Di Sergio Sorci
Premessa
Certamente con queste righe non potrò far capire le meravigliose sensazioni che ho provato in questo viaggio, perché i colori, gli odori, i sorrisi della gente non si possono descrivere, ma anche per mia memoria non posso esimermi da descrivere in grandi linee questo viaggio.
Erano mesi che lo preparavo, ne parlavo con gli amici, cercavo notizie su internet, scrivevo a motociclisti che già avevano fatto questo percorso e avevo preparato una cartella con una infinità di notizie, appunti, indirizzi e quant’altro pensavo mi potesse essere utile. Per quanto riguarda eventuali compagni di viaggio, gli amici con cui uscivo in moto per giri giornalieri non potevano venire per vari motivi. Non potevo non dirlo a Mauro, amico da sempre e motociclista momentaneamente fuori servizio ma considerando che questo raid lo avrebbe portato lontano per molti giorni ho preferito parlarne con Anna (sua moglie) la quale ha, da parte sua, acconsentito lasciando a lui la decisione finale. A questo punto lo chiamo e gli propongo il mio progetto, lui mi risponde che la cosa si può fare purchè ad organizzare il tutto sia io perché momentaneamente è molto impegnato. Dopo qualche giorno, navigando su internet, intercetto Armando un ragazzo dell’Aquila trasferito per lavoro a Bolzano il quale saputo del viaggio ed essendo anche lui possessore di una Moto Guzzi Nevada IE come la mia, si entusiasma e si propone come terzo viaggiatore. La cosa ci fa piacere ed iniziamo una fitta corrispondenza via e-mail per pianificare tutto il possibile. Purtroppo circa un mese prima della partenza, un incidente in bicicletta blocca Armando con un braccio ingessato e così tra terapie e riabilitazione sfuma il suo sogno.
Dispiaciuti decidiamo comunque di andare in due, io e Mauro pertanto seguito da solo la preparazione del viaggio. Giunto a tre giorni dalla partenza mi sono bloccato, come gli studenti prima di un esame, non sapevo da dove cominciare a riempire le borse, dove mettere gli appunti presi ecc.. Per farla breve, solo con l’aiuto di mia moglie sono riuscito a preparare le borse laterali, il borsone da posizionare al posto del passeggero, la borsa serbatoio (prestito del buon Gabriele).
Io dovevo solamente pensare alla cartella con tutti gli appunti che avevo preso con mesi di ricerca, ed infatti me la sono dimenticata a casa.
Siamo partiti senza nemmeno la cartina completa dell’Europa che avevo appositamente comperato, avevamo solamente un atlante stradale da cui durante il viaggio ho stappato in sequenza le pagine che mi interessavano per posizionarle sull’apposito spazio nella borsa da serbatoio.
Tutto ciò può far capire la tensione che avevo inconsciamente accumulato in tutto il tempo della preparazione senza rendermene conto.
Comunque si parte ed il viaggio prende sempre di più la sensazione dell’avventura.
Fortunatamente non abbiamo mai avuto nessun problema ma non nascondo che molte sere abbiamo pensato che ci mancavano i nostri amici Gabriele ed Armando, con loro sicuramente tutto sarebbe stato più bello e vissuto più in allegria.
Viaggio
Giovedì 16 giugno 2005
La mattina della partenza, alle ore 730, sento suonare il campanello e, sorpresa delle sorprese ecco Gabriele che è venuto ad aiutarmi a caricare la moto ed a salutarmi, ma la moto era già pronta sopra il carrello così ho proposto a Gabriele di venire fino a casa di Mauro per farci due foto di rito. Gabriele accetta di buon grado ma essendo venuto a piedi ha preso lo scooter di mia moglie ed è partito verso casa di Mauro per farci le foto al momento della partenza.
Mauro era pronto con i bagagli in strada insieme ad Anna, arriva Gabriele e caricate le borse in macchina e fatte le foto ed i saluti di rito, io e Mauro iniziamo questo nostro lungo viaggio anche se fino a Mandello del Lario siamo costretti ad andare in macchina poiché Mauro prenderà la sua moto da Alis Agostini (mitico concessionario di Moto Guzzi) e con la mia sola moto non avremmo potuto portare tutti i bagagli.
