Storia della collaborazione tra il meccanico Piero Pomi ed il pilota Duilio Agostini
Il personaggio che racconta la storia è Piero Pomi
La testimonianza è stata raccolta da Vanni Bettega
Il solito rombo fuori dal cancello, il portinaio poggia la sigaretta nel posacenere, esce dalla porticina e sollecitato da un paio di scherzose quanto energiche sgassate, apre il cancellone ed entra lui, col suo motocarrozzino con cui espleta commissioni di ogni genere, consegne e ritiri di posta urgente, accompagnamento di dirigenti all’aeroporto, ritiro di pezzi urgenti e quant’altro.
Il Duilio è quasi un’istituzione, è il più veloce nelle consegne.
Spera, intanto, che la commissione successiva sia destinata a Genova oppure Roma perché lui vuole diventar pilota come io volevo diventar meccanico, e considera questi tragitti alla stregua di un buon allenamento.
Su questi due percorsi vanta tempi di tutto rispetto, ma ciò non basta a metterlo in luce presso i dirigenti aziendali, che per questa sua mania, tendono quasi a ironizzare. Del resto, la sua vecchia FN, non può certo reggere. L’altro ieri abbiamo tentato di ripararla, aveva spanato i prigionieri della testa e abbiamo costruito una sorta di morsetto per tenerla assieme. Funziona, però non c’è speranza di partecipare a nessuna gara.
Siamo all’inizio stagione del 1952.
Io mi son fatto un discreto credito perché Thorn, il pilota cui faccio da meccanico, si è piazzato bene vincendo molte gare.
Dal dopoguerra, mi son fatto esperienze, sempre come meccanico,con molti piloti privati. Con Nino Martelli, Claudio Mastellari, Guido Baciocca, Dario Ambrosini, Piergiovanni Filodelfo, Perosino poi con Libero Borsari, Benott Musy, Jan Berà, Bovaris, Raccagni, Ozino Ermanno e Juvan Franta.
Comunque, adesso, sto facendo praticamente coppia fissa con Prikker.
In aprile, con Thorn Prikker vinciamo a Dieburg, a maggio a St Wendel e a Zandvoort, a giugno
vinciamo a Lipsia poi a Montschau, quindi a Feldberg.
Arriva il Duilio, raggiante. Mi dice che Galbiati di Monza gli presta un vecchio Condor e mi chiede se gli faccio io da meccanico.
Io sono ancora impegnato con Thorn, però, gli prometto che la stagione successiva mi terrò libero per lui. Il Duilio è un amico e per di più coetaneo.
In questa stagione lo aiuto saltuariamente, mentre gli è sempre vicino il Buliga, buon meccanico e molto volonteroso aiutante a 360°.
Duilio è molto tenace. Sfrutta appieno la sua professione per allenarsi sui percorsi lunghi, allora non si usava frequentare palestre. La sua palestra era la strada.
Addirittura vorrebbe costruire un simulacro della moto, su cui dormire la notte, in posizione rannicchiata come sulla moto!
E’ di costituzione tarchiata e robusta, ha polsi forti e molta resistenza alla fatica.
Il 10 giugno del 52, il Duilio si offre di consegnare un motocarro Ercole a Roma.
Gli serve per studiare il percorso, segue l’Adriatica e consegna a Roma il motocarro in circa 12 ore.
La settimana successiva, il 15 giugno, partecipa alla Milano Taranto.
Riesce a tallonare Francisci fino al levare del sole, poi Francisci, da buon veterano, sostituisce gli occhialoni bianchi notturni con quelli da sole. Il Duilio non ha occhiali scuri e comincia a perdere terreno, accecato dal sole in faccia. Comunque a Tolentino si fora il pistone e non c’è più niente da fare. Tutto rinviato all’anno successivo.
Comincio a seguire io la preparazione della moto. La prima vittoria arriva a Castelfranco Veneto, il 21 settembre del 52, al XI Circuito di Castello. Poi il 3 Maggio del 53 a Crema nella prima prova del Campionato di II Categoria.
Si vince ancora a Bergamo, il 10 maggio, al Circuito delle Mura poi a Busto Arsizio, il 14 giugno nella II prova del Campionato II Categoria.
La settimana successiva vogliamo partecipare alla Milano-Taranto.
Già il 15 giugno, appena arrivati da Busto, la moto è piazzata sul banchetto di casa mia, nello stallino che una volta era la posta dei cavalli e che ora ho attrezzato per lavorare sulle moto.
Ci lavoro la sera e la notte, dopo la giornata passata in Guzzi.
Ho modo di conoscere le modifiche e i miglioramenti approntati in Guzzi e ne approfitto.
Sia il Sig. Mondo che il Cav. Guzzi, quando mi vedono andare in attrezzeria forse capiscono che sto agitandomi per fatti miei. Capisco però che chiudono un occhio e forse due.
