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L’onere dell’onore

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di Giuliano Arcinotti

Sono davanti al mio PC nella postazione di lavoro che tutti i giorni mi accompagna nell’affannosa ricerca del vil denaro, e mi domando cosa potrei scrivere, come giustificare l’onore che mi è stato affibbiato così, in una telefonata ricevuta a fine agosto dal visagista delle dive, e poi ratificata da una riunione di amici (perchè associati è poco).

Una telefonata che mi ha fatto sentire emozionato, strano, inappropriato, e tante altre sensazioni in un turbinio sincero di emozioni, ma soprattutto mi sono sentito piccolo, e chi mi conosce sa che per me è fisicamente difficile sentirsi piccoli. Mi sono sentito inadeguato ad un incarico così importante, così onorevole, ma onorevole non come lo intendono i nostri politici ma come, ad esempio, viene percepito nel paese del sol levante dove il termine “Onore” ha un peso enorme, dove il termine “Onorevole” ha una valenza particolare.

Sono stato davvero poco tempo dubbioso se accettare la proposta di essere candidato come Presidente di Anima Guzzista, oh Presidente eh….. dopo Fange, dopo Alberto “Totogigi” Sala, dopo lui, dopo Vladimiro Corbari, io …. un minkia qualunque Presidente…..cioè ma vi rendete conto della portata di questa cosa?

Io non sono una cima, non ho una grande cultura, i miei tre anni da ripetente alle superiori sono una prova certa di questo, mi mancano le conoscenze di molti degli utenti del forum che sfoggiano le loro nozioni e capacità con i loro interventi, meccanicamente sono una capra con la sola certezza di avere l’abilità del pollice opponibile e qualche rudimento ricevuto da quel sant’uomo di mio padre che mi ha lasciato in eredità sicuramente la passione per i motori e tutto quanto ruoti intorno a questi aggeggi rumorosi, ma vi assicuro che quella è davvero tanta, non manca mai, ancora oggi a 54 anni suonati mi ritrovo a sentirmi come un bambino nel paese dei balocchi quando entro in una qualunque concessionaria di moto, se poi è una concessionaria Moto Guzzi allora è come farlo a Natale.

Questa passione è quello che mi lega da tanti anni a questa comunità, la mia Anima Guzzista vive bene dentro il nostro forum, vive del confronto con le altre Anime, vive delle discussioni fatte in cima al passo dopo aver fatto curve cercando di star dietro al quel pazzo di Vladimiro che curva con furibondo abbandono ^_^, vive mentre cerca di capire perchè Mandello del Lario è come casa mia quando ci arrivo soprattutto in sella alla mia moto, vive mentre sono in sella qualunque sia la destinazione, perchè se me lo spiegassi tanto non mi capirei.

Oggi quindi ho l’onore di essere Presidente di questa associazione e mentre scrivo mi domando “ma poi alla fine, cosa significa?” Significa che devo firmare qualche foglio? Boh si certo ma poi? Sono una delle tante Anime Guzziste della nostra comunità ma non certo la più importante sono uno di tanti, con delle idee e dei pensieri che sono solo miei e a disposizione della comunità ma che ha bisogno di tutti, dell’aiuto di chiunque faccia parte di Anima Guzzista, che siano i soci fondatori, che siano i soci iscritti o anche solo i partecipanti al forum per poter cresce insieme e migliorare tutto il migliorabile e portare avanti questa fantastica famiglia ancora per tanto tanto tempo.

Siamo passati attraverso diversi periodi se ci pensate, la crisi Aprilia, l’arrivo di Piaggio che agli inizi non è certo stato dei migliori, il Moto di Protesta, poi il monumento al Carletto, poi la pandemia, le guerre che non sono mai finite e oggi vediamo scomparire realtà importanti e di valenza storica come Motociclismo. Noi siamo ancora qui invece, siamo ancora attivi, il forum checchè se ne dica è animato tutti i giorni, gli incontri ci sono, e persone, amici, come Vladimiro sono riusciti a traghettarci nonostante tutto questo fino ad oggi.

Ora dobbiamo ringraziarli nell’unico modo che mi viene in mente, rimboccandoci tutti le maniche, mettendoci tutti a disposizione della comunità e continuando a portare avanti questo bellissimo sogno che è Anima Guzzista che è di tutti noi e che ha solo bisogno di un po’ di forze nuove e ben carburate.

Già durante l’assemblea abbiamo trovato diverse strade da seguire per portare avanti queste idee, essere presenti fattivamente ad eventi e raduni a partire dalla presenza costante alle GMG a Mandello, ma non solo, migliorare la gestione della bacheca incontri rendendolo una strumento da sfruttare sempre anche per gli incontri più brevi, ridare nuova linfa vitale al sito snellendolo e migliorandone la gestione anche economica, distribuire gli incarichi al fine di non sovraccaricare nessuno e rendere facile questa gestione dei compiti, insomma di carne al fuoco ne abbiamo già da mettere e altre sono pronte per essere infornate a breve.

Stay tuned come dicono gli amerigani perchè inizieremo a breve a esser presenti su questi canali, e ricordatevi soprattutto che siete tutti Anima Guzzista, non io, nemmeno gli altri 4 consiglieri che si sono assunti l’onore di darmi una mano, ma siamo NOI, quindi sotto e diamoci da fare che arriva un anno nuovo e dobbiamo rendergli onore.

Se non ti vogliono a sud ovest vai a nord est: Friuli (e non solo) 2024

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Se non ti vogliono a sud ovest vai a nord est:
Friuli (e non solo) 2024

di Riccardo TODD

Ma quanto è bello girare per la penisola iberica? Vero? Dopo il bellissimo viaggio del 23 le premesse per tornare da quelle parti ci sono tutte. Dopo un po’ di incertezza per la scelta della zona da visitare (rimando per l’ennesima volta l’Andalusia), scelgo l’extremadura, che sembra essere un attimo fuori dai soliti giri turistici e avere belle cose da visitare

Tutto pronto alla partenza? Neanche per idea! Già ci sono dei giorni di ritardo su quanto avrei voluto, e vabbè, poi ci si mette un piccolo inconveniente dietro l’altro. Niente di grave, ma sono diversi. Per esempio il voltmetro della moto segna un po’ meno del solito, visto che ci sono rimasti a piedi un paio di volte, non mi sento sicuro, vado dal meccanico sotto casa che però mi dice “no guarda, io della parte elettrica delle Guzzi non ne capisco niente, vai altrove”. Seguo il consiglio, e vado da un’officina seria, dove mi dicono che non ho niente da temere, la batteria è carica e l’alternatore funziona, è il voltmetro che segna un po’ quello che vuole lui.
Bene. Però sono passati alcuni giorni. Vabbè, ora prenoto un po’ all’ultimo ma fa niente…. internet non funziona, e ci si mette anche quello…ok, proviamo a fare con il telefono (non mi piace granchè, ma proviamo), cerco di fare il biglietto del traghetto da civitavecchia a barcellona, arrivo alla schermata finale….e non mi accetta il pagamento!!

ok basta, lo prendo come un segno del destino, non devo andare in spagna, non quest’anno. Niente panico, cerchiamoci un’altra destinazione, via terra. Alvernia? Bello….peccato che i prezzi siano alle stelle, non riesco a trovare niente, e cambiamo nuovamente idea. A est? Massì dai, li la vita costa meno, no? ….no? Forse pochi anni fa, non riesco a trovare un alloggio decente a Bratislava per girare da li la Slovacchia e magari fare un giro a Vienna. Altro piano abortito.

Quest’anno gira male, me ne sto accorgendo…allora proviamo a restare in italia, ma in zone che mi possano consentire lo stesso qualche sconfinamento. La direttrice nord-est non mi dispiace, avevo fatto un viaggio in slovenia anni fa, passando solo un po’ di transito dal Friuli. Parte l’ennesima ricerca di alloggi…ragazzi vi assicuro che non ho mai tribolato tanto a trovare posto come quest’anno, prezzi alti e poca disponibilità. Ok siamo a fine luglio, ma più o meno ho sempre viaggiato in questo periodo. Alla fine trovo un agriturismo alle porte di Cividale del Friuli, a 3km dal paese, non è proprio la mia sistemazione ideale perchè in genere quando ho girato tutto il giorno non mi piace prendere di nuovo la moto per andare a cena, ma davvero non c’è altro. Spunto comunque un ottimo prezzo, un totale di 200 euro per 5 notti. Ah, do un consiglio a chi fosse davvero tanto a digiuno di viaggi, se siete in italia, voi cercate pure gli alloggi su booking, però poi chiamate direttamente la struttura, senza l’intermediazione risparmiano loro e fanno risparmiare voi.

E insomma, la partenza è arrivata, fa caldo ma non troppo e non è prevista pioggia, 520km da fare, niente di che. In teoria. Tutto bene fino a firenze, entro in autostrada e mi dico “oh ma che strano, di solito c’è sempre un casino assurdo, stavolta non c’è quasi ness….” eccola la! Coda di 2 km verso bologna, restringimento della carreggiata e zero possibilità di svicolare. Fermo sotto 37 gradi, vestito ovviamente da moto, jeans e giacca mezza stagione (non parto mai con la traforata perchè potrebbe esserci qualche abbassamento di temperatura). Si riparte dopo un po’, l’appennino porta più fresco, e intanto arriva l’ora di pranzo dove mangiare i due tramezzini+banana portati da casa. Volete un altro consiglio? Se siete in zona, fate il vecchio tracciato (panoramica) e non la nuova variante di valico (direttissima), che stavolta davvero non c’è nessuno. Arriva Bologna, direzione padova e poi venezia. Anche qua qualche rallentamento capita, insomma, si procede più piano del previsto, ma ho calcolato la cosa e non è tardi. Esco a udine e poi da li a cividale è facile. Il telefono montato sul supporto/accrocco mi porta all’agriturismo, sono poco prima delle 7 di sera. Due parole sulla location, ho detto che preferisco non dormire in campagna, però il posto è bello, ha anche la piscina (un bagno non me lo toglie nessuno!) e i tavolini per fare colazione fuori. Oltre a una tettoia larga dove mettere la moto. In pochi minuti si arriva a cividale centro.

Non è la prima volta che ci vado, però l’ultima (e unica) ero più di fretta, stavolta avrò diverse serate per girarci con calma. E vi dico che come posto mi piace e ve lo consiglio, bello tranquillo, hai comunque diversi ristoranti tra cui scegliere, si fanno due passi in centro, un po’ di gente non manca, e poi sei in posizione abbastanza strategica, per girare la regione, e passare in slovenia, che è 15km circa. Austria un po’ più lontana ma neanche troppo.

Subito qualche considerazione culinaria, i piatti più tipici sono a base di formaggi, con i quali non ho un bel rapporto, quindi il giudizio resta un attimo sospeso. Posso dire di aver comunque mangiato bene ma niente di memorabile, prezzi non bassissimi, diciamo che un primo lo prendi sui 15 euro, ma porzioni fortunatamente accettabili.

Prima notte passata, e primo giorno di girare vere e proprie, la previsione è di fare così: due giorni di gite estere, una a trieste, un’altra per Udine e altri paesi in zona. Bene, faccio spesa al centro commerciale di cividale, e metto in moto direzione slovenia. Strada tranquilla, il confine arriva presto, subito mi raccomando vediamo di fare benzina ai loro prezzi, circa 30 centesimi (trenta!!) più bassi dei nostri. Se ci passate, mettetene un po’ anche in tasca e conservatela per i momenti più bui…

e insomma, sono in slovenia, dalle parti di Kobarid (che sarebbe Caporetto), strade belle, ma davvero tanto traffico, troppo, e la situazione prosegue costeggiando il fiume Isonzo (Soci). Bello comunque eh. Arriva poi il momento di svoltare verso il passo Vrsic (l’avrò scritto bene?), che mi deve portare in quota. Anche qua la strada e il panorama sarebbero belle entrambe, peccato per il traffico da ora di uscita delle scuole….me lo faccio quasi tutto in coda dietro prima a un carro attrezzi e poi un pullman di linea, che riesco a passare perchè si blocca in un tornante e si fermano anche quelli che vengono giù in discesa. Mi viene un attimo da sorridere pensando alle solite massime tipo “eh ma per salire su per i passi ti ci vuole il motore ricco di coppia eh….”, si come no, avrà fatto 50 orari quando andava bene. In cima il panorama comunque è bello, diverse moto ma ancora di più sono le biciclette, che ormai tra vecchia maniera e assistite sono le vere presenze fisse delle strade di montagna.

Qualche foto, discesa, anche qua parecchio in coda dietro a veicoli lenti, e poi la strada arriva dalle parti di Kraniska Gora. Non mi fermo, vado verso il confine austriaco, che in effetti è a pochi km, non c’è un passo di montagna ma una salitella. Entro in austria, strade ancora più belle e ben asfaltate, un po’ di discesone e poi fondovalle. È ora di mangiare qualcosa, visto che sono in zona mi fermo a Villach, voi però ne potete anche fare a meno, è un posto dove non mi sembra di aver visto niente di che che valga la pena.

Ripartenza, direzione est, voglio arrivare a Klagenfurt costeggiando il lago Faak )è quello dove ad esempio si tiene un importante raduno di harleysti). La strada però lo lambisce solo per poco, giusto il tempo di vedere un po’ di gente a riva tipo mare e allontanarsene un attimo. Comunque scorre bene nelle campagne, e per ora la giornata è bella, con temperature giuste.

