Trofeo Guzzi – Regolarità Moderne
di Federico “Toscano” Filandri
Avevo finito il mio quarto turno notturno al lavoro ma non ero assolutamente stanco. Era venerdi mattina e da li a poche ore sarei partito per intraprendere la mia prima avventura “agonistica”nel mondo dei motori come attore e non solo come spettatore.
La tappa di Adria di metà luglio sarebbe stata teatro del mio battesimo del fuoco. Non ero teso.
Sinceramente! Avevo solo tanta energia positiva che mi dava una carica incredibile.
Arrivo a casa e termino la preparazione dei bagagli ricontrollando per l’ennesima volta la lista delle cose da portare con me: casco, tuta, guanti, paraschiena, stivali (queste sono le cose fondamentali! ) ma anche vari ricambi di intimo (non si sa mai che faccia qualche lungo ed occorra cambiare le mutande) t-shirt, pantaloncini corti e tutto l’occorrente per l’igiene personale. Pronto anche il compressore, gli attrezzi (non serviranno certo i miei in quanto abbiamo meccanici veri nei box – a
proposito Enrico “meccanico Stagi” sei un grande!) tenda, materassino…e poi… e poi basta! Sono stufo e voglio partire!
Verso le 12:00 arriva Albylemans con il furgone affittato per l’occasione, carichiamo la moto vicino alla sua e tutto il resto dei bagagli. Nuovo rapido riassunto del materiale ed ovviamente avevamo dimenticato qualcosa: il paraschiena di Alberto. Andiamo a recuperarlo e siamo pronti per il viaggio.
Davidesport ci sta precedendo in autostrada, in quanto viaggiando con il carrello deve mantenere un’andatura più lenta rispetto alla nostra. Durante il viaggio si parla quasi esclusivamente del weekend che ci aspetta, e se anche ogni tanto cambiamo discorso, presto ritorniamo a riempire l’aria con le nostre aspettative ed i nostri propositi di ben figurare nella competizione.
Il viaggio è più lungo del previsto in quanto troviamo coda durante il tragitto milanese e bresciano, ma l’ottima compagnia mi permette di non accusare il fastidio ed anzi ne approfitto per tediare ulteriormente Albylemans con tutti i miei dubbi e curiosità. (forse il fastidio del viaggio lungo lo ha accusato più lui…) Giunti a Verona ci ricongiungiamo con chi ci precedeva ed io mosso da pietà lascio riposare un po’ il mio compagno di viaggio fino a quel punto per andare ad assillare il più
fresco e riposato Davide, che con rassegnazione soddisfa tutte le mie domande.
Poco prima del circuito Davide riceve la telefonata di Licio che lo informa dell’infortunio patito dal fratello (mi raccomando riprenditi in fretta!!!) e lo invita a sostenere con lui la gara di endurancecon il Bombardino 233! La risposta affermativa non tarda ad arrivare in quanto è per Davide fonte di un nuovo sprone a far bene (il terzo posto nonostante i problemi avuti durante la gara è più che meritato!). Sono contento per lui! Gli sforzi che deve sostenere tutte le volte che si allontana da casa
è giusto che vengano ricompensati!
Alla fine sono le 20 quando attraversiamo i cancelli del circuito. Mi sento un figo in quanto entrando comunichiamo al personale di servizio all’ingresso che siamo i piloti che dovranno gareggiare nel weekend. Probabilmente mi accontento di poco, ma io ho acquistato la mia prima moto solo sei anni fa e mai avrei pensato che un giorno anch’io avrei gareggiato in un circuito.
Arriviamo al box n°11 prenotato dai sempre efficienti Motoeuropa. Ad attenderci troviamo un nuovo amico Alessandro (ribisso, a cui và un grazie particolare per tutto l’aiuto che ci ha fornito nel box durante il weekend!) che con il suo 1100 sport corsa ci ha raggiunto per trascorrere con noi le prossime giornate. Scarichiamo il furgone e l’auto e ci sistemiamo nell’ampio box aspettando l’arrivo del resto del Trottalemme Team.
Piccola digressione. Prima di scrivere che faccio parte del Trottalemme ho ponderato molto la cosa. Poi però ho pensato alle parole di incoraggiamento ed ai consigli che Piero (Gasgas) mi ha elargito nei giorni scorsi, all’esperienze condivise nelle precedenti tappe di endurance con i Piloti ed il Meccanico Enrico (le maiuscole non sono messe per errore), con gli amici e le compagne del team ed allora anche se dalla porta di servizio mi sento di essere entrato a far parte di questo grande Gruppo. Chiusa la digressione.