Alle 1600 circa arriviamo a Mandello e dopo aver scaricato le borse in albergo e portata la mia moto in officina per il tagliando e sostituzione gomme, facciamo un giro a piedi per la ridente cittadina. Ceniamo insieme ad Alis, Peter e due Guzzisti francesi i quali affascinati dalla nostra meta, ci invitano a passare prossimamente anche da loro in Bretagna. I guzzisti sono fatti così!
Venerdì 17 giugno 2005
In attesa della mia moto, passiamo la mattinata a visitare alcuni dei bei borghi che costeggiano il lago di Como quindi pranzo al “grotto” un tipico locale con uno stupendo panorama sul lago dove mangiamo benissimo e ci ripromettiamo di ritornarci al nostro ritorno. Nel pomeriggio parcheggio la macchina in un piazzale privato e vigilato (grazie all’interessamento di Alis) quindi sbrighiamo le formalità per la “Brevina” di Mauro e prese le moto andiamo in albergo dove ci aspettano una marea di bagagli da distribuire nei baulletti e nelle borse laterali della Breva. Impresa ardua ma riusciamo anche a portarci alcune cose per mangiare e tre litri di vino. Cena al “Riva granda” con pesce tipico del lago e conto abbastanza saporito, poi a dormire.
Sabato 18 giugno 2005 – Como, Chiasso, Lugano, Vaduz, Bregenz, Markbreit.
E’ la vera partenza, Mauro sempre mattiniero, mi sveglia alle 0700 e dopo colazione, caricate le moto partiamo in direzione Como per poi prendere l’autostrada svizzera. Carichi sia di bagagli che di entusiasmo, maciniamo chilometri con una temperatura ideale sui 22°/25° e con sole. Alle 1700 decidiamo di fermarci a Markbreit, una bellissima cittadina con un centro in stile medioevale. Alla solita uscita prima di cena, dopo esserci allontanati dall’albergo, ci accorgiamo della bellezza del piccolo borgo ma con dispiacere ci rendiamo conto di aver dimenticato in camera la macchina fotografica, pazienza sarà per dopo cena. Fatichiamo un poco per ordinare la cena ed in particolare il pane tanto che Mauro telefona a Serena per farsi dire come si dice in tedesco. Dopo cena la stanchezza ci assale e sfuma così l’idea di fotografare quanto di bello avevamo visto.
Domenica 19 giugno 2005 – Markbreit, Hannover, Amburgo, Krusaa
Partenza alle 0800 con direzione Amburgo, autostrada senza traffico pesante data la giornata festiva e considerando che in Germania non ci sono limiti di velocità, rimpiangiamo le nostre ex “Le Mans” con cui avremmo sicuramente fatto più strada, comunque le nostre Guzzine ci portano oltre il confine con la Danimarca, dove cambiamo qualche euro con le Corone Danesi ed alle 1900 arriviamo al campeggio di Krusa e per la prima volta dormiamo in bungalow, doccia e cena con spaghetti alla matriciana (sugo preparato da Mirella) annaffiati con vino rosso e caffè. Dopo cena usciamo per la cittadina ma dopo circa 20 minuti rientriamo al campeggio, era tutto chiuso anche l’unico ristorante. C’èra una sola cosa da fare: andare a dormire.
Lunedì 20 giugno 2005 – Krusaa, Kolding, Odense, Slagels, Copenaghen
Grazie al mattiniero Mauro, siamo pronti per la partenza alle 7.30, la giornata è bella e soleggiata e viaggiamo spediti con soste solamente per i rifornimenti, sui lunghi ponti che ci portano all’isola dove si trova Copenaghen, resistiamo alle forti raffiche di vento inclinando le moto lateralmente. Nelle prime ore del pomeriggio decidiamo di fermarci e prendiamo un bungalow alla periferia di Copenaghen. La visita pomeridiana alla città inizia dal famoso parco Tivoli e prosegue al tristemente rione “Cristiania” poi parchi e canali sono le nostre mete. Ovviamente non ci facciamo mancare le foto con la strafamosissima “Sirenetta” che non sembra artisticamente niente di speciale ma ha comunque un fascino particolare probabilmente dato dalla fama che gli è stata creata intorno. Rientriamo al campeggio, cena e dopo la sigaretta di rito, anche se c’è luce come in pieno giorno, andiamo a nanna.