Sosta a klagenfurt: non mi dispiace, non ha chissà cosa da vedere ma non è neanche un centro brutto, per fare una camminata, diversa gente in giro e solita atmosfera rilassata di quei posti.

Ora di ripartire, tutto verso sud, perchè devo passare il confine, e per fare ciò si passa dal Loisspass (come sempre scusate gli errori di lingua), bella strada, un misto veloce con qualche tornantone, in mezzo al bosco.

Di nuovo eccomi in slovenia, il tempo tiene anche se in giro trovo qualche chiazza di bagnato. Il problema ora, per tornare in italia, non è tanto la distanza, quanto la strada: devo evitare l’autostrada, dato che non ho la vignetta (non avrebbe senso per un giorno o due). L’operazione ha successo, ma il giro si complica leggermente, perchè vado a finire in una strada che pur non essendo segnata sulla mappa come “passo qualchecosa” si inerpica davvero tanto, asfaltata ma un po’ sconnessa, parecchia pendenza e anche un bel panorama in cima. Quale strada è? Boh, mi pare di aver passato il paesino di Kropa, e forse anche zali Log…ma non mi chiedete di pubblicare tracce gps perchè non ne sono capace.

In ogni modo, sempre su strade di mezza montagna, stavolta un po’ più di fondovalle, inizio a vedere le frecce per Tolmin, e tanto mi basta, seguo i cartelli, ignorando mappa e telefonino (che comunque mi conferma di essere sulla strada giusta) e da li è facile, perchè da Tolmin a Kobarid c’è un bello stradone quasi dritto con qualche curvone, e poi sono praticamente arrivato, ovviamente non prima di aver fatto di nuovo il maxi pieno di benzina slovena. Inizia a fare buio ma sono ancora in orario per non trovare chiuso a cena, in compenso inizio a vedere lampi sempre più vicini, e infatti dopo cena prendo un po’ di pioggia per tornare all’agriturismo. Ma niente di che, la giornata, è andata, e direi anche bene.

Nuovo giorno: purtroppo il poco maltempo della sera prima era solo un’avvisaglia di quello che sarebbe arrivato. Per piovere non piove, ma è molto nuvoloso e soprattutto in montagna sembra parecchio peggio. Oggi sarebbe previsto un giro in quota su una delle strade alpine della Carinzia (quelle a pagamento, che arrivano verso i 2000 e oltre. Tipo il grosslockner, anche se non era lei che avrei percorso), il meteo prevede una massima di 10 gradi a villach (nel fondovalle…), con temporali qua e là tutto il giorno. E dove vado? Di andare a cercare pioggia, freddo e zero visibilità in montagna non ne ho proprio intenzione. Allora ci vuole un’alternativa, se il giro naturalistico/paesaggistico è saltato, passiamo a qualcosa di più culturale, che tanto di cose da vedere ne ho. Tanto per cominciare proprio li a cividale c’è il tempietto Longobardo, che non ho ancora visto, essendo sempre in giro. Si trova all’interno di una specie di museo, che ti offre nel prezzo anche delle presentazioni video sulla storia, e sui longobardi in generale. Sicuramente è una cosa da vedere, se siete in zona.

Fatta questa visita, solito passaggio al centro commerciale a prendermi qualcosa per pranzo, e vado verso Aquileia. C’ero passato una volta, ma troppo di transito, stavolta ci vado apposta. La strada è tutta pianeggiante, passa tra campagne e frazioni varie, tutte con case basse, alcune un po’ malmesse, residuo immagino di quando erano più poveri, tante altre restaurate a villette. Comunque, poche decine di km e si arriva.
Il centro di per sé non è chissà cosa, molto piccolo, però il vero tesoro è all’interno, e sono i mosaici. Non sto a mettere tante foto, perchè se ne trovano di ben più professionali, però vi dico solo che fanno impressione per come sono conservati.

Tempo di ripartire, c’è anche qualche ora di luce, dove andare? Idea, non ho mai sentito troppo parlare di Gorizia, né nel bene né nel male, allora dico, ma facciamoci un salto, no? Senza aspettative. Ci si arriva anche qua in poche decine di km, c’è molto verde intorno, la città è piccoletta e dopo pochi incroci si trova il parcheggio vicino al centro. Come animazione non cè niente di che, però non la definirei brutta, il castello in cima sembra essere molto ben conservato…ma come da tradizione, arrivo un 10 minuti dopo l’ora di chiusura… nella parte bassa una bella piazza, e poco più. Però ripeto, non ne darei un giudizio negativo. Magari andarci apposta non so, ma se uno fosse di passaggio per la slovenia, come città in cui fare tappa la potrei anche consigliare.

Ora di tornare indietro, il cielo si chiude e a un 15km da cividale mi tocca aprire l’antipioggia per un discreto scroscio di pioggia, anche se per le pozzanghere che trovo, forse la parte più consistente l’ho evitata per poco.
E vabbè, oggi è andata, come detto è stata un po’ un ripiego rispetto al giro previsto, ma pazienza, è andata così.

Sabato: oggi giornata dedicata a Trieste, è da tanto che volevo andarci e stavolta non mi sfuggirà.
La prima parte della strada passa nuovamente da gorizia, poi però la parte che porta verso la statale adriatica è divertente, un misto veloce, con poco traffico. In compenso vicino al mare c’è un bel casino, ma del resto è l’ultimo sabato di luglio, o qualcosa del genere, uno se lo aspetta. E poi in realtà dura pochi km, perchè trieste città è già meno trafficata del previsto. E poi è una città molto “moto friendly”, nel senso che si trovano diverse file di parcheggi sparsi qua e là per le vie. Io infatti trovo proprio vicino al molo, dove sono ormeggiate un paio di navi da crociera gigantesche (per me a livello estetico un attimo un pugno in un occhio, ma niente di grave).

La città è bella davvero, e non delude, la piazza principale (piazza unità d’italia), certi alberghi di lusso e anche palazzi storici, si vede molto che era una città asburgica, e fa davvero un figurone. Mi piace molto anche la parte lungo il canal grande, e poi si sale per la parte alta (è una discreta camminata, sotto il sole) con la cattedrale di san giusto. Tanta gente, tanti turisti, è un posto di confine e vedi molte targhe straniere, ma l’impressione è comunque di essere in una città italianissima.

In un attimo è già metà pomeriggio, prima di rientrare sono di strada per il castello di Miramare, e un salto ce lo faccio di sicuro. Un bel macello di gente, trovo posto per la moto ma a fatica, però ne vale la pena, lo scenario è bello davvero, così come il parco alle spalle del castello (che non ho visitato all’interno, quindi non so cosa mi sono perso).

Rientro dalla stessa strada, con poco traffico, e solita serata a cividale con cena più passeggiatina.

Nuovo giorno, l’ultimo da passare in zona per intero. Oggi vado a Udine, che si raggiunge in 15km, la città non è grande, e si parcheggia in zona quasi centrale (io non mi fido mai troppissimo ad avvicinarmi ai centri storici per non incappare in qualche ztl).
Udine mi piace molto, città in pianura con collinetta e castello annesso, subito sopra il centro. Penso sia un posto di provincia anche abbastanza vivo, sebbene non incasinato. Il centro è bello, e ci sono diversi angoli da scoprire.

Primissimo pomeriggio, ho ancora delle cose da vedere. Intanto le varie guide segnalano la frazione di Fagagna, a pochi km….mah… o ho sbagliato qualcosa io o forse il paesino è stato sopravvalutato. Non me ne vogliano quelli del posto, ma non c’è quasi nulla, resti medievali in alto, e un paio di viuzze più datate.

Non mi trattengo, nuova tappa, sempre non lontano, Spilimbergo. Questo invece già mi piace di più, gente in giro pochissima ma immagino che i 36 gradi alle 4 del pomeriggio non siano troppo di aiuto. Però qua se vi capita, fate pure una sosta, che non è male.

Rimane da tornare indietro, ma non faccio la stessa strada, passo più a nord, e appena più in quota, voglio andare a San Daniele, si, quello del prosciutto. Abbastanza una delusione, credevo di trovare tutta la fila delle botteghe che fanno pubblicità (vera o fasulla che sia) al famoso prodotto, tipo come è a Pienza per il pecorino, e invece non c’è quasi niente. Nemmeno una zona pedonale, si passa in macchina fino in cima, girando attorno alla piazza della chiesa.

I dintorni però non sono male, la strada sale un attimo con qualche curva proseguendo in direzione di tarvisio, poi passo da Tarcento, e da li già ricompaiono le indicazioni per Cividale. La strada non è brutta, rannuvola un po’ ma il tempo regge senza piovere, e anche questa giornata si è conclusa.

E quindi siamo alla fine, sveglia e partenza, con molta calma a dire il vero, autostrada senza deviazioni, e fortunatamente solo con qualche rallentamento ogni tanto ma niente di chè, un bel caldo verso bologna, sopra i 35, che mi fanno pensare a quanto avrei voluto avere un tempo simile quando invece mi ha tagliato il giro montano più impegnativo.

E un applauso alla moto, non glielo vogliamo fare? Mmmhh…. un po’ si un po’ no…. certo, oltre 215.000, si è sempre accesa al primo colpo e a casa mi ci ha riportato, però per larghi tratti ho sentito il motore girare non benissimo, ha mangiato ben più olio della sua media, e troppe vibrazioni. Tanto che per il viaggio di ritorno non mi sono fidato mai ad andare sopra i 110.

in generale, ok, è stato un viaggio un po’ di serie B rispetto alle intenzioni iniziali e anche rispetto al suo stesso programma, però quello che ho visto nel complesso mi è piaciuto, sono zone che vi consiglio di visitare, magari anche con altri mezzi, e mi piacerebbe tornare da quelle parti. Per il resto, non credo di avere molto altro da aggiungere, grazie a tutti per aver letto!

 

Raduno Internazionale Moto Guzzi 2024, Fabreeze

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IL “MIO” MANDELLO 2024

Di Fabreeze

Come al solito arrivo di buon ora domenica mattina dribblando il casino e godendomi il parcheggio da solo davanti ai cancelli della sacra fabbrica. Appena scendo dalla moto arriva la doccia fredda…si avvicina il solito precisetti beninformato 30enne che con sorriso e simpatia mi apostrofa: “Bella questa, è quella che hanno tolto dal listino!”…no, ma come, cazzarola…simulo sicumera e a muso duro gli dico che no, mavà, è la V9 bobber…col cavolo che la toglieranno mai dal catalogo. Non ho neanche finito la frase che dagli sguardi imbarazzati capisco di aver preso un granchio. Vabbè, proseguo…mi consolo convincendomi: non sei dei miei e non mi meriti.
Arrivo in piazza mentre il popolo si sta svegliando dopo la notte di bagordi. Mi sparo cappuccio e brioche d’ordinanza scrutando da lontano il gazebo degli inavvicinabili vate di AG. Sono iscritto al forum da 17 anni anche se l’ho frequentato attivamente poco. Ho comunque visto server in fiamme al largo dei bastioni di Orione, raggi B balenare alle porte di facebook, e tutto questo non può finire come lacrime nella neve dopo un uinter parti andato in vacca. Prendo il coraggio a due mani e mi presento intimorito davanti a cotanto comitato…mi dicono i nomi ma non capisco niente (perdonatemi…chi eravate?) e più che altro penso a mettere insieme quattro frasi di senso compiuto…invano…neanche mi faccio un selfie. Devo tesserarmi da anni ma mai lo faccio…magari stavolta è quella buona. No, mi dice uno dei tre moschettieri, puoi farlo dal sito…vabbè dentone Non posso però andarmene a mani vuote, così almeno compro una maglietta, le patch sono finite e loro tentano (invano) di vendermi il sacro testo recuperato (dicono) nel sottoscala di un libraio trovato morto a chinatown, qulla vera ovviamente…alla fine sconsolati mi regalano uno sticker…olè.
Il giro prosegue come da copione secondo il solito schema, mi unisco ad un amico kappatiemmista (quello dietro in foto) che vorrebbe comprare la V85TT ma non si decide, bancarelle, fabbrica, varia umanità, ecc…, ecc…
Anche quest’anno vado via contento prima che arrivi il delirio della tarda mattinata, per qualche ora mi sono sentito parte di un movimento, di una passione, di una roba che è certamente mia ma oggi è di tutto il mondo, finalmente a mio agio in mezzo a uomini e donne che per un giorno all’anno mi assolvono da tutti i peccati, innamorati di cancelli che perdono olio, che ti lasciano a piedi, che per frenare devi usare gli stivali, brutte, vecchie, che c’hanno la frizione di un leoncino e che per trovare il folle devi farti il segno della croce. Tutta gente che come me: “strafotte se l’hanno tolta dal catalogo…la mia Guzzi rimarrà in eterno il ferro più bello del mondo”.
Stavolta però porto a casa qualcosa in più, i “ragazzi” (vabbè dai) di AG ci sono, ci ho parlato, esistono e resistono, sono orgoglioso di loro, sono orgoglioso di me che anche quest’anno non farò il tesseramento ma comunque gli rimarrò fedele, sapendo che loro mi vorranno bene lo stesso

Raduno Internazionale Moto Guzzi 2024, Giuliano

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Report Mandello 2024

Di Giuliano Arcinotti

Allora premettiamo sapevo che non sarebbe stato il solito raduno dove partecipo e mi faccio allegramente i fatti miei girovagando per il lago, la fabbrica, il museo, le prove (devo ancora provare una V85 nuova mannaggia) ecc. ecc. sapevo che sarei stato in forze a tempo pieno allo stand di Anima Guzzista e quindi “animo” in pace e via di modalità commerciale o almeno ci ho provato come vedremo più avanti, quindi questo non sarà un racconto del raduno ma un racconto del gazibo e quindi via.

