farò la denuncia da inviare alla società.
A parte questo, sono riuscito a portare non “sminchiato” (leggasi non gualcito) il calendario.
Al sestesimo. E rilancio l’idea: datosi che i partecipanti al UinterParti sono un numero certo e stabilito, perché non fare un qualcosa – adesivo, medaglietta (forse meglio perché, avendo due facce, su una si potrebbe imprimere anche qualcosa di particolare), patch – commemorativa ed a tiratura limitata all’edizione?
Grazie a tutti/e. Di cuore. e si, dai: anche di fegato, di reni, di … … …
Peccato non avere potuto salutare i partiti prima del mio sorgere dalle lenzuola: scusatemi.
almeno mi consolo così.
Macio
Le cose belle durano semrpe troppo poco.
Scorrono come sabbia tra le dita, coem lacrime nella pioggia.
Si sciolgono come neve al sole… (neve? chi ha detto neve??? )
Grazie a tutti/e, come sempre, siete stati/ e fantastici/e.
Il mio piccolo è diventato il fan n.1 della Guzzirockband!!!
P.S. Come al solito non avrò salutato qualcuno collezionando figure di m…a a ripetizione… ma se l’ho fatto è stato solo perchè c’era troppa roba in troppo poco tempo e troppa poca lucidità mentale!
Carthago
Che dire, mah!
Primo winterparty, mia moglie mi dice: ” vai tu che ti diverti, io cosa c’entro?” e poi scoprire come tutti i Guzzisti ti coinvolgono in una serata magica, fatta di persone, con la P maiuscola, che anche se ti vedono 5 minuti (mia moglie)ti fanno sentire come uno di famiglia, grazie a tutti.
Peccato siamo dovuti andare via presto, ma impegni con le nostre bimbe non ci hanno permesso di restare più a lungo.
Peccato perchè avrei sicuramente alzato il tasso tecnico del Karaoke
Mi ha emozionato una cosa su tutte: le persone che ci sono venute a salutare quando hanno saputo che ce ne saremmo andati, una ad una, con un sorriso, una pacca sulla spalla, man mano si alzavano dal tavolo, bellissimo grazie… e poi il riconoscimento a Califoggia, con quegli occhi lucidi del ” Generale”, è stato emozionante e Fabio te lo meriti davvero: la passione che ci metti la si vede, la si sente, la si coglie.
Luca e Ombry
Red27
Buongiorno a tutti. Sono rientrato senza problemi, l’adrenalina era talmente tanta che non è stata nemmeno necessaria la sosta sonno. Un caffettino a Melegnano e via.
E’ stata una bellissima serata, e l’unico rimpianto è che non se ne fa una alla settimana!Menzione d’onore per quel triangolo delle Bermuda della serieta’ che erano i miei commensali!
Ed ovviamente un inchino al mitico Enrico e la band che mi hanno concesso il gusto di farmi una suonata che mi sono goduto alla grande.
Iko che canta Immigrant Song non ha prezzo ma per il piccolo Macio che mi scorda la chitarra non basta nemmeno la mastercard! Un grande!
Ve vojo bbbene!
enrIK0
Purrr… Vi gVaffio tutti!
Che spasso. Ma Red che non conosce i Doors… che colpo… Visto che comunque ormai il gruppo è una dittatura dei chitarristi, l’anno prossimo vengo con l’ocarina, per amor di giustizia! 😎
Iko a me il figlio di Macio fa paura…
JackDrodemberg
Cari amici Guzzisti, apprendo solo ora da Rosella del “Uinterparty”…
Mi scuso e m’inginocchio col capo cosparso di cenere per non esserci stato.
Sto passando un brutto periodo sul lavoro, l’azienda per la quale lavoro mi ha d’apprima spostato da Beverate a Melzo e ora sta “ipotizzando” Verona… Potete immaginare quindi per quale motivo sono stato latitante sul forum, e mi dispiace moltissimo.
Desidero ringraziare davvero di cuore tutti voi per il riconoscimento conferitomi con la “Targa” per l’evento “UnitedEurope ~ Mandello-Lampedusa-CapoNord”, non sarei mancato per nessun motivo ma… non sapevo della cena organizzata.
Vi ringrazio ancora davvero tanto, non ho parole.
(Tirerò però le orecchie a qualche amico per non avermi fatto uno squillo per dirmi:” ma che caxxo… Non vieni?!?”)
Un forte e sincero abbraccio a voi tutti, da me e dall’AceCafeMandello (che sta resuscitando)
Pandora
Vi voglio bene!
E’ stato bellissimo!
A presto scritti e foto.
Goffredo
Tra due ore devo di nuovo essere con un microfono in mano di fronte ad un sacco di amici.
Stavolta non per fare festa ma per ricordare un’amica.
Poi direttamente in aeroporto.
Che roba strana, la vita. E che fortuna sapere di non essere mai solo nell’affrontarla.
Grazie a tutti e a presto.
G.
titti
Ma quanto è bello il uinterparti???!!!!
Rivedere alcuni di voi e incontrarne di nuovi è stato un piacere…alla prossima!
califoggiano
Grazie grazie ad AG e a tutte le Anime Guzziste che han reso la serata indimenticabile
Mi son divertito davvero tanto, l’intrattenimento della band all’interno, i racconti del Tatuato davanti al fuoco all’esterno, gli amici vecchi e nuovi.. insomma c’erano tutti gli ingredienti giusti
La Domenica non so come mai, ma testa e stomaco non erano del tutto a posto
Una frustata a Red che mi si perde sulle variazioni, ma che mi assicura che sta già studiando per il prossimo anno
Alleluja Alleluja, finalmente la Puglia!! è stato un riconoscimento bellissimo, mi son commosso.. Grazie a tutto lo Staff
Ps: La Nuova Cali vista in fabbrica è davvero stupenda.
Pandora
Dopo un bel viaggetto in treno che fa molto hard-soft, come dicevo a Red, eccomi qui.
Menzione speciale al B&B Mammaciccia. Un gioiellino, consigliatissimo.
L’Uinterparty? E’ stato bellizzimo! Oltre 120 guzzisti uno più bello dell’altro (bello? Dei tipi, andiamo…).
Ecco quello che mi ricordo dopo svariato vino e vari cocktail carichi (caricati a mia insaputa).
Un tavolo che chiamarlo il triangolo delle bermuda della minchiaggine peccaminosa è francamente riduttivo.
Cipo superstar e idolo delle donne!
Tacchino e Red, la vera coppia mancata di Ag! Attendo i confetti.
Toni sempre polipone!
Le girl (Breeze, Ilaria, Spada Medievale, Aires)!
Io e Cipo che facciamo foto hard a insaputa di Toni!
Poi che dire, la Band… che Band! Con Red che sa pure suonare bene!
Ma il climax del godereccio è stato quando finalmente ho visto il pennuto del Tatuato. Ragazzi, ma è grossissimo!
Attendo con ansia i racconti del viaggio del Tatuato (se è tornato a casa). Ho avuto un assaggio delle disavventure e mi è venuto il mal di pancia per il ridere.
Poi… attorno al fuoco a parlare di oggettistica e di “sb….” le moto e delle mie avventure nei night club (ma è lavoro, che credete? io faccio la giornalista!).
Il climax di autostima è sceso ai minimi storici quando il Macio junior mi ha visto e ha preso paura. Il motivo? “Hai troppi capelli”. (Ettecredo abituato al padre). Invece i bambini di solito mi adorano! Poi ho scoperto che in verità è una tattica tipica maschile. Presa confidenza a un certo punto sento una pacca nel sedere: mi giro incarognita e c’era il padre che mi guarda terrorizzato indicando il Macio junior che era scappato ridacchiando. Insomma, il Macino cresce bene e pure buongustaio, se diventa musicista è finita.
Detto questo, vi voglio bene indistintamente e hardamente. A presto!
Ps: Un ringraziamento speciale a Carletto Guzzi & Co che quando ha “inventato” queste moto non sapevano certo quali conseguenze ne sarebbero venute.
edo1200sport
Io andrò contro corrente ma non mi è piaciuto niente di questo week-end.
Venerdi sono andato all’EICMA e la nuova CALIFORNIA 1400 non mi è piaciuta affatto.
Poi sabato, tanto per finire in bruttezza, al uinterparti non mi sono divertito e sono andato via prestissimo, accompagnato da mia moglie e dal Califoggiano!
La prossima volta non vengo tanto so gia come va a finire!!
PS: Vi amo tutti, dal primo all’ultimo
Zio Pirmin
Primo Uinterparti: bellissima esperienza.
Qualche losco individuo gia’ visto qua e la’ e…..un sacco di nuovi brutti ceffi.
Bravi
Ps: sono felice per il premio a Califoggia ( era nelle mie nonimescion), per il prossimo anno ricordatevi di Tiziano Incani e di Ube.
tatiana
perfetto …non ancora in piena forma ma…ci sono !
consapevole della figura di m.da fatta non mi resta altro che ringraziarvi tutti! quando”Tatiano” mi ha svegliato in piena notte in quella bellissima stanza calda confortevole del B&B ..con occhi vogliosi per dirmi………..che avevo ricevuto una targa …mi sono ulteriormente sciolta!!!
bando agli scherzi ! sono veramente contenta e cedo idealmente questa targa a tutte le donne, ragazze guzziste che avrebbero voluto partecipare al raduno, ma che per mille motivi validi, non sono state fortunate come me.
ringrazio il mio PP :b presidente preferito , Goffredo per la splendida presentazione fatta ! ma soprattutto Agente Wilma perchè senza di te A.G. non…. esisterebbe !!!
Skleros
Per motivi vari (soldini, lavoro e…salute) non sono riuscito ad essere dei vostri (pur volendolo con tutte le mie forze)…
Per giorni, leggendo questo thread, mi sono “disperato” per non essere venuto…
Voi per me siete come una Famiglia…
Voi che mi avete aiutato e continuate a farlo nell’affrontare al meglio le difficoltà che incontro…
A voi che avete sempre avuto una parola per me…
A voi che mi strappavate una risata nei momenti più “cupi”…
A voi che avete gioito con me quando “usciva il sole” nella mia Vita…
A voi…con cui posso condividere la mia Grande passione…
…GRAZIE!!!
Oggi ho saputo da AgenteWilma che avete fatto una targa per me!
NON CI POSSO CREDERE!
Quando l’ho saputo…ho pianto (potete non crederci ma è così)…
Non so perché mi merito questo Onore…mi sono comportato esattamente come avreste fatto voi…e voi lo avreste fatto meglio!
La Vita ha fortunatamente voluto che avessi il privilegio di conoscervi…ed è stato un grandissimo DONO!
Vi voglio bene
ilmario
tutto è già stato detto, mi unisco al coro, complimenti agli organizatori e ai partecipanti tutti abbraccio e a tutte le simpaticissime
un ciao e arrivederci a presto a tuch 😀
PS: dimenticavo i musicanti…. fantastici con loro ci si anima
Agentewilma
Sono due giorni che penso a cosa scrivere ma veramente non so da che parte cominciare.Certamente è un gran lavoro cercare di organizzare tutto al meglio consapevole anche che ci sarà qualcuno insoddisfatto (il cibo non è buono, le targhe non vanno bene, le coppe sono sbagliate, abbiamo dimenticato di premiare tizio caio e sempronio); ma questo fa parte del gioco: pensate se dopo aver organizzato tutto la sala è vuota.
A cosa servirebbe?
Solo un ringraziamento sopra a tutti: Francesca immensa e le mie “veline” (Nello, Tatuato e Pask)
Arrivo il sabato con gli stracci per fare la toilette a Carletto e lei via di spugna, arrivo al Verde con l’auto da scaricare e pronti tutti a fare facchinaggio, bisogna incassare i soldi per la cena e distribuire i calendare e tutti sempre operativi!!!!
Tatuato come lo sposo ai matrimoni che nemmeno riesce a mangiare un raviolo, Nello Pask etc etc etc etc
Davvero non ci sono parole.
Grazie
V
p.s.: ricevere fiori e cioccolatini da persone care ognuna a modo proprio mi ha fatto sentire come Wanda Osiris e forse qualcuno mi ha anche sentita cantare una delle sue canzoni verso l’alba…… ;-))
Frenk_MI
Questo è stato il nostro primo uinter, anche per me nonostante sia iscritto personalmente da 7 anni (SETTEEEEE???).
Praticamente tutte facce nuove (tranne pochissime eccezioni) anche per me, dato che per diversi motivi sono ormai quasi 2 anni che non saliamo più in sella e non giriamo più con nessuno.
