Mozzarelle: il mio primo Incontro di Primavera
lunedi sera
Finalmente davanti al garage di casa. Sono un po’ frastornato ma felice. Mi viene spontaneo accarezzare la mia Tragamillas, nata a Mandello del Lario. Non so bene perchè ma sono particolarmente emozionato. Anche questa volta, dopo 2600km in cinque giorni, mi ha riportato a casa senza alcun tentennamento. Nonostante che si potrebbe di certo trattarla meglio, lavandola per esempio di tanto in tanto. Questa volta nemmeno l’averla sdraiata dentro un pozzone l’ha offesa.
Che spettacolo di moto, con ancora adosso il fango del Cilento. Stiamo insieme da tre anni e un po’ di km li abbiamo macinati. O meglio, ingoiati. Dalla Slovenia a Tarifa, da Collenberg a Paestum, quanti bei ricordi. Letteralmente tragamillas significa “ingoia miglia” ed è un titolo suggeritomi nel forum dei guzzisti spagnoli. Mi ha sempre riportato a casa senza alcun problema. Dopo la scivoltata sul Gran San Bernardo mi ha giusto rimproverato per la freccia rotta e per le ammaccature su parafango e paramotore. Grazie, grazie, grazie. Ti voglio bene. :love:
Comincio a svuotare le valige. Il devastatore alcolico mi fa sorridere. È il cimelio di quest’avventura. Lo osservo e mi torna alla mente il sabato sera quando Vladimiro mi bisbiglia “Silvano, vieni che ti mostro una cosa”. E la cosa era Dooan che trafficava con questo aggeggio verde, rovesciandoci dentro il contenuto di bottiglie a me sconosciute. Questa miscela segreta verrà sparata a 200bar in tutta una serie di bocche aperte, sabato sera dopo cena. Lo ripongo tra la Bellagio ed il Cali. Chissà che non lo si possa riutilizzare quest’anno, magari a Mandello a settembre.
giovedi
ore 5:00, siamo pronti. Infilo i tappi nelle orecchie, infilo l’antipioggia e … il borsello dove lo metto? tutto nel bauletto che così non si bagna. Partiamo io e la mia Tragamillas, nella pioggia, nel buio. Mi aspettano mille km per il nostro primissimo Incontro di primavera di Anima Guzzista. Finalmente. Dopo averle regalato un bel servizio per i suoi 100mila km, l’avevo già approntata per la bella stagione, togliendo tutto l’allestimento invernale. Poi, viste le previsioni meteo, mi sono affrettato a rimontare le protezioni per i piedi che avevo previsto di ultimare in autunno. Martedi ho verniciato di fretta i telaietti e montato i deflettori in versione provvisoria. Almeno i piedi resteranno asciutti, si spera.
Pioggia fitta, poco traffico, comicia ad albeggiare. Passiamo la frontiera e arriviamo al primo casello dopo Como. Comincio a togliermi i nuovissimi sopra guanti, poi i guanti, recuperare il borsello che avevo riposto nel bauletto … ma non faccio in tempo, la macchinetta sputa fuori un mancato pagamento, ma vaff. Secondo casello prima di Milano, stessa cosa. Qui sento una vocina lontana ma ho il casco e i tappi … mi avvicino all’apparecchio … “c’è qualche problema?” … “c’è qualche problema?” … “che problema c’è?”. Parte una serie di impropri non proprio eleganti che evito di riportare qui. Ma il tizio dev’essersi fatto una bella risata, almeno spero. In Italia i motociclisti non solo devono pagare come le auto ma devono pure rispettare le stesse tempistiche di fermata. Che nervoso. Dopo Milano smette di piovere. Mi scappa l’occhio alla mano sinistra. Il copriguanto nuovissimo acquistato lunedi è sfondato, aperto in due. Ma vaff. :arrabbiato:
L’incontro di primavera. Finalmente. Per questioni di distanze sempre considerevoli, ma sopra tutto perchè le festività italiane non combaciano mai con quelle svizzere, non avevo mai partecipato. La voglia c’era, anche perchè leggere i vari resoconti fa sempre venir voglia. Ecco perchè mi sono deciso a ultimare questi rotoli del mar morto. Pure quest’anno ero fortemente indeciso. Mille km. Prendersi due giorni di libero. La svolta è stata la richiesta di musicisti per la GLBB. Mi sono quindi attivato per liberarmi questi due giorni e poter essere sul posto già al giovedi sera.