Allora, preparazione bagagli, sedia pieghevole compresa, il giorno prima come ogni buon mototurista che si rispetti, e partenza il giorno dopo programmata per le 06/06.30 circa per arrivare a Mandello in orario consono alla preparazione stand e altro, quindi direte voi ti svegli alle 05.30 e via… no alle 04 ero con gli occhi aperti a rigirarmi nel letto e quindi sveglia presto, colazione presto e partenza alla fine della fiera sempre alle 06 da casa, benzina e via alle 06.20 son per strada, belin che freddo a settembre alle 06 di mattina sulla Cisa …..

Per fortuna l’abbigliamento tattico tecnico fa la sua e i soli 9 gradi del passo Cisa in autostrada non li sento, meno bene l’asfalto che è bello umidiccio e non mi fa divertire ma pazienza.

Cruise control attivo e si arriva in meno di niente in zona Milano, figa però sempre più di 2 ore ci abbiam messo eh. Altro pieno e dopo poco arrivo al B&B dove mollo i bagagli, mi cambio stivali con scarpe e pantaloni tennici con pantaloni da turistas fai da te e mi fiondo su quel ramo del lago di Como che volge dove nascono le aquile.

E come ogni dannata volta mi sento a casa, passo Abbadia arrivo al cartello che sovrasta la strada poco prima della canottieri Moto Guzzi e quella scritta Mandello del Lario è come se fosse quella di casa, mi sembra di non essere mai partito, ma non c’è tempo via alla piazza dal Carletto che ho appuntamento con gli altri e son già le 10 …. bene sono il primo meglio …

Piazzo la moto a lato mi faccio un giro, saluto il Carletto, che se la potrebbe passare meglio, e aspetto qualche minuto, finché non arriva il visagista delle dive, il phon datore, colui che è e che sarà, colui che tutto puote e tutto potette, egli, illo, vabbè insomma arriva Goffredo via …. Dopo una rapida scappata dai ragazzi di MPC a cui faremo un monumento in altra occasione, torniamo alla piazza muniti di svariati scatoloni, un gazibo e tanta animosità che si trasforma in uno stand ricco di libri, magliette, bandane, portachiavi e cotillon…. no speta i cotillon son finiti …. azz ma li hai chiesti a Vladimiro so che ne aveva uno scatolone in macchina l’ultima volta…. mannaggia vabbè ci siamo arrangiati con i KeyRing made in Sicily by Peter Bikeyes anche detto Pietro Motisi da un ristrettissimo numero di amici.

Sorge spontaneo un piccolo ma potente problema, tira un vento che sembra che dobbiamo fare kyte surf con il gazibo, si dice gazibo se voi lo chiamate in altro modo problemi vostri il nostro è un gazibo, è stato deciso dallo staff tutto quindi Gazibo. Decidiamo infine di adottare una tecnica stupefacente che solo i politici più esperti conoscono e che è per loro l’unico strumento di utilizzo dei libri, prendiamo gli scatoloni dei libri e li piazziamo sopra i piedini del gazibo.

Dall’altro lato piazziamo un paio di Guzzi e vincoliamo lo stand a queste sapendo quindi che la leggiadria delle stesse dovrebbe essere sufficiente a trattenere il nostro nuoverrimo gazibo.

Dopo aver disposto con sapiente gusto e splendida genialità architettonica gli addobbi interni (leggasi a pene di segugio per i meno dotti) scopriamo che il buon Goffredo è in grado di ripetere perché il 57 è il logo di Anima Guzzista dalle 11 alle 12 volte in un minuto riuscendo però nel contempo a regalare agli astanti che lo stavano ascoltando momenti di magia e trascendenza che li portano ad epifanie spettacolari fino all’acquisto del sacro testo, scopriremo durante il raduno che avremmo dovuto e potuto chiedere cifre ben maggiori visto che su ebay e subito puntitti stanno a oltre 50/60 euro la copia, ma noi non siamo venali, a noi piace farci prendere per il culo dalla vita alle spalle come direbbe un noto storico e quindi il prezzo era sempre quello.

Mentre andiamo avanti ci rendiamo anche conto che le magliette da vendere a dei motociclisti, magari pure guzzisti, forse è meglio se sono soprattutto in taglia XL e anche qualche XXL, dato che abbiamo venduto forse una S …. o forse no. Ma pazienza, la stessa pazienza che abbiamo avuto per quei simpaticissimi e scherzosissimi vicini di stand che adoravano far sgasare le loro bellissime e silenziosissime motociclette chiaramente omologate pronto pista … un’esperienza invero appagante e veramente rilassante che mi ha regalato momenti di giuoia e tripudio devo dire.

Dopo un venerdì, durante il quale non dimentichiamo l’arrivo del supporto di Nello incommensurabile, incommensurabile sia il supporto che Nello eh, dicevo dopo un venerdì che sembrava che stessimo girando l’inizio del film Twister sui tornado, ci siamo trovati sabato con un clima decisamente migliore, un po’ più di gente e sempre i nostri simpaticissimi vicini sgasatori di moto che hanno ravvivato la giornata con liete note di scarichi roboanti e per nulla fastidiosi, durante la quale ho potuto notare come Goffredo fosse un venditore ben più abile di me, certo come ti racconta lui la storia del 57 unitamente al disegno al volo nessuno mai, soprattutto perché riusciva a farlo in francese e inglese laddove io al massimo arrivavo al de buk is on the teibol and de cat is ander de buk….

Ma la cosa peggiore è stato che mentre il buon Goffredo si godeva un momento di relax seduto nelle retrovie io provavo a tessere le lodi del sacro testo a delle turiste che dopo un lievissimo interessamento si allontanavano ringraziandomi per ritornare immediatamente non appena compariva alle mie spalle il sublime G. che con sguardo ammaliatore e suadente non solo gli spiegava la storia del 57 ma gli vendeva un libro, una maglietta, la bandana e in omaggio un set di pentole…… il mio animo da commerciale ne ha davvero risentito …. ogni volta che si allontanava rimanevo solo come uno cocker legato al guard rail in un oasi nel deserto dei Gobi, nessuno che nemmeno passasse dalla stand, ci mancava la rotolacampo spinta dal vento ed ero a posto…. fin quando non ritornava l’illuminato e ridava vita al gazibo…..

Quindi freddo, umiliato dal visagista delle dive nell’arte del vendere e con mia moglie che perentoria mi ribadisce che la nuova V85 no checcazzo che è identica a quella che hai è pure dello stesso colore no e ancora no, questa era la mia giornata tra venerdì e sabato…. vedete voi…..

Si ok son passati tante facce vecchie che ho rivisto con immenso, ma che dico immenso profondo, ma che dico profondo incommensurabile, ma che dico incommensurabile megaipergrandesuper piacere ma che dico megaipergrandesuper ottimo piacere, tanti abbracci tanti ragazzi che sono uomini e che hanno l’ardire di presentarsi con figli in braccio e altri più grandi che son talmente grandi che nemmeno ci sono…. per passare dal mitico Totogigi e signora che si presentano con un tale con la barba che asseriscono essere il loro figlio, io guardo la pertica barbuta lì di fianco che mi porge la mano e mi saluta, ricambio e perplimuto interrogo Goffredo, “mi stanno pigliando per il culo?” e Goffredo “io ho deciso che ha 12 anni va bene?!”…. me ne torno allo stand con una zavorra di 50 kg sulle spalle….. per fortuna ci sono gli amici mi ripeto triste e improvvisamente invecchiato di almeno 20 anni …..

Altre facce che si presentano allo stand, altri personaggi mitici e alcuni che rasentano la perfezione della minkitudo maxima, esseri che scavallano le alpi in sella a robette che non le vorresti nemmeno per andare al tabacchi a comprare i minerva con viaggi di ore e ore solo per esserci così …. perché loro Valgono eh io che mi vantavo di far moto turismo con una V85tt… me pezzente….

Altri che arrivano li abbracci e ti ricordi subito perché lo chiamavano Macio, cazzo sembrava di abbracciare la statua di Macio …. e gli anni passano ma solo per me di nuovo …. abbracci baci, personaggi, amici amici e amici con cui alla fine della giornata ho accumulato quel 120/130 anni di vecchiaia in più che però sono leggerissimi da portare grazie alla bellezza di questi momenti in cui ritrovare vecchi amici è una cosa che tonifica più di ogni altra.

E quindi è tutto bello, alla fine è stato un bel weekend, bellissimo, vedere Goffredo che spiega il 57 è impagabile e la gente, tanta gente, guzzisti compresi che non sapevano tutta la storia e che si stupiscono ogni volta come bambini che ascoltano una favola per fortuna a lieto fine è anche quello un bello spettacolo. La soddisfazione di esserci stati per i guzzisti, per la Moto Guzzi e soprattutto per Anima Guzzista è tanta davvero e mi riempie di un po’ di orgoglio perché se da un lato ha venduto di più il visagista di me dall’altro è stato comunque importante esserci per far vedere che ci siamo e non intendiamo andar via.

Domenica mattina mentre ritornavo a Mandello per l’ultima volta mi sono ritrovato con gli occhi lucidi sotto a quel cartello che venerdì mattina mi faceva sentire a casa, sapevo che sarebbe finito tutto e mi son ritrovato a sentire il peso della nostalgia; grande e grosso, ciullo e balosso avrebbe detto mia nonna, ed eccomi qui un quintale di guzzista che si trova a commuoversi per kg di ferro e gomma e plastica che ti smuovono l’anima come solo una Moto Guzzi sa fare e che non vede l’ora di tornare per poter dire anche solo di esserci stato perché quel dannato cancello rosso è quello di casa, perché lì nascono i sogni e perché ci sono sempre altri minkia come me che mi capiscono e che come me se se lo spiegassero non si capirebbero.

Ciao ragazzi ci vediamo per strada o dal Carletto

Moto Guzzi V100 Stelvio

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Di Guliano Arcinotti

E’ da quando è arrivata che i ragazzi della concessionaria mi dicono dai vieni a provarla, e dai provala, vedrai che poi ti piace…. e quindi ho deciso di affrontare la scimmia e di provare anche la nuova V100 Stelvio.

L’avevo già squadrata per bene quando era arrivata in concessionaria qualche tempo fa a inizio distribuzione e mi era davvero piaciuta, certo riconosco come tanti altri che la linea non è sicuramente quella più particolare e appassionante di una V85tt, paga certamente lo scotto di un disegno meno particolare e per così dire più anonimo rispetto a quello a cui siamo abituati in casa Guzzi, dove la bellezza è di casa, però comunque si difende bene, i cerchi a raggi mi piacciono da impazzire e abbinato al mono posteriore è davvero tanta ma tanta roba.

Anche il motore compatto e corto come abbiamo imparato a conoscerlo con la Mandello si fa apprezzare e rende la moto più piccola e meno goffa di tante altre concorrenti che spesso sono sgraziate e inutilmente grandi.

I colori invece, beh io sono uno per cui le moto dovrebbero essere tutte rosse o quasi, quindi capirete che le nuove colorazioni non sono proprio nelle mie corde, in ogni caso sarà che mi ci sono abituato, sarà che sono effettivamente piuttosto armoniche ma devo dire che alla fine non sono così male e forse questa versione che ho provato in versione Nero Vulcano è anche parecchio elegante.

Non staremo qui a discutere di schede tecniche, cavalli, peso e altri dati di cui onestamente faticherei a disquisire con cognizione di causa, la mia è la prova dell’utonto medio che si gode il prodotto fornito dalla casa madre così come arriva e si diverte a scoprirlo un po’ per volta, come farebbero tanti di voi.

Allora iniziamo col dire che quel peso in più rispetto alla mia V85tt my 2019 non si sente poi tanto, anzi la ciclistica fa sembrare quasi di avere una ruota anteriore più piccola della 19 che ho anche sulla mia V85tt, anche la salita a bordo è più facile con un cavalletto laterale che inclina decisamente di più la moto aiutandoci a salire in sella più agevolmente, per contro lo stesso è molto stradale come impronta a terra e su una moto come questa avrei preferito un cavalletto con una base più larga per evitare spiacevoli affondi in terreni non troppo compatti o asfalti scaldati dal solleone estivo.

Giacomo di Motor Center mi spiega i comandi al manubrio, per cambio mappa, regolazione parabrezza e altri passaggi dal trip A al trip B noto che la spiegazione è semplice e veloce perchè in effetti c’è poco da capire che non sia già intuitivo e comprensibile una volta a bordo.

La versione è quella dotata di PFF Rider Assistance Solution e quindi mi viene anche spiegato che si illuminano due spie negli specchietti, visibili anche a luce spenta, due spie nel cruscotto e in caso di emergenza una spia rossa al centro, ma mi rassicurano dicendo che nel traffico di norma rimane tutto tranquillo con l’eccezione degli avvisi posteriori luminosi.

Devo comunque dire che sebbene i blocchetti siano molto molto facili da utilizzare, gli preferisco esteticamente quelli che ho sulla mia V85tt, parlo di estetica pura eh, non di funzionalità. Un difetto riscontrato nell’uso invece è stato un continuo attivarsi dell’abbagliante, finivo con l’urtare il devio abbaglianti con il dito indice spingendo in avanti la levetta senza rendermene conto, onestamente non ho capito come facessi ma è capitato almeno 3 volte nella prova.

