Testo e foto di Vladimiro Corbari e Titti Palagi
La giornata promette bene con un bel cielo blu e temperatura mite. Inforchiamo la moto e partiamo in direzione Campagnano. L’autodromo di Vallelunga ci attende per le gare di moto Vintage e non vediamo l’ora di ritrovare quelle splendide brutte facce di chi ancora si ostina a correre in pista con delle obsolete, vecchie, meravigliose Guzzi.
Ci accoglie la consueta distesa di gazebi e camper dei vari team. L’occhio si sofferma istintivamente sulle bandiere o striscioni dove campeggia l’aquila di Mandello, non sono molte ma vedere una Griso 4v o un “teste tonde” in versione gara fa sempre il suo effetto e in un attimo ci troviamo catapultati nel mondo delle preparazioni: per l’accensione ho messo… Devo trovare i carburatori Keihin… Il telaio, col motore nuovo, flette troppo. Ci devo saldare dei fazzoletti di rinforzo sul canotto…
Rumori molesti e fastidiosi coprono, d’un tratto, le conversazioni e sembra di essere tornati agli anni ’70 quando il due tempi dominava le gare. Incredibilmente piccole, fumose e rabbiose sono proprio loro: TZ, Rotax, BSR… velocissime in rettilineo e fulmini nelle curve. Mi stupisco sempre di come queste piccole 250/350 possano camminare così tanto e con tempi di tutto rispetto (il vincitore ha il suo giro veloce in 1’51!) tanto da essere in grado di dare la “paga” alle ben più potenti 1000 4t dell’epoca che gareggeranno più tardi nell’Endurance.
Il mattino si dipana tra caffè al bar e visite ai box per “toccare con mano” le moto dei nostri piloti. La mitica 27 di Beppe Braga, la 24 Anka Guzzi di Andrea Ancarani, la “66” di Francesco Alberini, la “70” di Andrea Taricco tutte moto praticamente normali mentre ad essere straordinari sono i loro rispettivi piloti. Animati da una grande passione, con tanta voglia di divertirsi e di misurarsi in pista, in fin dei conti, sono loro i veri protagonisti di questa storia. Magari con un piccolo van noleggiato da stipare fino all’inverosimile con le moto, gli attrezzi, qualche ricambio e i bagagli per poi cibarsi centinaia di chilometri pur di esserci, senza contare che dopo la gara si rimonta tutto e si guida fino a casa per arrivare a notte fonda. Passione allo stato puro.
Ma veniamo alle gare. La prima, dove si cimentano i bicilindrici di Mandello, è la Vintage 500 – Vintage Guzzi.
Qui, i nostri Andrea Freddi, col secondo tempo alla partenza, continua la tradizione di famiglia (è il figlio d Roberto della concessionaria Moretti) visto che il padre si è preso un anno “sabbatico” per rinnovare la concessionaria dopo la scomparsa della mamma Lidia Moretti indimenticabile figura del mondo guzzista.
Al quinto posto Andrea Ancarani con la sua Anka Guzzi e al sesto posto in griglia una vecchia conoscenza, Piero Gasgas Mombello, che continua a lamentarsi per qualche acciacco dovuto all’età ma è sempre lì a dare il… gas! Mentre nelle retrovie naviga (si può dire parlando di moto?) l’inossidabile Beppe Braga col suo v35 “più veloce del mondo” tra una selva di 1100 e mille, senza contare le honda four, ducati e yamaha. Ricordiamo che la “Vintage” è una gara di regolarità e non vince chi arriva primo al traguardo, soddisfazione personale a parte, ma chi gira con tempi il più possibile uguali o con meno scarto.
All’arrivo, infatti, il v35 si classificherà quarto mentre Anka sarà appena alle sue spalle. Piero, meno costante, arriverà decimo. Purtroppo, per una scivolata, si deve ritirare Freddi mentre viaggiava nelle prime posizioni.
Arriviamo così alla Gentelman Cup (altra gara di regolarità) dove Francesco Alberini, nono in partenza e Andrea Taricco col quattordicesimo tempo si confrontano con una selva di di agguerritissime Guzzi, qualche Ducati e Triumph. La gara è concitata e i ritmi dei piloti, davvero eterogenei, rendono la gara davvero divertente con tantissimi sorpassi. Francesco, forse col pensiero alla gara di Endurance che avrebbe corso dopo, non forza il ritmo e mantiene la posizione fino alla fine mentre Andrea, regolarissimo, si guadagna un buon ottavo posto.
Alle 15.25 parte, finalmente l’endurance per i 500 chilometri previsti, che tradotti in giri fanno ben 122 tornate.
Le moto in gara sono le più disparate: da quella dell’appassionato preparata con gli amici a quella professionale e competitivissima cosa che si capisce “al volo” guardando i relativi mezzi di appoggio a disposizione. Si va da chi dorme in tenda, piccolo camper o furgone fino al motorhome e bilico con tanto di officina per il trasporto delle moto.