Perciò voglio innanzitutto scusarmi se sono stato poco “presente” soprattutto con quelle poche persone già conosciute: mi riferisco a gasgas e consorte, albylemans, iko e verdenevada, chiaucese (che l’ho intravisto), red27 (fatto in tempo a conoscere in una delle mie ultime uscite), macio ed altri ancora che magari mi hanno riconosciuto ma che non sono stato in grado di “ricambiare”.
Un ringraziamento a Guzzirock per il gentile invito, declinato, a strimpellare sul palco anche una semplice scala maggiore; la voglia di provarci ammetto che ad un certo punto c’è stata, anche perché con un trio + special guests di quel livello, anche le imprecisioni e gli errori sarebbero diventati “uno dei migliori 100 licks della storia del rock”.
Un grazie ai nostri vicini di tavolo con i quali ci siamo scambiati anche alcune opinioni tecniche moto-chitarristiche molto interessanti.
Un paio di scuse ai due drivers in auto dietro di me al momento dell’arrivo visto che al primo tornantino ho avuto il terrore di toccare il muso della macchina e lasciarlo giù, quindi preso un po dal panico ho accostato pensando di farli passare (impossibile visto il poco spazio) e giustamente mi sono beccato una strombazzatina (ero su octavia station grigia) perchè oramai ero in ballo e si doveva ballare.
Un altro paio di scuse a, non ricordo che auto, chi ho incrociato salendo dal punto più basso del parcheggio perché avevo dimenticato gli abbaglianti accesi (nella prima parte della discesa volevo tenere sotto controllo praticamente tutto il territorio della provincia di lecco) e ho intravisto le facce accecate. Very sorry.
Un ringraziamento molto molto particolare allo staff, in particolare al Tatuato e ad Agentewilma da parte di nostro figlio SamueleV11.
Ho intenzione di farvelo fare “di persona”, datemi solo il tempo di prenderlo in un momento di “calma”
Considerato che s’è anche magnato bbbbene, ma molto bbbbene, l’intenzione di replicare anche il prossimo anno, nonostante forse, molto forse, avrò ahimè il garage “vuoto”, c’è. In fondo l’importante è l’Anima e ormai quella è irrimediabilmente compromessa.
Infine un grande PIRLA a me che non sono mai venuto alle precedenti edizioni.
Bravi bravi bravi.
PS per red: ma la tua è una Suhr????
Tatuato
Sono incasinato con il lavoro, ma due righe le voglio scrivere. poi racconterò meglio
Le prime vanno per il Comandante e Raffa… grazie mi avete fatto iniziare il fine settimana con un sorriso… poi certo ho dovuto riprendere il viaggio con Nello e Tonirag… ma il sorriso è rimasto.
Un grazie a tutti perchè ogni volta mi diverto, conosco gente nuova e conosco meglio quelli che già avevo incontrato.
Non ci sono parole per ringraziare Rosella,Alberto, Goffredo, Francesca, Nello, Enrico, Pask per il culo che si fanno.
Il primo e unico bastardo va a Valter… sei un bastrado infame… dopo tutto quello che ce stato tra noi mi hai scordato… ma non fa niente me ne ricorderò
A questo incontro ho scoperto una cosa… io anni a fantastica su lavori come l’idraulico che fa sesso sfrenato… ho sbagliato… il vero lavoro intriso di sesso e il GIORNALISA DI CRONACA in emilia… per chi è stato assente mentre ci scaldavamo fuori al fuoco delle mignotte, può chieder in giro.
Quest’anno ho scoperto che è stata anche aperta una sezione AGVM18… anzi che dico per quello che se diceva doveva essere VM35… per chi non c’era quì sarà più difficile trovare in formazioni… ma non riesco neanche a spiegarmi… ma forse qualche filmato o foto uscirà
Grazie a tutti per la pazienza e la gioia che portate a questi incontri.
Ora ve saluto perchè altrimenti non ce la faccio a finire il lavoro
LINOLEMANS
Mah…..per caso il prossimo fine settimana c’è ancora un posto per il Uinterparti pre-2013 ? Prenoto !!!
Camera 18 con Nello e Tatuato !!!!!
Vi voglio bene, grazie a tutti, tutti, tutti !!!!!!!!!!!!!!!!
AgenteWilma non ti preoccupare: l’unica lamentela è stata per le coppe bucate !
Un abbraccio. Lino
CapMarvelJr
Eccomi!
Mi sono ripigliato solo ora…
Che dire? Grazie a tutti, dal primo all’ultimo, dai miei commensali che mi hanno ed ho tirato matti, tra discorsi tecnici, recensioni di caschi, telefoni, autoradio…alla band, tecnicamente perfetta (sulle voci, beh, ecco… mettiamola così: l’anno prossimo ci organizziamo e metterò le mie doti al vostro servizio ), da certe facce ed espressioni (Cipo, Tatuato, Califoggiano…) alla pluripremiata Rosella che sopporta le mie continue domande e rotture di coglioni (però ho ottenuto l’ULTIMA MAGLIETTA V11!!! ).
Insomma, grazie a tutti: sono sempre bei momenti
“Siamo partiti dal motore. Questa è stata la chiave. Tutto è fatto per valorizzarlo” questa la sostanza delle parole di Miguel Galluzzi,
quando gli ho chiesto da dove era partito nel pensare la nuova California. “La fortuna è questo motore che lo vedi sempre bello da qualsiasi angolo in cui guardi la moto. Guarda che spettacolo da qui sopra!”
Siamo dietro le quinte del palco dello stand Piaggio, in una calma quasi irreale, soprattutto se paragonata alla calca di tre ore dopo. Il clima giusto per assimilare, riflettere, prendere confidenza con questa nuova motocicletta così importante e simbolica.
Com’è questa nuova California? La guardi e da una parte percepisci qualcosa di famigliare e rassicurante;, la senti parte del tuo mondo, soprattutto la touring con la sella bicolore che commuove nella bella citazione di una delle sue progenitrici più riuscite, la California II; con le morbide borse dall’andamento come quelle di una delle meglio disegnate, la Special. Dall’altra senti che qualcosa è cambiato per sempre, come ti accade nella vita nei momenti di svolta. California III, 1100, EV, Special, Jackal, Stone, VIntage… tante versioni che abbiamo amato e amiamo tutt’ora,, ma che a ben vedere sono in sostanza tante visioni della stessa moto. Cosa avrebbe potuto dire ancora di più mantenendo lo stesso telaio, lo stesso motore, la stessa ciclistica, le stesse quote, la stessa… gabbia?
Così questa California finalmente libera da sè stessa può esprimere quello che in questi anni non ha mai potuto fare. Una posizione di guida finalmente davvero naturale, senza dover fare i conti con le tette sporgenti. Prima dicevo “libera da sè stessa”… ripensandoci correggerei in “libera da un telaio non suo”. A partire dalla metà degli anni ’70 ha ospitato il telaio (e conseguenti quote) di una sportiva. Vero è che questo ci ha consentito di divertirci di brutto, ma è l’angolo di piega quello determinante per l’appassionato di questo genere di motocicletta? O forse qualcos’altro,
forse il percepire la moto fatta per sè, sentirsi come sul trono, magari anche sfrontatamente, con sotto ferro e cromo scintillante e coppia strappacuore,
col petto e le suole e la faccia all’aria a raccogliere tutto il paesaggio, invece di fenderlo? Ora è libera di esserlo più di prima, e mi piace un sacco vedere che non si è svenduta al marciapiede delle altre. Il sapore prettamente custom non è dato dal faro uguale alle americane, da frontali sempre più uguali dell’uguale, da pinstripe o metalflake o panhead o trucchi per farla vibrare “come quella che più vende”. Quel faro davanti a led DRL veste pelle nera e stivali a punta e nel contempo è estremamente innovativo! Il serbatoio con i fianchi asportabili (e quindi personalizzabili… yum!) e gli incavi per le torri gemelle che non cadranno mai è da tatuaggi e anelli ai pollici ed è nuovo e geniale!
Come si fa a fare una custom e cruiser americana senza copiare? Si può se ti chiami Moto Guzzi California.
Dopo averla assimilata ben bene dietro le quinte sono andato a farmi un giro per gli altri stand, a caccia di animali simili. Massì, vedi qualche bel dettaglio interpretativo della singola marca, ma in sostanza spesso sembra che si rivolgano tutte dallo stesso fornitore di fari, serbatoi, fregi, parafanghi. La California è diversa. E’ rock senza clonare i Led Zeppelin, suona calda senza usare per forza un Marshall, la impugni come una Stratocaster ma è più bella di una Les Paul. Per forza, è una California. E corre libera. O preferite un faro tondo a palpebra?
Eppoi c’è il motore. E qui la tachicardia sale a livelli insostenibili, tipo novemilaquattrocento giri. Non avevo mai visto il bicilindrico di Carcano così bello, così prezioso, così imponente. Una vera scultura, bella come il nostro monumento. Non ho nessuna necessità (come mi era successo talvolta in precedenza) di andare a ripulire la vista da teglie rovesciate, o inserti in plastica, o improbabili anodizzazioni cremose (per non citare goffrati incubi!) riccorrendo a fresche oasi visive, tipo il motore del primo Le Mans. Qui non devo più guardarmi indietro, mai. Sono di fronte alla più bella testa mai disegnata. Oh non rompete se mi soffermo su dettagli. Spesso è nelle piccole cose che si vedono le verità. Che completano. Quanto impreziosiscono le alette dai bordi lucidi? Sono decenni che le aspettiamo, che ogni volta che guardavamo la raffinatezza estetica del motore Harley e pure dei suoi cloni del sol levante, paragonando le nostre fusioni grezze veniva la tristezza.
Ora finalmente godo di un motore che qui, in questo territorio, non è secondo a nessuno. Anzi. Questo motore così bello, personale, unico non ce l’ha nessuno.
Un motore a V stretta longitudinale ce l’hanno tutti, perfino la Hyosung. Mi spiace, signor Harley e signor Davidson, noi ce l’abbiamo più bello!
Indossando gli occhiali a raggi X dell’Intrepido, vediamo che la sostanza è quella del 4 valvole Griso/Stelvio, con in aggiunta una seconda candela per ogni loft di combustione (camera mi pare un filino riduttivo) e mi pare una buona idea, visto che siamo arrivati (finalmente!) ad un alesaggio di 104 mm! Prendiamo tre-quattro misure col metro a bindella e saltano fuori 1380cc, ma la misura che più ci farà sbrodolare è 120 Nm a 2750 giri che non vedo l’ora in strada di contarli tutti, quei niutonmetri che non sono altro! Non entro troppo nel merito tecnico, se non per elencare l’elettronica: ride by wire, tre mappature di gestione del motore, controllo di trazione. Istintivamente questi abusi di silicio non mi prendono bene, però se ci penso su un attimino, sul mio Centauro mi sono installato una eprom a 4 posizioni. Forse non è esattamente la stessa cosa delle tre mappe ma anche quasi, quantunquemente.
Per la cronaca, la distribuzione adotta la soluzione coi rullini.
Speriamo che, all’alba del 2013, i guzzisti non debbano più fare gratuitamente da tester.
Ora non è più concesso sbagliare: l’ho detto, e visto che Leo Mercanti ha citato questa mia frase nella presentazione stampa, dò per assoldato che il concetto è compreso. Altra nota tecnica degna di rilievo: la frizione monodisco ha un parastrappi integrato, che salutiamo con gran piacere, in attesa di verificarne i benefici su asfalto.
Per la prima volta (altra grande novità), il nostro amato motorone è montato non più rigidamente al telaio ma elasticamente, attraverso sei fissaggi con biellette. Qui garantiscono che si continuerà a godere della giusta quantità di vibrazioni. Sembra che al minimo la moto resti molto viva, con gli scuotimenti che spariscono al primo colpo di gas. Speriamo, perchè non c’è nulla di più triste di non accorgersi di aver acceso la moto.
Visto che mi sono addentrato in aspetti più tecnici, snocciolo anche le misure della supermaggiorata: interasse 1685 mm, angolo di sterzo 32°, avancorsa 155mm, peso superiore a 300 kg. Sono misure quasi abili all’atterraggio di un caccia militare, ma sono comunque molto fiducioso, non solo per le opinioni raccolte di chi l’ha già provata, ma ancor più conoscendo chi cura la ciclistica delle moto del gruppo. Hanno sempre fatto un lavoro spettacolare. Basta pensare alla Griso. Oppure basta guardare le saponette sotto alle pedane. Cioè, parliamone. Certo, sicuramente queste pedane toccheranno prima terra delle precedenti California, però piazzarci degli slider appositi suggerisce molto e mi strappa un sorriso malizioso. Sono curioso di provarla come un ragazzino per la prima volta davanti alla Polistil.
