Come son diventato guzzista. Fui giovane, e dal vespino decisi di passare ad una moto. Lessi di giornali e guardai di foto, ma non ci capivo nulla e siccome i soldi erano pochissimi e non potevo comprare niente più di un trecentocinquanta cc, mi orientai su un V35. Fu la prima motocicletta. È che quando al concessionario andai per vederla, accanto ce ne era una simile, bassotta uguale ma più muscolosa, molto più muscolosa, era una mille e mi ricordo ancora quanto mi affascinò. Poi un Ducati 350 XL, ma era troppo veloce, anche se a quei tempi mi andava bene visto che avevo poco sale in zucca. Poi finito il militare, dove avevo visto una SP Marlboro di proprietà di un maresciallo, mi misi alla ricerca di un usato economico, e lo trovai, e godevo davvero ogni volta che la guardavo o la portavo. E iniziai a girare per l’Europa. Poi ne arrivò un altra che ci accompagnò, me e la mia signora, per ogni dove, sia in giratine di poche ore, sia in viaggi di più di venti giorni. Ma arrivò alla fine, e trovandomi con un poco più di soldi, visto che la Guzzi produceva solo la California, optai per un BMW 1150 RS, pensavo che sarebbe stata perfetta. Ricordo ancora quanto piacere provai dopo sei mesi e seimila chilometri, quando inforcati la California EV Touring che avevo barattato con la BMW quasi alla pari, mi parve di essere di nuovo a casa dopo un assenza interminabile e infelice. Ne vennero altre dopo, di Guzzi, e adesso c’è una Brevona 1100. Che dire, quando porto uno di quegli ammassi di ferro godo.