Prima sosta benzina approfittando del traffico bloccato causa autocarro rovesciato su tre corsie. Dopo Bologna mi fermo per il puntello con i Tatiani. Dopo 4 ore di viaggio in solitaria è bello vederli. Sono passate da poco le 9:00. Sono riuscito ad essere puntuale viaggiando senza alcun orologio (la batteria dell’orologio messo sul manubrio è morta pochi giorni or sono e la speranza che il navigatore mostrasse l’ora è stata delusa). Che bello rivedere facce amiche, l’aggregazione inizia qui. Carthago arriva a breve. Enrico Guzzirock invece non sarà dei nostri. Peccato, sarebbe stato un bell’aiuto il sabato sera per la performance della GLBB che resta per me un’incognita totale. Tolto l’antipioggia, si prosegue per Cesena e poi per Perugia dove ci aspetta il gruppetto dei toscani. Qualche scroscio d’acqua.
Passiamo Terni e prima di Rieti ci dedichiamo alla porchetta. Poi verso Avezzano dove incontriamo Vins che si mette a disposizione per un cambio gomma. Arriva anche Nello e si parte tutti insieme verso Cassino. Cassino. È la prima volta che passo da queste parti e la vista di Montecassino mi colpisce parecchio.
Dopo Salerno in autostrada si fa buio e ci si disperde … ci fermiamo ad aspettare prima dell’uscita di Battipaglia. Beh, devo ammettere che non sono abituato ad una tale anarchia sulle strade. Ma non sono l’unico a preoccuparsi. Carthago: “SI MA TOGLIAMOCI DA QUI CHE È PERICOLOSO !!”. Beh, ha ragione ma il problema è dove mettersi. Aspettiamo e aspettiamo ma nulla. Alle 21:30 arriviamo al campeggio. Molliamo tutto al bungalow e ci dirigiamo prontamente al ristorante, che la fame è tanta.
I primi che incontro sono Angelspyke e Dooan. Ritroviamo poi anche tutti i dispersi. Saremo poco meno di una trentina e si riesce a salutare tutti i presenti, conosciuti e non ancora. È stata una lunga giornata e dormirò come un ghiro.
venerdi mattina
Dopo una veloce colazione ci prepariamo a partire verso il ritrovo a Cava de’ Tirreni. Dooan mi convince a togliere le borse laterali che le strade son strette e io mi immagino stradine larghe un metro e poco più. Lascio le laterali al bungalow. Parto con un gruppetto che si ferma subito a benzinare. Io preferisco farlo a Cava. Mi apparto e noto che non sono l’unico in attesa. Mi avvicino a questa brevina rossa. Credo di conoscere indirettamente la guzzista in questione. Saluto. “Ciao, sono Scurzon, tu sei Roxxana, vero?”. Me lo conferma. Ci siamo incrociati due anni or sono durante le giornate del documentario di “Laurie Moto Club”, il sabato quando facemmo il giro dei caseifici della Val Taleggio senza però conoscerci direttamente. Anche lei si ricorda di me. Come spesso avviene durante gli incontri, vedi più gente nuova di quella con cui riesci realmente a fare conoscenza. Ma successivamente capita di leggere loro interventi sul forum piuttosto che sulla pagina di fèisbùc. Poi ad eventi successivi diventa facile suggellare la conoscenza. Così, di volta in volta, riesco a conoscere sempre più gente del giro.
Arriviamo a Cava ma non troviamo al prima colpo il luogo di ritrovo. Basteranno un paio di chiamate per arrivare al posto giusto. Qui si comincia a essere in tanti e presentarsi a tutti diventa più difficile anche perchè vecchi amici che si ritrovano sono impegnati in discussioni intense. Devo benzinare e mi unisco a un gruppetto che deve fare lo stesso. Torniamo e la moto dispersione è già iniziata, non c’è più nessuno e quindi ci avviamo pure noi.
La costiera amalfitana è uno spettacolo, sia per gli occhi che per la gioia di guidare. Peccato solo per il traffico. Cioè, io tolgo le borse laterali e qua circolano i torpedoni? La prossima volta che ci vengo me la faccio pure io in pulman, così, tanto per divertirmi a osservare dall’alto la gente che va in escandescenza, quando per incrociarsi, questi bestioni ci mettono ogni volta 5 minuti buoni, e sono decine e decine. E se oggi è venerdi non oso immaginare cosa succede alla domenica in alta stagione.
