di NonnoEnio
Sabato 30 Giugno, ore 6,30: di sicuro qualche vicino mi manderà qualche accidente nel momento in cui il bicilindrico della mia Guzzi prende vita e mi avvio, per la settima volta, in direzione di Wilsingen. Questa volta scelgo l’itinerario più veloce, passando da Chiasso per poi proseguire per il tunnel del San Bernardino e quindi puntare verso il lago di Costanza. Già pochi minuti dopo essere entrato in autostrada capisco quanto sono fortunato ad andare verso nord: in direzione opposta tre lunghi serpentoni di auto si muovono a velocità ridotta e sarà così quasi fino a Modena. Le previsioni non erano proprio rassicuranti ma, grazie al cielo, i meteorologi si sono sbagliati. Attraverso la Svizzera sotto un sole splendente che mi fa godere ancor meglio il paesaggio che mi circonda. Attraverso il confine fra la Svizzera e la Germania e, dopo Ravensburg, uscito
dall’autostrada, comincia il divertimento vero: strade dal fondo perfetto che si snodano nella incantevole campagna del Baden Wurttemberg con curve morbide e dolci saliscendi che attraversano campi verdissimi e piccoli boschi. Di tanto in tanto attraverso un paesino con le case mai più alte di due piani e giardini fioriti e le fattorie tutto intorno. Arrivo a destinazione e non faccio neppure in tempo a scendere di sella che già le pacche sulle spalle si sprecano. Quest’anno siamo cinque italiani: oltre a me ci sono due “smanettoni” da Acqui Terme e due harleysti da Reggio Emilia. Loro sono arrivati il venerdì ed hanno passato la serata con un altro italiano che ha fatto tappa a Wilsingen prima di ripartire in direzione Capo Nord. Come al solito bisognerà aspettare le prime ombre della sera perché l’atmosfera si scaldi. Nel frattempo posso ammirare alcune “nonne” superbamente restaurate parcheggiate vicino ad un paio di streetfighters. E’ il bello di raduni come questi dove la moto non fa alcuna differenza. Verso le 20 partono i giochi, divertenti come al solito e poi tutti al banco a mettere qualcosa sotto i denti ma
soprattutto a dare inizio alle bevute. Con il bicchiere da mezzo litro di birra a due euro e venti, le premesse per un incremento tosto del tasso alcolico nel sangue è garantito. Verso le dieci salgono sul palco i Woodpeckers, una cover band che, da sempre, fornisce la base musicale a questo raduno. Gente tosta che suona Steppenwolf e AC/DC, ma anche Evanescence e Rammstein e non si sta a preoccupare di quante ore sta sul palco: infatti smetteranno di suonare alle tre del mattino concedendosi solo un paio di soste di una ventina i minuti. Dal momento in cui è cominciata la musica il numero dei partecipanti è andato crescendo in continuazione e verso la mezzanotte il tendone, che pure è bello grande, è strapieno e c’è altrettanta gente fuori, attorno al classico falò, una caratteristica di tutti i raduni tedeschi. Attorno a quel falò, i più resistenti continueranno a chiacchierare e bere fino alle otto o le nove del mattino successivo. Ma c’è chi crolla prima: alle due e mezzo un biker è steso su una panca e dorme della grossa ad una decina di metri dalle casse acustiche da cui i Woodpeckers stanno sparando un brano degli Iron Maiden. Il tempo regge anche se l’umidità e la temperatura piuttosto bassa consigliano di chiudere bene la zip del sacco a pelo. Però c’è anche chi non arriva alla tenda e crolla sull’erba protetto solo dal calore dell’alcol. Come sempre dormo pochissimo ma svegliarmi alle cinque e dare un’occhiata fuori dalla tenda significa godersi uno spettacolo da fiaba. Il sole non è ancora salito sopra l’orizzonte ma la luce è già forte. Sulla zona del raduno è scesa una coltre di nebbia bianchissima che non va oltre il metro da terra. Le case, le piante, le cime delle tende sbucano al disopra di questa specie di materasso come piccole isole. Siamo in pochi a goderci questa vista: io ed il gruppetto degli irriducibili bevitori ancora seduti col bicchiere in mano attorno al falò che ancora viene alimentato. Verso le nove, con il sole che splende nel cielo, siamo pronti a ripartire con un itinerario diverso: strade secondarie fino a Sciaffusa in Svizzera e poi autostrada fino a Zurigo. Attraversiamo il centro città e ci dirigiamo verso Chur ed il San Bernardino. Come per l’andata, in territorio italiano il traffico intenso è tutto nella direzione opposta e fra le auto costrette in lunghe code gli unici veicoli che ancora riescono a procedere sono le moto fra cui spiccano per numero le Ducati di ritorno dal raduno mondiale di Misano. Arrivo a casa in tempo per la cena: in 36 ore ho fatto 1.650 km, dormito tre ore, goduto quasi cinque ore di puro rock e soprattutto ritrovato vecchi amici e fatti alcuni nuovi che vorrei ritrovare il prossimo anno. Età permettendo, naturalmente…