I freni prevedono l’abbandono, dopo 30 anni, della frenata integrale, sostituita dall’ABS. Non so se sarà la stessa cosa, vedremo. Visto che parliamo di freni, nulla da dire sul bell’impatto delle pinze radiali all’anteriore, anzi. Soprattutto se abbinate a una bella pista frenante, fa sicurezza. Fa meno bello la flangia dei dischi, dall’aspetto grezzo, poco sintonico col resto. Uno dei pochi punti dolenti (per il sottoscritto). Gli altri? Il parafango anteriore mi sembra un po’ troppo semplice, forse un accenno alle mantelline del precedente non sarebbe stato male; in più è in plastica, come il posteriore. Questioni di economie di scala, mi dicono. In pratica, dicono che la Piaggio non è la BMW nè l’Harley. Il drag bar della custom grigia è un filino lontano dalla posizione naturale, questo vale per uno della mia taglia. C’è da dire che sono previsti almeno tre manubri diversi. A proposito, era già presente un anticipo delle parti speciali che saranno prodotte per questo bolide, Scommetto che la prima cosa che sarà sostituita sono gli scarichi, molto lunghi, ma pare non si possa fare altrimenti, coi parametri da rispettare in tema di inquinamento. Difatti Miguel Galluzzi mi fa notare la loro complessità ben celata dietro le cromature.
Concludo citando chi è stato, anzi chi sono stati gli scellerati “profanatori”: a capo del progetto è Romano Albesiano, ingegnere proveniente da Cagiva: era sua la moto di Lawson, ora responsabile progettazione moto Piaggio.
Il motore è opera dell’ingegnere Federico Martini; il capo della sperimentazione su strada è l’ing. Calò, il design lo sappiamo, è opera di Miguel Galluzzi, mentre la traduzione in forma industralizzabile è opera di Marco Lambri, responsabile del centro stile e papà della nuova Vespa (davvero notevole), mentre il collaudo su strada è opera dei grandissimi Pellizzon e di Daniele Veghini, vecchia conoscenza del campionato Supertwins e gran macinatore d’asfalto su questo bolide.
“Ora ci sono gli uomini giusti”. Una delle frasi chiave della lunga chiacchierata con Miguel Galluzzi. Che, tra una riga e l’altra, mi ha fatto capire che gli errori del passato e la mentalità del tipo rastrelliamo subito e al dopo ci pensiamo dopo sono stati definitivamente accantonati. Che c’è una visione di quello che – compatibilmente con gli sviluppi del mercato – diventerà la Moto Guzzi. Gli fanno coro anche altri; “vogliamo vedere da qui a 10 anni” è la sintesi. Non più da qui a 10 mesi come finora. Il primo passo è questa nuova California a garanzia.
Un ringraziamento speciale a Daniele Torresan, preziosissimo!
Anche quest’anno arriva l’appuntamento estivo con il Ducati Speed Week che include la sezione per le moto classiche, il Classic Speed Week.
A differenza degli ultimi anni, la meta quest’anno non è stata l’Ungheria al Pannoniaring, ma si è andati in Slovacchia allo Slovakjaring, un nuovo circuito, il primo in Slovacchia, che consente una modulabilità della pista, tant’è che le moderne bicilindriche hanno utilizzato tutto il tracciato di quasi 6 km, e le nostre classiche hanno usufruito di un circuito ridotto di circa 4 km.
Il momento storico-economico ha segnato fortemente la manifestazione che, nonostante l’elevato numero di presenze, ha risentito di numerose defezioni, basti pensare che lo scorso anno solo nella sezione Classic eravamo 32 piloti in griglia e quest’anno solamente 19!!
Ma andiamo con ordine, non partiamo da Adamo ed Eva, ma da quando arriva la tanto attesa mail di invito alla manifestazione, e siamo al 25 novembre 2011.
Memore delle esperienze precedenti, e avendo subìto i limiti di partecipazione numerica dei piloti alle gare, decido subito di iscrivermi, bonifico bancario, mail di iscrizione, scelta del numero … ovviamente lo “storico” n. 27 del Tulla Nitro Team.
Con un po’ più di calma (a gennaio) mi dedico alla ricerca di alberghi in zona e, senza sapere se il compagno di viaggio delle ultime due uscite sarebbe venuto ancora, prenoto una bella camera doppia all’Hotel Ring, praticamente al circuito, ma su questo punto ci torneremo perché la minchitudo non può essere messa in bella mostra subito.
Passa il tempo e incominciano le preoccupazioni, il compagno di viaggio rinuncia, e ora con chi vado??? Ma si apre subito uno spiraglio, alla gara di Magione del Trofeo Guzzi c’è una sfida avvincente in pista con Michele Sfratta, rimane colpito dai sorpassi e controsorpassi che mi chiede info sulla Classic Speed Week.
Bene, così si dividono anche le spese di viaggio, oltre che avere un po’ di compagnia. Ma è anche la fine dell’attività lavorativa di Mauretta (la mia compagna di vita che tutto sopporta delle mie uscite in solitaria in moto), proprio nel mese di luglio, e allora la butto lì: ma perché non andiamo insieme, e portiamo anche Luana, e ci facciamo una decina di giorni con diverse tappe lungo il percorso??
Lo scoglio maggiore è Luana, quando le proponi qualcosa solitamente non risponde subito, non è mai convinta, ha paura di affaticarsi troppo, di allontanarsi da casa, ma ecco la sorpresa, quando le propongo il viaggio tutti insieme con il furgone (c’era salita una sola volta per pochissimi km) non ha una sola esitazione e dice di sì. Che phigata (come scriverebbe Ube)!!
Nel frattempo Michele cerca di sistemare e incastrare gli impegni famigliari e lavorativi: forse ce la faccio! E già, ma il furgone ha solo 3 posti!! e allora partono le idee e proposte indecenti: Michele con il furgone e le due moto, io, Mauretta e Luana andiamo in macchina, partiamo prima e ci godiamo il viaggio rilassati e con tante tappe, per Michele la cosa sembra allettante, ma …. “Ma forse non posso partire prima di giovedì” allora controproposta indecente: io, Mauretta e Luana con la mia moto e quella di Michele andiamo avanti e lui ci raggiunge in aereo. Ma come si fa a pensare a una idiozia del genere? Il mio furgone, il mio MITICO furgone è un Ducato del 1991, che raggiunge i 100 di velocità di crociera, che a 110 urla, che a 120 …. muore! e non ha l’aria condizionata, e neppure il servosterzo … E poi se si rompe?? No è da pazzi portare Luana, tanto se viene Michele e si parte giovedì, chissenefrega tanto ci si alterna alla guida e facciamo una tirata unica.
Ma Michele aveva fatto i conti senza l’oste (il lavoro) e l’ostessa (la famiglia) e ai primi di luglio …. “Beppe non ce la faccio proprio!!! Mi spiace un casino!!! Ci rifacciamo in pista a Franciacorta!!”
Ecchecca@@o ora mi tocca andare da solo, pagare tutto, pure la camera doppia nell’hotel del circuito che è tra i più cari … vabbè al momento mi riposo, sono in montagna al fresco e rientro sabato, come sabato io volevo partire martedì!!!
Ma la vita riserva sempre delle sorprese, eggià io ho due nipotesse, almeno una sarà così pazza da seguire lo zio?? E domenica alzo la cornetta del telefono “Pronto, ciao Cate (Caterina è mia sorella, la mia santa sorella) non è che in casa ci sono le mie nipotesse?? Perché mi piacerebbe portarle in vacanza per una settimana (che parac…lo che sono!!)”, Sofia è al lavoro, ma Irene è in casa te la passo” … e ora che cosa mi invento?? Come convincere una ragazza di 26 anni a seguire uno zio mezzo matto in un viaggio per andare a fare una gara di moto??? “pronto Irene, ciao sono lo zio, che ne dici se la prossima settimana andiamo a fare un bel viaggetto insieme, stiamo via 5-6 giorni, andiamo in Slovacchia, con il mio furgone così ne approfitto per portarmi la mia motina da pista e faccio anche una gara, così mi fai da ragazza ombrello?!?!” un attimo di silenzio, avrà capito che la porto in un paese estero, un bel viaggietto, l’opportunità di fare il tifo per lo zio, di fare una nuova esperienza, di visitare un paese straniero e la sua capitale Bratislava?? “Come sai zio, mi hanno appena licenziata e con i miei amici dovrei andare in Sicilia a metà agosto, però si potrebbe fare, quanto tempo ho per pensarci??” “diciamo 3 secondi” “ma quando vorresti partire” “martedì, ma se devi fare delle cose potremmo anche partire mercoledì” “dopodomani????? No, dai è uno scherzo!! No martedì non posso” “evabbè partiamo mercoledì” “OK”
Ha detto ok, allora ho pronto tutto, fammi controllare, la moto è ok, tuta e ammennicoli da pista, qualche attrezzo, fammi controolare booking.com se la prenotazione è a posto. Apro il portatile, la mail di conferma mi è arrivata subito, scorro la posta elettronica, ma quando l’ho fatta la prenotazione aprile-NO, marzo-NO, febbraio-NO, impossibile sono sicuro, proviamo con maggio-NO, ma dove l’ho messa ‘sta prenotazione, l’avrò fatta a gennaio … SIIIIII, “la vostra prenotazione per l’hotel ring per i giorni giovedì 26 e venerdì 27 in camera doppia è confermata”.
Ca@@o la gara è domenica!!!! E sabato dove dormiamo??? Riconnettiti con booking, lancia una modifica alla prenotazione, aggiungi sabato 28 …… camera NON disponibile!!!! Cerca un altro albergo, che bello questo: Amade Château, 3 notti in doppia … 660 Euro!!! Forse ce ne sono altri… e meno male che l’hotel ring era caro (180 euro … per 2 notti), questo non è male, è a circa 20 km dal circuito, 108 euro per tre notti in doppia, ultima camera … è miaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Almeno abbiamo dove dormire !!!
Visto che il viaggio è lunghetto (sono poco più di 1000 km da casa) telefonatina al Tulla Nitro Team, a Livio e Lalla: “se mercoledì passo a trovarvi ospitate me e mia nipote così spezzo il viaggio??” con loro si va sul sicuro, sono proprio degli Amici e delle persone accoglienti e disponibili.
E arriva il mercoledì, dopo le istruzioni sull’orario a Irene, alle 10.00 sono a casa sua, salgo a salutare anche la mia sister, e si scende verso il furgone: “ma cos’è quel “coso” lì????” “Irene ti avevo detto che andavamo in furgone, dai sali che si parte”, una volta salita e “blindata” la confessione “…. Mi ero dimenticato di dirti che non c’è l’’aria condizionata, … e nemmeno la radio, … e si deve andare a 90 km/h…” “ZIOOOOOOOOO”
Non si possono ripetere le parole gentili che possono uscire dalla bocca di una ragazza di 26 anni, si potrebbero lasciare una decina di righe in bianco, ma occuperebbero spazio prezioso sul sito, per cui lasciate libero sfogo alla vostra immaginazione…
Marco cresce bene, è proprio un bel bambino, così come i genitori
Passando da Livio e Lalla si allunga di qualche km ma almeno si spezza il tragitto, certo è che non sono a metà strada e il giovedì ci aspettano 778 km sul furgone, battezzato da Irene “Scassi” … da scassone…, per cui alzata alle 5.30 e partenza alle 6.00. Rimando alle righe precedenti per i commenti di Irene sull’orario.
Via autostrada, autostrada, autostrada, fortunatamente il cielo è un po’ coperto, così al posto dei 35° dei giorni scorsi ce ne sono fuori poco meno di 30, fuori, ma in cabina arriva il calore del motore, proprio all’altezza dei piedi, ma Irene non se ne accorge perché è una contorsionista, non si capisce come riesca a stare posizionata sul sedile. Dopo i primi 500 km, siamo abbondantemente in Austria (dove il gasolio costa meno) mezzogiorno è passato da un pezzo e sulla destra c’è un ipermercato con ristorante e un benzinaio che fa il gasolio a 1,369 quasi 20 centesimi in meno che in autostrada, leggera sterzata con frenata annessa, e all’ultimo si prende l’uscita, si fa il pieno e si mangia, ma ‘sto furgone è strabiliante non si era ancora accesa la spia, 816 km, 50,3 litri di gasolio (andare a 90 all’ora aiuta molto a contenere i consumi, ma mai avrei pensato che facesse i 16 con un litro!!!). Mi devo segnare sul TomTom la posizione così al ritorno … peccato che siamo ripartiti e dopo mi sono ricordato del TomTom!!
Via autostrada, autostrada, autostrada, alle 16.00 si entra in Slovacchia, c’è un cartello fuori Bratislava che dice Autodromo … a destra, il TomTom dice a sinistra stavolta seguo il TomTom, non so ancora che lo SlovakjaRing è il primo ed unico autodromo della Slovacchia!!