Facciamo una breve sosta e in seguito ci fermiamo a ?? (boh). Ammetto che non mi son preparato nulla. Nemmeno al camping sarei riuscito ad arrivare da solo. Ho il brutto vizio di segnarmi giusto la località di destinazione. E sono quindi obbligato ogni volta a seguire qualcuno che mi porti a destinazione. E se mi disperdo seguo il navigatore. Liquido un paio di telefonate di lavoro.
Dopo la sosta si sale e c’ho voglia di dare un po’ di gas. Risalgo il gruppo fino a trovarmi dietro al LesPans di Vladimiro. Beh, lui non si può passarlo, va troppo veloce! E poi il Cali mi è già andato via dietro un paio di volte su questo asfalto umido della costa. Asfalto che non conosco, bagnato e forse pure spruzzato di salsedine. Meglio andare tranquilli.
Non mi ricordo più dove avvenne il seguente scambio di opinioni. Lo colloco qui. È una costante. Questa volta è con Guzzitopo. “Che è ‘sta X sul cupolino?”. “Non è una X, è la croce svizzera”. “Ma è storta!”. “In piega, in curva è giusta”. Peccato non aver fatto una foto alla sua espressione. Eh, il linguaggio non verbale, una potenza! Lo scambio di parole è finito. Potrei tradurre la sua espressione in “ma che minchia dici”? Va sempre a finire così. Eppure io ci credo, hahaha.
venerdi pranzo
Arriviamo a Gragnano. Alle facce già conosciute si aggiungono alcune già viste e altre che no. Diventa complicato e c’è il solito dilemma: presentarsi col proprio nome o col nickname del forum? (sento la voce di Califoggiano che suggerisce la seconda ma a me viene sempre la prima). Ora siamo in tanti e una cosa che mi piace da matti è sentire tutte queste parlate d’Italia. Bellissimo. Sardi, Romagnoli, Toscani, Romani, ecc. E qui nasce il solito problema che d’istinto mi verrebbe di imitare gli interlocutori. Riesco ad astenermi, anche perchè si potrebbe equivocare pensando che sia una sorta di presa in giro. Parla come mangi che è meglio, va. Ma non è ancora il momento culinario. Prima c’è un po’ di burocrazia.
Consegna dello scarico di responsabilità: fatto. C’è però un po’ di confusione per la consegna dei gadget. Il tizio coi baffetti a cui ho consegnato il formulario mi sembra un po’ confuso sul da farsi. Infatti se ne esce con “oh ragazzi, ma che devo fa’?”. Bon, per la maglietta ripasserò dopo. Esco a fumare e arriva una faccia già vista. Io: “Ciao, ti ho già visto ma non so più dove”. Lui: “Ci siamo visti a Mandello”. Pensa e ripensa ma non mi viene proprio in mente. Io a Mandello ci andrò almeno una decina di volte l’anno e ogni volta si conosce gente nuova. Difficile. Boh. Conosco finalmente di persona personalmente Zivas, abituale frequentatore del meglissimo topic del forum (il topic dei topic, quello dedicato alla Bellagio, quello che non siamo nemmeno capaci a contarci ma vabbè, questa è un altra storia).
Rientro e comunicano che le magliette verranno consegnate personalmente a tavola. Ottima idea. Si mangia (se magna) e qua devo aprire una parentesi. Oh, tutto sempre molto buono e qua nessuno ha potuto dire di essere andato via con la fame, no di certo. Ma vogliamo parlare della mozzarella? Cioè, io ‘na roba così era la prima volta. Già mi aveva sconvolto ieri sera. La conferma qui. Miiii, che robba. Spaziale !! Tornerei in zona solo per la mozzarella !!
Qualcuno mi cerca? Ovviamente non posso certo pretendere che si sappia pronunciare correttamente il mio cognome nordico. Gli è però che ci metto un attimo a capire che qualcuno mi sta cercando. Arriva la mia maglietta, fico. A questo gadget ci tengo molto e sarò orgoglioso di indossarla nei prossimi anni. Purché la taglia sia giusta. Avevo richiesto una XL. Verifichiamo l’etichetta. C’è scritto XL, ma la X è apposta a mano !! boh. Che è, uno scherzo? Un gombloddo?