Martedì 21 giugno 2005 – Copenaghen, Malmo, Helsingborg, Stidsvig, Ljungby, Kolmarrdens
Partiamo alle 0830 ed io, seguendo il meteo inviato via sms da Gabriele che prevedeva pioggia avevo, per prudenza, indossato la tuta antipioggia con la parte interna per il freddo. Ho sudato come un pazzo per tutto il viaggio visto il sole che ci ha accompagnato per tutta la giornata. Comunque passiamo sul famoso e bellissimo ponte di Malmo che ci porta dalla Danimarca direttamente in Svezia. La prima parte del tragitto la facciamo in una galleria egregiamente illuminata poi si risale sulla terraferma (credo sia un’isola artificiale appositamente costruita) quindi si attraversa il vero ponte dove un forte vento ci obbligava a procedere, sul rettilineo, con le moto piegate lateralmente come in curva. Il resto del viaggio è stato un susseguirsi di paesaggi maestosi che si differenziano dai nostri anche per i colori più nitidi e sgargianti. Arrivati al campeggio la triste sorpresa, non ci sono più i bungalow grandi con bagno e doccia interni per cui ci adattiamo in un “loculo” di 2m X 6m e bagni distanti circa 50m. Solita doccia, solito risotto (questa sera milanese) e di conseguenza a dormire.
Mercoledì 22 giugno 2005 – Kolmarrdens, Stoccolma, Uppsala, Sundsvall, Docksta
La giornata sembra promettere bel tempo, si parte alle ore 0815 in direzione Stoccolma che dista solo 130 Km. Alle 1000 entriamo in città per una doverosa visita e si finisce il mondo; pioggia a scrosci, traffico impazzito ed acqua che ci entrava anche dentro i caschi. Abbiamo quindi fatto qualche altro giro senza scendere dalla moto dopodiché siamo usciti con rammarico dalla città per riprendere il viaggio almeno senza traffico. Dopo circa un’ora smettere di piovere e ci fermiamo per un panino veloce, quindi con un sole stupendo riprendiamo il viaggio tra laghi e verdi prati. Alle ore 1800 ci fermiamo a Docksta (al terzo tentativo perché i primi due campeggi avevano bungalow senza acqua corrente e bagno interno) troviamo un campeggio con bungalow da sei persone, due camere con letto matrimoniale a soli 45 €. Doccia di rito poi la spesa perché questa sera decidiamo di cucinare: Ribollita toscana (rigorosamente in busta originale), hamburger con contorno di pomodorini pachino il tutto bagnato con birra. Sono circa le 2200 di sera ed è ancora completamente giorno. Questo non ci disturba più di tanto poiché, vista la stanchezza, appena ci mettiamo a letto ci addormentiamo.
Giovedì 23 giugno 2005 – Docksta, Umea, Skelleftea, Pitea, Lulea, Happaranda, Tornio,
Ylitornio, Turtola, Pello.
Partiti alle 07.00, giornata stupenda, solamente l’aria è un po’ freschina ma con il nostro equipaggiamento non ci sono problemi. Attraversiamo il confine con la Finlandia e alle 16.45 attraversiamo la linea del circolo polare artico con un sole da fare invidia ai turisti di Rimini. Ci fermiamo a Pello in un bungalow vicino alla strada statale ma in aperta campagna dove dopo cena ci viene a trovare un signore con una chitarra in mano e nella pancia alcuni litri di birra perché era ubriaco da non reggersi in piedi. Dopo qualche minuto sono sgattaiolato dalla veranda lasciando a Mauro l’arduo compito di congedarlo. Non so come ma ci è riuscito quasi subito.
