Di Stefano Bellotti
Capita, a volte purtroppo, che non si riesca ad usare la propria amata motocicletta per lunghi periodi. Al sottoscritto per esempio è successo di aver messo il Cali sotto il telo al rientro dal gmg2005 e di non averlo piu’ messo in moto fino all’altro ieri. Momenti di tristezza, dovuti ad intenso lavoro e a un turbinare di impegni di ogni genere, che tuttavia sono ben conscio avranno un’ alba. Ma nel frattempo sabato mattina sono riuscito a togliere quel maledetto telo, spinto anche dalla necessità di un mezzo di trasporto per andare in ufficio dovuto al fatto che la macchina l’avevo lasciata dal meccanico il venerdi sera. Ecco allora ripetersi per l’ennesima volta quell’emozione che mi prende ogni qualvolta schiaccio il pulsantino della messa in moto dopo tanto tempo. Emozione mai uguale. Nonostante i mesi di fermo, il periodo di freddo, le 7.30 del mattino, i 4 gradi e tutto il contorno, il Cali 2 al secondo tentativo prende vita, e si presenta all’appuntamento preciso e puntuale. Come se l’avessi spenta il giorno prima. Fatta scaldare un pochetto, risalgo la rampa del box e sono in strada, con un traffico scarso e assonnato, tipico del sabato mattino nell’hinterland milanese. Il Cali nel frattempo entra in temperatura e mi mostra una regolarità al minimo stupefacente: 1000 giri perfetti che, per una vecchia moto a carburatori, non sono proprio semplicissimi. Una progressione entusiasmante, prima seconda e terza, cambiando a 2000 giri e sentendo un gran bel tiro che mi porta rapidamente all’ imbocco della tangenziale. E qui inizia il momento orgasmico. 3500 giri in quinta a 110 km l’ora con il freddo pungente che mi accarezza la faccia, filtrato dall’ottimo parabrezza e il motorone possente che mi rincuora con il suo borbottìo sornione. Le curve della tangenziale ovest da rho verso cusago vengono pennellate con una naturalezza senza eguali, con il sole freddo che si rispecchia nelle cromaturee il traffico che corre veloce sulle corsie di sorpasso, ma io mi tengo bel tranquillo sulla destra, a godermi questo scorcio breve ma intenso che sono riuscito a ritagliarmi, e che la mia California mi sta regalando. Sono in anticipo sulla tabella di marcia, così me ne esco dalla tangenziale decidendo di raggiungere Rozzano per le campagne. Qui si seguono le indicazioni per Abbiategrasso, quindi Gaggiano e, lasciato il Naviglio sulla mia sinistra proseguo per Binasco. Spingo il Cali fino a 3000 giri prima di cambiare marcia: seconda, terza, quarta e quinta…. Musica per le mie orecchie!!! Arrivare fino all’imbocco della curva, scalare di marcia e WHAAAMMMM, via che il Cali si tuffa nella curva, rialzarsi guardando il rettilineo che si protende e giu’ il gas adocchiando l’ago del tachimetro che supera i 160…. Che goduria, ragazzi!!! Al cartello che mi ricorda di dare la precedenza prima di inserirmi nella rotonda, scalo tutte le marce per seguire la strada con una traiettoria mooolto precisa, mentre vedo la pedana sinistra avvicinarsi rapidamente all’asfalto, con la moto che mi trasmette una meravigliosa sensazione di sicurezza… Arrivo velocemente al Naviglio Pavese, e da lì, rimettendo il Biclindrico a 3000 giri per 90 all’ora, raggiungo Rozzano, dove il magazzino mi aspetta per un’intensa mattinata di lavoro. Entro nel recinto, mentre il cancello si richiude alle mie spalle, posteggio la Moto vicino all’ingresso e giro la chiavetta. Entro in azienda, guardando il Cali sulla stampella laterale che si raffredda, placida e imponente come poche sanno essere. Sarà una buona giornata, qualunque cosa accada.
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