Segnalo la cosa ma le XL sono finite. Partono le supposizioni: “magari avevano finito le etichette”. In ogni caso le XL sono finite. Beh, proviamo una XXL. No, è veramente troppo grande e la mia presunta finta XL un po’ piccola. Sono imbarazzato. Mi resta il dubbio che sia una candid camera e in ogni caso non voglio passare per rompiballe che qua si stanno facendo in quattro per gestire tutto l’evento, tra scarico di responsabilità, conta dei presenti e consegne magliette. Mi rendo però conto che la cosa viene presa a cuore con grande serietà. Torno al tavolo e riporto gli eventi. Nello si propone di confrontare con la sua di XL, una volta tornati al campeggio. Wow, volentierissimo !!
Il tizio incrociato fuori prima ora si aggira con un cannone … fotografico (che avete capito?) e mi scatta un clic. Mandello, certo. Uinterparti. Lui è Pask. Okkei !! Qualche neurone ancora funziona, bene. Dopo mangiato ho notato che pure qua saltano fuori smartphone manco piovesse. Come da noi. D’altronde non posso negare che è pure una mia abitudine. Solo che qui sono all’estero, roaming dati disattivato e telefonate ridotte al minimo. Qualche giorno di disintossicamento fa sempre bene.
venerdi pomeriggio
Al momento di ripartire dopo le abbondanti e buonissime libagioni inizia a piovere, di modo che, nell’indecisione generale, la moto dispersione avviene ancora prima di partire. Infiliamo l’antipioggia e stiamo per avviarci ma c’è un nuovo problema.
Il cali di Dooan ha pensato bene di rigurgitare tutto l’olio su due piani di rampe, da fare in discesa. Fuori ci aspetta una stradina erta e scivolosa. Facciamo poche centinaia di metri e c’è un gruppo fermo. Qualcuno è scivoltato rompendo la leva del freno anteriore. Spunta il sole e ci si toglie l’antipioggia. La leva verrà sistemata in qualche modo presso un’officina poco più avanti.
Nessuna idea di dove si stia andando. Le idee erano variegate. Chi andava a Pompei. Chi tornava dalla stessa costiera. Boh, io seguo quelli davanti e non chiedetemi dove siamo.
Seguono vari km e varie soste. Scene di sorpassi improbabili. Colonna che sale, auto che scendono e mi vedo un California che tenta un sorpasso improbabile. Per fortuna l’auto in discesa si ferma per tempo e non succede nulla. Ci si dirige verso un bel paesino (?) ubicato in alto. Arriviamo ad un parcheggio. Mi scappa l’occhio ad un cartello “Solo per auto”. Sono già presenti molte moto, o meglio molte Guzzi. Tutti posteggiano. Bon, emuliamo, cos’altro dovrei fare? 😕
Saliamo a piedi in una stupenda piazza, ma i nostri compagni sono già spariti, introvabili. Per contro è già presente un altro gruppo comodamente seduto ad un tavolino esterno. Ci aggreghiamo. In seguito loro vanno e noi ci si gode l’aria fresca. Si parla di domani. È presente Benjs che ci spiega che si farà sosta al suo paese, Magliano Vetere. Bene. Fisso a mente questo nome. Inizia a piovere. Scattiamo in piedi come molle e ci dirigiamo alle moto. E qui ci aspetta una poliziotta inviperita che comincia a minacciare multe a iosa dato che non abbiamo pagato, che il parcheggio è solo per le auto, “è pure vostra la moto svizzera?”. “Ehm, si, è la mia”. La mette giù pesante, ma la mia impellenza è di non bagnarmi e mi dirigo alla moto e lascio i miei compagni a parlamentare. E riescono a quietare la poliziotta. Mi viene in mente Benigni in Johnny Stecchino quando racconta “Se vai a Palermo, non rubare le banane !!”. Così io potrò dire “ Se vai a …, non posteggiare la moto nei parcheggi per auto !!”.
Si è fatto un po’ tardi e si deve tornare alla base. Non siamo proprio a due passi. Il rientro al buio è garantito. Mi ritrovo dietro a Califoggiano e a Carthago. Non devo perderli per nessun motivo. E meno male che il Fabio viaggia col Florida e quindi riesco a stargli attaccato nonostante l’asfalto bagnato. Però ci perdiamo Carthago. Torneremo al campeggio tutti sani e salvi pronti per la seconda serata in bella compagnia. :fiesta:
sabato mattina
Oggi danno acqua. Si certo, pure ieri. Ma oggi di più. Rimonto le valige laterali che tornano sempre utili quando si tratta di mettere e togliere e rimettere l’antipioggia. Anche l’ombrello, vah.