Venerdì 24 giugno 2005 – Pello, Muonio, Palojoensuu, Alta, Honningsvag, Skarsvarg
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Oggi giornata mitica, entreremo in Norvegia ed arriveremo alla meta. Piove ma partiamo comunque alle 0645 con temporale che ci accompagnerà fino alle ore 1300, comunque durante la mattinata incontriamo le prime renne che ci obbligano ad una repentina frenata essendo sbucate dal bosco improvvisamente. Il tempo ci grazia per circa un’ora poi ricomincia a piovere ma vicini alla meta nessuno e niente ci fermerebbe. Ad Alta iniziamo a salire sugli altipiani spazzati dal vento dove troviamo anche la neve. All’improvviso ci appare il tunnel che ci porterà sull’isola ma appena entrati ci accorgiamo che l’umidità è altissima e la temperatura è di 7°. All’uscita, pagato circa 10 € di pedaggio, la lieta sorpresa è apparso il sole e possiamo ammirare questo panorama con la strada che costeggia il mare ed attraversa gruppi di case dei pescatori con i famosi essiccatoi per il pesce che non sarebbero altro che bastoni di legno dove vengono stesi i merluzzi. Dopo circa 30 Km. Entriamo nella cittadina più importante dell’isola: Honningsvag dove chiediamo ad un’agenzia dove è possibile dormire. Ci indirizza verso Skarvsvag che si trova in direzione capo nord ed a soli 13 Km dalla rupe. Felici di ciò facciamo spesa per la cena quindi arriviamo in questo bel paese di pescatori dove scarichiamo completamente le moto perché decidiamo di fermarci sull’isola anche domani e di andare in giro con una sola moto. Ceniamo festeggiando con ½ litro di vino lasciato per l’occasione quindi alle 1100 di sera ci prepariamo ad andare sulla rupe per vedere il sole di mezzanotte. Partiamo con il tempo buono ed il sole ancora alto ma nell’avvicinarci alla meta, il tempo cambia e purtroppo all’arrivo troviamo una nebbia talmente fitta che la visibilità si limita ad una decina di metri. Fortunatamente il biglietto è valido per 48 ore per cui dopo circa un’ora e le foto di rito rientriamo in bungalow con la speranza che il giorno dopo avremo trovato bel tempo.
Sabato 25 giugno 2005 – Capo Nord
Abbiamo deciso di fermarci almeno un giorno nell’isola sia per visitarla che per un meritato riposo per noi, inoltre abbiamo intenzione di tornare nuovamente sulla rupe sperando che il tempo sia migliore. Appena alzati cogliamo l’occasione per lavare gli indumenti sporchi accumulati sperando che o il sole o il termosifone riescano ad asciugarli in tempo. Appena finito il “bucato” partiamo per fare rifornimento alla mia Nevada e per la visita ai paesi dell’isola. Il tempo sembra migliorare e dopo aver mangiato partiamo per la rupe ma ancora una volta nell’avvicinarsi alla meta, il sole viene coperto dalle nuvole comunque riusciamo a farci delle foto senza nebbia. Dall’ufficio postale spediamo le cartoline con timbro di Capo Nord poi ricordini di rito quindi andiamo nei sotterranei a vedere il film che ci mostra in 17 minuti tutta l’isola sia di estate che di inverno e ci appare in entrambi i casi stupenda con la sua selvaggia apparenza. Alle 1800 rientriamo in bungalow, controllo olio alle moto e dopo un leggero rabbocco in entrambe di circa ¼ di litro ci prepariamo la cena che consiste in un risotto agli spinaci, formaggio, due birre e caffè. Dalla nostra finestra potevamo vedere tutto il paese e non essendoci anima viva in giro decidiamo la cosa più ovvia: andare a dormire.
Domenica 26 giugno 2005 – Capo Nord, Ivalo, Sadankila, Ollkajarvi, Ravaniemi
Partiamo alle 0745 con tempo pessimo, pioggia battente, vento forte ed una temperatura di 5°C che ci accompagnerà su tutto l’altopiano innevato. Quasi quasi non vediamo l’ora di entrare in galleria dove abbiamo 7° di temperatura ma non tirando il vento ci sentiamo quasi riscaldare. Veramente una giornata tremenda con la pioggia gelida che ci impone di comperare dei guanti da lavoro da inserire sopra i nostri inoltre non potendo chiudere le visiere a causa dell’appannamento, con il vento a raffiche l’acqua circola all’interno della visiera come all’esterno. Arriviamo innervositi a Ravaniemi dove ci consoliamo in un bungalow nuovissimo e molto bello con sauna e mansarda. Stanchi decidiamo di visitare la “città di Babbo Natale” il mattino successivo.
