di Fange
Chi non conosce il capo del reparto esperienze della MV Agusta al tempo di Giacomo Agostini,
il più grande campione che il motociclismo abbia mai avuto.
Arturo Magni era colui che metteva in mano al campionissimo le moto vincenti e non transigeva su nulla, le sue moto erano perfette. Le imbattibili MV 750 quattro cilindri della metà degli anni ’70 filavano a velocità massime nell’ordine dei 270 km/h ed il merito era in buona parte suo, del grande Magni. Chiusa la MV, Magni pensò che le moto se le poteva anche fare da solo, in casa, insieme ai suoi figli. Nacquero così le moto famose in tutto il modo: nacquero le MAGNI.
Siamo intorno alla fine degli anni ’70 ed Arturo si trova nella necessità di motorizzare le sue creature con dei motori di serie ed il primo ad essere utilizzato fu il motore dell’Honda 900 Bol d’or con il quale vengono realizzati due modelli la MH1 e la MH2 di cui vengono prodotti 300 esemplari. Nei primi anni 80 Magni si dedica ai bicilindrici BMW costruendo un apposito telaio. Dopo poco però la BMW smette la fornitura dei bicilindrici perchè impegnata nella produzione della serie K, ed è in questo momento che Magni entra in contatto con il mondo Guzzi. Comincia a costruire le sue moto intorno al bicilindrico mandelliano che di verve ne ha già parecchia di suo. La prima ed indimenticabile moto motorizzata Guzzi è la MAGNI LeMans. A questo modello negli anni sono succedute la Classico 1000 e la Arturo 1000, moto che hanno mantenuto lo stile cafè racer anni ’70 della capostipite. Nel 1989 è commercializzato un nuovo modello denominato “Sfida 1000” caratterizzato dalle linee tipiche delle moto italiane degli anni ’60, con il serbatoio realizzato a mano in alluminio.
Il pezzo forte di Arturo è il celeberrimo forcellone a parallelogrammo (brevetto Magni) che si sposa alla perfezione con la trasmissione a cardano della Guzzi. Anche i suoi telai, realizzati in tubi d’acciaio cromo-molibdeno e saldati a T.I.G., riescono a sfruttare al massimo la forma del motore creando veicoli compatti e maneggevoli. Nascono così degli autentici gioielli che agli antipodi del globo, dove le magni sono veri oggetti di culto, vengono usate così come sono nelle competizioni sportive mettendo a segno ottimi risultati. La attuale Magni Australia infatti trae il nome proprio dai successi ottenuti nelle competizioni dagli importatori australiani. Oggi i modelli di Magni sono moto che hanno risonanza a livello mondiale e sono la Magni Australia, che adotta il motore Guzzi a quattro valvole della Daytona, la già citata Magni Sfida e la Giappone 52, ultimo lavoro del maestro che l’ha realizzata su precisa richiesta dell’importatore giapponese, il quale vuole festeggiare in modo degno i 20 anni di collaborazione con Arturo. Il nome della moto è Giappone 52.
Per informazioni:
Magni s.r.l. V. Leonardo da Vinci, 331 21017 Samarate (VA)
tel. 0331/234544
mailto:magni@magni.it
www.magni.it