Oggi dovremo pure provare con la GLBB, che con la mancanza di Enrico e con Beppe semi-infortunato dopo un litigio con una vespa non è che sono molto tranquillo. Nelle settimane precedenti c’è stato un ricco scambio di messaggi, sia di posta elettronica che su uadsàpp, dove alcune cose son state chiarite ma altre per niente.
Dover suonare e cantare pezzi mai fatti oltre tutto con musicisti conosciuti sul posto è per me una prima assoluta. Ma con le prove previste alle 16:00 sistemeremo tutto. Partiamo per Magliano Vetere. Belle strade in mezzo ai boschi che mi ricordano un po’ quelle di casa mia. A Magliano ci attende un ricco buffet di buonissimi prodotti locali che verrà divorato senza pietà. Alla partenza segue l’abituale moto dispersione.
un po’ di fanghi
Mi trovo in un gruppo. Riconosco alcuni ma numerosi altri non ho alcuna idea di chi possano essere. Ad una svolta ci infiliamo in una stradina che mi suggerisce pure il mio navigatore. In senso inverso spuntano, credo, in tre e riconosco orsobruno con la Bellagio. Mi vien da ridere, “ma questi da dove arrivano?”, ah già, la moto dispersione !! Poco più avanti il gruppo si ferma. Inizia un tratto di sterrato. Che famo? Si dibatte un attimo. A me non sembrano esserci problemi. Terra solida mista a pietrame medio fino. E chessarà mai, noi c’abbiamo le Guzzi !! E spavaldo parto in tromba.
Vado vado vado ma noto negli specchietti che nessuno segue. Ops, speriamo bene. La strada peggiora. Buche, pozze, avvallamenti e sempre più fango. Rallento sempre più. Dietro nessuno. Avanti piano piano che il dietro scivola che è un piacere. Ora è solo fango e pozze. Dietro nessuno. Piano piano piano. Uh, laggiù c’è la strada asfaltata, evvai!! Ehm, resta un solo ostacolo, la pozza più larga fino a qui. Larga come tutta la stradina. Passo a destra o a sinistra? mmm, sinistra va. Piano ma neanche troppo, vai, piano, dai che ci siamo … MA NOOO, CHE FAI? SPLASCH !!!
Mi rebalto nella pozza e non so nemmeno io come ho fatto a restare in piedi. Con un incredibile acrobazia sono saltato col piede destro nella pozza riuscendo ad atterrare col sinistro fuori dalla stessa, in piedi. Lei invece no. Lei è sdraiata in giù e meno male che stamane ho rimesso le valige laterali. La spengo e analizzo la situazione. Saranno un buon 20cm di acqua e non mi capacito di avere ancora i piedi asciutti. E ora come faccio a tirarla su da solo senza entrare nella pozza? E se poi dovessero comunque arrivare gli altri e mi trovano così? No dai, che figura di emme!! Ci provo dalle forcelle … e, non so nemmeno io come, ma con la forza della disperazione ci riesco. La rimetto in verticale e la porto più avanti, sull’asfalto, giusto in tempo per sentire il tanto amato rombo bicilindrico. Arrivano tutti ma è un cinema. Sembrano le montagne russe con tutti questi caschi che fanno su e giù. E poi una si stende. Andrei ad aiutare ma sono troppo distante. Qualcuno riesce a prestare soccorso.
E non posso crederci, è lei. Dopo averla stesa io stesso al Calincontro eridico vengo qua e chi si stende? La Pandora. E fortuna che non le si è aperta la zattera di emergenza che porta sulla schiena. Alla fine nessuna conseguenza, tutti sani e salvi. Analizzo i miei danni. I miei deflettori con 4 giorni di vita sono tutti piegati. Li raddrizzo alla meno peggio. Arriviamo infine al ristorante dove ci aspettano altre buonissime ed abbondanti specialità locali, inframezzate da interessanti intrattenimenti musicali.