Lunedì 27 giugno 2005 – Ravaniemi, Oulu, Oravasaari, Pappinen (Jousta)
Alle ore 0800 andiamo a visitare la casa di Babbo Natale da dove spediamo alcune cartoline che verranno inviate nel periodo natalizio, foto di rito sulla linea del circolo polare artico quindi partenza per scendere ancora questa bella e selvaggia terra di Finlandia. La mattina è fresca ma siamo risparmiati dall’acqua cosa che non avviene nel pomeriggio dove veniamo sistematicamente bagnati poi asciugati poi bagnati e così fino alle 1800 quando decidiamo di fermarci. Prendiamo una camera in un vecchio “casale” di circa 500 anni dove diamo fondo alle cibarie portate dall’Italia
Martedì 28 giugno 2005 – Pappinen (Jousta), Helsinki
Partiamo alle 0800 con cielo nuvoloso ed un’aria molto fredda, comunque viaggiamo bene ma dopo circa un’ora comincia la pioggia che ci accompagnerà fino ad Helsinki. Questo tratto di Finlandia è disseminato di laghi di tutte le dimensioni alcuni con isolette da sogno dove dei fortunati hanno costruito una casetta rigorosamente in legno, avrei il desiderio di vederle tutte una ad una e viverci qualche giorno. Quante cose belle che ci sono al mondo e che non potremo mai vedere!. Alle 1600 arriviamo in città accompagnati sempre dalla solita pioggia e ci dirigiamo subito all’ufficio informazioni dove tutte le ragazze che vi lavorano hanno un cartellino sulla camicia con le bandierine delle nazioni di cui conoscono e parlano la lingua. Vi posso assicurare che il minimo erano 4 bandierine ma alcune ne avevano fino a 6 o 7. Prendiamo un albergo per due notti poiché decidiamo che un pomeriggio non sarebbe sufficiente per la visita di Helsinki. Hotel per scarico bagagli, moto in garage e prima uscita alla scoperta della città. Piove e con Mauro passiamo accanto ad un bancomat dove vediamo un ombrello ma facendo le ovvie battute lo lasciamo sul posto. Dopo aver girato per le vie del centro magnificamente abbellite e molto frequentate, ritorniamo in albergo per cambiarci ed uscire a cena. Ripassando di nuovo al bancomat, vediamo ancora l’ombrello e questa volta, visto la persistenza della pioggia lo prendiamo ed a dire il vero ci è molto servito sia la sera che nei successivi giorni quando uscivamo a piedi per visitare le città. Alle 1130 circa, infastiditi dalla pioggia e stanchi rientriamo in albergo per il meritato riposo.
Mercoledì 29 giugno 2005 – Helsinki
Usciamo dall’albergo e ci dirigiamo verso il porto dove passiamo un po’ di tempo a visitare il mercato all’aperto dove vendono di tutto, dai souvenir ai dolci, al pesce, abiti, verdure, frutta ecc. poi decidiamo di prendere un traghetto per fare il giro di alcune delle molte isole che si trovano di fronte alla città. All’imbarco una piacevole sorpresa, sul traghetto siamo solamente io, Mauro con una signora di Roma accompagnata da sua figlia ed una sua amica Finlandese con due due piccoli bambini per cui possiamo scambiare qualche parola in italiano per circa 2 ore quanto dura il giro. Per la prima volta mi pento di non aver preso la telecamera comunque scattiamo diverse foto. Le isole che costeggiamo sono a dir poco stupende sotto un bel sole si presentano con i colori sgargianti, un verde intenso e queste belle casette in legno che si intravedono tra la vegetazione. Vorrei che tutti potessero, almeno una volta nella vita, godere di queste bellezze. Scesi dal traghetto seguitiamo a piedi il giro della città quando ci arriva una telefonata dall’Italia di Serena che dice a Mauro che non è possibile andarsene da Helsinki senza aver visitato il museo di arte contemporanea “Kiasma”. Ci dirigiamo al museo ed al momento di pagare l’ingresso, notando i vari prezzi, faccio presente alla signora che siamo pensionati e sorpresa entriamo con un notevole sconto. Interessante la visita anche considerando la nostra scarsa cultura in fatto di opere d’arte comunque queste opere ci piacciono. All’uscita ci aspetta la solita pioggia per cui utilizziamo ancora il famoso ombrello. Cena in un ristorante che le guide presentavano con cucina italiana ma non avevano nemmeno il menù nella nostra lingua. Comunque come sempre ci siamo fatti capire e riusciamo a mangiare cose di nostro gusto. Sempre sotto la pioggia ci avviamo all’albergo.