Dicevamo…a si! Aspettavamo il resto del Team. Nel frattempo ci siamo dedicati alla cena ristoratrice e tra una parola e l’altra le zanzare che da quelle parti sono organizzate in stormi da caccia si cibavano tranquillamente della nostra linfa vitale ed anche litri di Autan spruzzati sui corpi non impedivano a quei simpaticissimi insetti di godere del loro pasto.
Alla spicciolata, in fine, sono giunti i restanti occupanti del box, che portandosi appresso una carica di simpatia considerevole ci hanno riconsegnato un po’ di energia che era venuta meno nel tempo.
Il caldo afoso faceva da contorno a tutto questo per cui si decise di dormire sulla pitlane del box, unica zona ventilata di tutto il circuito. Ci preparammo per il meritato riposo ed io non mi feci mancare un bel rimprovero da Davide (e per rimprovero vi garantisco che non ha detto “accipufperbaccolina che cosa sciocchina che hai fatto”) circa la rifinitura del mio numero di gara. (in effetti era veramente patetico ed inguardabile!).
Sveglia al mattino presto. Più che altro il Monza ed i Motoeuropa quando si muovono non sono propriamente silenziosi per cui la loro sveglia è coincisa con la mia.
Dovevamo ancora fare l’iscrizione alla gara, passare le verifiche tecniche ed io dovevo aspettare che aprisse lo stand di europlastucci per acquistare dei numeri per la gara degni di questo nome…
Verso le 7:30 eravamo già in coda davanti al box dove i commissari di gara avrebbero dato il nulla osta alle moto per gareggiare nelle varie categorie. Alle 9:00 sarei sceso in pista per il primo turno di prove libere e mi sembrava che il tempo fosse poco per fare ancora tutte quelle cose.
Alle 8 puntuale come un orlogio svizzero Antonio Idà (complimenti per tutto quello che fai per organizzare questi eventi) apre lo stand del MGWC e mi permette di iniziare la trafila burocratica che mi porterà all’autorizzazione a scendere in pista. Continuavo a non essere teso in ogni caso.
La moto era pronta. Io avevo infilato la mia tuta acquistata per l’occasione ed ero pronto a disegnare traiettorie degne di un Giotto. Sapevo che non dovevo esagerare all’inizio. Non conoscevo la pista, le gomme erano fredde ma quel che più contava non avevo esperienza! In ogni caso iniziate le
prove feci quel che potevo tra i cordoli, e non avendo un riferimento cronometrico mi ero convinto di aver girato in maniera sufficiente per i miei canoni.
Mi dava fastidio il non riuscire a toccare con le saponette per terra! Mi sforzavo di piegare portando il mio corpo fuori dalla sella ma non ci riuscivo. Nel secondo turno di prove libere riuscii a toccare con la punta degli stivali ma Davide mi fece notare che era per il semplice fatto che tenevo i piedi a papera! Tra l’altro non lesinò apprezzamenti sul mio impeccabile stile di guida: “sembri un legno sulla sella! Ti hanno messo un bastone su per il culo?” ma non lesinò neanche preziosissimi
consigli: “devi rilassarti maggiormente, scioglierti e pensare a divertirti” e “porta tutto quel culo fuori dalla sella che non è incollato li sopra! Non è possibile che guidi meglio in strada che in pista!”. Ad essere sincero trovo il modo burbero di Davide uno sprone continuo a migliorarmi. Sarà per il fatto che è stato lui ad insegnarmi ad andare in moto e non voglio deluderlo o per il fatto che se non do il massimo di me stesso nel fare le cose non trovo soddisfazione, ma cerco di ascoltare le parole di chi ha più esperienza di me.
La mattinata era ormai quasi passata ed ora mi aspettava il riscontro cronometrico delle prove del pomeriggio.
Il sole era alto nel cielo. La morsa del caldo torrido non allentava la sua presa e l’umidità nell’aria bagnava i corpi degli astanti. Si cercava negl’angoli ombrosi del box un refrigerio che non arrivava e le bottiglie d’acqua uscite dal frigorifero pochi minuti prima non contrastavano efficacemente l’arsura. In questa situazione surreale avrebbero avuto luogo le prime prove cronometrate. E pensare che dopo di noi avrebbero corso i piloti dell’endurance!
Si sono fatte le 14:10 ed io ero nuovamente pronto a scendere in pista. Dovevo fare bene. Ero in grado di farlo e maledetto me se non dimostravo a me stesso ed agli altri che potevo stare li a correre con loro!