Dovremmo imparare a non lamentarci delle nostre strade, perché i circa 35 km da Bratislava al circuito sono … non so come dire … sembra di essere dentro un aggeggio di quelli che servono per shakerare i cocktail
A 300 metri girare a sinistra: ecco lo SlovakjaRing!!!!! Sono passate le 17.00 quando arriviamo, stanchi ma felici, subito alla ricerca di amici e avversari, troviamo l’X-Team di Stefano & co. Un gruppetto di amici marchigiani e bergamaschi conosciuti quando Lalla dava la pista a molti altri ducatisti nel campionato Supertwins, sono amici perché gareggiano solo con le Ducati moderne, non possono impensierirmi nella difesa del doppio titolo 2010 e 2011, e allora si va alla ricerca degli avversari di pista: “Franco (Bartoli l’organizzatore e avversario nelle storiche ma su una Ducati) quante sono le Guzzi quest’anno??” “Dovevate essere in 6 con Michele, ma non viene e anche l’altro ragazzo con il V35 dello scorso anno ha avuto problemi … per cui siete in 4, ci sono Giorgio (Sentimenti che di solito corre sia con una Ducati moderna che con una storica, ma quest’anno ha portato una Guzzi storica per battere il BeppeTitanium) con un 850 TS, Marco (Gallino che insieme all’altro ragazzo che non è potuto venire, lo scorso anno si era presentato con una gigantografia della mia moto affermando “è un anno che la stiamo studiando per copiarla”) che ha modificato il suo V35 mettendogli sotto un 750 P.A. e poi c’è Davide (Nanni lo sconfitto dello scorso anno e che non vede l’ora di ridarmi la pariglia).
Si scarica la moto e la si fa verificare perché dobbiamo ancora andare al Florian Pension & Restaurant e domani alla 9.00 siamo i primi a entrare in pista per le prove libere.
L’indirizzo del Florian Pension & Restaurant (Hlavná 208, 930 25 VrakúH) non si trova né sul TomTom né su Google maps, ma almeno la città si trova e siccome è molto noto i cartelli stradali integrano le indicazioni … e alle 20.00 prendiamo possesso della camera, doccia veloce e cenetta a base di filetto di manzo che rasenta l’eccellenza!!
Alle 8.00 siamo al circuito con la benzina (99 ottani super cazzulata a 1.716 euro/litro contro i 1.983 del distributore del circuito), caffè e poi controllo moto, mi affaccio così sulla pit lane, i profumi delle moto, della benza e degli olii incominciano a risvegliare il pirlota che è in me, e così mi affaccio sulla pista … e piango, piango perché vedo dal vivo il rettilineo, un conto è leggere i dati della pista e un conto è vedere dal vivo i 1144 metri di rettilineo!!! Ma dove vado con il V35, e mi rendo conto che quest’anno mi toccherà adbicare. È vero che la pista è modulabile e a noi storiche fanno fare il percorso medio da 3737 metri, ma di questi più di un quarto sono di rettilineo!!!
Vabbè proviamo, casco in testa e viaaaaa
Già la pit line è troppo lunga, e poi riesco a mettere la 5° dopo essere uscito prima della prima curva!!! Curvone, quasi un tornante sulla destra da fare in terza si apre un po’ e sono già a 8000 giri, IV semicurva a sinistra e cavalcavia dolce, prima della cima metto già la V un po’ di discesa con un curvone velocissimo che piega ancora a destra e sono a 8500 giri in V … di più non va il V35 che urla quando ai 50 metri scali in III per il tornante, apro ancora 8500 giri, IV pieghino a destra e curvone veloce sulla sinistra in IV piena a 8200 giri a metà curva metto la V il V35 scalpita, ma raggiunge subito il limite degli 8500 giri non si toglie il gas perché c’è una finta piega sulla destra e poi una chicane larga destra sinistra da fare in IV piena con curvone a destra sempre da IV piena che immette sul rettilineo, la V la metto prima che finisce il curvone così che all’inizio dei 1144 metri sono già in V a 8500 giri … e li devo tenere fino in fondo.
In realtà al primo giro all’uscita del tornante la moto scoppietta e non va più, che cosa sta succedendo??? Mi butto nell’erba fuori da una possibile traiettoria pericolosa e controllo … PIRLA apri la benzina, nel frattempo era già arrivato il carro di recupero che al mio cenno di “no grazie” mi saluta e riparto!!
Faccio 3 giri e vedo la moto n. 11 di Marco che va più piano della mia … ma non è un 750??? Con orgoglio lo passo, ma sento che il suo motore non gira bene, al 4° giro al tornantino becco un’imbarcata che mi fa fare un dritto nella ghiaia, io ODIO la ghiaia, ma riesco a rimanere in piedi, mi fermo a 50 metri dal fine ghiaia e affondo, metto la prima e do gas e sento i sassi che arrivano sul casco, ma riesco a uscire dalla situazione … imbarazzante. E dopo un altro paio di giri il turno finisce … e meno male.
Rientro al box le immagini dicono tutto!!
E mi merito un soprannome dal box vicino: FRANTOIO !!!!
Ma tutto quell’olio imbratta la moto solo nella parte posteriore, per cui non è un problema di motore irrisolvibile, togli il serbatoio e controlla la RedBull (recupero olio) è completamente piena!!!! 250 cc di olio nel contenitore di recupero, più tutto l’olio sulla moto (ecco perché stavo per cadere al tornantino!!!). Inoltre togliendo il serbatoio c’è un’altra sorpresa, la vaschetta dell’olio dei freni dell’integrale è completamente asciutta (foto 6 e foto7), rabbocca, anzi riempi la vaschetta, e con mosse molto abili riesco anche a togliere l’aria dalle tubazioni, così non devo spurgare l’impianto … tanto qui non si frena. Pulisci la moto, svuota la RedBull, pulisci la gomma posteriore, rimonta il tutto perché a mezzogiorno c’è un altro turno.
E via per il turno di libere successivo, non faccio tutti i 20 minuti perché sono un po’ preoccupato per l’olio, vediamo cosa succede e se risuccede il patatrac, ma a fine turno ci sono solo alcune goccioline di olio sulla moto per cui decido … di non fare niente!! Nel frattempo ospitati dall’X-Team si mangia un piatto di pasta veloce perché alle 14.00 tocca ancora a me.
E via di nuovo, stavolta li faccio tutti i 20 minuti e il risultato al rientro ai box è lo stesso … del primo turno, mister frantoio ha colpito ancora … e le spie vanno dal verificatore a lamentarsi … e fanno bene, sono il primo che non vuole farsi male né fare del male agli altri, ma insieme troviamo una soluzione, sostituire il raccoglitore con uno di almeno 1 litro … e dove lo trovo … e dove lo metto??? Intanto smonto, svuoto e pulisco la moto.
Vado a vedere come sono messi i miei “avversari” diretti, il V35 portato a 750 è out, valvola piegata, ma si rimedia con un paio di martellate, nel rimontare però la conclusione è: non parte, le candele scintillano, pare tutto a posto, ma la moto non parte!! “Domani sera arriva la mia ragazza e mi porta una nuova centralina”, non c’è da preoccuparsi per la qualifica, uno dei guzzisti in un turno porterà il transponder per consentire la qualificazione così se la moto riparte potrà gareggiare.
Il Davide ha un contenitore da litro che fa al caso mio, svuota il contenuto di olio da forcelle nel barattolo del caffè (vuoto) e mi consente di fare il tentativo per poter procedere.
L’ultimo turno di libere è sub judice: “entra e fai 4 giri, poi rientri che ti controllo” e al rientro per il controllo la moto è ancora pulita. “Ok, rientra e fai altri 4 giri e poi ti ricontrollo” e anche al successivo rientro per il controllo la moto è ancora pulita. “Ok domani puoi fare le prove cronometrate, ma ancora faremo come ora 4-5 giri e rientri per il controllo”.
Vado a dormire più tranquillo, almeno sono ammesso alle prove cronometrate!
Al solito alle 9.00 c’è il primo turno di cronometrate, 3 Guzzi in pista perché l’altra aspetta i pezzi di ricambio; il cronometro è impietoso: Davide Nanni 1:54.533, Giorgio Sentimenti 1:55.517, BeppeTitanium 2:07.295, posso solo sperare nella pioggia che lo scorso hanno mi ha consentito di battere alla grande il Nanni!!! intanto la moto non sputa più olio … sarà forse finito??? E allora dopo questo ulteriore turno mi accingo a rismontare tutto, a pulire (il Cali ha 6 anni e ha visto la spugna 3 volte, in due giorni mi è toccato pulire 3 volte il V35!!!!), a verificare quanto olio ha perso e fare un rabbocco, in realtà era … diciamo necessario (non si bagnava di olio neppure la punta dell’astina!!!). E il verificatore da l’ok definitivo per la gara (anche se mi vuole controllare ancora dopo l’ultimo turno facendomi fare tutti i 30 minuti!!).
Nel frattempo però si perde un’altra Guzzi, Giorgio rompe la coppia conica e non ha ricambio.
Irene sta reggendo bene, ma visto che le prove sono finite alle 14.30 andiamo a farci un giro a Bratislava, al rientro andiamo direttamente al Florian e mangiamo, e poi vado farmi fare il conto: 3 notti in doppia e 4 cene: totale 150 euro, passa la VISA senza chip … e non la prende, passa l’altra VISA con il chip … e non la prende, fortunatamente tra me e Irene abbiamo 150 euro in contanti!!!!
Nelle precedenti serate ci siamo accorti che la “vita” nel paesino non era molto … eccitante, non c’era in giro nessuno!!! Nessuno però poteva immaginare che il sabato sera il nostro Florian si trasformasse in discoteca con tanto di disk-jockey e di Karaoke, notare il Florian è su due piani, sotto il ristorante trasformato in discoteca e al primo ha le 6 stanze … vi lascio immaginare quanto abbiamo dormito visto che alle 3.00 è iniziato il karaoke in slovacco!!! Una cosa positiva però è avvenuta: la notte è stata funestata, anzi rallegrata da un temporale di quelli che sembra che venga giù a secchiate … e allora la mancanza di sonno viene compensata dalla speranza che la pioggia si prolunghi fino al mattino … ma la speranza è vana, la pista è asciutta.
È domenica, alle 11.00 c’è la gara, quest’anno che mi sono portato la ragazza ombrello, hanno cambiato le regole e nessuno entra in pista per accelerare i tempi, ma non fa niente. Ora sono preoccupato per i miei avversari, è arrivato il pezzo di ricambio a Marco?? Sì, ma la moto non va ancora … e allora la gara sarà tra me e Davide.
Di fianco a me ho un Benelli 6 cilindri che ha fatto solo un turno di prove per preservare la moto e sicuramente è rimasto anche con il gas poco aperto perché ha girato in 2:06.386, davanti a me ho anche il Bartoli che girava in 2:00.503 con un Pantah 650 e una Yamaha 250 che girava in 2:02.373 che sembravano, visti i miei tempi irragiungibili.
Ci allineiamo e via si parte, faccio la mia solita Lalla-partenza che brucia almeno 6-7 moto davanti a me, ma bastano 300 metri per essere addirittura dietro a due Pantah 500 che giravano sui miei stessi tempi, alla prima curva ri-supero i due Pantah 500 e mi attacco al Benelli 6 cilindri, a ogni sgasata alternativamente dai diversi scarichi arrivano fumate bianche, ma riesco ad attaccarmi al suo codino, dai che ce la faccio … ma dove lo passo?? Al primo giro entriamo quasi affiancati al curvone finale, ma sul rettilineo, ovviamente, mi stacca, ma prendo la scia e vedo i 9000 giri in V già a metà del rettilineo. Lui va un po’ più lento nei curvoni e mi avvicino sempre di più, e anche il Bartoli con l’altro pilota sulla Yamaha, si avvicinano sempre di più, all’ingresso del curvone che immette sul rettilineo rompo gli indugi e passo all’esterno il Benelli, V marcia e sono già al massimo, il risultato è che dopo 300 metri di rettilineo … lui è ancora davanti (foto 10).
Ci avviciniamo e raggiungiamo anche Bartoli, ma il Benelli passa molto facilmente e alla fine del 3° giro lui è avanti e io sono attaccato agli altri due contendenti, per tre giri mi avvicino, supero prima uno e poi l’altro al tornantino e all’ingresso del rettilineo, ma puntualmente sul rettilineo mi danno 200-300 metri, alla fine del sesto giro prima della staccata la moto passa dagli ormai standard 9000 giri a 7500 senza che io abbia tolto il gas, allora capisco che il V35 mi sta dando del pirla e urla BASTA!! Ma voglio, devo vedere la bandiera a scacchi per cui, mio malgrado mi faccio dare 26 secondi nei 3 giri finali (fortunatamente mi hanno doppiato altrimenti mi toccava un giro in più). Mi consola il fatto che, visto che anche quest’anno le Guzzi (teoricamente) sarebbero dovute essere 5, gli organizzatori hanno pensato di tornare a premiare i primi 3, una coppetta me la porto comunque a casa.