Sono fuori ad osservare nuovamente le conseguenze del fuoristrada di prima. Si avvicina uno e chiede del cuscino che uso da un anno. Ne parliamo un momento e poi se ne va. Vado ad osservare il suo Cali e leggo “Ledcloud”. Ma vaff. Uno di quelli che scrive regolarmente nel topic del Cali. Avrei avuto piacere ci conoscessimo. Non riuscirò più a ribeccarlo.
Intanto si aggira il tatuato. Sta cercando una vite per non mi ricordo più cosa. Con autentico spirito samaritano: “Una vite? non c’è problema”. Sfilo la borsa con il materiale per le riparazioni, buttato in valigia alla partenza senza controllare. È la borsa che preparai l’anno scorso prima di partire per la Spagna in solitaria e so bene che c’è pure una scatoletta di viti e dadi vari. Fil di ferro, nastro adesivo, fusibili, … Ma dove cavolo le ho messe? Tolgo la sella: attrezzi, guanti … ma niente viti. “Scusa, ero convinto di averle con me”. Una settimana dopo, togliendo la sella alla Bellagio scopro che la scatoletta con l’assortimento di viti stava lì.
sabato pomeriggio
Ci si appresta a ripartire. Nuovamente non si capisce bene chi farà cosa, tra giri lunghi, brevi e ritorno diretto al campeggio. Le prove, abbiamo le prove, decido di puntare Vladimiro (ma imposto comunque il navigatore su strada più veloce per Paestum). Mi distraggo un momento. Cazzo, dov’è Vladimiro? sparito, ma come? un attimo fa era qui? Parto e arrivo in cima al salitone. Nessuno. Dove saranno andati? destra o sinistra? Il navigatore suggerisce di svoltare a sinistra (mmm, sinistra come il passaggio del pozzone). Parto. Sono solo, fantastico (ironico). Poco dopo mi passa Iroshidairi e mi accodo. A un bivio lui rallenta, pare voglia svoltare. Io seguo le indicazioni del navigatore e mi faccio qualche km di curve in questi boschi stupendi. Poi, dopo un paesino, a un incrocio vedo Nello fermo ad aspettare. Chi stia aspettando non lo so, ma come mi vede parte pure lui. Sono di nuovo in un gruppo, che comprende pure Dooan e Vladimiro. Benissimo.
Incrociamo un po’ di auto che biluxano (svizzerismo; biluxare in italiano corrisponderebbe a slampeggiare). Poco più giù su un tratto rettilineo c’è un incidente che deve aver fatto un gran botto. Dev’essere appena accaduto. Passiamo oltre. Incrociamo una macchina dei carabbinieri.
Poi un autentico diluvio ci obbliga ad una sosta. Ci facciamo un caffè, aspettando che il peggio passi. Arriva anche Iroshidairi. È ormai più che chiaro che le prove saranno in forte ritardo.
Piove ancora ma è diminuito. Si decide di partire. Ci infiliamo per la millesima volta l’antipioggia.
Vladimiro si lamenta. Ha l’impressione che i pantaloni gli vadano stretti. Ci voltiamo tutti. Sembra indossare dei leggins, super attillati. Si guarda la Titti. Sembra essersi infilata in un sacco della monnezza, di quelli da 110 litri. Hahahaha. Beh, poco male, basta riscambiarsi gli indumenti. Sempre meglio che Mauldinamica che, partito per il Galles in pieno inverno e tentando di infilarsi i pantaloni da pioggia sul suolo britannico, si rende conto che invece dei suoi pantaloni si è portato quelli di sua moglie, che più su delle ginocchia non riesce ad infilarli.
Arriviamo al campeggio e tutti spariscono. Doccia e cambio d’abiti, recupero tutto l’occorrente per suonare e sono pronto per la serata. Incrocio Nello che mi invita a sistemare la questione della maglietta. Confrontiamo la sua XL con la mia presunta XL. La mia è più piccola, a conferma che è una L. Ce le scambiamo. Ho finalmente la mia tanto desiderata XL. Grazie mille Nello !! Ti lovvo !!
prove?