Giovedì 30 giugno 2005 – Helsinki, Tallin
Abbiamo il traghetto alle 1130 ed essendo ancora presto, decidiamo di fare un tour guidato in autobus nella parte esterna della città ma giunti al terminal ci dicono che era completo ma il prossimo giro non era compatibile come orario con il nostro imbarco per cui ci rinunciamo.
Il catamarano veloce che ci porterà a Tallin arriva puntuale, l’imbarco è semplice ed immediato e salpiamo all’ora prevista. Il viaggio di circa 2 ore si svolge tranquillamente anche perché il mare era forza olio. La dogana Estone ci controlla solamente i documenti ed in un attimo siamo liberi. Probabilmente l’ingresso di queste nazioni in Europa ha modificato i rapporti di questi paesi con il turista. Anche a Tallin parcheggiamo le moto ed andiamo alla ricerca dell’ufficio informazioni che non è molto lontano. Prendiamo possesso della camera in albergo dove, avendo a disposizione una tavola da stiro con ferro, stiro una camicia precedentemente lavata quindi usciamo a piedi per la visita alla città vecchia dove con sorpresa notiamo che è in corso una ricorrenza infatti ci sono molti drappi esposti e molti locali hanno il personale vestito con abiti d’epoca (stile medioevale). A piedi passiamo per una via dove un lato è solamente occupato da negozi che vendono fiori, mentre nell’altro ci sono prevalentemente bar e ristoranti. Entrando nel piccolo centro storico Mauro vede un trenino su gomma che porta i turisti all’interno di quelle stradine così decidiamo di fare un giro. Ancora una volta rimpiango di non conoscere l’inglese perché durante il tragitto avrei potuto capire le spiegazioni di ciò che stavamo vedendo, pazienza!. Alla fine del giro proseguiamo a piedi fino all’ora di cena dove Mauro sceglie di andare in un ristorante con dei tavoli all’aperto e cameriere vestite con abiti d’epoca. Durante la cena, la tiepida temperatura che ci aveva accompagnato per tutto il pomeriggio sparisce per diventare un fastidioso freschetto tanto che le cameriere portano alle signore ed alcuni uomini delle coperte da mettere sulle spalle. Noi resistiamo stoicamente per circa un’altra ora dopodiché decidiamo di andare a dormire, dopo due giorni di riposo per noi e le nostre moto, l’indomani ci aspettano molti chilometri da percorrere.
Venerdì 1 luglio 2005 – Tallin, Salaspils, Panevezis
La mattina si presenta con temperatura fredda e poco dopo la partenza ricompare la pioggia ad intervalli che ci innervosisce ancora di più. Sosta pranzo in un momento di pausa della pioggia dove spendiamo in due solamente 18 € quindi decidiamo di attraversare la Lettonia senza soste e spingerci direttamente in Lituania dove arriviamo a Panevezis alle 1800 e prendiamo una camera all’Hotel Romantic uno dei due della carina cittadina. Cena in pizzeria, passeggiata per gli stupendi parchi con laghetto, foto e come al solito a dormire.
Sabato 2 luglio 2005 – Panevezis, Suwalki, Varsavia
Partenza alle 0830 con tiepido sole che ci accompagnerà per tutta la giornata. Entrati in Polonia, notiamo subito il cattivo stato delle strade, con dei notevoli solchi creati dai mezzi pesanti, che ci impongono molta attenzione e una bassa velocità di crociera, inoltre vi sono molti lavori in corso che, probabilmente non ben programmati, ci obbligano a transitare per chilometri su sterrati a bassissima velocità e con semafori di decine di minuti. Indubbiamente le strade più brutte fino ad ora percorse. Alle 1930 ci troviamo sul raccordo che circonda Varsavia ed è ancora un incubo, traffico da grande metropoli, strada ad una sola corsia per lavori e soste interminabili quindi, per evitare il surriscaldamento dei nostri motori, decidiamo di andare direttamente in direzione del centro dove prendiamo una camera in un immenso Hotel che occupava la superficie di un intero quartiere. Con una spesa di circa 70 € ci viene assegnata una camera al 36° piano con una vista a dir poco stupenda. Usciti, decidiamo che considerando la vastità della città ed avendo poche ore a disposizione, limiteremo la nostra escursione nei dintorni senza prendere né mezzi né moto. Anche la cena la consumiamo in un ristorantino nei paraggi dove con una modica spesa di circa 28 € mangiamo benissimo ordinando anche una buona bottiglia di vino (il primo ordinato dopo aver lasciato l’Italia).