Fatte quindi le dovute presentazioni e messa in moto la ragazza, Giacomo mi augura buon viaggio e io mi avvio verso la litoranea dove spero di dare un po’ di gas per capire come va questa nuova Stelvio.

Appena in movimento, come per ogni Guzzi che si rispetti, il peso sparisce subito, agilissima sicuramente ma complice la mia poca confidenza (in fondo si tratta di 17.000 euro di moto non mia) ho un certo timore reverenziale a muovermi con troppa disinvoltura, poi il traffico di sicuro non aiuta, quindi avanzo da un semaforo all’altro con una certa calma e cercando di capire freni, gas e altro.

La mappa di partenza è la Turismo, Giacomo voleva mettermi subito la Sport ma gli ho detto di non fare il furbo e di volare basso all’inizio semmai la cambio strada facendo.

Il cambio a freddo è decisamente ruvido, e la frizione pulsa, e sempre a freddo fatico a trovare il folle, problema che sparisce come sale la temperatura; va notato che la moto ha solo 133 km totali quindi un minimo di difficoltà in questo senso direi che è più che tollerabile.

Arrivo al bivio dove sale la litoranea e la strada davanti a me è completamente vuota, apro il gas e la Stelvio mi ricorda che sotto ho un nuovo motore V100 e mi si stampa un sorriso nel casco che mi toglierò solo quando sarà finito il giro. le marce salgono velocissime quanto i giri, e la velocità aumenta troppo velocemente, arrivo alla prima serie di curve destra, sinistra e ancora destra e la moto risponde benissimo, io no, io ho paura di far danni e quindi sono troppo cauto ma si sente che ce n’è, si percepisce il potenziale alla piega e alla velocità di percorrenza.

Altra curva a destra veloce e in appoggio e rettilineo e il gas è come se fosse direttamente collegato ai cavalli, ogni più piccolo movimento di quella manopola genera una spinta in avanti vigorosa e potente come se la potenza non finisse mai, passo alla mappa sport per vedere cosa succede e non l’avessi mai fatto ancor più divertimento e soprattutto ancora maggior prontezza nel rispondere al gas.

Intendiamoci non è che tra Turismo e Sport sia come tra la mia V85tt e una Panigale eh …. però la Stelvio ora è più reattiva e le curve si avvicinano molto più velocemente di prima, troppo, cazzo frena Giuliano, e il solo ditino indice sulla leva anteriore basta per frenare molto bruscamente, ecco questo è davvero notevole, ho trovato l’impianto frenante spaziale, un dito e passi da velocità assurde a zero con un controllo enorme e una stabilità pazzesca, la moto non si scompone mai, tu freni anche un pelo inclinato e lei ti rallenta e resta stabile, sembra quasi che ti anticipi nelle decisioni per come reagisce, quasi sapesse quel che vuoi fare.

Gas e curve, curve e gas, e inizio a prenderci gusto e capisco che se io la metto giù lei va giù e li resta, buche o avvallamenti che siano non si sposta, come arriva la fine della curva inizi ad aprire il gas e sei già costretto a frenare per quella dopo, troppo troppo, no così è troppo, sono già in cima alla litoranea nella galleria che mi porta dal lato del golfo di Spezia al lato del mar Ligure sopra le 5 terre, una bella galleria di un chilometro, con giusto una vettura nella mia corsa da sorpassare e vedere come spinge davvero e niente…. anche qui tocca frenare prima di quel che pensavi perchè ci arrivi troppo presto alla fine della galleria, dannazione come spinge questo motore, pensare che è solo la prima versione e immaginare il potenziale che ha mette un certo brivido di piacere, sono sicuro che il futuro ci riserverà delle bellissime sorprese.

Ma non dimentichiamoci che ho altre curve da fare e pif e paf andiamo avanti anche se davvero l’idea di avere una moto non mia che non conosco come vorrei mi mette davvero in crisi e non riesco a sfruttare tutto il suo potenziale, arrivo quindi al bivio per Riomaggiore e decidi fermarmi un momento per fare due foto anche se non è proprio il posto migliore forse.

Nel frattempo lo specchietto di sinistra, ha deciso di mollarsi, era evidentemente stato serrato malamente e scopriremo al rientro che il suo movimento continuo finirà con il tranciare il cavo della spia di segnalazione posta nello stesso, in verità mi aspettavo che i cavi passassero all’interno dei supporti degli specchi, errori di gioventù, come il parabrezza ballerino già segnalato anche da altri sul forum.

Do un paio di click in più al precarico del mono posteriore e riprendo la moto allungo ancora un po’ in direzione Manarola per poi fare inversione a u e tornare indietro, abbasso il ritmo, almeno ci provo e mi ritrovo a guidare meglio di prima, credo che tutta la moto meriti una regolazione soprattutto al mono perchè già i due click che ho dato l’hanno migliorata moltissimo, come se ce ne fosse bisogno eh, però mi sentivo molto più sicuro e tranquillo nell’impostare le curve, quindi forse non era del tutto inutile il mio intervento.

Al rientro utilizzo la mappa Strada, forse la migliore in questo contesto, comunque il motore spinge sempre ben oltre il necessario, e la risposta al gas è stupenda con questa mappa, ancora migliore di quelle di prima, il comando ora è morbido e pulito ma sempre ricco di cavalli intendiamoci ma più pulito nel darli e ti ritrovi anzi ad aprire con più tranquillità la manopola fiducioso di avere il pieno controllo di tutto.

Il freno dietro, provato quasi solo per sfizio tanto è valido l’anteriore, è molto presente e pronto anche lui, con una corsa giusta e precisa, non l’ho trovato lungo come criticato da alcuni giornalisti ma sicuramente non ho provato abbastanza moto io.

Lo specchietto di sinistra inizia a infastidirmi ma pazienza, piuttosto mentre scendo dalla litoranea godendomi ancora i cavalli esagerati che regala questo motore mi domando un poco a cosa serva, ma soprattutto a cosa servano i 170 cavalli di moto come la Ducati Multistrada V4 ad esempio ….. la Stelvio ne ha 115 , la mia V85tt ne dovrebbe avere 80, eppure con la mia V85tt mi diverto e tanto anche, con questa Stelvio sono arrivato davvero troppo veloce troppo spesso in troppi punti seppure sempre in sicurezza e con la consapevolezza di quel che facevo, se avessi avuto una Multistrada V4 che avrei fatto? No onestamente e detto con tutto il rispetto possibile certe cavallerie su moto che circolano per strada sono utili come il razzo di Willy il Coyote attaccato alla schiena, non ne capisco il senso e dubito che “servano” per divertirsi.

Mentre rientro alla concessionaria tra un avviso di collisione sonoro e visivo dovuto dal mio scivolare tra le auto in coda al semaforo, e una manata di gas all’ultimo pezzo di rettilineo utile, capisco che già i 115 cavalli della V100 Stelvio non fanno per me, è bella e dannatamente divertente ma se avessi la disponibilità economica prenderei comunque una V85tt magari più accessoriata, ma sempre lei, non mi serve schizzare fuori dalla curva, è divertente ma lo è giusto una volta, finirei per farmi male. E sicuramente sono io quello sbagliato eh.

Al rientro sul retro del negozio ritrovo Giacomo e Michele che mi aspettano per un riscontro sul mio girello e sorridono già sotto i baffi e anche io mi unisco a loro perché ripeto questa moto e splendidamente divertente, e il suo motore, la cosa più riuscita di questa moto, è fantastico, c’è sempre, è sempre presente pronto a regalarti un sorriso con i suoi cavalli che non saranno millemila come la concorrenza più dotata ma vi assicuro che ci sono tutti i cavalli che servono per fare qualsiasi cosa e anche quelli utili per fare cose che non andrebbero fatte per strada 😉

La sella per quanto breve è stata la mia prova si è comunque rivelata comoda e ben fatta, dimensioni giuste e con un ottima triangolazione con manubrio e pedane, però tenete conto che io non sono proprio piccolo, stazzo 100 kg per 1,85 mt e quindi potrei essere fuori standard per molti.

Il cruscotto non mi ha impressionato, l’avevo già detto per la Mandello e lo ripeto oggi, la grafica è buona ma non è ben leggibile come quello della V85 prima serie, facevo un poco fatica a leggere i giri motore, magari con il tempo ci si abitua, e anche i dati minori come temperatura, orario e altri dati simili non sono proprio di immediata lettura, soprattutto se dopo una certa età inizi ad avere problemi di lettura senza occhiali; diciamo che avrei preferito una grafica diversa e più chiara e grande visto che lo spazio certamente non mancava.

Mentre tolgo il casco e la giacca Michele mi dice “allora quale vuoi nera o gialla?” ridendo e io gli confesso che nonostante tutto alla fine se dovessi comprare una nuova moto prendere di nuovo la V85 anche senza averla provata, troppa roba da gestire per me qui, troppi cavalli che arrivano tutti assieme e nonostante non sia mai stato in situazioni di pericolo o di eccessiva velocità, mi rendo conto che questo motore è troppo per me, per il mio modo di andare in moto per lo meno.

Giacomo da canto suo insiste ma dai se spendi 13.000 euro tanto vale che ne spendi pochi di più e prendi la Stelvio, ma lui è giovane ed è giusto che ragioni così, io inizio ad avere quell’età in cui ti interessano di più altre cose e poi la V85 mi ha davvero conquistato.

Ringrazio ancora i ragazzi di Motor Center La Spezia per l’opportunità che mi hanno dato insieme a Moto Guzzi e li saluto, tanto ci rivedremo per i prossimi tagliandi della mia moto, e anche perchè prossimamente in famiglia un figliuolo vorrà una 125 e quindi toccherà tornare con il portafoglio pronto 😀

 

Varano 2024 – Fast Endurance & C

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Di Giuliano Arcinotti

Dunque partiamo con il precisare che per me portare Luca in moto a vedere delle gare di moto (seppur non si stia parlando della Moto GP) è comunque fonte di giuoia, sapere che mio figlio possa interessarsi anche un po’ al mio mondo mi rende particolarmente fiero e orgoglione, quindi già partendo con questa premessa non poteva che essere una bella giornata quella di oggi.

Siamo in casa e dopo aver consultato il meteo per capire se avremmo preso acqua o meno, “mannaggia forse piove alle 15”, “ma forse solo a Pontremoli mentre noi siamo a Berceto”, “quindi se andiamo ora allora il gomito non mi fa contatto col ginocchio”, “si in teoria non dovremmo prenderla” e via così in inutili elucubrazioni mentali su cosa è meglio fare e cosa no, fino a che non arriva Nadia a gamba tesa con “se non partite subito finite per arrivare tardi e di acqua non ne prendete su!!!” come dire fuori dalle balle e andate a divertirvi ^_^

Quindi via ci si veste di tutto punto, si prendono i caschi, l’interfono, maglietta di ricambio, pantaloncini corti e gilet da raduno per me, bottiglia d’acqua, pastigliette per le mie malattie, guanti, giacca, airbag per tutti e due, e giù alla moto, tutti belli bardati e tac, iniziamo con un bel “azz ho lasciato le chiavi della moto in casa” e uno.

Partiamo e come da programma tutta autostrada fino a Fornovo che Varano è lì vicino al casello, e tac come da previsione di mia moglie prendiamo acqua (poca a onor del vero) da Pontremoli o poco dopo fino su al passo. Per fortuna non ci bagniamo più di tanto e l’abbigliamento era idoneo alla bisogna.

Sosta brioche per Luca e caffettino per me in cima all’area di servizio di Tugo e poi giù ad aggredire le belle curve della Cisa a scendere fino a Fornovo, uscita e tac arriviamo veloci all’autodromo, personale gentile, spazio per posteggiare Euforia di fianco a un’altra bella V85 tutta rossa e altri guzzoni e di fronte all’esposizione dei Guareschi che vanta due Stelvio, una Mandello, una Strada e una V7 oltre a un paio di Aprilia RS e Tuono insomma un bel vedere.

Mentre entriamo dopo aver chiuso tutto o quasi nella moto, stanno girando le moto del Gruppo 5T trofeo Old Open Cup che di old non ho ben capito cosa avevano visto che sembravano dei missili da come andavano, purtroppo siamo arrivati proprio mentre terminava la gara. E nel mentre mi rendo conto di aver lasciato le chiavi della moto sulla serratura della sella …. e siamo a due, ma d’altronde se nasci minkia poi non è che crescendo migliori eh…

Decidiamo quindi di fare un giro per il retro paddock bello ricco di moto di tutti i tipi, come da calendario difatti ci sono state moltissime gare durante il weekend, e tante anche la domenica, oltre al trofeo Moto Guzzi Fast Endurance, anche il Gruppo 4B che vedeva coinvolto il Trofeo Vintage Guzzi, Vintage Maxi e Trofeo Eagle. Non sono mancate le mitiche 2 tempi poi con la gara del Gruppo 5 P TT SP 125 e TT 2 tempi (le 250 ndr) che se le davano di santa ragione.

Durante la gara del Gruppo 4b purtroppo c’è stata una brutta caduta che ha fermato la gara per quasi un ora, si è atteso l’arrivo dell’elicottero che per fortuna non si è reso necessario alla fine e la pilota è stata portata all’ospedale con l’ambulanza, purtroppo nelle corse anche amatoriali l’imprevisto è sempre dietro l’angolo mannaggia.