Quella buon’anima di Beppe ci porta a destinazione. Entriamo. Ciro è già sul posto, pronto a tutto. Nicola col basso si sta scaldando le dita con fraseggi che fanno capire subito di che pasta è fatto il ragazzo. Toni si scalda le labbra. Cerco la mia chitarra. Uh, una Blade. Wow, non posso crederci. Si sono premurati di mettermi a disposizione addirittura una chitarra svizzera. Davvero incredibile l’attenzione nei dettagli. Sono stupito. Con Beppe iniziamo a collegare e a settare le chitarre. Manca Walter però. Walter, la buonanima che si è offerto di fare la batteria, lui che è un chitarrista. Ma batteristi non ce n’erano proprio e lui si è messo a disposizione. Ma non c’è.
Arriva Walter e si mette a provare la bellissima chitarra semiacustica di Beppe e ci suona un po’ di Pino Daniele. Wow, bravissimo! Mancano ancora i leggii, ma ci siamo tutti. La GLBB @ Paestum 2016 è tutta presente. Proviamo? eh no. Mancano le bacchette per la batteria. Allora facciamo almeno un rapido controllo degli appunti che ognuno si è fatto. Le tonalità coincidono? Si, si, si, si, si, no. Come no? “eh, a me (anonimo) ha detto che questa la facciamo in mi”. “A noi ha scritto che la facciamo in re”. Bon, tagliamo.
Arrivano i leggii. Arrivano le bacchette. Il locale si già riempito parecchio. Minchia. Dai, proviamone almeno una. Io con tutta ‘sta agitazione, i km, le mozzarelle, la pozza … insomma, mi pescano proprio un pezzo che mi sono proposto di cantare ma che non avevo mai fatto e viene … no, non viene proprio! ci riproviamo ma è evidente che siamo in troppi ad avere troppi dubbi su di un pezzo forse troppo complesso per questa situazione. Si mangia, a tavola!! Si cena ma c’è un po’ di preoccupazione. Non siamo riusciti a provare nulla. Personalmente capisco che la cosa migliore da fare è darsi all’alcool e che vada come vada.
È ora di suonare. Ci guardiamo con attenzione ed i primi pezzi scorrono via. Pian piano ci sciogliamo e alla fine ne esce qualcosa di meraviglioso. C’è chi si mette a ballare. Vladimiro è un po’ in difficoltà con la voce. Maelganis canta una Stuck in the middle molto timida ma si rifarà poi con una Sympathy for the devil strepitosa. Il secondo microfono è attorniato da folletti ululanti … il delirio. Bello. Breve ma intenso.
Finito di suonare molta gente è già andata via. Mi unisco al gruppo rimasto e non mi tiro indietro ogni volta che il devastatore alcolico passa innondando le varie bocche aperte. Quanto ridere!! Poi ci scopano fuori e rientriamo al campeggio dove ci si riunisce per un po’ di ulteriore delirio. Qui faccio conoscenza con il famoso sciupafemmine di cui ho letto più volte in passato.
Le discussioni ormai sono un delirio unico e si piange dal ridere. Facciamo un baccano pazzesco. Meno male che al campeggio SIAMO SOLO NOI. Mi impegno con lo sciupafemmine che consumo a tazzine, tante tazzine, fino a rendermi conto che non ce la faccio più. Dooan si propone di accompagnarmi al bungalow, ma tra i due non si capisce chi barcolla meno … Barcollo ma non mollo e arrivo sano e salvo al bungalow. Quando mi metto orrizontale sono le quattro. Minchia, domani sarà dura.
domenica
7:30, sento qualche rumore. 7:45, Carthago mi saluta. Rientrerà con Beppetitanium. Ancora qualche minuto e mi alzo. Nonostante tutto mi sento abbastanza bene. Il mio ritorno è pianificato in due giorni. Lunedi in Svizzera è di festa (pentecoste) e ci casca a pennello. Stasera sarò ospite di amici in Toscana.
Ticcio aveva proposto per il ritorno l’idea di visitare Montecassino e l’idea mi era piaciuta troppo, anche se allunga il percorso. Ma tanto ho tutto il giorno e alle 9:00 io sono pronto per partire.
Per vari motivi si partirà molto più tardi. Siamo un gruppetto di quattro. Pandora, Barbara, Ticcio ed io. C’è però chi desidera fare ancora una breve visita alla zona archeologica, ok. Arrivati al posteggio, assistiamo a uno scivolone della moto più alta, causata dal fango accumulatosi in questi giorni di pioggia. Giù come un sacco di patate. E così siamo in 3 su 4 ad essere andati per terra in questi giorni. Arrivano anche Antocave e la Pina, che hanno deciso di fermarsi un giorno in più. Ma bravi, fate proprio bene!
