Foto e testo di Alberto Sala
E’ uno stand molto esteso quello che appare al centro del padiglione 10 della fiera milanese delle motociclette. E all’interno dello stand del gruppo Piaggio, lo spazio dedicato alla Moto Guzzi è indubbiamente molto vasto. Dal mio punto di arrivo (dopo essere passato per lo spazio della Millepercento con Alba e CaliforniaBlack Mamba) la prima cosa che appare è l’area dedicata alle nuove V7, presenti in quattro nuove livree: Dark Rider, Scrambler, Legend e Dapper. Non sono veri modelli nuovi, ma dei kit di personalizzazione dai quali sarà possibile pescare anche ‘trasversalmente’ in modo da potersi assemblare la propria V7 in base ai propri gusti personali. La Dark Rider si caratterizza per la livrea scura, il cupolino (che ricorda un po’ vagamente quello della prima Le Mans), i fianchetti e parafanghi in alluminio. Bello lo scarico Arrow nastrato. La Scrambler vede l’adozione dell’alluminio satinato sui parafanghi, tabella portanumero e scarico alto due in uno, più naturalmente le ruote tassellate, una griglia sul faro con portanumero integrato, borsa portattrezzi, guancette sul serbatoio e altri dettagli tipici delle Scrambler. La Legend è la più vistosa e piacerà forse ai nostalgici del SuperAlce, visto che la ricorda molto. Livrea da esercito, faro supplementare e paragambe, da indossare addobbati alla Lawrence d’Arabia de noartri. La Dapper strizza un po’ l’occhio alla Racer, con particolari in alluminio lucidato.
Le versioni di serie (Stone, Special che adottano la numerazione romana II aggiuntiva, come negli anni ’70-’80) hanno nuove colorazioni e tutta la gamma gode delle ultime modifiche tecniche, come il nuovo cambio a 6 marce oppure il riposizionamento del motore, leggermente avanzato e ruotato in modo da far guadagnare un po’ di spazio alle ginocchia dei più alti. In più c’è l’adozione su tutta la gamma di ABS (che ormai diventa obbligatorio) e controllo di trazione, fondamentale ques’tultimo per non farsi fregare dalla poderosa potenza a disposizione 😉
Sulla destra della gamma V7 c’è l’area Garage. Qualcosa di più evoluto rispetto alla corrispondente area vista già all’open day dello scorso mese a Mandello. Cominciamo dalla parete di fondo perché è piuttosto significativa. Dai monitor appesi viaggiano a rotazione dei video molto ben fatti su quattro preparatori: Giuseppe Carucci (South Garage), Filippo Barbacane, Millepercento e Radical Guzzi. Non sono video fatti in economia o in fretta e furia… la valorizzazione dei preparatori è un aspetto che evidentemente viene considerato importante per creare un contorno gustoso al mondo Guzzi che finora è stato nulla più che le nude e crude moto di serie. Non solo: al di sotto dei video, altri monitor interattivi consentivano di giocare con il configuratore delle moto, attraverso il quale è possibile testare visivamente l’effetto dei tanti optional del mondo V7. Con perfetto tempismo ecco i contenuti sul sito dedicato www.garagemotoguzzi.com.
Davanti ai monitor sono esposte alcune belle special dei preparatori già citati. Dire che impreziosiscono è dire niente… l’operazione è decisamente riuscita, anche se va detto che mancando un modello in produzione col vecchio telaio Tonti (o per meglio dire, mancando dalla produzione una naked sportivetta a semimanubri), con le moto di Barbacane e Radical Guzzi si crea in parte un po’ un “buco” di desiderio abbastanza palpabile. Comunque sia: molto bella e raffinata la scrambler di South Garage. Unica perplessità, lo scarico, tanto bello quanto facilmente ustionante. Meno raffinata esteticamente quella di Millepercento, ma dallo scarico più sicuro e pratico, che passa in maniera intelligente dietro agli ammortizzatori posteriori dotati di piccolo distanziale.
Mi avvicino alla parte frontale dello stand ed entriamo nel secondo (e ahimè ultimo) mondo Moto Guzzi, quello della California. Qui le novità si chiamano Eldorado, Audace, Touring S.E. e il prototipo MGX21 ma andiamo con ordine.
L’Eldorado è una California con gomme da 16” e pneumatici a fascia bianca, cerchi a raggi, manubrio a corna di bue, parafangoni con gruppo ottico posteriore a gemma e l’affascinante estetica della prima versione americaneggiante della V7. E’ una bella California tondeggiante, morbida e affascinante. L’Audace è una custom ulteriormente incattivita e impreziosita da fibra di carbonio sul serbatoio e fianchetti (penso optional) più altri dettagli tendenzialmente scuri e opachi, con una sella molto curata e morbida mentre contrasta un po’ la forcella con gli steli non più coperti e il faro anteriore striminzito. La versione in carbonio monta anche degli inediti cerchi semilenticolari molto belli.
La Touring S.E. è una Touring dalla livrea meno “leccata” della precedente, perdendo il monocolore e guadagnando una nuova sella con schienalino e maniglione cromato, più nuovi fianchetti.
