20 Marzo 2016, di Roxxana
Eran giorni di grande lavoro per i Minchioni suicid… spontaneamente offertisi per dare una spintarella al riavvio di AG dopo il trasloco della Presidenza.
Le moto s’impolveravano nei box, mentre ci si dividevano le missioni: tu vai in banca (levati il sottocasco), tu occupati delle poste (ho detto poste, non postine), quello scrive, l’altro esplora (no, non parlo del Tatuato), poi riunioni per scegliere, confrontare, decidere…. naufragate in fiumi di birre.
Ad un certo momento, con un sospiro di sollievo, tutto andava a posto: le sudatissime spille erano pronte, i tesseramenti potevano iniziare, le buste essere preparate e spedite.
Eppure, la sensazione che mancasse qualcosa era nell’aria.
Saltò su una scimmietta piccola a suggerire: “Perché non proponiamo, almeno a chi abita a Roma e dintorni, di trovarci e scambiarci le figu.. cioè, ritirare le tessere e le spille, o fare il tesseramento, in un punto per esempio…”
Saltò su una scimmia grossa, di taglia presidenziale direi, e capimmo cosa era che ci mancava: “In moto! Si organizza per chi vuole, di farci un giro, e.”
Dopo la “e” ci stavano i tre puntini, ma non c’era tempo di metterli: era tempo di spolverare le baracche bicilindriche, sfrattare pulci e ragnatele e mettere dietro quella “e”un programmino di pochi fronzoli e molta sostanza.
“Quando?” Domenica 20.
“Ma mancano pochi giorni”. Si fa il 20 marzo oppure tocca aspettare un mese.
Coro: “Si fa!”.
Buttiamola sul difficile: andiamo sulla neve (ma verranno almeno un paio di persone?)
L’alba del 20 vede una filza di ferracci -quelle moto che forse le fanno ancora- una diversa dall’altra, schierate sul piazzale (che il mondo c’invidia) della ex stazione di San Cesareo, sotto lo sguardo attonito degli astanti (questa l’ho letta sulla Treccani, mi piaceva e ce l’ho messa); e che ve lo dico a fare: sotto lo sguardo compiaciuto e compiacione del Presidente (l’Ardimentoso, il Porcherrimo, il Magnanimo) Vladimiro.
Ho visto cosi che i non-Guzzisti non saprebbero immaginarsi; antaralli in fiamme di fronte ai Bastioni di Orione (attenti alle rime, con Orione). Ma non divaghiamo.
C’era Nello, tutto compreso del suo ruolo di portatore sano di Ognibendiddio, con la sua Ford Guzzi modello Fiesta a due ruote (motrici).
Si era perfino materializzato il Tatuato, ormai dato per disperso in secula seCULOrvum (amen).
Non posso nominare tutti, ma posso nominare Titti; ce n’erano addirittura due.
E le Forze dell’Ordine dell’Illinois? Potevano mancare? Dato il breve preavviso, non sono riusciti ad arrivare dall’Illinois, ma hanno mandato un’auto dei Carabinieri (Goffredo, amici tuoi?) a dare un’occhiata, travestiti da Carabinieri; infatti nessuno li ha riconosciuti.
Quante righe ho scritto? Ma ancora non sono partiti? Tutto sto popò di chiacchiere e stanno ancora tutti lì sul piazzale, meno quelli che arrivano da un percorso alternativo?
Via, si va. Contrordine, dopo quattro/cinque chilometri di nuovo fermi al bar; “Ma no, il bar è lì per caso, ci siamo fermati per caricare una quintalata di pane, sennò Nello viaggia semivuoto.”
Via, via, si va! Manco sono le 10 ed ho già appetito di curve, di monti, di VRAAAMMM delle bicilindriche (per non parlare del contenuto della Nellomobile).
Un km, ed il Presidente (il Creativo, il Porcherrimo, il Manico) ferma la carovana, stavolta per fare la spesa di benzina, mentre dai caschi trapela un mugugno generale perché l’amata Casa Mandelliana ancora fa motocicli con la tecnologia obsoleta del motore a benzina.
Ma che è, una gita? Ma lo vogliamo cominciare, sto report?
Il fatto è che, dopo quest’ultima sosta, dopo pochi km di ordinata fila da pensionati gitanti, sono sparite case e pedoni, sono apparse le prime curve, e quei ragazzacci hanno commutato i trattori in motociclette e me li sono persi. Quasi tutti.