Autostrada, comincia a piovere. ci fermiamo sotto un viadotto per infilare l’antipioggia. Passano alcune guzzi strombettando il loro saluto. All’autogrill seguente ci fermiamo e in un attimo spuntano varie facce conosciute. Fin qua non siamo mica andati molto lontani. Ne approfittiamo per mangiare qualcosa.
Ripartiamo. Ticcio mi lascia interdetto, con una soluzione anti pioggia mai vista. Roba che svolazza da tutte le parti. A un certo punto sparisce. Il navigatore mi rende sempre più chiaro che non arriverò mai per tempo in Toscana. Non avanza nemmeno il tempo per un salto a Montecassino. Il Ticcio non si vede. Rallento. Prima dell’uscita per Cassino mi fermo. Arrivano Pandora e Barbara. Pare che Ticcio abbia perso roba per strada. Uhm, che strano però! Quando finalmente riappare saluto la compagnia e punto verso Roma.
Spalanco il gas. Ora che sono solo posso tenere una velocità di crociera più alta. In lontananza intravedo un mezzo che mi pare conosciuto. Noto pure uno strano carico sul bauletto. Sono i vladimiri, che passo strombazzando. Almeno una volta ho passato il LesPans. Devo benzinare. Mi fermo e mi si affiancano proprio loro, i Vladimiri. Lo strano carico sul bauletto risulta essere mozzarella! No dai, siete troppo avanti! Ultima sigaretta, ultima chiacchierata, ultime risate in compagnia e via. Viaggio bene fino a destinazione, dove mi attendono amici in barca.
lunedi
Al mattino mi dirigo a La Spezia per fare la Cisa. Prima di Aulla mi becco un bel temporale ma è roba da 5 min. Mi godo la Cisa che faccio in tutta tranquillità. Mi fermo sul passo sperando di poter mangiare qualcosa. Niente, tutto chiuso. Rendo omaggio al SIC e continuo. Mi fermo a Noceto dove mi faccio una focaccia al crudo e opto per continuare per statali.
Una cosa che ho imparato ad apprezzare tornando dall’Andalusia l’anno scorso è proprio il prendersela comoda al ritorno, senza fretta, allungando il piacere del viaggio, il piacere del tornare a casa. Il piacere di ripensare ai giorni appena passati.
Il meteo è dalla mia. Arrivo a Lodi, che nemmeno sapevo esistesse. Fino a qui ho viaggiato veramente bene, ma ora arriva Milano e poi la frontiera. Il navigatore mi dice che con l’autostrada sarò a casa un ora prima. Bene. Sono le 17 passate da un po’ e mi decido per l’autostrada. Al casello prelevo il biglietto e … 10 (dieci) metri dopo tutto è bloccato!! Santa polenta, com’è possibile? Si avanza a singhiozzi per Milano. I tabelloni danno 2 km di colonne a Chiasso. Ma vaff. Non avevo pensato a tutti gli Svizzeri che rientrano dal lungo fine settimana e l’orario non è certo il massimo, sono le 17:30.
Cambio percorso e vado per Varese. Traffico molto intenso ma almeno si viaggia. Passo la dogana e già mi sento a casa. Alzo lo sguardo e al Monte Generoso, qualche km più su, diluvia. Ma vaff. Ultima sosta per infilare l’antipioggia.
Finalmente davanti al garage di casa. Sono un po’ frastornato ma felice. Come ogni volta, sembra di aver fatto un sogno. Viaggiare in moto è come sognare. Sono stato in zone d’Italia che non avevo mai visto. Mi sono divertito ed ho avuto l’ennesima conferma che Anima Guzzista è una famiglia allargata di gran simpaticoni nonché burloni, anzichenò.
Nei giorni seguenti sarò una specie di bradipo dopo una tempesta tropicale. Rincoglionito più che mai. Ci metterò qualche giorno a rimettermi.
Mi rendo conto che ho fatto pochissime foto. Ma per fortuna la condivisione delle foto altrui compensa questa mia mancanza.
Un grazie di cuore a tutti i partecipanti ma sopra tutto agli organizzatori. È stato bellissimo.
Grazie Anima Guzzista, grazie a voi tutti e alla prossima. Già, perchè ogni volta che si torna a casa già si incomincia il count-down per la prossima. A presto quindi !!
Scurzon