E veniamo all’esagerato prototipo MGX21. Chiaramente ispirata dalla recente moda delle bagger americane, sembra un po’ la moto di Batman. Il nero carbonio totale fuso con la meccanica anch’essa totalmente nera e il vistoso ribassamento la slanciano come una locomotiva minacciosa… sembra un po’ una California ridisegnata da Frank Miller, come fosse fuoriuscita da dentro Sin Sity. Oscuro e minaccioso il cupolone che ricorda inevitabilmente quelli Harley ma senza sfociare nel clone, anzi, restando coerente col resto. Sì, è una bagger (anche se più futuribile che reale… non si apre neppure un piccolo oblò), ha la ruotona anteriore d’ordinanza… ha quelle alette ridondanti a fianco delle pedaliere, è un po’ inclinata all’indietro ma nel complesso fornisce un’impatto notevole. Un’idea del potenziale di sviluppo di questo capolavoro di moto a nome California 1400.
Vedendo l’insieme della zona californiana, è evidente lo sviluppo del prodotto in diretto attacco ad Harley Davidson. Se due anni fa c’era questa nuova cruiser decisamente un passo avanti, ora c’è non più solo due ‘avamposti’, ma c’è un fronte di attacco molto più articolato, che sembra un po’ sussurrare ai biker “guardate quante versioni, ora non avete più scuse per dire di no alla California”. E anche la gamma di accessori, pur restando ancora assai lontana dalla mostruosa quantità disponibile per gli harleisti, comincia a diventare anch’essa abbastanza massa critica.
Uscendo dall’area vintage, il deserto. Dove una endurona dovrebbe trovarsi bene, invece l’unica Stelvio, con a poca distanza l’altra orfanella Griso, appaiono come due moto non dico dimenticate ma quasi. A parte un po’ di vernice nuova, non c’è null’altro per loro. Niente ABS poi per la Griso, il che non fa presupporre nuovi sviluppi.
La percentuale di suolo occupato dalla nostra marca preferita è però inversamente proporzionale alle vere novità presenti. In Aprilia non c’è tanta metratura ma abbiamo la nuova RSV4, esteticamente pochissimo differente ma con ulteriori step evolutivi tra motore, elettronica e ciclistica, la nuova Tuono, più la nuova Caponord, e soprattutto, svetta su un alto piedistallo il primo prototipo della nuova Aprilia MotoGP, la vera grande novità dell’intero gruppo Piaggio. Moto assai affascinante (per quanto può esserlo un prototipo… anzi nel caso di Aprilia proprio per quello) e dalle apparenti misure molto contenute (sarà l’effetto del nero ma appare molto piccola).
Differenza ulteriormente marcata dalla presentazione stampa. Il marchio Aprilia (e non poteva essere altrimenti) fa da padrone, dapprima con la valorizzazione dell’impegno sportivo che ha portato allo splendido risultato del campionato del mondo Superbike, e poi con il piano di conquista del campionato più prestigioso, quello della Moto GP. Dapprima Colanninno e poi i vari Mercanti e Davide Zanonini (responsabile Marketing del gruppo) hanno snocciolato i successi sportivi, sottolineando soprattutto quelli conquistati dal 2004 ad oggi, dando molto spazio alle prossime sfide nelle competizioni. Nella parte dedicata alle Moto Guzzi, la strategia di fondo è in pratica imperniata sul vintage. Non è passato nessun altro sviluppo o pensiero, almeno al momento.
Spunti interessanti dagli altri stand
BMW
A parte il palese clone della Ducati Multistrada a nome S1000 XR (era già brutta la prima…), molto belle le quattro special esposte, dei giapponesi Cherry’s Company, Hide Motorcycle, 46 Works e Brat Style, frutto del contest RnineT Custom Project organizzato dalla BMW a tema (neanche poi tanto) NineT.
DUCATI
Bella la nuova Scrambler. Soprattutto la classic, coi cerchi a raggi e parafanghi in alluminio. Discutibile la zona sella-coda, un po’ cicciotta e non ben finita. E’ comunque palesemente una moto economica, le finiture sono piuttosto – appunto – economiche. A dir poco balordo il giro dei cavi sulla forcella.
MAGNI Filo Rosso – PATON
L’ultimo motore MV – quello della Brutale 800 – è bello pulito e compatto e non sta male anche inserito in una moto palesemente old stile. Molto bella, con tra l’altro un fracco di cavalli. Peccato per il radiatore. A fianco la bellissima Paton vista correre al TT.
HONDA
La RC213V-S è semplicemente stupenda. Una bomba. Peccato costerà quanto un bombardiere.
TRIUMPH
Anche qui, con nulla di veramente nuovo e soprattutto bello, da notare due belle special, soprattutto la scrambler, con le gomme tassellate belle ciccione. Molto figa. (no, non “molta figa”… quelle tutte ucraine o dell’est… manodopera meno costosa)
POLINI
Stupendo il vespino oro. Lo voglio!!
MOTOTURISMO
Era esposta la gloriosa Vespa del mai dimenticato Roberto Patrignani, quella del suo mitico raid Milano – Pechino.
SUZUKI
Oltre al nuovo prototipo per la MotoGP, molto bello, era presente un po’ defilato uno strano prototipo bianco e grigio piuttosto interessante.
BROUGH SUPERIOR
Le resurrezioni non hanno mai fine: altro marchio storico che risorge. Un po’ discutibili le forme.
YAMAHA
A parte la nuova R1, invero piuttosto deludente, anche in Yamaha gironzolavano alcune special, molto bellina la piccola oro. Non male anche la yjr1300.
MV AGUSTA
con qualche spigolo in meno sarebbe assai bella anche questa Dragster… stupendi i cerchi.