All’arrivo però mi aspetta una sorpresa il Nanni per alleggerire la moto ha tolto l’alternatore, ma la sera prima NON ha caricato la batteria che lo ha abbandonato al 7° giro, per cui anche quest’anno il re delle Guzzi nella Classic Speed Week e BeppeTitanium!!!
Il progetto di Massimo, United Europe, è di unire i punti più a Nord ed a Sud dell’Europa, in sella alla sua Guzzi, per portare un messaggio di solidarietà e di pace.
Abbiamo ricevuto quindi la sua richiesta di patrocinare e pubblicizzare la sua iniziativa, richiesta ovviamente accolta con tutto l’entusiasmo che merita!
Potremo seguire il suo viaggio sul sito www.unitedeurope.it.
Riportiamo direttamente uno stralcio della sua e-mail.
In bocca al lupo per i preparativi, ma soprattutto
BUON VIAGGIO, Massimo
~~~~~~~~
Oggetto: “United Europe” ~ Mandello del Lario-Lampedusa-Capo Nord
Quando tutti i media scoraggiavano le vacanze nell’Isola di Lampedusa, io ci sono voluto andare per capire e rendermi conto di persona di cosa stavano passando i nostri connazionali e i migranti.
Così la visitai per la prima volta a Giugno e me ne innamorai.
Tornando in Lombardia un pensiero fisso non mi dava pace:
“Cosa posso fare io per l’isola? Posso fare la mia parte?”
Ho creduto, e credo, di sì. E così ci son tornato a settembre, per discutere personalmente col Sindaco De Rubeis di questa mia iniziativa.
Di seguito il progetto -il cui scopo è puramente umanitario- descritto nello specifico.
PROGETTO
Raid motociclistico in solitaria con partenza da Mandello del Lario (Lecco) a Lampedusa (Agrigento), passando per alcune principali città nazionali ed europee, per raccogliere “testimone” da portare a Capo Nord (Norvegia).
Giuseppe Garibaldi partì dalla spiaggia di Quarto per arrivare in Sicilia e unire l’Italia con l’aiuto di mille uomini: io partirò dal nord Italia, raggiungerò la punta più a sud d’Europa e da lì ripartirò alla volta dell’estremo nord europeo, in solitaria, ma con una moto d’epoca di 1.000 cc.
Il motivo del viaggio è affermare l’unione dell’Italia col resto d’Europa e diffondere il messaggio di solidarietà e pace tra i popoli.
MEZZO DI TRASPORTO
Moto Guzzi d’epoca, modello 1000 SP Teste Tonde del 1979 di mia proprietà. E’ in corso, da parte mia, la ricostruzione in stile “Cafe Racer ’70”, e per questo insolito per affrontare un viaggio di questa portata.
PERIODO
Giugno 2012.
KM. DI PERCORRENZA STIMATI
Da Mandello del Lario a Lampedusa 1.967 km.
da Lampedusa a Capo Nord
e da Capo Nord a Mandello del Lario 9.572 km.
totale km. previsti 11.539 km.
SPONSOR
Dainese SpA ha dato benestare alla fornitura di tutto il materiale d’equipaggiamento tecnico; Andreani Group SpA fornirà coppia di ammortizzatori posteriori “Ohlins”; Asatek fornirà i cerchi a raggi; OMG sta realizzando tutti i particolari torniti e fresati dal pieno in alluminio (supporti, telai, piastre e modifiche varie); Mandello Racing contribuirà con l’impianto di scarico completo e messa a punto del motore; Tucano Urbano mi sosterrà con le borse.
Dell’Orto SpA, leader mondiale nei sistemi di carburazione per l’industria motociclistica e automobilistica, è entrata a far parte degli sponsor che sostengono il progetto.
PATROCINI
I Comuni di Lampedusa, Linosa, Mandello del Lario, la città di Roma e la Provincia di Lecco hanno già confermato il patrocinio all’iniziativa, ed Emergency avrà la meritata visibilità sul sito web.
Claudio Baglioni -sì, proprio lui- Presidente della Fondazione O’Scià, che da 9 anni si batte per Lampedusa e per i migranti, concede il Patrocinio all’Evento e sposa la causa.
foto di Cristina Cortinovis, Carmen Zirafi e Alberto Sala
“Nulla è per sempre.” (Mick Hucknall al concerto d’addio dei Simply Red)
Me parece una perfecta idea que sea Bruno Scola quien de la bandera de salida de la carrera, en esta ocasion no creo que haya romanos, pero estaria bien que lo hiciese vestido con sus mejores galas de MOTO GUZZI, el es quien mas lo merece. Ademas en esta carrera, es la ocasion perfecta!! ya que he de adelantarte algo que aun nadie sabe, … sera la ultima carrera que DECCLA organice, sera mi despedida y la despedida de DECCLA en las carreras, asi que me parece perfecto que mi buen amigo Bruno me haga ese honor. Un abrazo, Miguel Angel
Questa è la risposta di Miguel Angel alla mia proposta di far fare da starter a Bruno Scola; risposta che mi ha infilato una lama di ghiaccio nel petto. Tutto quello che non avrei mai voluto leggere. In un attimo comprendo che spesso le cose belle sono rette da un filo esile e che non devi esitare, sennò le perdi. Avviso i miei soci. E’ l’ultima, ragazzi, divertiamoci! E’ la nostra parte.
Practice
Dopo una giornata passata ad accumulare il sole della Manga, venerdì mattina siamo lì, pronti al pieno d’arancio della terra murciana, stavolta muniti di due bolidi: Brigida col nuovo albero a camme da provare, e il nuovo missile made in Fratelli Alborghetti, che monta il motore teste quadre donato dalla loro special, con due carburatori Keihin che costituiranno la principale attrazione del nostro box. Ogni volta che si avvicinava qualcuno, ci strizzavamo l’occhio a vedere in quanti decimi di secondo li sgamavano.
Come al solito tocca a me fare da spazzasabbia, così VIA! ed è subito goduria. Questa pista ha qualcosa di speciale. Non ti annoia mai. Epperforza: alla prima curva, una Honda entra secca a passarmi e vola per terra. Dove ho già visto questo film? Una volta basta, grazie, per cui viro in tempo e mi eclisso a sgranchirmi i muscoletti. Cinque-sei giri, poi rientro a controllare che vada tutto bene. E non va tutto bene. Perdita d’olio dietro al motore, di nuovo. Si pensa subito al solito paraolio, volano le prime madonne… ma porcazza la miseria, l’abbiamo cambiato prima di partire! Vabbeh, giù tutto di nuovo. Meno male che tanto c’è tutta la giornata a disposizione per girare, così cambiamo il paraolio e rientriamo… col medesimo risultato. Di nuovo, olio extra a spasso. Partono le ipotesi più svarionate. Cricche nel carter, tappo dell’albero a camme… volo al colorificio a munirmi di solvente per sgrassare il tappo e ricoprirlo di pasta d’alluminio, sperando che tenga,; cambiamo anche il paraolio, tanto abbiamo smontato di nuovo tutto… ripartiamo e indovinate un po’? Di nuovo conditi! Ci voleva l’impeto deciso di Enrico, il meccanico del Trottalemme, a dare conferma all’altro sospetto: il tubo dello sfiato olio. Un piiiiiiiiccolo buchino bastardo ma dalla taaaaaaanta portata. Una bella guaina a rivestirlo e via, finalmente tutto asciutto e niente culetto irritato! Intanto si è fatto pomeriggio e durante le riparazioni ci siamo un po’ alternati con l’altra moto, tanto da capire che ha una discreta dose di cavalli in più e una ciclistica ancora da mettere a punto: soffre molto l’asfalto sconnesso.
E adesso viene il bello.
Antonio mi suggerisce di uscire in coppia, ravvicinati, così da studiarci a vicenda. E’ pomeriggio inoltrato, la luce è calda e la pista è semivuota. Iniziamo a girare, io davanti e Antonio dietro, dandoci sempre più dentro, stampando diversi 1.56″. Giorgio si mette le mani sui capelli… Un paio di volte mi volto indietro e quel finocchio mi sta incollato al culo, fino a una mia bella sfollata, mi passa e rientriamo. Giorgio ci cazzia. Anto si leva il casco, gli brillano gli occhi “mi hai fatto sudare, brutto vecchietto!!” e ci abbracciamo. Poi faccio lo stesso con Mattia, che difatti, come poi si vedrà anche in gara, lima alla grande i suoi tempi. Due moto uniscono meglio che uan. Il sole è basso e stampa il suo giallo sui nostri sorrisi, Brigida è in forma, l’albero a camme le ha dato più birra, il clima è una favola… insomma: Cartagena.
Ci prepariamo al turno notturno, verifichiamo le luci, un boccadillo con queso e jamòn e hasta pronto. Unico dubbio, il meteo. Sembra prevista pioggia proprio domani pomeriggio. Ci penseremo domani, ora mi gusto un giretto a lumare le altre spettacolari motociclette iscritte all’ultima sei ore spagnola: le bellissime Honda Segale col telaio cromato, la bella Triumph arancioazzurra iscritta nella nostra classe, le Ducati a coppie coniche sempre belle da morire, le Kawa cattive e sculettanti, lo strano telaio della Guzzi numero 74, l’impressionante parata bianconera delle Guzzi della famiglia Segarra, con la “mamma” sempre gentile e accogliente, i Pane e Nutella garanzia di fracasso, il GG Team tornato al loro posto naturale dopo l’assenza dello scorso anno, le tre moto del Classic Co di Abba e che bello che c’è anche Susana, i Trottalemme Mark III… team preparati e team sbrindellati… insomma, il paddock più bello del mondo.
Chi non crea non può fare a meno di distruggere. (Ray Bradbury, Fahrenheit 451)
E’ sabato. Ora del briefing. Miguel Angel, prima di passare alle consuete istruzioni d’uso, spiega la situazione. Tutti comprendono il perchè di questa decisione difficile, difficile, difficile. In Spagna le cose sono veramente complicate e bastarde: non c’è solo la federazione nazionale ma anche le federazioni regionali. Entrambe chiedono soldi. Entrambe si rimpallano responsabilità e colpe edificando un costoso muro di gomma ormai insostenibile. E’ con evidente emozione e rabbia a fatica celata che ci racconta i fatti, con loro costretti a stipulare assicurazioni private extra (coi relativi costi di cui si faranno carico solo loro) in modo da coprire tutte le responsabilità della manifestazione, con la federazione che cancella ufficialmente la gara e manda la polizia a casa sua, da dove se ne torneranno a mani vuote. Sei un grande, Michi. Comprendo quanto ti sia costato tutto, quanto sia costato a tutti voi, quanto siano stati anni difficili questi, con la miopia dei francesi del Bol d’Or che vi hanno costretto a spostare la gara dal suo periodo naturale, con la crisi pesante che ha falcidiato soprattutto gli spagnoli, con la griglia non più piena da tempo, con a volte critiche pesanti quanto facili, quanto esili. Faccio una gran fatica a trattenere l’emozione. Ricordo le difficoltà, ricordo quando Michi mi ha mostrato il costo vero delle richieste della federazione spagnola, nel 2008: 84 euro, e loro a noi ne hanno chiesti 60, il resto a carico Deccla. In quel momento ricordo tutto e so di non essere il solo, così parte spontaneo un fuerte applauso.
Lasciamo la tristezza al dopo, ora c’è ancor più da godersela. Primo turno di qualifica, arrivo senza fatica a 1.56 con ancora qualcosa in saccoccia, in gara dopato d’adrenalina facile che scenderò ancora ma per ora basta: visti i primi indolenzimenti fisici mi viene il braccino corto e salto il secondo turno. Siamo 13° e secondi della Open… niente male!
A pranzo, come previsto, cadono le prime gocce d’acqua e si alza un vento notevole. Ci è chiaro che ogni illusione di asciutto prende il volo definitivamente: di botto clima e temperatura si fanno atlantici. Comincio a pensarci su… uhm, una partenza sotto l’acqua mi fa non poca paura. Cambiamo le gomme: via le Bridgestone troppo poco intagliate, tenendo all’anteriore la Metzeller e montando al posteriore l’Avon comprata apposta per il bagnato. Mi vesto con un po’ di apprensione e nervosismo, mai fatta una gara sotto l’acqua e penso se non sia il caso di lasciar perdere. Ho paura della partenza: mi immagino qualcuno che non sa dosarsi a sufficienza e che faccia strike… una brutta prospettiva. Giro d’allineamento sulle uova, finchè, poche balle, è ora. Il Brunone Scola emozionato solleva la bandiera spagnola e poi l’abbassa… VIA!!!