Rettilinei affrontati a manetta, staccate al limite e curve tagliate con il bisturi… non toccavo ancora le saponette della tuta ma mi stavo impegnando. I piloti più veloci mi doppiavano ma non tutti e questo fatto mi rincuorava circa la bontà della mia prestazione.
Finito il turno esco dalla pista e dopo essermi tolto la tuta ormai pregna di sudore mi dirigo verso la direzione gara per visionare il mio risultato.
1’52.361 Ma vi rendete conto?!? Mi sono preso 19 secondi di distacco da Paolino Stagi che ha girato in 1’33.246 Ho fatto registrare il terzultimo tempo (e sarebbe il meno questo fatto) ma con un distacco siderale in una pista di 2,7 km! Mi sono reso conto di essere un chiodo piantato in una quercia! Se avessi preso una bicicletta sarei stato forse più veloce! Il caldo ormai non era più un problema. Un velo di depressione mi aveva avvolto e mi aveva fatto alienare dal contesto in cui mi trovavo. I rumori mi giungevano ovattati e le forze che fino a quel punto mi sostenevano avevano lasciato repentinamente le fibre del mio corpo. 1’52.361! Mamma mia che pena! E come ciliegina sulla torta la moto aveva iniziato a perdere olio. Che bel momento! La mia giornata di pista era finita e dopo una doccia ristoratrice tornavo alla mia solita veste di supporter.
La notte fù foriera di cambiamenti. Il caldo africano fu sostituito da più miti temperature createsi grazie ad un temporale sceso poco prima dell’alba. La pista in ogni caso non avrebbe avuto problemi nel garantire il grip in quanto l’asfalto aveva drenato bene l’acqua. La giornata si presentava serena ed era presente una leggera brezza che rinfrescava il corpo.
Gasgas mi aveva elargito, dall’alto della sua esperienza e bravura, alcuni consigli su come migliorare la guida e Davide insieme ad Alberto avevano completato l’opera di “indottrinamento”.
Ero carico per il secondo turno di prove cronometrate delle 11:05. Eccomi nuovamente sulla pitlane pronto ad entrare in pista. Bello carico e convinto dei miei mezzi cerco subito di mettere in atto i consigli ricevuti. Le pieghe tardano ancora ad arrivare ma mi sembra di essere più fluido e morbido nella percorrenza delle curve. Ad un certo punto sento il ginocchio sinistro sfiorare l’asfalto e l’istinto mi fa raddrizzare la moto. Ma ho toccato? Si! Ho toccato! Sono ancora più carico e alla curva successiva cerco nuovamente l’asfalto con il ginocchio. Lo trovo! Diavolo sto strisciando la saponetta lungo l’asfalto di una pista!!! Datemi del minchione ma devo confessarvi che sul rettilineo successivo ho urlato dentro il casco:” Siiiii!!!!! Sono un grande!!!!! Sono il miglioreeeeeee!!!!!” Mi rendo conto di essere un caso clinico da psichiatria ma vi garantisco che in quel momento mi sentivo un vero pilota al pari di Rossi. Terminai qualche minuto prima le prove in quanto non volevo sforzare troppo il motore e rientrai nel box.
Li feci la conoscenza di Daniele (SinSp ecc ecc) e al di la del fatto che dobbiamo ancora appurare chi dei due è affetto da Alzheimer giovanile devo dire che è una persona con un’empatia fuori dal comune! Sono molto felice di averlo incontrato (se per la prima volta o la seconda dipende da chi di noi due ha la patologia).
Dicevamo che rientrato ai box ero esaltato! Dissi e feci vedere a tutti che avevo strisciato con le saponette, sia destra che sinistra, e che ero andato molto bene! E tutti i presenti mi guardarono come si guarda un cerebroleso che è riuscito a mangiare da solo… Ma al di là di quello ero certo che il tempo si era abbassato. Alla fine il cronometro si fermò su 1’50.446 e quindicesimo posto in griglia di partenza. Si, ero migliorato, ma non come volevo. Sapevo che potevo fare meglio ed il fatto di
aver toccato le saponette mi aveva dato la sensazione di aver rotto un muro, di essere passato di categoria! E poi non potevo sfigurare con gli altri guzzisti del forum. E non con quelli di Torino.