Devo dire che la gara del Gruppo 4 è stata davvero divertente con un Guzzi 750 che, dopo un avvio incerto prima dell’interruzione per l’incidente ( il pilota lamentava problemi di pescaggio in curva), si è decisamente rifatto con un passo – nella seconda parte della gara – da paura: la “piccola” 750 urlava di gioia a ogni passaggio sul rettilineo lasciandosi bellamente dietro i 1000 senza batter ciglio. Per la cronaca la 750 viene dalla Moto Officina Pratesi di Montebonello (FI) e direi che si tratta di una gran bella officina visto come fan girare i motori, bravi davvero.

Degno di menzione il fatto che nel Trofeo Eagle partecipasse con una V7 una ragazza del Team Guareschi con cui ho avuto di modo di scambiare qualche battuta, purtroppo è stata chiamata per i tempi quando l’ho incontrata, è hoi potuto solo chiedergli come fosse battagliare con i vecchietti del Trofeo Vintage “beh è che ti danno la paga i vecchietti ….!!!” mi ha ribattuto anche un po’ incazzata ma devo dire che in pista si difendeva bene però e di paga a dispetto di tutto ne prendeva poca a mio avviso quindi Vai Ele e dai del gas.

Poi è stato il turno delle piccole 125 e 250 due tempi che mi hanno fatto ricordare com’era il suono delle gare di qualche anno fa, un mare di Aprilia 125 e 250 con una Cagiva Mito 125 che purtroppo è caduta verso la fine della gara e un paio di Suzuki RGV 250, spettacolo puro queste moto davvero belle, e come vanno anche loro.

Poi è stato il turno del Trofeo Moto Guzzi Fast Endurance, ed è stato davvero davvero bello, le moto suonano da paura, dopo averle viste nel paddock, vederle girare è ancora più divertente ed entusiasmante, incredibile come viaggi una semplice V7 e complimenti ai fratelli Guareschi, entrambi presenti in pista per dare supporto e godersi lo spettacolo.

La gara si è svolta in due turni da 12 giri ciascuno, prima il pilota Rosso e poi il pilota Blu, (ogni moto difatti ha due piloti in questo trofeo) e la gara di Varano è stata diversa difatti solitamente si tratta di mini endurance con cambio pilota ogni 15 minuti di guida, in questo caso invece sono state due sessioni distinte con una pausa di una decina di minuti tra una gara e l’altra utili a sistemare qualche problema, fare qualche mini settaggio e soprattutto cambiare pilota.

Il team Oldrati ha fatto man bassa vincendo sia la prima che la seconda gara, davvero bravi i ragazzi del team Oldrati che soprattutto nel primo turno hanno chiuso con un bel distacco sul secondo di oltre 6 secondi e dopo aver fatto segnare il record del tracciato per la V7 con 1’17”367 con il pilota Emiliano Bellucci, Alberto Rota ha vinto invece gara 2 battagliando di più ma riuscendo comunque a portare a casa il risultato.

Vi rimando però al sito ufficiale Moto Guzzi per i dettagli dove trovate tutte le classifiche e anche i riferimenti alle gare precedenti del Trofeo.

Io posso solo dire di essermi divertito facendo scoprire a mio figlio questo piccolo mondo pregno di autentica passione, che si percepisce anche solo camminando tra i vari mezzi del retro paddock, dove i team allestiscono le moto, le sistemano, dove vedi mezzi spettacolari come quelle del team Guaracing, che sono dei veri mostri.

Vedere anche come i ragazzi dell’officina Guareschi si sono mossi per sistemare le due moto che sono entrate in collisione durante gara 1, Jacopo Rizzardi (Guaracing Factory Team) e Cristiano Franco (Team Ducoli IMCLA), sistemando quello che serviva per poter tornare in pista, è stato molto bello, molto genuino e sono molto curioso di vedere la prossima gara che sarà il 12 e 13 Ottobre a Misano, magari ci scappa il viaggetto con Luca di nuovo…. vediamo eh.

Finite le gare andiamo a mangiare un boccone al volo al ristorante del circuito e poi dopo il caffettino e dopo aver fatto altri due passi per goderci qualche altra moto decidiamo di ritornare verso casa, e convinco Luca e fare almeno un po’ di statale per rientrare visto che di tempo ne abbiamo in abbondanza.

Partiamo e dopo aver dato da mangiare alla V85tt affrontiamo la Salita direzione Berceto, iniziamo a salire e nel mentre facciamo due chiacchiere (san interfono da Cardo ^_^ ) e ci godiamo il panorama, tengo un passo leggero e fluido che Luca normalmente digerisce male le statali, e dopo un po’ di ciarle e un tante curve arriviamo all’altezza di Berceto, a quel punto mi fermo e gli chiedo se la sente di proseguire fino al passo così dopo una pausa scendiamo a Pontremoli per riprendere l’autostrada o se preferisce scendere direttamente al casello di Berceto dal paese e decidiamo di proseguire per fortuna.

Andiamo avanti fino al passo dove ci fermiamo con la moto di fronte al cippo del Sic (quanto manchi…) e facciamo una bella pausa lunga, arrivano due ragazzi con Multi V2 e nuova Transalp e iniziamo a parlare dello stabilimento Guzzi di moto, motori, viaggi (strano eh … chi l’avrebbe mai detto che avremmo parlato di queste cose tra motociclisti in cima a un passo eh eh eh) e dopo esserci salutati ripartiamo scendendo sempre con passo leggero e pulito verso Pontremoli, lungo la strada ci immortala anche un fotografo di Picmood con una bella foto su di un tornante e siamo venuti bene tutti e 3 dai, si lo so che non si viaggia con le scarpettine da ginnastica o i jeans: un po’ per volta sistemiamo tutto l’abbigliamento dai.

Lasciamo la Cisa per riprendere l’autostrada come detto e riprendere anche del caldo, arriviamo difatti a casina con temperature assurde, ma poco male in casa una bella doccia fresca ci tonifica a modino e passa tutto il caldo.

Ottima giornata, splendida davvero, sia perché passata insieme a mio figlio in moto sia perché mi sono davvero divertito in circuito, consiglio a tutti di andare a vedere queste gare perché non saranno le MotoGP ripeto ma c’è molta genuina passione per divertirsi e traspare tutta, e soprattutto non ci sono solo i nostri bei guzzoni a correre ma tante altre moto, ogni domenica, anzi ogni fine settimana l’evento del Trofeo si mescola ad altri eventi che sono sempre degni di nota.

Per me quello di Varano, ma anche quello di Cremona saranno sicuramente tappa fissa anche il prossimo anno, e voi? che fate venite anche voi? ci sarete a Misano a ottobre?

23° Incontro di Primavera – Aquile a Piombino, Goffredo

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di Goffredo

Un pregno report dal fondatore, Master of Minchia® a beneficio di chi ci fu e di chi no.