Corsetta e poi gas senza esagerare stavolta, via tutti verso la prima curva ma… pian piano tutti si incolonnano, in fila indiana, nessuno esagera, tutti sono prudenti. Tutti hanno capito che non vale la pena giocarsi le sei ore e le decine di ossa nella prima curva. Sorrido e mi tranquillizzo… e porca putrellina, non è mica così male andare sotto la pioggia! Pian piano, sparita la paura, comincio a prendere confidenza. La gomma davanti tiene benissimo, non fa nessuno scherzo; quella posteriore invece in accelerazione spesso scivola, soprattutto in ingresso della melanzana, ma basta dosare bene e si viaggia a velocità insospettabili… mi trovo sempre meglio, addirittura sorpasso qualcuno, prima Petugo poi addirittura, “para fuera” anche la Ducati di Fusco, Damiani e Rossi… incredibile!! C’è giusto da stare attenti al vento che soprattutto alla melanzana ti butta fuori pista. Ma neppure il tempo di tirarmela un po’ che il cavo del gas comincia a fare le bizze. Prima uno dei due si blocca (il che in staccata sul bagnato non è esattamente il massimo della simpatia…) e poi addirittura salta fuori dalla sua sede. Faccio due tentativi di reinserirlo al volo ma dura poco. Mi tocca rientrare, peccato ziocàn, stavo andando benissimo!! Vai di fascetta e finisco il turno verificando che tutto funzioni. Siamo comunque decimi, e terzi di categoria: davanti solo due dei tre Classic Co. mentre la Ducati è già finita in terra, con Rossi che ci rimette la clavicola. Passo la moto a Mattia che sul bagnato gira niente male! Smette di piovere e pian piano la pista si asciuga; in testa si alternano il Glam team e i Segarra, a un giro segue il Taurus con Samuele Sardi e Oreste Zaccarelli, assistiti ai box anche dagli special guest Giuseppe Ghezzi e Mir, mentre sul bagnato Mario Jack straccia una gran rimontona sulla 750 di Licio e la Triumph del teutonico Orange team ci supera, questi ultimi avversari diretti in classifica. Se la cavano niente male anche i Trottalemme, forti dalla sorpresa sull’acqua di Ledzep che d’ora in avanti, prima di ogni gara si farà precedere da un’autobotte. Mentre la Ducati si ritira definitivamente, prima vittima del maltempo.
Mattia rientra e cede i semimanubri a Antonio che trova la pista in stato di evaporazione, così pian piano scende coi tempi, mentre il Classic Co. 2 si attarda per un problema tecnico e passa dietro di noi. Davanti abbiamo il Classic Co. 1 e la Triumph tedesca. Tocca di nuovo al sottoscritto, la pista è quasi completamente asciutta, unico punto ancora umido la curva a destra in discesa dopo la salita ma per il resto si viaggia alla grande! Giù il crapone e inanello una bella serie di 58-59 fino al 56 dell’ultimo giro, riprendo la Triumph e la passo con mucho gusto… di nuovo cambio pilota mentre in testa Manel e famiglia continuano a condurre, seguiti dal Glam, dalla Honda del German Classic e dalla Kawa del team ACR1. Prima del sopraggiungere delle tenebre, il sole si decide a farsi vedere basso al tramonto, talmente forte da tagliare la vista in alcuni tratti. Spettacolare dai box, un po’ meno per chi conduce il ballo…
Ma è ora di accendere le luci. Al crepuscolo azzecco il trenino giusto, con Mario Jack e il Trottalemme cominciamo a macinare 1.58 al buio… mai andato così svelto tra le tenebre, ma Brigida sta andando benone, peccato solo che la forcella cominci a cedere. In alcuni tratti l’anteriore saltella ma la Metzeller ci mette non una ma più pezze, compreso quando becco un sassone in piena piega alla palma (EDIT: scopriremo in officina che non era la forcella, ma un bullone mancante del telaio, non serrato nel monta-smonta di venerdì… GULP!). Il giro dopo, alla curva a destra in discesa noto un bel polverone nel buio: è Clark del Glam che ha fatto Pss nella Gum (com’era la canzoncina?): scivolata e tuffo nella ghiaia: addio al primo posto! Poco dopo tocca a Manel junior fare lo stesso alla prima curva dopo il rettilineo: la moto cappotta ma hanno fortuna entrambi dato che riescono a riprendere la carrera.
Buio e luce
Stavo già pregustando il secondo posto di classe quando urge un rientro ai box. La luce posteriore non va, anzi, LE luci posteriori non vanno. Nè una nè l’altra. Dopo una palpatina al culo riproviamo ma dura dieci metri, poi si spegne di nuovo. Ci resta l’ultima spiaggia: la lucina della bici di Lorenzo, che serviva attaccata alla forcella per farsi riconoscere al muretto… una sana nastrata sul codone e… funziona! Ci salva la gara! Pazienza se abbiamo perso due giri dalla Triumph: veleggiamo al nono posto assoluto e terzo di classe… se va avanti così siamo sul podio, figata!!!
Un passo indietro. Ho fatto il mio ultimo turno in splendida forma fisica e godendomela alla grande. Avevo paura solo di quella scritta sul cartello, al muretto. Quella in rosso, tre lettere. Doveva arrivare e così è stato, ma l’ultimo giro “not only the last show, but the last we’ll ever do” citando David Bowie al termine del suo ultimo concerto come Ziggy Stardust, è stato comunque col sorriso e pieno di GIOIA, e non ho nessuna vergogna a dire di aver ringraziato Dio innanzitutto per avermi fatto finire tutto intero, eppoi per esserci stato, anche stavolta, al decimo anno per la tredicesima volta; per avermi fatto sentire, anche stavolta, *io veramente io* senz’altro attorno, senza altri pensieri, attaccato all’asfalto come fossi stato a piedi nudi e al contempo leggero nell’azzurro da non sentire più fatica.
Ognuno ha il suo modo di sentirsi vivo. Magari più d’uno. Questo, per me, è uno dei modi. Non so se il più intenso, sicuramente per me il più inaspettato, io che arrivo dal mondo delle cruiser e che mai e poi mai avrei pensato di girare in pista (grazie Roberto, sei un amico!), figuriamoci di fare una gara!
Ci saranno altre competizioni, ci saranno altri modi, lo so, ne sono sicuro. E’ vero, nulla è per sempre e forse è giusto così… in dieci anni di corse e dodici di pista, Cartagena è sempre stato il momento più bello, più autentico, più speciale: è stata la prima volta, è stato quel posto dove non dovevi essere un pilota per sentirti un pilota, dove tutti ci siamo sentiti tali perchè non è mica retorica dire che la vera competizione è con se stessi, dove vinci anche se sei diciassettesimo, e sono felice di essermi gustato l’ultimo giro fino in fondo, avendo fatto il pieno di ogni ben di Dio che offre, sapendo che la malinconia sarebbe arrivata irresistibile a casa, soprattutto al momento di radunare le idee e i ricordi e tramutarli in html… come ora.
Epilogo
L’ultima ora notturna ha registrato l’abbandono definitivo del Glam che si era lanciato in una furiosa quanto inutile rimonta, e del Taurus team per la rottura del captatore della centralina. Purtroppo una gran tritata d’ingranaggi ha messo fuoriuso anche i nostri compagni di box Trottalemme… gran peccato!! Manel ancora una volta brucia tutti sul tempo e si aggiudica il titolo assoluto e della classe Europen, seguito dal German Classic e dall’ACR 1, quarti di classe i Pane e Nutella, gran gara anche la loro!! Per la nostra classe, i due Mauri (Abba e Iosca) vincono meritatamente, seconda la Triumph e terzi NOIALTRIIIIIIIIIIIIII!!!!
Porca puzzola, anche stavolta Brigida ci ha portato a vedere la bandiera. Come sempre. E soprattutto, anche stavolta ci siamo un gran divertiti… anzi di più. Affiatati e complici. Grande innaffiata di spumante sul podio (azz devo ancora lavare la tuta) e a seguire la consueta bella cena dove, dopo i ringraziamenti e i riconoscimenti, è stata consegnata una bella coppa a Miguel Angel da parte di Manel Segarra.
Giorgio
Guidi per tremila chilometri senza sosta, fai tre-giri-tre di pista, smonti due volte la moto e non ti scappa un tempo sul giro al muretto… sei una certezza, che è uno dei valori più grandi.
Antonio, Mattia
E’ tutto racchiuso in quel venerdì pomeriggio, quando ci siamo tolti il casco. Quei sorrisi, proprio quelli.
Cristina, Carmen
Non ho ancora visto le foto ma non sono quelle che contano. Le donne ai box sono la nostra benzina.
Claudio
Catapultato a servizio di un manipolo di minchioni e anche lui coi suoi bei tremila chilometri sulle spalle, è stato paziente e prezioso.
Enrico, il meccanico del Trottalemme
Non solo perchè ha sgamato il tubo bucato. Enrico fa parte di quelle persone che definisci “belle”. Quelle che non hanno paura di essere generose. Quelle a cui non interessa mettersi in luce o sopravanzare. Quelle che fanno, prima di dire. Quelle che preferisco, di gran lunga.
Gigi mia
A lei va sempre l’ultimo pensiero prima di abbassare la visiera, e il primo al momento di risollevarla. Mi manca sempre al paddock.
DECCLA Siamo noi, io e tutta la Deccla, che dobbiamo ringraziare tutti quelli che ogni anno sono venuti alla nostra gara a godere insieme a noi questa passione. Specialmente voi, Anima Guzzista, e te, Mauro, ecc… perché siete stati un appoggio molto importante e speciale e perché in tutti questi anni ci avete fatto molto molto felici.
Ti ricordo la gente di DECCLA e l’occupazione di ognuno di loro:
– Melo Berlanga, passione per le classiche, per la moto, innamorato della competizione per divertimento, è il responsabile delle verifiche tecniche ed aiuta a tutti i team cha hanno bisogno per cercare pezzi, uffici, meccanici, ecc. Ha un titolo ufficiale di direttore gara, di verificatore tecnico e di ufficiale di gara.
– Lali, verifiche amministrative, è la persona che fa tutti i documenti e contratti: questa persona inizia a lavorare per la gara 2 mesi prima; è anche responsabile dei controlli ai box durante la gara.
– Zoe, è la traduttrice ufficiale. Zoe è inglese e vive a 150km da qui ed è una appassionata delle classiche. Lei ha una azienda di traduzione in Alicante. Quando ci sono le gare lascia tutto e viene con noi per aiutarci. durante tutto l’anno traduce i testi per il web, mail per tutti gli stranieri, ecc. Conosce perfettamente inglese, tedesco, francese e spagnolo.
– Benjamin e Carmen, sono sposati e sono le persone di appoggio per le verifiche tecniche e amministrative, sono anche verificatori di box. Benjamin ha il titolo di ufficiale di gara.
– Ci sono una serie di persone che sono venuti alle gare per aiutarci, come Isabel, Ismael ed Elena. Ci aiutano ogni tanto nelle verifiche, nei controlli di box in gara e nelle premiazioni.
– Marian, mia moglie, è la persona più importante della DECCLA. E’ stata il mio supporto quando le cose non andavano bene, quando c’erano problemi. E’ chi mi anima di più e mi aiuta, è sempre stata con me in questa follia chiamata DECCLA, semplicemente perché mi appassiona. Lei fa tutta la parte economica; insieme a Lali è la responsabile delle verifiche amministrative. E’ anche la responsabile di tutta la logistica ed è sempre dietro di me se ho bisogno di qualunque cosa.
– Io metto soltanto il mio entusiasmo, la mia passione, e provo a diffonderlo a tutta la mia gente, al circuito di Cartagena. Il mio lavoro è che una gara sia gara ma senza sembrare gara, che tutto vada bene, che la gente goda e si senta a suo agio, che tutti sentano il circuito e la gara come proprie.
C’è una persona molto importante, padre ed autore insieme a me del regolamento tecnico: Mauro Abbadini. Lui è molto importante in DECCLA, ma come succede sempre in questo mondo delle gare… quando sono iniziate le voci che dicevano che lui correva ed era dentro l’organizzazione… abbiamo deciso, io e lui, che era meglio se si metteva da parte “ufficialmente” dell’organizzazione e si dedicava a correre, ma… è lui chi mi aiuta con tutti i dubbi tecnici che io posso avere ed è chi decide insieme a me cosa modificare o cambiare. Mauro è una persona molto speciale.