Sai che palle sentire i loro sfottò ogni volta… Comunque, nonostante la delusione portata dall’impietoso riscontro cronometrico ero gasato e sicuro di me tanto che lanciai pubblicamente la sfida a Mauro (dido76) dicendogli che avrei fatto la gara su di lui e lo avrei passato! Lui si preoccupò solo del fatto che lo tamponassi a dire il vero… Certo che me lo sono andato a scegliere con il lanternino il mio obiettivo. Dido viaggiava con un tempo di ben 5’’ più veloce del mio! Guida preciso e costante e si vede bene quando è in pista; ma oramai era fatta e non potevo rimangiarmi tutto!
Arrivò finalmente il pomeriggio. A pranzo un panino veloce e poi a metter gli adesivi di Anima Guzzista sulla moto. Questa non perdeva più olio ed io lo presi come un segno del destino favorevole. Mancavano un paio d’ore alla partenza ed ora io sentivo la tensione. Mi ero chiuso in me stesso ed abbozzavo mezzi sorrisi a chi mi rivolgeva la parola. Controllavo i serraggi delle viti e dei bulloni e come una tigre in gabbia mi rigiravo dentro il box. Mentalmente cercavo di ripercorrere la pista e ricordavo dove passavano i piloti dell’endurance e della Griso cup in maniera tale da ricreare le loro traiettorie.
La vestizione fu più lunga del solito. Ogni cosa doveva essere perfetta in maniera tale da non dare fastidio alla guida ed ai movimenti. Stivali, paraschiena, guanti, casco, tutto controllato ed aggiustato alla perfezione. Un saluto di incoraggiamento con gli altri componenti del Team e poi salii sulla mia moto dentro il box e l’accesi. Ci eravamo già parlati nelle ore precedenti, e quindi non dovetti ripetere tutto quanto. Bastava solo prometterle che non l’avrei fatta cadere e che lei
sarebbe stata fiera di me. Abbassai la visiera e mi diressi verso la pista.
Giro di allineamento. Riguardavo le traiettorie e cercavo di scaldare un po’ le gomme come mi aveva insegnato Davide. Arrivai sulla griglia e cercai la mia casella. Eccola li la numero 15. Misi la mia moto dietro quella riga e mi guardai intorno. Vidi Dido76 e Chiaucese con i quali ci indirizzammo un in bocca al lupo. E poi a guardare i commisari di gara che stavano per dare il via al giro di warm-up. Ecco la bandiera sventolare e le moto partire ma con una velocità superiore al giro
precedente. Cavoli riuscirò a stargli dietro? Questi viaggiano come degli indemoniati. Due minuti scarsi ed ero di nuovo sulla griglia di partenza. La visiera era abbassata ed i rumori mi giungevano ovattati. La manopola dell’acceleratore girava facendo affluire benzina ai cilindri ed il battito cardiaco sembrava essersi adeguato a quel ritmo dei motori su di giri che precede le partenze. Ecco che si accende il semaforo rosso. “Dio mio sto per partire”. Si spegne! Via! Do gas a manetta e la moto mi sembra si alzi in prima marcia. Prima, seconda, terza e sono alla staccata in fondo al rettilineo. Siamo tutti li. Ho paura di far danno e tamponare qualcuno quindi cerco di tenermi dentro un margine di sicurezza. Dido mi è davanti. Non sono riuscito a passarlo alla partenza come volevo.
Devo stargli dietro e non mollarlo. Non so in che posizione sono ma vedo davanti a me altre quattro moto che lottano insieme per guadagnare posizioni. Il gruppetto è capitanato da un centauro giallo (complimenti per aver poi vinto la regolarità!). Ci sono Dido76, una breva 750 ed un V11 cafè sport.