Ventiterzesimo. Ah però, stiamo ringiovanendo al contrario. Per fortuna ci sono i giovani, signora mia. Ma andiamo con ordine, oppure no, che appunto la vita è breve, tutto scorre, chi vuol essere lieto sia e comunque non scendiamo a compromessi con le majors. Dunque, dicevamo Anima Guzzista arriva al ventitreesimo incontro di primavera; per i non romani, segnaliamo la valenza cabalistica di tale numero, espressa nel pregnante vernacolo capitolino attraverso il francesismo ‘er bucio de culo’ da intendersi letteralmente come dettaglio anatomico e/o come metaforica immagine di fatiche immani: “l’ascensore era rotto e mi sono fatto 6 piani di scale con la spesa, un ‘bedesé’ che non ti dico”. Bedesé sarebbe ‘b d c’ pronunciato in francese. Lo spiego caso mai il Tatuato leggesse questo report. Ora chi c’era l’anno scorso in Abruzzo sa che ancora non tutti si erano ripresi dai girelli che dalla Forca Caruso ci spinsero a gironzolare per il Lago di Campotosto appresso a inesistenti distributori di benzina… Come dicevo prima, ringiovaniamo al contrario. Lo ripeto appunto perché qualcuno magari se l’è già dimenticato. Io da parte mia già pregustavo un raduno ‘soft’ quest’anno: a circa 300 km dal Fragobello, comodo e rilassante. Ma poi ci si incastrano nell’ordine: Springsteen a San Siro (che poi salta perché pure lui ha una certa…), il richiamo in garanzia la settimana prima; Fra che ha un appuntamento a Bologna ed ecco che l’incontro diventa cornice di un mini-tour; ci aggiungo del mio: parto dal ridente Latium e in sole 9 ore (scusa ma vuoi non fare il Chianti, il Casentino, il Mugello e la Raticosa, eh dai!) sono a Correggio città che quando ci vado, non o perché ma mi embra empre di tare a caa.
Il giorno successivo è in programma un Correggio–Palazzago, perché noi Guzzisti abbiamo amici strategicamente dislocati qua e là. Sarebbe una noiosetta tappa autostradale di duecento km.. A meno che. Ovviamente, a meno che…
Scorciatoia Gardesana perché il Trentino è di strada per chi preferisce i cateti alle ipotenuse ma poi Giove Pluvio intima di non provare a raggiungere Ponte Arche e peccato che io già pensavo di entrare in Lombardia dal Tonale ma vabbè Ledro ed Idro sapranno consolarmi. Il mototurista che vive il suo tempo nel frattempo si sarà già segnato che la ss421 è fonte di letizia financo – se non massime! – qualora la si debba fare avanti e indietro a velocità simpatia per sfuggire al cumulonembo.
Ma deh, divago, come diceva quel medico russo davanti alla televisione e quindi torno indietro: SS240 di Ledro; già nota, sempre splendida! SP3 di Lodrino da paura e poi la leggendaria Val Trompia ma ahimé la parte senza senso, direzione Brescia. Ma torneremo, ah! Se torneremo. Ma nel frattempo siamo giunti a Palazzago, domani tagliandiamo il V100 dalla MPC, mio concessionario di fiducia, astutamente scelto a settecento km da casa, e poi via verso nuove e più rotonde avventure. In officina l’ottimo Andrea mi spiega nei dettagli tutti i parametri possibili per avere una sospensione attiva superconfortevole: le Ohlins sono effettivamente da paura e mi prepara un settaggio morbido morbido a prova di qualsiasi buca. Azzardo: “che bello, finalmente potrò transitare sulla laterale della Cristoforo Colombo a Roma”. Mi ferma subito: “no, aspetta: sono sospensioni favolose ma non fanno miracoli. Per le strade di Roma usa l’elicottero.”. E vabbè. Salto di palo in frasca la tappa di avvicinamento all’incontro (per i più curiosi: non sarà mica ripassato dal Mugello un’altra volta e invece sì…) e veniamo al giovedì di inizio incontro. Giuvidì siniora? Tu ha detto giuvidì? Eh sì perché se quest’anno il ponte del due giugno non c’è stato, chi siamo noi per non inventarcelo? L’idea di fare un’incontro più soft, magari di un giorno solo, tipo quelli di una volta con pranzo domenicale e via non è nelle corde del Presidentissimo e quindi ecco un programma che va dal giovedì alla domenica! Con tanto di giorno libero il sabato per visitare un mobilificio, imparare ad intessere vimini e/o l’arpa celtica, a scelta. La formula è impegnativa e questo segnerà il tema delle conversazioni ai tavoli per tutto il weekend. La disamina impietosa, severa ma giusta, si palesa nei seguenti dati: per la prima volta siamo meno di 50. Le teste pelate dominano il paesaggio, alcuni di noi hanno badanti al seguito; il pannoloni rendono complicato salire e scendere dalle moto; gli apparecchi acustici vanno in risonanza tra di loro e molti di noi fanno pure finta di non averne bisogno. Tre partecipanti sono convinti di essere ad un torneo di Burraco, quattro sono ancora a Massa Marittima ad aspettare che Nello faccia i mazzetti. Alcuni sono in sella a BMW, rendiamoci conto. Nello non si ricorda dove ne cosa abbia parcheggiato. Non è cambiato lui. Ma noi, ah, citando il poeta greco Menandro, compagno di giochi di alcuni commensali: così triste gli dei vollero la vecchiaia dell’uomo. Le donne no, le donne di AG al massimo diventano milf da paura ma questa è un’altra storia. Gli uomini invece invecchiano, ah se invecchiano. Sia chiaro è sempre bellissimo rivedere le vecchie (appunto!) facce che non vedevi da anni (ecco, dicevo?) ma qui se non ci inventiamo qualcosa diventiamo Anzianità Guzzista (convenzionata con la ASL, Legge 104). Mi cruccio in cotanta riflessione dal giovedì al venerdì ignaro del fatto che sabato si produrrà davanti ai miei occhi il miracolo di Anima Guzzista 2.0: ovvero I gggiovanidoggi!!! Esistono, sono tra noi e sono bellissimi bravissimi e fighissimi. Ma deh, proseguiamo in ordine che sennò poi mi confondo. A chi stanno le carte? Ah no.
Dicevamo formula modello Vacanze all inclusive con appartamenti al posto delle stanze singole. Tralascerò di commentare le storie che sono pervenute in redazione, di amori clandestini et quant’altro; per quel che mi riguarda, si ricompone la triade sacra dei Cavalieri della Taverna dell’Inibito Accesso (leggere report anno scorso se non sapete le cose) e condivido penthouse con Sir Rolando di quà e Sir Romualdo di la. Letizia a seguire come miele dalla cascata. In attesa della prima cena mi faccio un spritz. Ma sì, dai, e facciamoci uno spritz.
Sette euro. Mi fa la tipa. Ah, che bene, sette euro! E Elodie seminuda quando passa a servirmelo mettendomi ammiccante un’oliva in bocca?
Sia chiaro io sono un uovo di mondo, viaggio, mi adatto, comprendo… Ma sette euro lo spritz presso il villaggio Airone di Riotorto mi pare un par d’euro esagerato. Ma deh, si diceva, in attesa della cena mi faccio un spritz. E poi leggo un po’. I classici, Cicerone e Plinio soprattutto. Poi riprendo quelle due tele che non ho mai finito, raffiguranti un fiammeggiante tramonto romano, ed insisto con vigorose pennellate a cercare quel tono di arancio che ancora mi sfugge. Poi mi faccio una doccia, mi cambio, faccio due passi con Fra, per stimolare l’appetito. Camminiamo lungo la via francigena, fino a Spoleto e poi torniamo. Aspettiamo ancora un pochino ed appare un risotto. Spostiamo i cadaveri di quelli che non ce l’hanno fatta ad aspettare e iniziamo a cenare.
Ecco, forse forse, quest’aspetto delle cene io lo rivedrei… Magari se riusciamo a stare sotto le tre ore tra una portata e l’altra limitiamo i seppuku.
Va detto che le lunghe permanenze a tavola permettono intense conversazioni. Dove non si finisce mai di imparare. Spesso non si comincia nemmeno ad imparare! Ad esempio voi la sapete la differenza tra Marittimo e Marino? Io no, e dopo una esaustiva spiegazione di Ticcio, ne so meno di prima. I nostri registratori hanno colto i momenti salienti del dibattito. Svolgiamo le bobine:
– Ma vi siete chiesti perché Massa Marittima si chiama Marittima? Eppure non è sul mare!
– Oooh!!! Perché? Perché? Illuminaci!
– E badate bene, Marittima! Non Marina!
– Oooh sottile ma importante differenza! Dicci, o tu che sai, dicci!
– Ebbene, voi sapete che Massa ad esempio ha Marina di Massa che è proprio sul mare!
– Oooh!!! È vero! Che cosa straordinaria!
– E quindi è Marina, non Marittima!
– Oooh… Però c’è Milano Marittima che è sul mare!
– Lascia stare! È un’eccezione, le cose che sono sul mare son marine, non marittime!
– Ma le stazioni marittime, i marittimi…
– Lascia stare! Eccezioni, eccezioni! Se è marino è sul mare!
– Ma Marino non è sul mare! Lo vedi, ecco Marino, la sagra c’è dell’uvaaaaa…
– Lascia stare, Eccezioni! Eccezioni!
Ci fermiamo qui perché alla fine quello che conta non è tanto la differenza tra marino e marittima quanto il fatto che stavamo tutti appresso a Ticcio da due ore. E questo è stato un bene perché significa che almeno una volta ce l’abbiamo fatta a stare appresso a lui. Cosa che non si sarebbe ripetuta durante il girello. Ed è grazie a Ticcio che si compie e si sublima il nuovo miracolo della motodispersione© che anzi qui raggiunge forse uno dei suoi apici.
Partiamo da Massa Marittima e arriviamo in gruppo alla rotonda dell’immissione nella statale 429. Siamo a 326 metri dal punto di partenza e… voilà come libellule sui campi in fiore, come rondini sparse prima della pioggia, come zefiri leggeri ma soprattutto come un branco di coglioni, Ticcio di qui e tutti di la. Tutti meno me e Nello because, because the night ma che ne so.
Sia quel che sia, Noi MasterofMinchia© motu proprio conferiamo a Ticcio l’ambito titolo di Sherpa della Minchitudo©.
Tra pioggerelline che non pioggerellinano, asfalti che non asfaltano, cattedrali senza tetto, curve che manco in Sardegna et quant’altro si dipana la due giorni all’insegna della Minchitudo©; quella sì non manca mai. Ma che bella la Toscana, e diciamolo! E così arriviamo alla sera di sabato. Ah no, prima c’è una bellerrima merendona offerta dai grandissimi amici di Non Solo Moto e del Guzzi club Aquile Etrusche che fa capo alla loro officina di Venturina Terme. La famiglia Paparo è il Guzzismo nella sua forma più bella. Dovevano fare un mega festone per i 25 anni ma per vari impegni è stato rimandato a fine agosto o giù di lì… Quando sarà sarà, noi ci saremo! Una volta merendati e festeggiati, ripartiamo per il residence Villaggio RSA Airone per la cena di commiato e soprattutto per il concertone. Noto nel frattempo che ci sono i Pandori! Evvai, abbassiamo la media! Uuu anvedi chi sarà la nostra barista, Ludovica, evvai altra spuntata alla media… Mi giro verso la zona dove stanno allestendo gli strumenti e…. Altro che spuntata alla media questi sono davvero gggiovani veri. Ma non come Piero che insiste a fare il giovane inventando cocktails che probabilmente sono pure illegali (ma comunque approvati!) ma proprio anagraficamente giovani: dicono ‘faremo una cover di una vecchia band del passato’ parlando dei Green Day, mortaccilor… Fremo: sapranno connettere con questa audience diversamente giovane abituata alla leggendaria GuzzistiLiberiBluesBand? La risposta è sì, azz, sì eccome. Si chiamano Sick Parvis (ma qualcuno gli dovrà pur dire che se tengono tutto in latino è ancora più fico!) e sono bravottimi. Ma bravi bravi bravi. Uno è pure figlio a Ticcio il che non guasta mai. Bravi! Insomma, complice la straordinaria efficacia dell’open bar (Piero e Ludovica li volevano al Twiga ma loro hanno declinato), la presenza di varie fans locali della band, e di vari fans e altri anti-infammiatori per le nostre articolazioni, il concertone è stato uno dei più fichi di sempre. Ad un certo punto hanno pure fatto Sympathy for the Devil e mi sono financo astenuto dal chiedere di suonare! E ringraziatemi :-))  Bravi Sic Parvis (levate quella cazzo di kappa prima che mi innervosisco), bravi bravi bravi! Da professionisti navigati accolgono le incursioni sul palco e seguono in due secondi il rock bergamasco e aiuonnanò eviu eversinderei si snoda che è una bellezza. Bravi! Bassista ticciesco molto più bello e preciso del babbo, una sicurezza; batterista di quelli che io gli darei sempre ragione perché se uno spacca i piatti così, chissà come mena; cantante capace di trascinare i bergamaschi nelle danze e chitarrista così bravo che vado personalmente ad alzargli il volume, eh che diamine! Fanno una Paranoid da panico… A fine concerto mi congratulo e gli dico: al prossimo concerto ti porto una SG fatta in tre esemplari, a mano, dal liutaio di Tony Iommi. Il giuovane mi sorride tipo quando sorridi agli anziani… Qualcuno gli spieghi che non scherzavo prima che cambio idea.
Il concerto evoca note di Trevignano quando il camping vicino minaccia di inviare la polizia dell’Illinois se non la smettiamo.
Faccio in tempo a pensare che sono passati giusto vent’anni da Trevignano (chi c’era sa, chi non c’era non ci crederà mai) dall’esordio della musica live negli incontri di Anima Guzzista. Il concerto dei Sic Parvis (scusate ma la kappa fa troppo BMW!) non solo mi ha fatto riflettere su questa cosa ma, cosa più importante, mi ha fatto venire voglia di pensare ai concerti e agli incontri dei prossimi venti anni!
Perché come cantava il Giovane Nello:
Hey hey, my my, Anima Guzzista will never die.
Ci vediamo a Mandello!!

G.

PS: No dico, e tutto ciò senza nemmeno dirvi delle magliette dell’incontro, modello: “ho visto la luce”!

23° Incontro di Primavera – Aquile a Piombino, Roxxana

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di Roxxana

 

Amore cosmico e promiscuo

Confesso, Vostro Onore!
Questa formula di alloggio in promiscuità con estranei, in origine mi lasciava assai dubbiosa e perplessa; il mio marito essendo di indole assai più riservata di me anche fosse stato privo della parola, esprimeva in viso tutte le sue riserve all’ipotesi di condividere l’alloggio con estranei.
Potranno capire, Signori della Giuria, il nostro disappunto nell’ apprendere all’arrivo che nel nostro alloggio eravamo capitati con ben due Biemmevuisti, lei con una NineT e lui con addirittura (perdonate, debbo nominarlo) il GS 1200, oltre al rassicurante Norge bianco di Saiot/Francesco.
Ebbene, la potenza dell’Amore Cosmico ha operato: è incontrovertibile! Nel tempo e nello spazio condivisi abbiamo sperimentato l’arte inconsueta di una buona socializzazione.
Come non riportare poi il comico siparietto del bungalow in cui un preoccupatissimo Ivan il Bergamasco si ritrovava in un letto matrimoniale ad attendere l’arrivo -il giorno dopo- di tal Giuliano lo Spezzino?
Ho visto il terrore nei suoi occhi, immaginando la reazione orripilata del mio collega di moderazione quando sarebbe arrivato.
Vabbè l’Amore Cosmico, vabbè la socializzazione ma la cosa stava sfuggendo di mano; la direzione ha rimediato appena in tempo con l’aggiunta di un letto singolo, ma lo spettacolo della tragedia di Ivan e Giuliano prima dell’intervento del Deus ex Machina valeva il biglietto.

Nuvole coreografiche

Chiediamo perdono alla Corte ed alla Società per la sfacciata fortuna di cui abbiamo profittato riguardo alla disposizione della copertura nuvolosa e fenomeni connessi.
Se giovedì l’arrivo a Massa Marittima e il giro dopo pranzo ci hanno fatto il dispettuccio di lievi spruzzate di pioggia, tali da non imporre nemmeno l’uso delle tute impermeabili, abbiamo avuto sopra le nostre giornate e serate -tutte all’aperto- coreografie di nuvole che si addensavano e disperdevano, recando vento fresco e secco.
Lo immagino cosa potete pensare di noi! Sfacciati a dir poco. Mentre piogge torrenziali flagellavano le regioni intorno, soprattutto a nord, noi abbiamo fatto anche la nuotatina post-motociclistica e l’ idromassaggio in piscina. Ma vorreste accusarci di essere mariuoli per questo? Vi invito Signori, a considerare invece il nostro prezioso ruolo di eliófori nella zona prescelta per l’Incontro.

Dei luoghi e dei percorsi

Chiedo venia se non mi dilungo, ma dei luoghi troppo ci sarebbe da dire! Di Massa Marittima e dell’ Albero della Fecondità affrescato -o si può dire “affrescazzato”? (Allargare l’immagine e guardare sui rami…) – nella loggia; delle fumarole -respiro ardente della Terra- che alimentano centrali elettriche; delle miniere un po’ ovunque e di Niccioleta, per me ricordo di una strada splendida da godere in moto, per la storia ricordo di una delle troppe crudeltà nazifasciste. Dovrei dire di San Galgano e dell’Eremo ove è conficcata nella roccia una spada, ma il custode -bontà sua- ci ha chiuso la porta in faccia a cinque minuti dall’ora di chiusura.
Dovrei dire di Campiglia Marittima erta sull’altura, di Gerfalco tra i boschi e delle poiane maestose che ci hanno guardati dal cielo mentre impegnavamo le gomme e i motori su curve – e qui confesso senza alcun pentimento- irresistibili.
Quest’anno ho fatto l’asina; non ho studiato i percorsi, nè stampato cartine, né caricato mappe, impostato navigatori, niente. Mi sono attaccata alla coda di un apripista e via appresso, a testa leggera.
Ticcio è stato perfetto; poi Luca, poi ho importunato anche Goffredo.
Solo il rammarico di non aver osato venerdì, tentare di seguire Vladimiro, che per una volta aveva optato per un passo quasi umano; mi sono persa i 20 km di sterrato + guado di torrente; ben mi sta, punizione per aver scocciato il mondo con il mio ritornello: “Facciamo un po’ di sterrato?”
Forse per contentare me, Ticcio ha infilato una strada che aveva un vago ricordo di asfalto e su cui credo di essere stata l’unica a divertirmi un po’; e sarei andata più veloce ma non volevo sorpassare la Ducati Supersport e la MGX-21 davanti a me, per non sembrare un’ esaltata.

Musica!

Vostro Onore, vi sono testimoni quindi non negherò che sabato sera ho ballato, battuto le mani, approfittato dell’ open bar, senza tenere conto dei limiti della mia età e forma fisica. Il fatto è che quei quattro ragazzi suonavano dannatamente bene e ci hanno coinvolti tutti!
Lorenzo – nel gruppo, il basso ma alto- ha portato nuova musica e nuovi musicisti ad animare il tradizionale concerto del sabato sera, chissà se anche un po’ di guzzismo lo avranno assaggiato anche loro. Oltre all’ “odore di Guzzi” preso da papà Ticcio, dico.
Se ho esagerato a bere e ballare – o meglio, agitarmi – sono già stata punita dal mio polpaccio che mi ha fatta zoppicare quattro giorni.

Insomma, mi assumo le mie responsabilità: a quest’incontro a Piombino c’ero e mi sono divertita e ci aggiungiamo l’apologia di reato? Lo consiglierei a tutti! Ecco, l’ho detto.

