di Franco Di Schiena “franguzz”
Era piu’ o meno la meta’ degli anni 70…io ero un bambino.
All’ epoca al mio paese la rete idrica non arrivava dappertutto,molte abitazioni avevano la cisterna ausiliaria dell’ acqua potabile che venivano rifornite da autobotti.
Queste venivano a caricare l’ acqua al pozzo di acqua sorgiva di mio zio, dove io andavo d’estate a dargli una mano.
Alle abitazioni del centro storico, le autobotti grosse non potevano arrivarci perche’ le strade erano (e sono) molto strette…a questo ci pensava un burbero omone sempre in tuta da meccanico, con due mani grosse cosi’, che con il suo Ercole cisternato, riusciva ad infilarsi dappertutto.
Un giorno, incuriosito da quel grosso treruote, gli chiesi di portarmi insieme a fare un “viaggio”, e una volta sistematomi nell’ angolo dell’ angusta cabina, l’ omone con una pedata ben assestata, mise in moto…
La spartana cabina con uno scossone inizio’ a vibrare paurosamente, amplificando il rombo del grosso monocilindrico…l’ odore della benzina quasi mi ubriacava, mentre il grosso volano ruotava minaccioso vicino ai miei piedi…lo stridio della frizione e il sibilo del cambio mi attanagliavano il cuore, mentre il “tunf – tunf” del monocilindrico (Falcone) messo sotto sforzo dal carico ( una ventina di quintali o forse piu’) mi rintronava nella testa.
Ci manco’ poco che gli chiedessi di farmi scendere… poi, invece, iniziai a tranquillizzarmi… la tecnica di guida ( l’ omone guidava maledettamente bene) inizio’ a incuriosirmi…
le vibrazioni, il frastuono, il rombo e gli stridii iniziarono ad amalgamarsi insieme creando un ritmo e un suono che ora pian piano risultava essere gradevole e naturale…iniziai a capire che quella era la voce della meccanica allo stato puro…e fu subito concerto, sinfonia…
Quel giorno nacque in me la passione per la Guzzi…grazie all’ Ercole!