Alberto, questo è come un sogno. E’ nato della sola idea di fare gare diverse.
Noi competevamo e non volevamo andare nei circuiti ed essere trattati come adolescenti che vogliono trovare la loro vita in questo mondo delle moto. Noi eravamo di classiche e volevamo un altro trattamento, altri ritmi, altri tipi di gare, ed è così che è nata DECCLA. La nostra passione per la resistenza ha aiutato a che noi facessimo gare per divertimento, come la prima in cui siete venuti voi… Un forte abbraccio e GRAZIE Miguel Angel Martinez
GRAZIE A VOI… e arrivederci!
DIECI ANNI DI CARTAGENA IN DIECI FOTO
2003: la Laverda di Michi, con Abba e Melo2004 vittoria!!Davide De Martin e Alessandracon il numero uno in carena…2006, il gelo2006, la prima notturnail gruppone degli italiani, 15 team2007: partenzaTNT team con Lalla
Viaggio in Islanda in moto: Un Isola forgiata dal tempo ai confini del Europa
Sono anni che passo le mie vacanze in giro per l’Europa con la moto e la mia ragazza, così ogni anno, in inverno iniziamo a pensare all’itinerario, e dopo Normandia/Bretagna, Spagna/Portogallo/ Grecia e Austra/Rep Ceca..iniziamo a pensare all’estate 2012..una probabile scelta era l’Irlanda; e proprio in quei giorni leggo sul forum del Moto Guzzi StelvioClub che se si raggiungono 18 moto l’ agenzia viaggi “EXODUS” organizza un pacchetto conveniente “l’Islanda di Alex”. L’idea diventa subito accattivante! Vedo che una coppia di miei amici, Massimo e Barbara si iscrivono subito. E si aggiunge un loro amico Andrea..assieme a loro faremo tutto il viaggio .e allora vai ne parlo con Sabrina, l’Islanda è cara, fredda, piovosa.. ma deve esser bella, lei mi dice se non approfittiamo di questa occasione non la vedremo mai in moto, e così in meno di un mese Alex ci conferma che ha riempito il Tir. Questa soluzione ci evita di sprecare 5 gg di viaggio per raggiungere l’isola e altrettanti per rientrare, in quanto l’itinerario più breve sarebbe imbarcarsi in Danimarca per un viaggio in nave.
E così già da febbraio 2012 inizia l’avventura; si iniziano a leggere guide e con l’amico Massimo, più esperto di me in viaggi verso il nord, iniziamo a discutere su che abbigliamento portare e come preparare la moto..Il tempo passa veloce entro il 1 agosto la moto carica di bagagli con gomme tassellate Heidenau Scuot viene portata dal corriere a Collecchio e l’8 agosto inizia l’avventura; si parte in aereo, volo Malpensa Reykjavik. E così siamo arrivati in Islanda, poche ore in albergo a Reykjavik e ripartiamo subito col volo interno per per Egilsstadir dove in nostro amico Eddy ci aspetta col suo tir carico delle nostre moto…nel viaggio facciamo amicizia con una coppia di ragazzi di Cesena Matteo e Benedetta che ritroveremo in viaggio con noi in alcune tappe..Evvai inizia l’avventura vera, ci cambiamo d’abito alla buona nel piazzale davanti all’aereoporto, la giornata è bellissima 22 gradi sole non si vede una nuvola..(che c..fortuna) questo tempo ci accompagnerà per i successivi 15gg.. un miracolo?’ o una disgrazia se si pensa che siamo a pochi km dal circolo polare..Addirittura nel pomeriggio si raggiungono i 24°.
Via scarichiamo le moto dal Tir, l’adrenalina di 18 motociclisti che accendono le loro moto in quel’istante è alle stelle..dopo pochi km il gruppo di motociclisti inizia a dividersi , ognuno verso il proprio tour, noi lo faremo in compagnia di Massimo Barbara con la loro Stelvio Ntx e Andrea col suo KTM. Ci dirigiamo verso l’interno Modrudalur. L’interno dell’isola è desertico, terra, sabbia pietre levigate dai venti nordici e dai ghiacci invernali non permettono la crescita di vegetazione se non di qualche ciuffo d’erba che trova riparo tra le pietre,. La strada diventa una pista sterrata..la polvere ci avvolge per una 40di km..Ci fermiamo a Modrudalru dalla mitica Elisabeth a pranzo, il piatto forte la zuppa d’agnello..non male.. Dopo chilometri e chilometri di nulla (ma, bisogna ammetterlo, di ottimo asfalto arriviamo in uno dei posti che avevamo sognato durante l’inverno.
E’ la zona vulcanica di Krafla. Percorrendo pochi chilometri saliamo infatti fino al cratere di Stora-Viti (oggi pieno d’acqua azzurrissima e dalle pareti vertiginose), brevesosta una passeggiata il vento sulla cima è fortissimo quasi si fatica a stare in piedi. In lontananza vediamo salire in cielo zaffate di fumo: sono le pozze di fango bollente di Namafjall, dove la moglie del Diavolo è sempre intenta a cucinare per il proprio sposo 🙂 L’odore di uovo marcio è nauseabondo, sembra di essere in mezzo al cartone animato l’era glaciale..col bradipo che fa il bagno in una pozza di fango, o ti aspetti di vedere un dinosauro da un momento all’altro.
Riprendiamo le moto e girando li intorno arriviamo davanti ad un crepaccio (spaccatura) lunga chilometri sotto ci sono delle grotte con pozze d’acqua calda 40°; dopo pochi chilometro raggiungiamo il Lago Myvatn… Un piccolo paradiso (se non fosse per miliardi di malefici moscerini molesti) costellato di migliaia di piccoli crateri vulcanici (spenti) ed alti pochissimi metri… doveva essere un vero e proprio ribollire, da queste parti!!! Lo costeggiamo e ci dirigiamo verso Husavik dove ci attente la fattoria B&B ( per contenere i costi abbiamo scelto la formula sleeping bag, ti danno la camera senza coperte si dorme con i propri sacchi a pelo). In realtà il B&B è un bellissimo appartamento con angolo cottura molto pulito e confortevole, ci passeremo 3 notti.
Il 10 Agosto partiamo con meta il Vulcano Askja (è raggiungibile solo da 2 piste , la famigerata F80 più breve ma con guadi profondi 1 metro e la F910 più lunga ma con fiumi meno profondi..optiamo per questa soluzione..per raggiungerla ripercorriamo la strada del giorno prima ci rifermiamo da Elisabeth a bere un caffè (americano) e ad assicurarci che l’ultima pompa di benzina della zona sia attiva. Imbocchiamo la F910; la strada da sterrata si trasforma in pietraia dobbiamo ridurre la velocità (con le nostre moto Stelvio cariche e passeggero si oltrepassano i 400kg). I primi due guadi si fanno senza difficoltà, il paesaggio che ci circonda è bellissimo desertico, dune di ghiaia e sabbia vulcanica in lontananza montagne innevate, niente vegetazione, sembra di essere su Marte; ad un certo punto perdo il controllo della mia moto e in una frazione di secondo io e Sabrina ci ritroviamo per terra, vah beh..a parte un po’ di spavento non ci siamo fatti nulla, rialziamo la moto e rialziamo la moto e ripartiamo..Il navigatore di Massimo dice che siamo a mento di metà strada, abbiamo fatto 40 km di ghiaione e sterrato ma ne mancano ancora 60.
Ci fermiamo per pranzare in riva ad un torrente che avremmo dovuto guadare dopo il pranzo veloce, qui l’acqua è talmente pulita che si può bere, lo facciamo e ci laviamo pure i denti con la gelida acqua del torrente, incrociamo dei turisti in fuoristrada che ci dicono che la pista da li a poco diventa sabbiosa visto la tempesta di sabbia del giorno prima. Allora dopo un breve consulto con il nostro “Tutor” Massimo decidiamo di cambiare meta, di rientrare e dirigerci verso la cascata di Dettifoss. Non sempre si riescono a mantenere i programmi decisi..Nel ripercorrere i 40 km della F910 la moto inizia a sbandare in un tratto di pista che nel frattempo era stato smosso dai fuoristrada dei turisti e riperdo il controllo e ricadiamo, anche questa volta senza conseguenze. E’ dura sta pista, almeno per le mie capacità. Era la prima volta che facevo del off road nella mia vita..Gli amici mi soccorrono, mi danno consigli che si riveleranno preziosissimi nei giorni successivi. Finalmente la pista 910 finisce si ritorna sulla strada sterrata, uno sterrato ben battuto, veloce, il paesaggio che ci circonda ritorna verde fino al bivio per Dettifoss da qui la strada è un po’ più impegnativa i fuoristrada che si incrociano non rallentano e sollevano nuvole di sabbia che ti entra nel casco e ghiaia che ti colpiscono. Per alcuni secondi non vedi più nulla solo polvere; la senti nel naso nella bocca..Ad un certo punto vedi una nube che si solleva in lontananza..man mano che ci si avvicina ci si rende conto che è una nube d’acqua..siamo nei pressi della cascata più grande d’Europa..in realtà in lontananza non perché è dentro ad un Canyon.
Dettifoss è, a mio avviso, la cascata più bella d’Islanda. Forse perchè ci si può portare fino alla sommità (ltosinistro controcorrente) dove si può toccare l’acqua (nerissima, a causa della finissima sabbia lavica trasportata) che sta per precipitare. Non smetteremmo mai di ammirare questa potenza della Natura…le immagini di questa cascata le ho poi riviste nelle prime scene del film Prometheus.
Il rumore della cascata, le gocce d’acqua polverizzata dalla pressione di un salto di oltre 45metri ti bagnano il viso..senti tutta l’energia e la forza della natura in quegli istanti..il paesaggio che vedi ti toglie il fiato. Ripartiamo, un’altra 15 di km di strada sterrata ma senza traffico e raggiungiamo Asbyrgi è un’impressionante depressione a forma di ferro di cavallo che si è formata, così dicono i geologi, a causa di un eruzione vulcanica che sciolse un ghiacciaio in 48 ore creando questa depressione con l’erosione delle acque. Pochi km dopo raggiungiamo la costa nord e ci dirigiamo verso Ovest e raggiungiamo Husavik percorrendo la strada costiera. Qui le falesie si scagliano nel mare Artico; a pochi km passa il parallelo 66° dell’ Artico; che in questi gironi è una tavola azzurrissima il sole qui dalla metà di giugno ai primi d’agosto non tramonta mai! L’orologio segna le 9 di sera,ma la luce è quella delle 5 del pomeriggio. Dopo cena usciamo a fare 4 passi; alle 11 di sera inizia ad abbozzare una specie di tramonto interminabile che si trasforma in alba nel giro di una mezzoretta..praticamente il buio non ci avvolge mai.
Il giorno dopo 11 agosto, io e Sabrina decidiamo di fermarci ad Husavik visitiamo il piccolo, ma coloratissimo, villaggio di pescatori e ci imbarchiamo per una gita che ci porta a “caccia” di balene. Qui da cacciatori di balene si sono trasformati in abili Whale Watching. La gita dura 3 ore; il giorno prima avevamo incrociato un gruppo di italiani che avevano ammirato un branco di balene per un oretta, noi siamo più sfortunati, abbiamo avvistato un branco di delfini con i loro piccoli e solo in lontananza osserviamo una balena emergere un paio di volte (col tipico spruzzo d’acqua a fontana) per respirare ed immergersi subito dopo. Comunque nonostante i ca 50 euro a testa ne vale la pena! Il paesaggio dal mare è incantevole e solo il pensare che siamo noi gli intrusi e non le balene in quella parte del mondo vale il costo del biglietto. Rientriamo stiamo un po’ sdraiati su una panchina a goderci il caldo sole e riprendiamo la moto per gironzolare senza meta lungo la costa nord. Incrociamo gli amici Andrea, Massimo e Barbara che avevano deciso di non uscire in barca ma di avventurarsi ad ovest per visitare la costa e provare una pista sterrata difficile che li portava ad un rifugio in mezzo al nulla sopra ad una scogliera. A cena ci raccontiamo le avventure del giorno e scambiamo le foto. Anche quella parte del’Islanda è incantevole.
Il 12 partiamo per la cascata di Godafoss, (la cascata degli Dei) meravigliosa..qui Massimo e Anrdea hanno in programma un’altra giornata di pista sterrata con guadi che porta verso l’interno, e rientra sulla costa ad Akureyri posto dove avevamo prenotato il pernottamento, io e Sabrina decidiamo di fare il giro antiorario della costa a Nord di Akureyri mantenendo dove possibile le ruote della moto su asfalto. Anche qui il paesaggio e la giornata sono incantevoli, solo a tratti la temperatura scende sotto i 10 gradi nei tratti più montuosi della costa. Il sole è sempre li pronto a riscaldarci appena scendiamo a livelli più bassi, la costa è meravigliosa una cascata si butta a precipizio nel mare un paio di fiordi incantevoli con paesini di pescatori dai nomi impronunciabili; che incanto! Alla sera ci ritroviamo ad Akureyri, cittadina del Nord, denominata la città dell’amore (i semafori hanno il rosso a forma di cuore) la cittadina è affascinante in estate..non oso pensare però nei lunghi inverni artici..