23° Incontro di Primavera – Aquile a Piombino, Commenti e Foto

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Commenti

Ticcio

come al solito non mi smentisco, in 4 giorni di convivio son riuscito a NON SCATTARE BEN NESSUNA FOTO, poi dice perché uno si senta vicino agli ungulati nevvero

ciò non toglie che pure io abbia la mia camera oscura nella quale sviluppare “impressioni non solo di Settembre”, anche a questo giro ho finito parecchi rullini infatti poiché, fin già dal mercoledì, ci siamo ritrovati al campeggio coi Tatiani e familiarizzato con i gentilissimi e disponibilissimi proprietari (chapeau) trascorrendo poi tutta la serata nella prima Piazza (Bovio) di questo Incontro di Primavera in quel di Piombino

il giovedì: non sò se sia stata la Piazza (Garibaldi) in contropendenza a far da cornice alle Anime o viceversa ma sta di fatto che ritrovarsi tutti sotto quello striscione ha sempre del “cosmico” e chi c’è stato lo sa

pronti via: il percorso tracciato appositamente per le Aquile si fa apprezzare a ogni curva almeno fin quando Giove Pluvio ce lo concede imponendo un pit-stop alla Abbazia Sconsacrata di San Galgano, programma asciugatura rapido e via alla volta di RIO la quale, per questa volta, non sarà de Janeiro ma semplicemente il livornese TORTO e che nulla farà invidiare alla più famosa in fatto di Carnevali (motociclistici)

ecco appunto: se non un carnevale, quello del venerdì, diventa quantomeno una giostra, un reiterato sali-scendi-svolta-risali-riscendi-risvolta nelle poco conosciute Colline Metallifere, “sembra quasi un mare d’erba” certificherà non per caso la Band e, nonostante la Dispersione Cosmica inizi già alla prima rotonda, si riesce cmq a gozzovigliare tutti insieme all’ombra delle Cornate e quelle che ribattezzeremo per comodità Montagne non Russe ma Metallifere continueranno a inebriarci pure nella seconda parte facendoci arrivare fino alla Piazza di…Frittole :asd:

visita parenti: il sabato si trasforma in questo sostanzialmente, basta una “piccola scusante” a giustificare il gruppetto di turno che si forma a piè d’opera, ognuno con la propria mira o velleità turistica o con la propria Piazza da visitare, si spazia dall’impegnato al ludico, dal degustatorio al piegatorio con il solo obbligo di presenza alla Serata Cosmica

formula inedita: i Sick Parvis (i Sacerdoti ci spiegheranno l’etimologia) non sono Anime vere e proprie ma lo diventeranno già al primo accordo di Paranoid, renderanno possibili magie incredibili e impensabili solo un ora prima, la ricrescita di capelli nei calvi cronici e la riabilitazione neuro-muscolare dall’atavica ingessatura delle Bergamasche (Anime) sta lì a dimostrarlo a Futura Memoria, solo i Presenti hanno visto la luce e a loro è deputata la diffusione del Verbo ai miscredenti, pèpperepèpeppè “tu Marì Marì sei la Madre del Salvatore, l’Arcangelo Goffredo ti ha dato la Lieta Novella pèpperepèppeppè”

Santissimo Vladinarola, il tuo umile servo di prima ticcio con la faccia sotto ai Vostri Piedi e Potete muovervi sopra e noi zitti sotto

Bicilinder

Mi domando ancora adesso cosa ci fosse nei bicchieri elargiti al tavolino delle bevande sabato sera: tutti si presentavano da poveri cristi acciaccati e venivano via Michael Jackson. Persino il “posato” e, diciamolo, non più ventenne Mauro, lo avete presente? Era accanto a me a cena e con Piero si discuteva pacatamente di comodi viaggi in camper… poi si alza, va a ritirare il suo drink da Pierfranco&Company e in un batter d’occhio lo vedo davanti al chitarrista a emularne le gesta con la camicia sbottonata. Diamine dico, ci provo anch’io, almeno, l’intenzione era quella ma poi, nel momento cruciale, quando ho aperto bocca è uscito un suono del tipo: “una coca cola grazie” e me ne sono tornato fra gli umani…
Quindi dico, verissimo, bravi i Siq Parvis ma qualcuno al bar gli ha dato una mano sicuro…

I giri in moto, le strade, non molti i tratti da smanettone, qualcuno si e a volte è salito, nonostante Paola, quell’istinto animale col quale faccio spesso a cazzotti ma, complice l’età che avanza, sono fortunatamente sempre più le volte nelle quali dottor jekyll ha la meglio su mister hyde dandomi così la possibilità di apprezzare paesaggi davvero belli. Poi il traffico, totalmente assente. Il traffico in moto è come la penicillina coi batteri, non vanno d’accordo. Strade semi deserte consentono di guardarti attorno serenamente e fare belle fotografie mentali… che rimarranno.

Confesso, la formula del sabato libero non è che l’apprezzi molto ma ad avere la garanzia che riesca sempre come è riuscito questo sabato… cambierei idea. Devo ringraziare Mauro e Simone che durante la colazione sul tavolone del campeggio, hanno partorito per la dozzina di disperati presenti un girello capolavoro che ha poi fatto capolinea all’Officina Paparo.
E poi c’era lui il nostro “Cane”

Forza Anima Guzzista!
Antonio

Piero GT

Di certo non ho un grande lessico forbito come il vostro ma comunque voglio dire la mia su questa strana cosa che é l’incontro di primavera.
Tanta gente diversa… sia per città che per età… per dialetto che per stile di guida, ma che in quei giorni sembrano provenire tutti dallo stesso quartiere.
Un po’ come gli amici del campetto o del muretto se proprio vogliamo citare qualcosa di conosciuto.
Le risate, le curve, i discorsi profondi tipo la ancora arcana differenza tra marittimo e marino.
Tutto questo, condito con un po’ di sano “guzzismo” fanno gli ingredienti giusti per del sano motociclismo, fanno l’incontro di primavera.
Non entro nello specifico, non mi metto a fare la telecronaca di tutto ciò che é successo in questo specifico incontro… i ringraziamenti a tutti, dallo staff alla band sono d’obbligo ma non credo di trovare parole giuste per un giusto ringraziamento… ma una cosa però voglio, anzi ci tengo a sottolineare:
Con voi tutti di Anima Guzzista mi sento con il cuore sereno e l’anima in festa…
e vi assicuro che questa sensazione oggi si vive e si trova sempre meno.

Detto questo, torno a studiare con il comitato tecnico scientifico la soluzione al marino e marittimo.

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43° Calincontro Calabro/Lucano 26-28 APRILE

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di Nedo

ZAMIRA! -24/04/2024

“Zamira! Questo è il nome! Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima?” Zamira era la mia cavalla quando cinque vite fa ero aspirante ufficiale di marina e non si sa perché, dovevo imparare a cavalcare. Era una cavalla imponente totalmente nera. Nera di pelo, nera di labbra, nero perfino il buco del culo. Ricordo il suo crine nero e spesso e ruvido come i peli di topa della ragazze della mia epoca. Quei peli che te li ritrovavi in bocca anche al mattino dopo…bei tempi, ma che ne sanno i millennials che se trovano un pelo si schifano subito e piuttosto sbaciucchiano uno del proprio sesso purché sia depilato. Dicevamo? Sì Zamira è il nome giusto per la mia V85tt nero etna: alta, nera e selvaggiamente erotica. A dire il vero il primo nome che le ho dato è stata “nerominkia”, per ricordarmi il colore. Poi un giorno l’attuale proprietario del calinedo, sbagliò e la chiamò “minkia nera”! Da allora ero alla ricerca di un nome diverso perché io resto un eterosessuale di razza caucasica peraltro maschio (almeno alla nascita), e pur non essendo un suprematista bianco, l’idea di cavalcare una minkia nera mi fa un po’ ribrezzo. Più per la minchia che per il colore eh…e insomma ero lì sotto l’ennesimo scroscio di acqua intorno a Talamone che mi arriva la folgorazione. Fa freddino ed io ho addosso anche la tenuta da pioggia. L’idea è scendere a Formia dove c’è il raduno di una nazionale giovanile di calcio dove gioca un compagno di squadra di mio nipote. Ma invece, vuoi il freddo, vuoi la pioggia, vuoi la tranquillità con cui sono partito, a Latina mi fermo in un albergo. Dopo la doccia contatto angelspike, al secolo Umberto, abitante della città laziale e guzzista da tanti anni. Ci siamo conosciuti alle GMG del 2011 con norred e ci facemmo una corsa lungo lago con pranzo annesso. Alla fine ci conosciamo e ci incontriamo ai vari raduni da 13 anni…mica pochi. Cena insieme in pizzeria ed appuntamento per la mattina dopo per la discesa in Calabria.

Latina Sibari 25/04/2024

Piove come diolamanda. mi accodo al v85tt di Umbe e ci mettiamo in autostrada a Frosinone. Poi usciamo a Padula e da lì inizia il godimento. Il primo tratto l’asfalto non è un granché, ma poi diventa meraviglioso ed il tracciato è assolutamente da seghe. Ha smesso di piovere ed è asciutto ed un tedesco approfitta delle pennellate tra le curve di Umbe per divertirsi con noi. Passiamo Lagonegro e facciamo sosta a Lago Sirino. Fa sempre freschino ed anche se non piove io non tolgo la tenuta da pioggia.

STRANE COINCIDENZE

Riprendiamo il cammino e ad un certo punto, ci ritroviamo un ammasso di terra in mezzo alla strada. MI scappa da ridere perché non era segnalata e mi era già successo con Susi in Sicilia di ritrovarmi di colpo senza strada davanti. A me questa cosa qua fa venire in mente “La Linea” di Cavandoli. La ricordate?


Quel fumetto in cui l’ometto interagisce col disegnatore e a volte si ritrova senza strada davanti e si incazza…ecco solo che io non mi iincazzo come Mr.Linea, io scoppio a ridere. In cima al montarozzo di terra c’è dell’erba alta a dimostrazione che la frana è lì da un bel po’…e tra le piante intravediamo qualcosa che si muove, Sembra un animale bianco. Un gatto? Un lupo siberiano? uno Yeti? Un uomo! Un uomo! Un uomo motociclista con la visiera sollevata che riflette il cielo bianco e ci viene incontro sorridente. Sono un po’ scettico sul da farsi perché, io non sono razzista, ma quello che arriva potrebbe pure essere un giessista! Ed era meglio lo Yeti sicuro! Ed invece il viso sorridente e gioviale del tipo il cui nome è Samuele, mi invoglia a rivolgergli la parola. Samuele esordisce dicendo “non ci crederete mai, ma aldilà della frana c’è…un’altra v85tt!” Ditemi voi…
riprendiamo la strada ognuno in direzione contraria e ci ritroviamo con Samuele ad un distributore di benzina in zona Mormanno mentre dal cielo bianco cade pioggia battente e la temperatura è scesa parecchio…ci fermiamo ad un locale a forma di enorme catasta di legna per prendersi un caffè ed asciugarsi (risparmiarsi un po’ d’acqua). Il locale si chiama proprio “catasta” (catastapollino.com) ed all’interno ci sono tante cose pregevoli, tipo libri, cartine geografiche, prodotti tipici, itinerari del Pollino e di sicuro la più pregiata è il lungo bancone del bar e la caffetteria …il termometro dice 5 gradi scarsi…
quando usciamo la pioggia è calata e riprendiamo la discesa verso la piana di Sibari. Umbe fa strada con un certo ritmo anche sotto la pioggia…è il “Petrucci” de noartri e tutto sommato gli stiamo dietro seguendo le sue traiettorie…ciò che è strano è vedere i cartelli coi limiti di velocità 20 o 30 all’ora mentre il tachimetro segna 90! (in discesa e sotto la pioggia)…evidentemente l’asfalto ha un ottimo grip il che non spiega però la presenza dei cartelli…boh

ABBRACCI LIMONCELLI E CANNOLINI

Giunti al camping, svolte le formalità all’accettazione, inizia la lunga serie di abbracci e cannolini e limoncelli e poi amaroni e poi formaggi e poi salami e poi e poi e poi…e poi! cantava Mina. Ci sono quelli che ho visto un mese fa al Delta, ci sono quelli che non vedo da tanti anni che poi li contiamo e ci sorprendiamo che siano dieci, ci sono gli amici, ci sono le mogli degli amici che devono restare mogli degli amici se vuoi che si continui ad essere amici, ci sono nuovi volti che diventeranno nuovi amici col tempo, ci sono nuove moto, ci sono vecchie moto, ci sono moto gloriose e ci sono anche alcune moto orrende ma non dico quali (tanto lo sapete già…).
Il camping è enorme e per arrivare alla spiaggia mi tocca prendere la moto…il bungalow è carino ma il clima all’interno è un po’ “Sibery” ed ha il pregio di tenere giovane la pelle. Ceniamo e siamo già venti (almeno) e bevo vino rosè a caraffe per combattere il freddo che ho addosso e ad un certo punto c’è un tipo dai lunghi capelli bianchi che muove dei pupazzetti e racconta favole affascinanti il cui filo logico a me sfugge totalmente, ma chiedo conferma alla regia, che non fosse una mia personalissima visione onirica post alcolica…resta il fatto che il dopocena etilico per me finisce lì e vengo nominato ed espulso dal gruppo per ritrovarmi nel letto sotto coperte a dormire

MARE, MONTI & MUTLEY CON L’AEREO 26/04/2024

Una volta al mattino mi svegliavo con delle erezioni importanti. Certo negli ultimi tempi era più causa della prostata che degli ormoni. Invece nel bungalow per tutte e tre le mattine mi sono svegliato piallato come una bambola. Un clitoride o poco più. La prima mattina lì per lì non capivo e mi sono pure preoccupato! Ho sollevato la coperta e le lenzuola e mi sono messo a cercarlo nel letto! Poi ho realizzato che i -21 gradi notturni lo avevano fatto rientrare nelle cavità addominali. Doccia calda e sblopp! Rieccolo lì. Rassicurato del ritorno di Jean Jeudi, vado a fare colazione ma sono ultimo che la combriccola è già in partenza per un pellegrinaggio ad un santuario. Con calma parto per strade mie e per festeggiare lo scampato pericolo, vado alla ricerca di topa calabrese su qualche lungo mare. Mi piace il nome ma non so perché e vado a Schiavonea che ha un lunghissimo lungomare. Caffettino, due passi sulla sabbia, un paio di ragazze giovani che corrono, un paio di tardone come me che corrono, parecchi uomini attempati in difficoltà respiratoria che però corrono ostinatamente alla ricerca dell’infarto (probabilmente consigliati da qualche medico dell’Inps …) e poi decido che si è fatta l’ora di ricongiungersi col gruppo al ristorante. Salgo sui monti nel silenzio ed in solitudine e godo della strada e del paesaggio. Sotto si vede tutta la pianura fino allo Ionio. Il paese è Cerchiara Calabra. Arrivo presto e mi faccio due passi e molte foto perché, come spesso accade, ci sono tanti scorci fantistici in questo nostro mondo, anche dove il turismo non è arrivato. Se non ci fosse il rischio di passare da nazional-sovranista, scriverei che l’Italia è proprio bella anche dove non è depilata.

