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Come sono diventato Guzzista: Ivano Calò

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Come sono diventato guzzista?
Era il 1974 ed avevo solo 14 anni. Mio padre aveva una Beta camoscio 50, mentre nel garage di fianco al nostro c’era un ragazzo a cui avevano appena regalato una Guzzi 50 dingo Gt rosso granata quindi, solo per riflesso, ammiravo quella moto che per me, vista l’età, poteva essere solo un sogno, ma quel marchio rappresentava già la mia passione.
Ricordo che noi ragazzi andavamo a fare dei giri in moto, ma spesso io rimanevo a piedi e lui con una corda legata alla sua mi trainava dandomi così un passaggio fino a casa. Da lì è scattata la molla che quel marchio, in un prossimo futuro, sarebbe stata la mia moto con una cilindrata maggiore.
Feci subito il salto a 21 anni con una Nevada 750, grande moto ma con un piccolo difetto: non aveva alcuna strumentazione di livello della benzina ma solo una spia, e se si bruciava la lampadina finivi per rimanere a piedi per strada come tanti anni prima. In una di quelle “occasioni” mi recai dal concessionario di Torino per comprare una lampadina ed il titolare, “grande Guzzista” mi segnalò l’occasione di provare una nuova Guzzi, a mia disposizione per tutto il giorno. Rimasi impressionato da una Breva 1100 e feci il gran passo di aumentare la cilindrata e di prendere questa stupenda moto turistica, di una comodità infinita.
Nel frattempo mi appassionai di moto d’epoca e sempre lo stesso concessionario, che era passato a vendere marchi tedeschi per una logica di mercato, aveva all’interno del suo magazzino tanti pezzi storici di moto ferme che non aspettavano altro che uscire di lì ed essere ancora ammirate al loro passaggio per strada.
Tra di loro vi era un raro Falcone 500 civile del 1974 (di cui a Mandello ne fecero solo 2873 pezzi), una delle ultime da esportazione nel mercato americano, con telaio nero e serbatoio rosso vinaccia. Proprio del ’74, anno del mio primo incontro con la Guzzi… non era un caso… e non fu difficile decidere di darle una possibilità di uscire dal letargo.
Oltre a questa moto anni dopo trovai per caso la “moto del prete” il Galletto 192 dell’anno 1955 e me la comprai.
Ora, tutte le volte che vado in garage per avviare le vecchiette queste ti fanno sentire il battito del loro cuore che pulsa, mentre la più giovane ti trasmette tutta la sua potenza.
Finisco con un messaggio per lasciare spazio ad altri appassionati come me: “ll solo amore per una Guzzi è poesia ma il saperlo esprimere con parole è arte”.
Un caro saluto a tutti i Guzzisti ed a tutti i motociclisti e Vespisti. (altra mia passione, ma questa è un’altra storia..).
Il prossimo anno è il nostro centenario, ci meritiamo una grande festa vero? Un lampeggio.