Il 13 si parte presto oggi tutti assieme abbiamo in programma di tagliare l’isola per la mitica pista F35; 180km di pista sterrata a tratti difficile, che taglia il deserto al centro del’isola passando tra 2 ghiacciai. Io sono ancora un po’ preoccupato dalle 2 cadute del primo giorno.
La F35 in realtà è una delle strade più incantevoli, emozionanti che ho mai percorso, km di sterrato che si alternano a ghiaia, al famoso “ondulè” che ti fa vibrare tutta la moto per km, che pensi qui si smonta tutto..ogni volta che incroci qui maledetti fuoristrada la polvere non ti fa vedere nulla. Il paesaggio è fantastico, lunare, qui la NASA fece le prove di atterraggio del Apollo 13. Ad un tratto in mezzo al nulla, pietre e sassi spunta un lago, poi ancora il deserto, in lontananza prima a destra vedi un ghiacciaio, poi anche a sinistra e ti trovi in mezzo ai due ghiacciai. Ci fermiamo nei pressi di una grande pietra a mangiare (siamo partiti dall’Italia con i viveri), ve la consiglio se non la volete fare in moto, fatela in fuoristrada, non fatela con le auto normali se non volte poi pagare i danni al noleggiatore.
La pista a tratti è meno difficile e diventa divertente, devo affrontare un guado non profondo e vai..da li in poi ancora una decina di km di ghiaia nera vulcanica e poi terra battuta. Finalmente, qui inizio a divertirmi anch’io, la moto seppur carica sembra volare sullo sterrato ben compatto. Ad un certo punto dietro ad una curva vedo Massimo frenare e sbracciarsi. Una mandria di cavalli sta percorrendo la strada in senso opposto; spegniamo le moto ci passano di fianco indifferenti, che spettacolo!!!
Ripartiamo e finalmente ritrovo l’asfalto..quasi quasi rimpiango lo sterrato degli ultimi km, l’eccitazione per avercela fatta è notevole, arriviamo a Gullfoss, con i suoi 32 metri di salto, è una delle cascate più famose d’Islanda. Come recita Wikipedia: “soprannominata spesso “la regina di tutte le cascate islandesi” per la teatralità, la bellezza e i giochi di luce del suo doppio salto, e fa parte assieme al Þingvellir e i vicini geyser (Geysir e Strokkur) al cosiddetto Golden Circle (Circolo d’Oro). Che strano i 180 chilometri prima erano deserto ed ora questa cascata in mezzo al verde. Pochi chilometri a sud e arriviamo a Geysir, chi non conosce i geysir Islandesi..ogni 4/5 minuti il geyser spruzza una fontana d’acqua caldafino a30mt d’altezza..la zona è circondata da pozze d’acqua sulfurea che può raggiungere i 100°.
Ci dirigiamo verso la fattoria dove Alex ci aveva prenotato il pernottamento, il livello di comfort era ottimo, la vista incantevole, era dotata anche di vasca termale all’esterno, la temperatura alla sera era di 10 gradi , ma dentro l’acqua si stava veramente bene, proprio quello che ci voleva dopo tutti quei km di buche e sterrato.
Il 14 partenza al solito orario Ci dirigiamo verso est, puntando dritti ad uno dei siti storici più importanti di tutta l’Islanda (e parte del patrimonio Unesco): il Parco nazionale Þingvellir. Qui, intorno al 900 d.c. Venne fondato uno dei primi parlamenti democratici del mondo. Sempre qui, non si può rimanere indifferenti all’immensa spaccatura dovuta alla separazione della zolla tettonica europea da quella americana. Dalla fenditura, che si allarga di un paio di centimetri all’anno, esce uno strano odore di gas. Il panorama dal’alto è stupendo!!
Poi ripartiamo e ci dirigiamo verso i Fiordi Nord Ovesti. Il cielo è sempre azzurro e in lontananza si confonde col mare. Percorriamo la strada che costeggia i fiordi, la bellezza dei posti ci lascia d’incanto, non appena si “svallica” un fiordo ne inizia uno ancora più bello e affascinante.
La meta è una fattoria da nome impronunciabile..ceniamo e usciamo a fare 4 passi nonostante sia sera il sole è ancora li a farci compagnia e vediamo incresparsi lo specchio d’acqua di fonte a noi ed emergere una simpatica foca.
Il 15 ripartiamo verso Nord Ovest altri fiordi ci aspettano..il clima ed il paesaggio sono incantevoli,.ci si ferma qua e la per fare delle foto..ad un certo punto vedo Massimo fare inversione, su di uno scoglio aveva visto un cucciolo di foca che dormicchiava al sole. Qui le foto scattano in automatico e il cucciolo diventa sempre più fotogenico. Lo salutiamo e dopo un paio di curve troviamo un intera colonia di foche ad attenderci, pensate a bordo strada c’è una scatola trasparente con una decina di cannocchiali a disposizione per i turisti, ridendo ma non troppo, pensiamo in Italia si sarebbero fottuti anche la scatola L
Percorrendo un fiordo dopo l’altro con la strada che alternava asfalto a sterrato arriviamo nord est della penisola. Ci lasciamo alle spalle Jsafiordud e raggiungiamo il b&b per la notte.
Al Alba ripartiamo per gli altri fiordi e raggiungiamo verso sera un posto incantevole con un immensa spiaggia di sabbia bianca (molto probabilmente portata dalla corrente del Golfo) stile Caraibi facciamo una bella passeggiata nella spiaggia deserta. Ceniamo nell’unico ristorante albergo che sembra una vecchia caserma rimaneggiata con vista mare.
Il 17 La giornata di oggi è dedicata alla visita della penisola dello Snaefells. La penisola è dominata dal vulcano-ghiacciaio Snaefellsjokull (1.446 m s.l.m.), famoso perché da qui iniziò il “viaggio al centro della terra” di Jules Verne. Lo Snaefellsjokull è considerato dagli appassionati di esoterismo, uno dei sette “grandi centri energetici” del Mondo e, nelle giornate limpide, lo si può vedere anche da Reykjavik. Qui ci fermiamo a pranzare al sacco ai piedi del vulcano la giornata è fantastica sole e 24°, troviamo un torrente provenire dal ghiacciaio l’acqua è azzurra e fresca, cuciniamo con quella e la beviamo. Per me è un emozione pure quella bere direttamente acqua fresca da un torrente. Poi facciamo 4 passi lungo la vecchia colata di lava che arriva fino al mare.
Il 18 lasciamo la costa per andare verso l’interno è una giornata di trasferimento dove il passaggio in parte ripercorre le strade del 13, fino ai piedi del Landmannalaugar, qui dormiamo in un hotel (se così si può definire) molto spartano, in realtà hanno trasformato i dormitori di un cantiere scientifico in albergo..sembra di dormire dentro al centro di ricerche scientifiche del fila La Cosa, a dir poco inquietante..ma la buttiamo sul ridere e tutto passa.
Il giorno dopo la strada che ci aspetta è impegnativa sterrato e una ventina di guadi..il tempo è brutto piove e fa freddo, nebbia, io e Sabrina decidiamo di abbandonare la meta, gli altri vanno, ci diamo appuntamento sulla ring 1 (la strada principale) ad un area di servizio verso sera. Il realtà l Islanda è talmente bella che non ci dispiace aver cambiato il programma , questa deviazione ci permette di vedere 2 cascate. E la costa sud ovest. Raggiungiamo la costa e raggiungiamo anche la cascata di Skogafoss, con la sua acqua che pare nera a causa della tanta e finissima sabbia lavica in sospensione. La giornata è sempre brutta piove e la temperatura è attorno agli 8°; così come le giornate successive; arriviamo a Vik, andiamo a visitare il famoso maglificio di Lana islandese, acquistiamo qualche souvenir. Ritroviamo gli amici al punto stabilito, infreddoliti e inzuppati, il tempo che hanno trovato al Landmannalaugar era orrendo, la strada una pista di fango,e i guadi erano tutti strapieni, nonostante l’esperienza nel fuoristrada ammettono che in alcuni tratti sono stati in piedi per miracolo, io mi convinco sempre più della scelta che ho fatto. Riprendiamo la strada principale e ci fermiamo a dormire nella fattoria prenotata da Alex, ci assegnano una villettina, che immediatamente invadiamo di indumenti inzuppati fradici dalla pioggia e dal fango, la padrona anche se non capiamo la lingua, ci pare di capire che non è molto contenta del nostro arrivo. Stendiamo l’abbigliamento e iniziamo a riscaldarci un po’.
Il 19 partiamo verso est dobbiamo costeggiare il ghiacciaio più grande dell’isola, e d’Europa, il VatnaJokull, le cui lingue di ghiaccio arrivano praticamente a poche centinaia di metri dalla strada..ci avviciniamo ad una di queste da una strada sterrata..solo dal vivo ci si rende conto della grandezza del ghiacciaio, il lontananza vedo dei puntini colorati su una cresta di ghiaccio li avvicino con lo zoom e vedo che sono escursionisti impegnati in un arrampicata; riprendiamo la strada e arriviamo a Jokulsarlòn il ghiacciaio si getta in una piccola laguna facendo sì che gli iceberg escano in mare passando sotto il ponte che è sede stradale e si piaggiano su una spiagge di lava nera, questi blocchi di ghiaccio a volte sono più grandi di una persona, il paesaggio è stranissimo, freddo ma incantevole.
Questo è un piccolo mondo magico, che richiede assolutamente una sosta: infatti ci fermiamo e saliamo a bordo di uno degli anfibi che permettono di navigare in mezzo agli iceberg appena formatisi in laguna, sono immensi, la parte che emerge è solo il 10%, il resto è sommerso, fa freddo pioviggina e c’è la nebbia che ci nega la vista sul ghiacciaio, il lago è profondo 250 metri, ed è talmente freddo che un uomo resiste dai 4 ai 6 minuti nelle sue acque. Qui gli Iceberg ci incantano, l’unico colore che il ghiaccio non assorbe è il blu e quindi lo riflette, trasformando questi blocchi di ghiaccio in montagne blu galleggianti, uno spettacolo unico! A volte ci sono foche che sguazzano tra il ghiaccio, ma non oggi.
Purtroppo il sole non si fa vedere,e il freddo diventa pungente.
Ne approfittiamo anche per scaldarci con un caffè e una fetta di torta nel rifugio li vicino.
Il giorno dopo è sempre il ghiacciaio a farci compagnia, percorriamo la ring 1 destinazione Egilsstadir, dove l’amico Eddy ci attende per ricaricare le moto sul Tir. Andrea e Massimo decidono di deviare per l’ultimo sterrato, io e Sabrina decidiamo di rimanere sulla strada principale, il tempo è piovoso, ad un certo punto l’asfalto lascia il posto alla sterrato che per un tratto di ¾ km è addirittura fanghiglia scivolosa, per fortuna riesco a segure le tracce di un cammion che hanno ricompattato il terreno qui 30cm di ruota, ne esco a fatica. Arrivo all’aereoporto e li ricarichiamo le moto che il giorno dopo rientreranno in Italia.
Ci aspettano ancora 2 giorni a Reykyavik, visitiamo la capitale, molto ordinata e colorata, qui si trovano i negozi più famosi. Poi decidiamo di passare un intero pomeriggio alla vicina Laguna Blu, la troviamo troppo turistica, e fatta alla fine del viaggio addirittura deludente!
Il giorno dopo rientriamo in Italia.
L’Islanda ci è entrata nel cuore e nella mente. Ringrazio gli amici Andrea e Massimo, non solo per la simpatica compagnia, ma anche per avermi aiutato con i loro consigli e la pazienza, nel aspettarmi, e Sabrina per aver sopportato pioggia e freddo degli ultimi giorni senza lamentarsi.
In questa meravigliosa vacanza alla fine abbiamo fatto 4200km, girando in lungo ed in largo questa meravigliosa Isola; la moto si è comportata benissimo con i suoi 65000 km in 3 anni.
Ora non ci rimane che..sognare quei paesaggi..e ripensare a nuove avventure.
Sul nostro sito utilizziamo i cookies per offrirti una migliore navigazione. Se acconsenti continua con la navigazione, oppure scopri maggiori informazioni sui cookies.AccettaPiù info
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.