Sono li davanti a me e Dio mio riesco a star con loro! Credo che il ritmo non sia altissimo, infatti non sto guidando benissimo ma tengo. Non mi interessa devo correre! Seconda, terza, quarta, quinta poi si deve staccare. Quarta, terza e via impostare la curva! Devo mettere il culo fuori dalla sella e trovare l’asfalto con il ginocchio. Lo trovo. Ecco ora sto guidando meglio. Devo ricordarmi mentalmente le marce per non sbagliare la percorrenza di curva. Riesco a passare la breva in uscita di curva ma l’ottimo pilota mi ripassa alla staccata succesiva. Non importa ora sto guidando bene ed è nuovamente il mio turno passare ma questa volta in staccata. Poi il motore con più cavalli mi da una mano a prendere un po’ di distanza. Almeno credo sia così in quanto non sono certo in grado di girarmi e vedere cosa è successo. Intanto il pilota con il V11 cafè è passato in testa al gruppetto e sembra prendere un po’ di vantaggio. Mauro battaglia con il centauro ma questi chiude bene le porte ed è difficile passare. In staccata mi rendo conto di chiudere il gas un po’ dopo i miei avversari, ma ho paura di tamponarli e quindi sono sempre titubante nelle entrate. Nonostante questo al tornantino che immette nella parte di pista non visibile dalle tribune riesco ad infilarmi all’interno del V11 di
Mauro ed a passarlo. Gli sono davanti devo spingere perché altrimenti mi ripassa subito! Ho il centauro nel mirino ma sento ancora il fiato sul collo di Dido che non mi molla un attimo! All’uscita dell’ultima curva prima del rettifilo finale riesco ad affiancarmi al centauro ma questi riesce a ripartire prima e rimane davanti a me. Con la coda dell’occhio vedo anche il V11 di Dido. “Gira questo cavolo di polso destro che non si rompe” mi dico e mentalmente riconto le marce. Terza, quarta, quinta, ecco la riga bianca dove staccare, quarta, “tienti lungo per prendere la corda meglio”, terza; il centauro ha staccato prima ora sono solo ad affrontare la curva, culo in fuori, ginocchio a terra e spingere con il braccio sinistro per evitare che si chiuda lo sterzo. Sono all’uscita dalla curva,
raddrizzo un po’ la moto e splanco il gas! Passato! Ora mi rimane il V11 cafè sport davanti e mancano solo 3 giri alla fine. Devo riprenderlo! Sembro riuscirci e nelle staccate mi avvicino a lui.
Siamo nella parte finale del circuito. Due curve a sinistra ed un ultima a destra che immette nel rettilineo del traguardo. L’altro pilota disegna molto bene le traiettorie delle curve a sinistra e non mi lascia davvero spiraglio. Ma devo passarlo. Non so cosa mi sia preso ma decisi di passarlo all’esterno dell’ultima curva. Si, io che al mattino avevo toccato le saponette per la prima volta avevo deciso di passare un pilota all’esterno di una curva. Un pazzo! Comunque lui come da copione disegna la sua traiettoria come da manuale mentre io allungo un po’ la staccata per avere poi una traiettoria “parallela” alla sua. Sono in terza. Devo far scorrere la moto. La saponetta di destra accarezza l’asfalto e la moto non si muove minimamente. Accelero deciso e Dio mio santissimo riesco a stare dentro la curva, a non cadere ed all’uscita di curva ad essere più veloce e passarlo! Ragazzi miei. Volevo quasi fermarmi per catturare in maniera indelebile quel momento nella mia testa. Ma la gara era ancora da finire e mancavano solamente 2 giri. “Tira Federico Tira” mi ripetevo. Ad un certo momento sul finire del 7 giro vedo la bandiera blu. Arrivano i primi. Non voglio disturbarli ma non voglio neanche che mi raggiungano gli altri piloti con i quali sono stato in bagarre fino a quel momento. Non è un problema Bonifacio e Paolino mi passano senza colpo ferire prima della penultima curva. Quando arrivo sul traguardo c’è la bandiera a scacchi che sventola! Certo che cavoli! Mi hanno doppiato e loro hanno fatto tutti e 8 i giri!!! Ma non importa. Sto provando una sensazione indescrivibile che mi fa volare. Lascio la moto con gambe e braccia e quasi perdo l’equilibrio come un pollo. Pensate se cadevo in quel momento…
Che emozioni! I commissari che sventolano le bandiere, il pubblico che applaude sugli spalti, le congratulazioni fra i piloti… meraviglioso!!!! Dovete provarlo per apire quello che sto cercando di trasmettervi. Alla fine nel parco chiuso ancora a congratularci l’un l’altro e a parlare degli episodi più salienti della gara. Saremmo solo dei dilettanti allo sbaraglio ma ci abbiamo messo la medesima intensità agonistica che ci mettono i professionisti. Tutti quanti!!!!!!! Dal primo all’ultimo siamo stati bravissimi!!!!!!!!!
Ringrazio con il più profondo del cuore tutti quanti! Tutto (e proprio tutto) il Trottalemme Team per quello che hanno fatto, Alessandro (ribisso) e Daniele (sinsp) per l’aiuto tecnico e di supporto, Mauro (Dido76) per essere stato mio complice nella gara (la rifacciamo a Magione vero?) e poi tutti gli altri che non nomino ma che sanno essere protagonisti di questo meraviglioso weekend!!!
GRAZIE DI CUORE