RAIEDUCHESCIONAL CHANNEL: LO “SPINGITORE DI V100”

A tavola mangiamo e mangiamo minkia quanto mangiamo oh (2 chili da smaltire adesso), e beviamo e ridiamo e parliamo e tra i racconti ci sono quelli del nostro Muttley (Hanna e Barbera, cane pilota di aerei prima guerra mondiale)

in altre epoche conosciuto come “comandante vanucci” per la tuta da moto che aveva, il quale colpisce la fantasia dei commensali più creduloni come me, Nello ed Umbe, con i suoi voli radenti a bordo dello spillone tra i canyon del Pollino. Così dopo pranzo un drappello di eroici piloti (i 3 bischeri di cui sopra) si avventura contromano e controvento per strade improponibili inseguendo un cartello stradale antico ed arrugginito che indica (indicava forse 50 anni fa?) le gole del Raganello appena dopo l’Abisso del Bifurto. Scendiamo in picchiata per una strada improbabile con Umbe coraggioso in avanscoperta io e Nello più prudenti a coprirgli le spalle. E precipitando giù la strada si fa sempre peggiore fino a diventare sterrata. Io mi fermo prima che la pendenza diventi importante e metto di lato la moto già in direzione di risalita; Umbe precipita sotto sullo sterrato come un kamikaze su una portaerei americana; Nello si ferma in discesa al limite dello sterrato, parcheggia il suo pregiatissimo V100 Mandello serie limitata Platinum e scende a piedi per vedere dov’è Umberto. Poi mi chiama “ah secco” vie quà!” . “Damme na mano oh! nun je la fò da solo”. Ed eccomi lì a spingere il V100 di Nello all’indietro per fare manovra. Nel frattempo una quarantina di yarde più sotto c’è un casino: cani che abbaiano, urla, grida, spari, moto che sgommano sulle pietre. Dal trambusto riemerge Umbe a cavallo del suo v85tt ventre a terra che fa segno di salire (fantasia mia eh…). Le gole del Raganello ci hanno vomitato fuori. Torniamo sulla strada principale e riprendiamo la direzione del gruppo che stava tornando al campeggio.

 

ALLA RICERCA DELLE PORTE DELL’INFERNO

No, io proprio non sono soddisfatto dell’escursione alle gole. E mi metto alla ricerca di una strada che avevo visto su maps. Umbe mi segue, Nello è riluttante. Trovo l’Abisso del Bifurto e la solita strada imporbabile che scende giù verso Francavilla Marittima. Già all’inizio l’asfalto fa sostanzialmente e concretamente cacare. Nello decide che “mò basta” e torna indietro al campeggio. Umberto invece è deciso. D’altronde il suo navigatore ha trovato la strada e lui si fida del suo navigatore. Gli faccio “Umbé, se vedi che diventa sterrato brutto, fermati che torniamo indietro”. “Okay”. Okay un cazzo …Parte giù a kamikaze che quasi lo perdo di vista e dopo due curve la strada scompare, non solo non c’è più l’asfalto che faceva cacare, ma scompare anche lo sterrato per lasciare il posto ad una mulattiera di pietrazze brutte e ghiaia che fa cacare ma addosso. Ogni tanto Umbe rallenta e si fa raggiungere ma non riesco a parlargli che riparte. Le pendenze aumentano; le pietre degenerano; la strada diventa un viottolo e si stringe. Non posso neppure tenere la prima perché sto procedendo sasso per sasso a velocità ridottissima. Freni e frizione. Sembra non finire più ma oramai non si può neppure tornare indietro. Finché non precipitiamo da una specie di canale di scolo laterale su una parvenza di strada semi asfaltata. Maremma ‘mpestata ladra oh! MI bacerei l’asfalto mi bacerei. Il peggio è passato e a parte una clamorosa scodata sul brecciolino, destra sinistra destra del posteriore di Umbe (che aveva lasciato la mappatura off road senza controllo di trazione) ed una giovane francavillese in auto, rigorosamente con smartphone in mano, che sterzava a tutta forza in curva cieca da dove stavamo arrivando noi, sfiorando per un pelo ispido di topa la moto di Umbe, per il resto tutto bene (!!!).

27/04/2024 SILA

…sabato del calincontro ci attende la Sila. Vado avanti per benza e bancomat. Salgo coi primi da Cantinella, San Giorgio Albanese credo fino alla “pista” ss660. Lassù ci divertiamo o come ci divertiamo. Cani per strada. Lupacchiotto o husky terrorizzato dietro una curva. Mi fermo e torno indietro per cercare di toglierlo da lì, ma lui, il cane, ha già attraversato e si è messo al sole con un altro cane nero più vecchio. Riprendo a divertirmi fino al lago Cecita. Paesaggi splendidi una totale sorpresa per me che “ignoro” tante cose di questa nostra Italia. Per puro divertimento ritorno indietro a faccio altre strade che non so. Poi ci ritroviamo come star a pranzo alla terrazza sul lago Arvo. Pranzo ottimo al solicchio, bell’ambiente. Nel primo pomeriggio decido di tornare per strade mie e salgo sulla strada delle vette dove è previsto trovare un po’ di neve. Salgo con prudenza ed attraverso boschi di alberi spogli. Nel sottobosco chiazze di neve sempre più importanti. Poi un rifugio ed un impianto di risalita in funzione ma con nessuno che lo utilizza. Panorama lassù bello sul lago Arvo sotto. In lontananza pure il mare forse. Più sopra la strada spiana è c’è un pratone con una piccolissima “chiesa” di legno ma forse è più un rifugio. Neve ai lati e fango ed acqua nel centro. Andando oltre inizia a tratti la neve sulla strada. Ci sono zone in ombra dove la neve è alta e la strada è parzialmente libera per cui passo abbastanza facilmente. Poi…

ZAMIRA E LA NEVE

La strada scende in una zona d’ombra. Mentre mi avvicino mi accorgo che la neve è troppa e c’è solo un solco di pneumatico di auto abbastanza profondo da aver scoperto l’asfalto. Devo decidere al volo che fare e penso che Zamira in quella discesa se mi fermo da solo non la giro mai ed anzi sono a rischio sdraiamento a terra. Poi Zamira la sento che è attratta da quel lettone bianco, per cui mi infilo nel solco e provo a fare la curva. Non è facile perché il solco è stretto e profondo e curva e dopo aver svoltato mi accorgo che il fondo non è più asfalto ma ghiaccio. Allargo le gambe per cercare di dare una zampata in caso perdessi l’equilibrio, ma intorno c’è solo neve alta e non c’è verso di poggiare i piedi su qualcosa di solido. Nel frattempo Zamira decide di sdraiarsi e plaff! Stesi sulla neve bianca.

RAIEDUCHESCIONAL CHANNEL: SPINGITORI DI V100

Sono lì sdraiato sulla neve che penso “testa di cazzo! sei solo ed ora come la tiri su Zamira?”. Mi libero e cerco di sollevarla ma lei è proprio spaparanzata immersa ed io non ho appigli per “mettermi” al di sotto di lei ed usare le gambe per sollevarla. Il mio cali tra parateste e borse e baricentro basso, non si sdraiò completamente la volta che caddi da fermo, per cui riuscii a sollevarlo da me. Poi in questo caso c’è pure la neve che è talmente spessa che Zamira non tocca l’asfalto in nessun punto (ed infatti non ha alcun segno della caduta). Per mia fortuna arriva un ducati in salita con due persone a bordo. Si ferma al limitare della zona innevata e mi chiede se è possibile salire. Ovviamente no. Poi mi vengono in soccorso a piedi ed in tre solleviamo Zamira e l’accompagniamo fuori dalla zona innevata. Mentre siamo lì mi giro e vedo un Gs che arriva. Urlo di fermarsi ma nulla. Entrano nella zona innevata e subito volano sul letto di neve. Allora noi tre saliamo a piedi (scivolando ovunque) ad aiutare la coppia sdraiata nella neve. Tiriamo su quel bisonte del Gs e con qualche difficoltà, lo portiamo in 4 fuori dal tratto innevato, che non ne voleva sapere di stare ritto. Adesso fuori dal tratto innevato siamo in 5 persone e 3 moto. Mi giro verso la zona alta e vedo arrivare il V100 di Nello. Inizio a urlare di fermarsi con tutta la voce che ho. Nello si ferma appena prima di entrare in curva. Salgo a piedi e torno al mio vecchio lavoro di spingitore di V100. Risparmiato il volo ed invertito il senso di marcia, Nello riparte tornando da dove è venuto.

SECONDA CURVA INNEVATA IN DISCESA

Siamo lì pronti a ripartire ed io spiego al giessista che più sotto c’è un’altra curva innevata all’ombra dove però dovrebbe esserci un solco libero e si dovrebbe passare facilmente. Così mi aveva detto il calabrese alla guida della ducati che intanto si era avviato.
Riparto e scendo, arrivo alla curva e con attenzione passo oltre. Mi fermo dal calabrese e da suo figlio per ringraziarli e sto quasi per ripartire quando vedo nello specchietto in alto alla curva i fari del Gs rasoterra che puntano al bosco di sotto. Il giessista è ricaduto.
Allora scendiamo dalla moto e saliamo su per aiutare il motociclista e (soprattutto io) la sua donna. Lei si è rialzata da sé e sta bene. Lui ha preso una brutta botta alla spalla. Il giesse punta di sotto per cui lo tiriamo su a gran fatica e lo portiamo giù a spinta fuori dal banco di neve.

COME RUBARE LA DONNA AD UN GIESSISTA

Chiedo al figlio del calabrese se è in grado di portare una moto. Ma no, è troppo giovane. La bionda del giessista non sa guidare una moto. Per cui chiedo al malcapitato se muove le dita e quanto muove il braccio. Dopo di che lo convinco a scendere giù all’albergo, tanto stanno a Camigliatello Silano a 7/8 chilometri da lì, ma la sua donna la porto io…per sicurezza ovvio! Il calabrese ed il giessista si avviano. Io li seguo con calma con la donna dietro di me con la quale inizia un’amabile conversazione…tanto amabile che quasi quasi…d’altronde è risaputo: “Guzzisti do it better!”…

SABATO SERA

Lasciata all’albergo la donna del giessista, me ne torno al camping per la strada a gomiti di Corigliano (quanto mi divertono i tornanti oh). Dopo la doccia inizia l’aperitivo a base di salami, salamelle, formaggi portati da ogni dove dagli amici. Poi la cena e poi il temibile dopocena etilico. E qua iniziano a passare riempiendo i bicchieri gli abruzzesi con un millerbe fatto con la miscela che usano nei loro tagliaerba. Poi i sardi col fileferru, chiaro e trasparente come l’acqua ma con lo stesso impatto della trielina. I siciliani invece ti fottono. I loro liquori sono piacevoli, a base di frutta, sembrano quasi dietetici, salutari…peccato che con quei liquidi ci lavino i carburatori, ci stasino i gigler e ci scrostino gli iniettori. Sono kappao alla prima ripresa e intrattengo i malcapitati che mi stanno a torno con una serie di puttanate che Boldi /De Sica al confronto sono Totò e Peppino. Perdo conoscenza nel buio mentre ascolto gli “amici di maria” cantare senza pudore.

DOMENICA 28/04/2024 – VIAGGIO RITORNO

Parto e rifaccio la strada dell’andata cercando di evitare la frana. Metto gugl maps e puntualmente trovo la strada chiusa dalla stessa frana di tre giorni prima ma dal lato opposto  . Allora gugl mi fa passare da una certa “contrada qualcosa”. Se gugl vi propone in Calabria/Basilicata di passare da qualche “contrada”, ignoratelo e tirate dritto! Mi ritrovo su una stradina di puro cemento bianco con dei solchi trasversali a lisca di pesce che aumentano il grip se hai le gomme di un trattore Landini. Per di più la strada scende in verticale con pendenza che non so, ma che solo un trattore può affrontare in salita. Dopo aver ritrovato la strada principale tiro dritto per lago serino e lagonegro e poi padula e poi…
fine

Ps:
si ringraziano gli organizzatori ed il califoggiano che mantiene viva l’ormai antica tradizione del calincontro…anche se di california ce ne sono rimaste un po’ poche e mi ricordo quando le schieravamo tutte in cerchio e facevamo la foto di rito…

da un rapido conto credo che questo sia stato il 26° calincontro al quale in qualche modo ho partecipato

RAMAGUSSI

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