La partenza, stile LeMans, è sempre emozionante con i piloti che attraversano la pista correndo e in un attimo, il rombo assordante dei motori accompagna le moto che sfrecciano verso il curvone dei Cimini.
Questa si che è una gara di velocità ma anche di durata per arrivare fino in fondo con i piloti che si danno il turno (due o tre secondo i team) e rifornimenti volanti nelle soste ai box previste. Chi arriva primo, vince.
Già nelle prove si vede subito che due moto hanno un altro passo. I team Taurus, con una Suzuki veramente potente ed affidabile, guidata da Cantalupo-Caprara-Lenoci e Ari.Cas.Co, con un ducatone spettacolare, guidato da Arioni-Contiglioni-Arioni vanno come il vento. Oltre che bravi i piloti le moto sono veramente a punto e conquistano la prima e seconda piazza sulla griglia.
Al terzo posto la Guzzi di una vecchia conoscenza, Paolo Ruzza di Sora, che con il team Biker’s Island schiera tre piloti con una grande esperenza, Samuele Sardi-Oreste Zaccarelli-Claudio Petrassi (quest’ultimo con licenza Anima Guzzista), velocissimi e stratosferici quando la pista comincerà a bagnarsi verso fine gara.
Gareggia, inoltre il team Trottalemme con Mombello Piero-Forlati Fabio-Alberini Francesco (ancora loro! Quanta passione ragazzi!) in 21 posizione di griglia. Da sottolineare che Forlati e Alberini sono piloti con licenza AG.
Purtroppo si ritireranno al 65 giro.
Ma andiamo con ordine. La gara durerà circa 4 ore e più che guardare il singolo giro o “quel” sorpasso” quel che conta è girare costantemente e veloci. Sardi fa la partenza ma subito si capisce che sarà dura. I primi girano costantemente un paio di secondi in meno.
La classifica dopo due ore vede i “nostri” al quarto posto con 2 giri di ritardo, superati anche dalla suzuki di ADS 117 Racing e dalla Honda del team Segale CLA mentre, complice un problema alla moto, la Ducati precipita al 20mo posto.
Zaccarelli, Petrassi e Sardi si alternano alla guida ma rimontare è difficile per le tante moto da sorpassare che rendono il ritmo altalenante.
A circa 33 giri dalla fine il colpo di scena. Il sole che aveva inondato Vallelunga era stato coperto già da un po’ da nuovoloni neri che ora cominciano a far cadere le prime gocce di pioggia. Entra Zaccarelli e mentre tutti alzano il ritmo per evitare scivolate con la pista che si inumidisce Oreste tiene il gas spalancato! E sono tre quattro fino a quindici secondi a giro guadagnati! Che spettacolo! Nel frattempo la Honda Segale è rimasta attardata e viaggia in 13ma posizione mentre la Guzzona, che riesce a passare la suzuki ADS 117, si trova ora in seconda posizione con un solo giro di ritardo.
Viene esposta la bandiera di pista bagnata e qualche moto cade sull’asfalto ormai scivoloso di acqua e olio delle tante rotture e solo la moto del Biker’s Island mantiene un ritmo indiavolato come se fosse asciutto. Mi piace pensare che fossero gli unici in grado di fare dei tempi così ma, più verosimilmente, i piloti suzuki, in testa (dalla partenza!) hanno calato il ritmo per evitare sorprese, visto l’asfalto infido amministrando, con calma ed esperienza, il vantaggio acquisito.
E’ ora dell’ultimo cambio a 23 giri dalla fine ed entra Petrassi (meglio noto come CP) che partendo dai box per il cambio viene bloccato dei commissari per l’entrata i pista della safety car a causa pioggia. Lo stop dura praticamente un giro fino al passaggio dell’auto quando gli viene permesso di rientrare. Tutto il tempo recuperato è perso! Ma non si demorde e nonostante qualche crampo all’avambraccio prosegue con gli stessi tempi di Zaccarelli con il divario che si riduce giro dopo giro.
Il secondo posto sembra ormai cosa fatta quando al giro N° 108, in pieno recupero (poco meno di un giro di distacco) alla curva del semaforo Claudio scivola (e dietro a lui, abbiamo saputo poi, altre due moto). Ma la scarica d’adrenalina e la voglia di arrivare in fondo sono grandi e rialzata subito la moto riparte… ma è proprio ora che viene esposta la bandiera rossa di fine gara (oltre il 75% di giri effettuati).
Una grande gara della Suzuki guidata da Cantalupo-Caprara-Lenoci del team Taurus in testa dall’inizio alla fine e splendida la Guzzi Biker’s Island di Paolo Ruzza guidata da tre veri manici giunta seconda alla sua prima uscita.
Chissà senza la safety car come sarebbe andata…
Assistiamo alle premiazioni e scattiamo le ultime foto di rito prima di ripartire lasciandoci alle spalle l’autodromo ormai vuoto.
Per strada, verso casa, qualche goccia di pioggia cade ancora e sorrido mentre alleggerisco un pochino il gas… l’importante è arrivare in fondo, no?