Domenica 3 luglio 2005 – Varsavia, Breslavia (Wractow), Hradec Kralove
Anche questa giornata è soleggiata e si viaggia abbastanza bene se non fosse per le strade dissestate che ci impongono una bassa velocità ed una estrema attenzione. A Breslavia incontriamo il primo italiano in moto che anche lui rientra da Capo Nord, è di un paese vicino Sulmona e cavalca una Honda Goldwing bianca. Parliamo un po con lui poi ci dividiamo con la promessa di risentirci in seguito. Attraversiamo la frontiera con la Rep. Ceca ed alla prima città che incontriamo ci fermiamo per la notte. Qui facciamo l’incontro più simpatico di tutto il viaggio, fuori dell’albergo veniamo interpellati da un ragazzo di 26 anni accompagnato dalla moglie, che erano venuti per festeggiare il loro primo anno di matrimonio e si erano presi un giorno di festa. Venuti in treno (forse non possedevano nemmeno la macchina) cercavano un albergo economico ma era l’unico della città. Ci dice di essere di Vetralla (VT), di aver conosciuto sua moglie a Praga e di essersi trasferito definitivamente. Lo ritroviamo nel ristorante dell’albergo e ci dice di fare il portabagagli in un albergo di 5 stelle a Praga invitandoci, in caso di nostra visita nella città, a contattarlo poiché potrebbe farci dormire nell’Hotel con solo 25,00 € di spesa. Ci sono piaciuti perché si vedeva che era una coppia semplice con i problemi di tanti giovani volonterosi e bravi, uno stipendio basso (500,00 € mensili) e fatica per tirare avanti. Era molto sincero e ci ha dato la sensazione di essere un bravo ragazzo. Mauro, considerando il nostro imminente rientro, gli ha regalato il caffè che ci era rimasto e lo hanno accettato con piacere. Mi ha lasciato spontaneamente il suo numero di telefono e certamente lo richiamerò.
Lunedì 4 luglio 2005 – Hradec Kralove, Praga, Plzen, Monaco, Bad Feilnbach
Partiamo con la speranza che facendo una lunga tappa possiamo entrare in Italia la sera e magari fermarci a dormire a Bolzano per incontrare Armando. Tutto bene fino a Monaco dove, fermandoci per un rifornimento, veniamo colti da un temporale pauroso. Aspettiamo circa 30 minuti che sfoghi poi Mauro decide di partire dicendo che la pioggerellina rimasta era la coda del temporale. Dopo pochissimi chilometri, appena rientrati in autostrada, entriamo di nuovo dentro il temporale e, ormai bagnati, decidiamo di proseguire ma dopo circa 60 chilometri in direzione Innsbruck ci fermiamo esasperati poiché ritenevamo che fosse pericoloso viaggiare sull’autostrada con quel traffico. L’albergo si trova in aperta campagna, è elegante, in stile locale ed anche le ragazze addette sia alla reception ed al ristorante vestono con abiti che a noi sembrano tirolesi. Il solito problema: non parlano nemmeno una sola parola di italiano. Solito piatto unico annaffiato con birra mentre fuori seguitava incessantemente a piovere anche se con meno veemenza. Quella sera è stata la prima sera che non abbiamo fatto una passeggiata sia prima che dopo cena, d’altronde eravamo in aperta campagna.
