Ovvero: 1660 km su e giù per le Alpi con la NORGE 1200
Di Renato, alias Renato
Dopo alcuni anni in cui, per un motivo o per l’altro, non facevo più viaggi di qualche giorno in moto (ne feci un paio col V65 Florida, nel 2006 e nel 2007, poi solo uscite in giornata), presa la Norge, ho voluto prendermi anche il tempo di viaggiare di nuovo con un raggio d’azione un po’ più largo. Detto, fatto.
Ecco un piccolo resoconto e qualche foto (l’album completo è qui: http://flic.kr/s/aHsjHxTF4A ) del mio “Viaggio tra Italia e Austria, ovvero 1660 km su è giù per le Alpi con la NORGE 1.200”.
Domenica 11 agosto 2013, km 253
Un rientro fin troppo tardo da Verona (sono andato ad assistere ad “Aida”, all’Arena, sono rientrato alle 5.15!) mi costringe a riposare un po’ e a partire solo nel primo pomeriggio: sono quindi le 13.30 do domenica quando sono pronto e accendo la moto. Il tempo è ottimo e non troppo caldo.
Parto da casa e passo da Ponte Tresa, Lugano, Porlezza, Menaggio per raggiungere la Valtellina, che mi accoglie con il suo nuovo ramo di superstrada che permette di evitare Piantedo e Delebio per sbucare direttamente a Cosio.
Risalgo tutta la valle, nella sua lunghezza quasi noiosa, e sono le 17 passate quando supero Bormio e salgo allo Stelvio. E’ una tappa doverosa: 10 anni fa, lo Stelvio fu teatro di uno dei miei primi giri “memorabili”. Allora ero con la mia Vespa PX125 del 1981, la cui velocità massima era, stante la marmitta ormai “piena”, di 70 kmh…
Sono in cima alle 18.00, foto di rito, panino e via! Scendo dal versante atesino per sbucare in Val Venosta. Mi fermo a Glorenza, la città murata, per una birra (festa in piazza con musica dal vivo!) e inizio a cercare posto. Trovo una stanza a Malles Venosta quando sono ormai le 19.30.
Lunedì 12 agosto 2013, km 417
Il lunedì mattina mi accoglie con un cielo terso. Preparo il bagaglio, impego più del dovuto a pagare l’albergo per un malfunzionamento del terminale POS ma alle 9 sono comunque in marcia. Salgo verso il Lago di Resia. Una sosta a Curon Venosta è d’obbligo, con il suo campanile immerso nel lago artificiale. Pochi km ed entro in Austria: scendendo verso Landeck, mi fermo per il pieno e ricevo i complimenti da un motociclista austriaco stanco delle solite BMW (a proposito, ho incrociato decine di GS in tutto il mio giro…. e solamente 3 Norge…).
Esco da Landeck e mi dirigo verso Est, verso la famosa Oetztal, che risalgo in direzione del Timmelsjoch. La cima, a 2500 m, mi accoglie nella nebbia e fa piuttosto fresco. Ricordo dopo un attimo di avere le manopole riscaldate, così le accendo e non devo nemmeno cambiare i guanti: non sono ancora abituato a certi comfort, dopo anni con Vespa e Florida!
Arrivo a San Lorenzo in Passiria giusto per l’ora di pranzo. Vedo qualche moto ferma oltre il ponte e mi incuriosisco: c’è una birreria artigianale… aggiudicata!
Riparto dopo una buona pizza e un’ottima birra e salgo verso il Passo Giovo. Sosta di rito, qualche foto poi scendo verso Vipiteno da dove imbocco la strada del Passo Pennes. Lungo la salita assisto a un investimento di un capriolo, sbucato all’improvviso dal bosco mentre passava un’auto: fortunatamente non è stato preso in pieno, e subito si è rialzato ed è tornato sui suoi passi. Un bel monito: sempre massima attenzione e non esagerare col gas…
Arrivo in cima per scendere in Val Sarentino. Da lì scopro per caso una strada che sale a Vanga per portare sul bellissimo altopiano del Renon, dove ero stato in vacanza da ragazzino, nel 1997. Da Collalbo prendo per Barbiano, su una stradina strettissima quanto panoramica, e scendo verso la valle dell’Isarco.
Giunto a Ponte Nova imbocco la Val d’Ega per salire al Costalunga. La Val di Fassa, dove ho passato molte vacanze ciclistiche, mi accoglie con la solita coda del tardo pomeriggio. Il pieno a Canazei quando sono ormai le 19 e poi via, sui tornanti del caro, vecchio Pordoi. Scendo su Arabba per dirigermi a Selva di Cadore (BL), dove sorella, cognato e nipotini mi stanno aspettando, e dove arrivo poco dopo le 20. Poco prima di Colle Santa Lucia incrocio una Norge rossa, la prima delle appena tre che troverò sulla mia strada.
Mercoledì 14 agosto 2013, km 183
Dopo un giorno e mezzo passato in famiglia, riparto nel pomeriggio di mercoledì. L’intenzione è di entrare in Austria via Brennero e cercare posto da qualche parte tra Innsbruck e Mayrhofen, più o meno.
Scendendo dal Giau trovo la pioggia: mi fermo per mettere la cerata, che potrò togliere presto, una volta passato il Falzarego e Valparola. C’è traffico anche in Val Badia, e probabilmente i fumi di un vecchio fuoristrada, che ho dovuto tenermi “davanti” per parecchio, saranno una concausa di un mal di testa che non se ne andrà facilmente. In questo tratto incrocerò altre due Norge, una 8V bianca e una nera.
