Di marcodip
Cominciamo da lei.
Come molti di voi sanno Baghy è la mia 1200 Sport equipaggiata col bel motore quattrovalvole, quello famoso per il “buco” fino ai 4000 rpm, un paio di scarpe nuove nuove di Michelin Pilot Power, valige originali MG da 40L ciascuna e borsa da serbatoio.
Nelle capienti valige hanno trovato alloggio biancheria ed indumenti in una (comprese scarpe e abito per un matrimonio), materassino, sacchi a pelo, ciabatte e tenuta antipioggia, nell’altra.
Nella borsa da serbatoio tutta la cartografia, un libro, una bottiglia d’acqua, qualche oggettino di prima necessità e la macchina fotografica.
Sopra alle valige, la tenda.
Ecco come si presenta così equipaggiata:
La prima parte del viaggio è stata dedicata alla Toscana dove mi sono fermato a visitare San Giminiano, Monteriggioni e Montalcino.
Senza ombra di dubbio posso definire questa parte del viaggio, quella meditativa e sentimentale.
Dolci curve e colline dorate percorse in 4° marcia a 60km/h con solo il “punf, punf, punf” del motore a scandire il tempo, hanno lasciato molto spazio alla mente di divagare.
La zona delle Crete Senesi, tra Siena e Asciano. Più volte mi sono fermato in posti come questi per una quantità di tempo indefinita, anche solo per ammirare le spighe flettersi insieme mostrando il fronte della massa d’aria in movimento.
Mi sono commosso da tanta bellezza.
La Toscana mi ha anche regalato una nuova esperienza: un bel fuoristrada tutto curve e tornanti di 30km tra Asciano e Montalcino, il primo della mia carriera motociclistica.
Alla fine era conciata così. Io mi riproponevo in vivaci scale di rossi e bianchi.
Nei Pressi di Montalcino, ma proprio alle porte del Comune, ricomincia l’asfalto.
Da qui ho preso la cassia e sono arrivato fino a Roma, dove ho pernottato per 3 notti e ne ho approfittato per il 12° Raduno di AG “Aquile in Ciociaria”. Bello!
La seconda giornata Romana è andata dedicata ad un matrimonio, la terza al giro dei castelli Romani.
Il giorno successivo ripartenza, destinazione Norcia (o dintorni) via Gran Sasso con soste qua e la dove meritava.
Questa parte del viaggio è stata quella che definirei “avventurosa”: sempre, sempre, spemre, lungo strade meno che secondarie, nel bel mezzo del nulla. In questi giorni ho incontrato più mucche, cavalli e asini che macchine e esseri umani.
Le Cascate delle Marmore, davvero impressionanti per portata d’acqua e bellezza.
Grisciano, lungo una delle vie d’accesso principali al paesino. Una vecchia panda ci sarebbe passata a stento tanto era stretto questo passaggio.
Forca Canapine, con altro sterrato (questa volta non tortuoso e lungo come quello in Toscana ma meno compatto più difficile)
Qui comincia la parte del viaggio da “Smanettone”. Del resto punto alla Terra dei Mutùr.
Ancora stradine sperdute nel mezzo del nulla.
Punto al Passo della Calla e al Casentino.
Mai vista natura tanto verde (ma un verde esplosivo, energico), rigogliosa e fitta, mai sentito un fresco profumo di bosco tanto intenso.
Qui la strada era troppo bella per fermarsi a fare foto.
Doverosa la limata alle pedane e agli stivali.
Sorriso da ebete sotto il casco.
Ora si punta verso Comacchio per un giro nel delta del Po.
Per fortuna il tempo è clemente e mi regala un’intera giornata a 28°C secchi mitigati da una splendida brezza di mare.
Rettilineo di 5km (non finiva mai!) in mezzo a campi di girasole.
Uno degli ultimi ponti in legno sul delta del Po.
Qualche tratto di sterrato molto compatto e pianeggiante. In un punto informazioni c’è un ampio spiazzo e una scolaresca (Al 22 giugno?!? Bah, erano bambini in giro con lo scuolabus) sta aspettando di poter salire sul pullman.