Mentre cominciavo a dubitare di dover accendere il navigatore ultimo modello Tom Tont (quello -per intenderci- che cerca il primo passante e domanda “scusi, per andare dove devo andare,” ecc), si materializza un angiolone su Guzzi (modello rosso*) che mi scorta, mi guida, si perde con me, chiede ad un altro angiolone su Guzzi (modello grigio*) con Go-Pro, finchè ritroviamo un gruppone fermo al pascolo ad aspettar mansueto che si ricompatti la truppa. Tanto, sicuro sono ultima.
Contrordine. Manca qualcuno. Per esempio, il Presidente; ma chi? Il Magnifico, il Porcherrimo, il Fantasioso? Proprio lui. Ma non guidava lui il gruppo?
E lì, nessuno si spiega come abbia fatto a smaterializzarsi dalla testa dell’ardito manipolo e materializzarsi poco dopo in coda, dichiarando di essersi fermato per accertarsi che non sbagliassimo il bivio, ed ammonendo i discepoli di non far parola al mondo di codesto suo miracolo. Infatti, io non vi ho detto niente.
Ultimo tratto, su su fino al rifugio, che bello, si comincia a sentire frescura ed appare la prima neve ai lati del nastro di asfalto. Curve al sole, curve nel bosco, varianti senza e con brecciolino malefico (dove mi esibivo in passaggi al rallentatore), e finalmente ecco la mèta, la lochescion, l’Hic Manebimvs Optime; e piantala, si chiama solo rifugio! Una cinquantina di metri in fuoristrada, si parcheggia, e via cercar legna accendere il fuoco, montare tavoli ed imbandirli, spuntano perfino le bandiere di Anima Guzzista, ed è un tripudio di boccioni di acqua, vino, prosecco, birra del Birrificio Casa Fange, salami, caciocavallo, misteriosi vassoi di alluminio ben impacchettati, bottigliette sospette (queste son per dopo) e -siori e siore-
il pane di Lariano già pronto in fette,
e due intere porchette
e noi con le forchette
o con le mani
ne riempimmo piatti e gavette
Scusate, ma la parte mangereccia era una poesia; sul fuoco, Peppone abbrustoliva una generosa fetta di caciocavallo infilzata su ramo di legno, Ticcio sfoderava uova e padellino e con fine ingegno cucinava flambè.
Arrivati al dolce, scoperchiatura dei vassoi misteriosi e si leva un “OOOHHHH!!!!!” e quando vedrete la foto, capirete anche il perché.
Nei momenti in cui le ganasce e i gargarozzi non sono impegnati con pietanze e beveraggi, si conversa tra “Carramba che sorpresa dopo vent’anni…”(pochi mesi che non ci si vede in moto, sono percepiti automaticamente come 20 anni); “Ciao io sono…” (aiuto, è il nick del forum il nome vero o uno pseudonimo uso Social network?); “Ti ricordi quella volta…”(sto con le orecchie tese, io me le sono perse tutte, “quelle volte”, fino a poco fa: devo fare ripetizioni).
Il sole ed una temperatura insolitamente mite hanno incorniciato la giornata, lasciando solo un simulacro dei campi innevati che ci aspettavamo di trovare, quanto basta a farci da frigo naturale per le bevande.
Ancora un po’ da lavorare da Presidente per Vladimiro (il Sorprendente, il Porcherrimo, il Generoso), che accoglie nuovi Soci Sostenitori ed un paio di conversioni da Ordinari a Sostenitori (ma prima, si sono confessati?).
Quando si arriva ai saluti, ho bell’e capito che i prossimi “vent’anni che non ci si vede” saranno più brevi dei precedenti.
Ah, ho capito anche un’altra cosa; quei cosi, lì, che non si sa se li fanno ancora, a Mandello, si dico le vecchie carriole (nei vari modelli Guzzi rosso, grigio, nero, giallo, verde*) servono a fare anche di queste cose, e le fanno egregiamente, perfino in ottima armonia con le bmw e honda che erano nel gruppo, in un riuscito mix Guzzista/Braticolaro.
Ah, immagino che qualcuno la farà, la domanda, almeno per i prossimi appuntamenti: “C’è figa?” Ma sai che non lo so?
Arrivederci da Roxxana
* le Guzzi sono tutte uguali; come i Guzzisti. Si riescono parzialmente a distinguere per via dei colori, sistema empirico ed inattendibile, ma tant’è.
Foto di GuzziTopo e Michele Bindi