Percorro parte della val Pusteria, arrivo a Vipiteno e salgo in direzione Brennero. Sul confine mi fermo, mi copro un po’, compro la “vignetta” per l’autostrada (solo 4,80 Euro per 10 giorni!) e proseguo: sono le 18 ed è ora di cercare una “zimmer frei”.
Nella discesa trovo un posto di blocco della polizia: dopo un momento di imbarazzo su quale lingua usare, l’agente mi chiede in inglese i documenti di rito. Mi chiede cosa sto facendo e gli rispondo di essere in vacanza. Essendo tutto regolare, mi saluta augurandomi, con una gentilezza esemplare, buon viaggio e buon soggiorno in Austria.
Scendo su Innsbruck, attraverso la città e, dopo un paio di tentativi andati a vuoto, trovo posto alla Gasthof Schatz, a Hall in Tirol. Scopro dalle foto che è anche luogo di ritrovo di un gruppo di bikers, uno dei quali ha in garage un Nuovo Falcone ex polizia stradale.
Metto la moto in garage, ceno e vado a dormire. Sarà una notte un po’ tormentata, non sto granchè bene.
Giovedì 15 agosto 2013, km 399
La sveglia suona comunque presto, le campane a festa ancora prima (alle 6!). Faccio colazione, preparo la moto, pago il soggiorno e poco dopo le 8 sono in strada. Seguo la statale attraversando Schwaz, Wattens e entro nella Zillertal. Mi fermo per il pieno prima di salire verso il Gerlospass. Sosta per un caffè “austriaco” ammirando il panorama prima di passare il casello e scendere verso Mittersill. Le strade di fondovalle sono molto scorrevoli e veloci (spesso il limite è di 100 kmh), così i trasferimenti passano in fretta. Arrivo a Bruck an der Grossglocknerstrasse. La mia meta principale di oggi è infatti la famosa strada alpina del Grossglockner, che avevo percorso solo in parte e sotto l’acqua, col Florida, nel 2007.
Pago il pedaggio e via! Ci sarebbe da fermarsi a ogni curva ad ammirare i panorami! Salgo in cima ma a causa del traffico evito di raggiungere il Biker’s point all’Edelweiss-Spitze (sarà una scusa buona per tornarci un’altra volta, no?), mi fermo giusto per qualche foto qua e là. Passo la vetta dell’Hochtor e poco avanti decido di fermarmi per mangiare. Una leggera e calda “gulaschsuppe”, una bottiglietta d’acqua e una pagnotta sono il mio pranzo di ferragosto: non è un pasto luculliano, ma mi aiuterà a rimettermi in sesto. In effetti, dopo mangiato sto decisamente meglio.
Scendo verso Lienz e devio per la Kaiser Franz-Joseph-H?he, che mi accoglie con un po’ di comprensibile traffico ma senza le nubi e la pioggia dell’altra volta! Splendido.
Lascio la superba strada alpina per arrivare a Lienz. Da lì decido di rientrare in Italia: passo da San Candido, Sesto/Sexten e salgo al passo Montecroce. Giunto ad Auronzo, mi dirigo verso Cortina, risalgo il Giau, dove mi fermo ad ammirare lo spettacolo dei “monti pallidi” al tramonto, e torno a Selva di Cadore, dove passerò la notte.
Venerdì 16 agosto 2013, km 410
Si apre un’altra giornata splendida che mi vedrà percorrere la strada verso casa.
Un momento di gioco coi nipotini che per lo zio, martedì, hanno messo entrambi la loro bella maglietta “Moto Guzzi”! Sono così le 9.30 quando lascio Selva di Cadore. Su consiglio di mio cognato, scendo a Caprile per fare il pieno dove la benzina è la più economica della zona. Controllo la pressione delle gomme e prendo la strada che mi porterà di nuovo sul Pordoi. Ad Arabba c’è l’autovelox attivo, credo di non averlo “preso” (andavo a 50 e qualcosa) ma, anche se fosse, è tardi per rimediare, arriverà una letterina a casa… Salgo al Pordoi superando una coppia che affronta la salita su un cinquantino di quelli minimalisti: “giù il cappello” e saluto motociclistico di rito durante il sorpasso.
Dato il traffico, evito di fermarmi in cima e così anche sul passo Sella, dove accosto solo lungo la discesa per scattare qualche foto.
Scendo lungo la Val Gardena per sbucare a Ponte Gardena, attraversare Bolzano e imboccare la Strada del Vino: a Caldaro nacque nel 1919 la mia nonna materna, e questa regione fa quindi un po’ parte della mia storia familiare. Salgo al passo della Mendola, passato il quale trovo una pizzeria e mi fermo per il pranzo.
Riprendo la strada e proseguo verso la Val di Sole e il passo del Tonale. Mi fermo a Edolo per riposare e prendere un paio di bottigliette d’acqua fresca. Riparto salendo ad Aprica, scendo in Valtellina e litigo un po’ col suo immancabile vento. Ancora una fermata in cima al lago di Como per una birra, poi dritto a casa, dove arrivo alle 20.30 circa.
La Norge, al suo primo viaggio di più giorni, si è dimostrata una eccellente viaggiatrice, senza alcun complesso di inferiorità rispetto alle solite BMW o alle varie giapponesi.
Spesso, quando è parcheggiata, ci sono persone, sia motociclisti che semplici passanti, che si avvicinano per curiosare, alcuni chiedono informazioni, altri fanno i complimenti. Di sicuro non è una moto che passa inosservata. Di sicuro mi sta dando molte soddisfazioni.