Martedì 5 luglio 2005 – Bad Feilnbach, Innsbruck, Bolzano, Verona, Bergamo, Mandello del Lario
Questa giornata risulterà poi essere la più bella e la più brutta di tutto il viaggio ma andiamo con ordine. Facciamo colazione quindi ci mettiamo in viaggio con la solita pioggia che ci accompagna, oltrepassiamo Innsbruck e sul Brennero oltre alla persistente pioggia in aumento, comincia ad essere veramente freddo. Per la prima volta mi entra un po’ di acqua nella tuta che probabilmente non avevo chiuso bene, inoltre mi si bagnano i guanti e con 5 gradi di temperatura mi si gelano le mani al punto che in una sosta non riuscivo a riscaldarle nemmeno con l’aria calda degli apparecchi dei bagni. Questa maledetta pioggia ci ha accompagnato fino alle soglie di Brescia dove ci siamo fermati per mangiare. Dopo pranzo esce finalmente il sole ed arriviamo alle 1600 a Mandello del Lario con un caldo asfissiante. Veniamo accolti da Alis come due eroi ma, questa è la mia opinione, non per l’impresa compiuta ma in considerazione della nostra non giovane età. Lasciamo le moto e con la macchina andiamo al B&B prenotatoci da Alis per prepararci al momento più bello della serata: l’incontro con gli amici.
Andiamo a cena al famoso “Grotto” con Alis Piter, la cugina di Alis e suo marito, una coppia di norvegesi anche loro motociclisti e finalmente Gabriele, Stefano e Sandro.
Passiamo una piacevole serata tra racconti e storielle con persone veramente simpatiche che ci alleviano il dispiacere di aver terminato la nostra avventura.
Mercoledì 6 luglio 2005 –
Mattinata per doverosi controlli alla moto che nonostante avesse percorso in pochi giorni 8747 Km non presentava niente di anomalo. La “motina” si è comportata benissimo. Saluti con Alis ed i suoi collaboratori quindi partenza in macchina con moto sul carrello (finalmente un poco di meritato riposo) e via in direzione Terni per riabbracciare i nostri cari’
Conclusioni
Non posso chiudere questo semplice diario di viaggio senza ringraziare tutte le care persone che mi sono state vicine e che hanno permesso che tutto ciò si potesse realizzare quindi le elenco (l’ordine dell’elenco è puramente causale):
Mauro – mio amico da sempre e compagno di viaggio insostituibile.
Mirella (mia moglie) – perché non ha mai ostacolato questo mio sogno e non mi ha mai fatto pesare questo mio allontanamento da casa per tutti questi giorni.
Massimo (mio figlio) – perché è stato molto premuroso durante il mio viaggio.
Linda (mia nuora) – perché è stata molto presente con la mia famiglia durante la mia assenza.
Anna (moglie di Mauro) – perché ha acconsentito di buon grado che Mauro mi seguisse in questa “pazzia”.
Serena (figlia di Mauro) – perché ci è stata sempre molto vicina telefonicamente dandoci sempre dei buoni consigli sulle cose da visitare nei vari paesi.
Gabriele Nardini, carissimo amico, al quale debbo un ringraziamento particolarmente sentito. Mi ha seguito ed incoraggiato sin dall’inizio di questa mia idea inoltre mi ha informato per tutto il viaggio dandomi in anticipo le previsioni del tempo e tutte le altre notizie a me necessarie, ma la cosa che più mi ha colpito è che mi ha tenuto nascosto un suo personale dolore per non darmi un dispiacere durante il mio viaggio. Credo che persone di così alta sensibilità siano oggi molto rare.
Armando Tunno, l’amico che all’ultimo momento, dopo avermi aiutato e consigliato per l’organizzazione del viaggio, a dovuto dare forfait a causa dell’incidente accorsogli. Gli auguro di tutto cuore di fare quanto prima questo bellissimo viaggio e spero vivamente di passare con lui delle giornate in moto dalle parti della sua nativa L’Aquila.
Alis Agostani e Peter, persone splendide e sempre disponibili, ci hanno preparato le moto con la solita professionalità che li distingue ma oltre a ciò ci hanno calorosamente accolti come se ci conoscessimo da sempre. Grazie ancora con la speranza di rivederci presto.
Grazie di cuore a tutti voi sperando che un giorno io possa, almeno in parte, ricambiare tutto quello che mi avete dato.
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