Comunque, il motore da me preparato in casa, lo voglio un po’ meno pompato rispetto a quelli ufficiali. Con analoghe regolazioni, in ditta si ottenevano 32 CV in luogo dei 34 ottenibili e i giri max dovrebbero essere 5400 contro i 5800. Però il tiro diventa un’altra cosa e la velocità massima, coi rapporti montati, dovrebbe sfiorare i 170 Km/h.
Preparo una ruota posteriore di scorta ben centrata e la equilibro sui coltelli col filo di piombo.
La monto sulla moto, preparo una catena alla lunghezza giusta in modo da non dover operare sui tendicatena.
Preparo 2 molle valvola tirandole a pacco col filo di ferro e faccio un forellino su tutti gli attrezzi che dovrò usare a Roma per il Pit Stop. Studio la miglior sequenza operativa da utilizzare per la revisione che dovrò effettuare a Roma. Mi esercito parecchie volte, col cronometro in mano.
Alla fine lego tra loro i ferri, nella sequenza che ho trovato più vantaggiosa.
Sulla moto, in posizione che non diano fastidio, lego col nastro adesivo un’infinità di ricambi.
Molle valvola, candele, fili doppi già in posizione, un castelletto valvole, le leve freno e frizione magari che si rompano in caso di caduta, elastici, filo di ferro, una camera d’aria, la pompa e le leve smontacopertoni e la dotazione ferri di serie.
Il sabato portiamo la moto a Milano, col motocarro.
Mentre il Duilio si prepara per il via, io prendo il treno per Roma.
A Roma, prendo possesso del box. Non voglio nessuno tra i piedi, neanche i più intimi amici.
Alla radio si trasmette la cronaca in diretta. Il Duilio conduce!
Nell’attesa acquisto un pollo arrosto per il Duilio, lo disosso completamente e lo sminuzzo in modo che il mio Pilota non abbia a perdere tempo. Ripasso mentalmente le operazioni che dovrò effettuare con un orecchio alla radio, che dà sempre il Duilio in testa.
Finalmente si sente il rombo del suo motore. E’ lui! Ne riconosco il suono inconfondibile!
Faccio accomodare il Duilio e gli porgo frettolosamente il pollo e una bottiglia di acqua, metto la moto sul cavalletto, stacco la maglia della catena e il tirante del freno. Tolgo la ruota e inserisco la ruota che mi son portato in treno. Aggancio la catena nuova a quella vecchia con la maglia di congiunzione, di modo che la vecchia trascini la nuova in sede. Aggancio la maglia e quando blocco i dadi della ruota la tensione della catena è perfetta. Ricollego e registro il tirante del freno posteriore.
Passo al motore, col cacciavite faccio schizzare via le vecchie molle, inserisco le nuove e quando sono in posizione le faccio assestare tagliando il fil di ferro. Registro entrambe le valvole e passo al magnete.
Controllo e ripristino l’anticipo secondo il segno che ho tracciato sul volano e passo alla registrazione delle leve del freno e dalla frizione.
Rabbocco l’olio e la benzina nei rispettivi serbatoi mentre il Duilio si stiracchia dopo aver finito il suo pollo.
La moto è pronta, lui salta in sella e via! La moto scompare mentre il rombo si affievolisce sempre più.
Sono passati 14 minuti dal suo arrivo. Degli altri concorrenti non s’è presentato ancora nessuno.
Quando cominciano ad arrivare gli altri, io mi aggiungo alla calca di amici e simpatizzanti, in modo di aumentare un po’ la confusione, gli altri meccanici si beano del momento in cui stanno al centro dell’attenzione!
Quando si tratta di spingere la moto, mi offro anch’io di dare una mano. Solo che faccio finta di spingere e invece trattengo! Ogni secondo potrebbe tornare utile!
Rimetto i miei ferri nella cassetta, mi carico la ruota in ispalla e mi avvio all’albergo. Per un po’ ascolto la radio, poi mangio qualcosa e mi ritiro per farmi un pisolino.
Non ho più avuto la possibilità di ascoltare la radio e sono curioso di sapere cos’è successo.
Scendo le scale dell’albergo e la locandiera, mi si fa incontro gridando ” Abbiamo vinto!!
Abbiamo vinto !! ”
Sono d’accordo col Duilio di trovarci alla stazione, lui arriva in treno, la moto è spedita a parte.
Sul treno del ritorno, riesco finalmente a dormire, con la ruota a fianco e la cassetta sul portapacchi.
Quando mi sveglio, oltre Bologna, il mio soprabito è finito in terra nel corridoio. La gente che passa me lo calpesta senza riguardo chissà da quanto tempo!……E’ ridotto uno straccio!
Quando arriviamo a casa, il Duilio mi porta dal miglior sarto del paese e mi fa confezionare un impermeabile double face che così bello non s’era mai visto!
Lo conservo ancora, in ricordo di quella trasferta.
Dopo aver vinto altre gare, il Duilio conquista il titolo nelle 500 II Categoria, abbandona il motocarrozzino, rende il Condor in condizioni molto migliorate a Galbiati, smette di fare il mestiere di fattorino per entrare, finalmente, a pieno merito, nella Squadra Corse della Moto Guzzi, come Pilota di Prima categoria.
Vanni Bettega