COME DIVENTI (ANIMA) GUZZISTA
Io la mia Guzzi non l’ho ereditata,
non era già nel garage di nonno, papà o qualche amico o dentro ai miei sogni.
Almeno non prima di averla vista dal vivo quando decisi di comprarla 4 anni fa.
So però che desidero essere un motociclista fin da quando ero un bambino, a sei sette anni
due miei cugini li ammiravo sempre sulle loro moto o con un gesso al braccio (rotto in moto),
con loro la domenica si guardava il motomondiale:
Kenny Roberts, Gresini, Chili, Criville, Cadalora, Doohan,…
La mia famiglia era contraria e la mia prima moto
l’ho potuta comprare con i miei soldi a 25 anni, una bmw K100RS dell’87.
Era la moto del fotografo di cui ero assistente a quel tempo.
Me ne innamorai standoci seduto dietro quando, dopo averla caricata con un intero
studio fotografico, andavamo in giro per Palermo o per la Sicilia a lavorare.
Fu il pagamento che ricevetti nel 2007 per aver fatto da assistente alla realizzazione
della riproduzione delle opere per il catalogo della Galleria D’Arte Moderna di Palermo.
Bukowski racconta che il riconoscimento arrivò tardi, e lui lo identifica con i suoi 50 anni
e la possibilità di acquistare una bmw nera.
Io avevo la metà dei suoi anni, la moto era bianca e aveva la metà delle sue ruote…
mi sentivo realizzato.
12 anni di matrimonio, poi la crisi, poi le crisi…
in preda a capriccio e sotto l’effetto di un certo criterio meccanico/estetico e la passione per i carburatori
comprai una Kawasaki z400 del ’76… bellina ma piccola e pochi cavalli
rispetto ai 100 della K e alla robustezza di movimento e di carico che mi aveva plasmato.
Con alcuni altri amici concordiamo che la ‘vera moto’ debba essere bicilindrica e a carburatori…
Venduta la Kawasaki comincia la ricerca… che non dura molto fino a identificare la Guzzi come candidata perfetta…
teste tonde teste quadre, anni ’70 anni ’80… nuda carenata…
finisce che mi innamoro di quella ‘sbagliata’… 🙂
Non voglio perdermi in tecnicismi ma fidatevi, e comunque vorrei che questo racconto tirasse fuori più umanità
che ferro e bulloni e problemi.
Il punto e il titolo di questo post non è ‘come possiedi/compri una Guzzi’
ma come ‘diventi Guzzista’. Ovviamente sono cosciente del fatto che ci sono migliaia di modi per giungerci, Ci tenevo semplicemente
a condividere il mio, sottolineando che ritengo si possa essere ‘motociclisti’ anche
senza guidare/possedere una moto (questioni filosoficosentimentali, ma non perdiamoci…)
Insomma mi metto in sella a questa Guzzi SP2 del 1985, 23mila km fatti da un solo proprietario,
moto in stato di grazia e documenti originali conservati da sempre e una colorazione che mi piace moltissimo.
Comprata in marzo, per il mio compleanno che cade in maggio si decide con la mia ex compagna
di fare un viaggio in moto.
Si opta per la costiera Amalfitana e facendo delle ricerche su internet
viene fuori che (DESTINO? IRONIA DELLA SORTE? BOH)
un’associazione chiamata Anima Guzzista fa il suo incontro di primavera proprio li e nei giorni
del mio compleanno…
Io non ho mai frequentato o amato gruppi di motociclisti, due o tre rider al massimo, nessun ‘monomarchismo’ ma solo
il piacere di far km, curve, raggiungere e attraversare luoghi che riempiono il cuore… e la panza.
Ci diciamo… mah proviamo, mal che vada ci rendiamo autonomi, mica dobbiamo stare per forza con loro…
bene! quindi ci si iscrive e si attende con trepidazione la partenza!
A Cava dei Tirreni eravamo arrivati al punto d’incontro prima di tutti gli altri, tanto che non ero neanche sicuro fosse
quello il posto giusto.
Dopo di noi arrivò da Bari un motociclista con una Lemans rossa, bellissima e lui molto simpatico sembrava venuto
fuori da uno di quei fumetti di Joe Bar.
La sua presenza ci conferma di essere nel posto giusto.
Iniziano ad arrivare anche altre moto ma una mi colpisce: somiglia alla mia, ma è scura,
mi si parcheggia accanto, la donna (Titti) smonta e l’energumeno canuto alla guida, con un unico movimento perfettamente controllato,
smonta e mette in cavalletto la sua moto
(io per fare la stessa cosa davo la sensazione di un portatore egiziano con il proprio masso da spostare verso la piramide…).
Leggo il fianchetto: uno strano ‘collage’ combina la scritta SP con Lemans, LeSPans…
Che matti penso! E saluto l’energumeno, Vladimiro che si mostra subito cordiale e mi fa i complimenti per la moto.
Si parte da li e comincio a fare strada con Anima Guzzista. Conosco un gruppo eterogeneo ma estremamente familiare, mi piace l’atmosfera e lo spirito
anche perchè a maglie larghe, ti permette di ‘allungare’ o di essere abbracciato e nutrito.
E’ una famiglia e io i km con loro li faccio anche oggi,
quando da giorni penso di scrivere questo post ai 1000km fatti in città con la mia Guzzi per far consegne a domicilio durante la quarantena,
ricordandomi di quando li feci un’estate decidendo all’ultimo minuto di raggiungere altre Anime in Abruzzo, quando a sera in garage mi viene voglia
di stappare una birra, quando penso che a chiamarmi ‘l’uomo con l’SP’ fu proprio Vladimiro, il Presidente e padre/fratello che non ho mai avuto
e che non vedo l’ora di riabbracciare.
Ora so che sono un Guzzista, ne so il perchè.
La mia moto ‘sbagliata’ sta godendo delle mie attenzioni e del mio progetto, per farla diventare esattamente ciò
che lei vuol essere per me.
Nel frattempo, tra una modifica e una lubrificata, facciamo strada e superiamo luoghi e difficoltà, penso a questa famiglia, a quando la riabbraccerò,
al regalo che mi ha fatto permettendomi un rivolgimento umano che non credevo avrei mai trovato.
ENNAMO!