Tutti i bambini udendo il rombo del possente bicilindrico e vedendo una così bella Guzzi in assetto da viaggio mi guardano affascinati.
Mi sento in dovere di dare un po’ di spettacolo: giù una marcia, in piedi sulle pedane, gas spalancato e via la frizione di botto, curvone a sinistra in piena derapata e uscita dal piazzale spazzolando a destra e sinistra col posteriore.
Sparisco in una nuvola di polvere.
Altro che Ducati Diavel!
Ok, ora posso anche dire che il tutto mi è riuscito a caso, io volevo solo fare un po’ di polvere, i numeri sono usciti nel tentativo di non cadere come un pirla.Bene, ora mancano 2 giorni al mio rientro e sono a Comacchio, il giro che avevo abbozzato prevedeva un diretto Cortina d’Ampezzo, percorrere tutto l’arco Alpino fino al P.sso del Maloja per poi rientrare su Milano.
Sono le 7.30, sto finendo di impacchettare tutto, butto un’occhio sulla tuta antipioggia e penso che forse è il caso di tenerla a portata di mano.
Do’ unocchiata alle previsioni meteo lassù e… bollino nero: diluvia a Cortina, sul passo Pordoi, ovunque. E non accenna a smettere almeno fino al giorno del mio rientro.
Che palle, dovrò inventarmi qualcosa.
Tempo 10 minuti, chiamo una mia cara amica che studia a Pisa per sapere cosa ha in programma nei prossimi giorni.
“Vieni a stare da me” è la sua risposta. E così è stato.
Da Ravenna a Pisa è un vero inferno: 34°C dalle 10 in poi, praticamente ho un phon gigante puntato addosso.
Solo il passo del Muraglione mi da una tregua dal caldo.
Tregua che decido di prolungare facendo su e giù per quella strada 3 volte: la prima in scioltezza (bello, ma chissà com’è a risalire dal lato toscano verso quello Romagnolo, proviamolo), la seconda volta tiracchiando e forzando un po’ le staccate (hummm, slurp! Ma che figata), la terza volta con orecchie a terra e motore mai sotto i 5000 rpm, ogni uscita di curva lo faccio ruggire bene fino agli 8000 rpm, una volta interviene anche il limitatore. Grattato il grattabile. Bei virgoloni neri sull’asfalto. Mi sono dovuto fermare tanto ridevo.
I giorni Pisani sono trascorsi faticosamente tra una sveglia tardi al mattino, colazioni in vicoli improbabili, pranzetti in piazza, aperitivi a gogo, cenette ignoranti sul lungo Arno e vagonate d’alchool a feste e festini universitari.
Triste, rientro a Milano ieri sera.
La moto si è comportata in maniera davvero ineccepibile, sempre. Anche con le gomme ora ho miglior feeling e riesco a fidarmi di più, ma ancora non siamo ai livellli delle metzeler M3.
Il consumo medio è stato di 20.3 km/l, ottimo direi.
Del motore non posso lamentarmi, va benone e più passano km, meglio va.
Quel “buco” non è malvaggio e onestamente mi piace: come diceva qualcuno poco fa non invita a tirare fin dalla minima rotazione del gas ma la coppia dsponibile in basso resta comunque tanta fin dai 2000 rpm, insomma il giusto per un’andatura turistica.
Oltre i 5000 è un’altra moto: pura libidine.
Le sospensioni vanno bene, specie il posteriore. Vorrei solo una forcella più frenata davanti.
Ciclisticamente è perfetta: non tradisce neanche nelle situazioni più estreme.
Il viaggio è andato stra-bene: al di là dei bei posti che ho scoprto e visitato, ovunque mi sono fermato ho conosciuto qualcuno con cui ho condviso una birra la sera, una colazione al mattino o anche solo una chiacchierata (tutta gente straniera).
C’è stato chi mi ha raccontato la sua vita e chi solo un episodio, ma ognuno mi ha raccontato una sua storia, ed io la mia
Sono propio contento!
Saluti a tutti,
Marco e Bagheera