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Moto Guzzi V100 Stelvio

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Di Guliano Arcinotti

E’ da quando è arrivata che i ragazzi della concessionaria mi dicono dai vieni a provarla, e dai provala, vedrai che poi ti piace…. e quindi ho deciso di affrontare la scimmia e di provare anche la nuova V100 Stelvio.

L’avevo già squadrata per bene quando era arrivata in concessionaria qualche tempo fa a inizio distribuzione e mi era davvero piaciuta, certo riconosco come tanti altri che la linea non è sicuramente quella più particolare e appassionante di una V85tt, paga certamente lo scotto di un disegno meno particolare e per così dire più anonimo rispetto a quello a cui siamo abituati in casa Guzzi, dove la bellezza è di casa, però comunque si difende bene, i cerchi a raggi mi piacciono da impazzire e abbinato al mono posteriore è davvero tanta ma tanta roba.

Anche il motore compatto e corto come abbiamo imparato a conoscerlo con la Mandello si fa apprezzare e rende la moto più piccola e meno goffa di tante altre concorrenti che spesso sono sgraziate e inutilmente grandi.

I colori invece, beh io sono uno per cui le moto dovrebbero essere tutte rosse o quasi, quindi capirete che le nuove colorazioni non sono proprio nelle mie corde, in ogni caso sarà che mi ci sono abituato, sarà che sono effettivamente piuttosto armoniche ma devo dire che alla fine non sono così male e forse questa versione che ho provato in versione Nero Vulcano è anche parecchio elegante.

Non staremo qui a discutere di schede tecniche, cavalli, peso e altri dati di cui onestamente faticherei a disquisire con cognizione di causa, la mia è la prova dell’utonto medio che si gode il prodotto fornito dalla casa madre così come arriva e si diverte a scoprirlo un po’ per volta, come farebbero tanti di voi.

Allora iniziamo col dire che quel peso in più rispetto alla mia V85tt my 2019 non si sente poi tanto, anzi la ciclistica fa sembrare quasi di avere una ruota anteriore più piccola della 19 che ho anche sulla mia V85tt, anche la salita a bordo è più facile con un cavalletto laterale che inclina decisamente di più la moto aiutandoci a salire in sella più agevolmente, per contro lo stesso è molto stradale come impronta a terra e su una moto come questa avrei preferito un cavalletto con una base più larga per evitare spiacevoli affondi in terreni non troppo compatti o asfalti scaldati dal solleone estivo.

Giacomo di Motor Center mi spiega i comandi al manubrio, per cambio mappa, regolazione parabrezza e altri passaggi dal trip A al trip B noto che la spiegazione è semplice e veloce perchè in effetti c’è poco da capire che non sia già intuitivo e comprensibile una volta a bordo.

La versione è quella dotata di PFF Rider Assistance Solution e quindi mi viene anche spiegato che si illuminano due spie negli specchietti, visibili anche a luce spenta, due spie nel cruscotto e in caso di emergenza una spia rossa al centro, ma mi rassicurano dicendo che nel traffico di norma rimane tutto tranquillo con l’eccezione degli avvisi posteriori luminosi.

Devo comunque dire che sebbene i blocchetti siano molto molto facili da utilizzare, gli preferisco esteticamente quelli che ho sulla mia V85tt, parlo di estetica pura eh, non di funzionalità. Un difetto riscontrato nell’uso invece è stato un continuo attivarsi dell’abbagliante, finivo con l’urtare il devio abbaglianti con il dito indice spingendo in avanti la levetta senza rendermene conto, onestamente non ho capito come facessi ma è capitato almeno 3 volte nella prova.

Fatte quindi le dovute presentazioni e messa in moto la ragazza, Giacomo mi augura buon viaggio e io mi avvio verso la litoranea dove spero di dare un po’ di gas per capire come va questa nuova Stelvio.

Appena in movimento, come per ogni Guzzi che si rispetti, il peso sparisce subito, agilissima sicuramente ma complice la mia poca confidenza (in fondo si tratta di 17.000 euro di moto non mia) ho un certo timore reverenziale a muovermi con troppa disinvoltura, poi il traffico di sicuro non aiuta, quindi avanzo da un semaforo all’altro con una certa calma e cercando di capire freni, gas e altro.

La mappa di partenza è la Turismo, Giacomo voleva mettermi subito la Sport ma gli ho detto di non fare il furbo e di volare basso all’inizio semmai la cambio strada facendo.

Il cambio a freddo è decisamente ruvido, e la frizione pulsa, e sempre a freddo fatico a trovare il folle, problema che sparisce come sale la temperatura; va notato che la moto ha solo 133 km totali quindi un minimo di difficoltà in questo senso direi che è più che tollerabile.

Arrivo al bivio dove sale la litoranea e la strada davanti a me è completamente vuota, apro il gas e la Stelvio mi ricorda che sotto ho un nuovo motore V100 e mi si stampa un sorriso nel casco che mi toglierò solo quando sarà finito il giro. le marce salgono velocissime quanto i giri, e la velocità aumenta troppo velocemente, arrivo alla prima serie di curve destra, sinistra e ancora destra e la moto risponde benissimo, io no, io ho paura di far danni e quindi sono troppo cauto ma si sente che ce n’è, si percepisce il potenziale alla piega e alla velocità di percorrenza.

Altra curva a destra veloce e in appoggio e rettilineo e il gas è come se fosse direttamente collegato ai cavalli, ogni più piccolo movimento di quella manopola genera una spinta in avanti vigorosa e potente come se la potenza non finisse mai, passo alla mappa sport per vedere cosa succede e non l’avessi mai fatto ancor più divertimento e soprattutto ancora maggior prontezza nel rispondere al gas.

Intendiamoci non è che tra Turismo e Sport sia come tra la mia V85tt e una Panigale eh …. però la Stelvio ora è più reattiva e le curve si avvicinano molto più velocemente di prima, troppo, cazzo frena Giuliano, e il solo ditino indice sulla leva anteriore basta per frenare molto bruscamente, ecco questo è davvero notevole, ho trovato l’impianto frenante spaziale, un dito e passi da velocità assurde a zero con un controllo enorme e una stabilità pazzesca, la moto non si scompone mai, tu freni anche un pelo inclinato e lei ti rallenta e resta stabile, sembra quasi che ti anticipi nelle decisioni per come reagisce, quasi sapesse quel che vuoi fare.

Gas e curve, curve e gas, e inizio a prenderci gusto e capisco che se io la metto giù lei va giù e li resta, buche o avvallamenti che siano non si sposta, come arriva la fine della curva inizi ad aprire il gas e sei già costretto a frenare per quella dopo, troppo troppo, no così è troppo, sono già in cima alla litoranea nella galleria che mi porta dal lato del golfo di Spezia al lato del mar Ligure sopra le 5 terre, una bella galleria di un chilometro, con giusto una vettura nella mia corsa da sorpassare e vedere come spinge davvero e niente…. anche qui tocca frenare prima di quel che pensavi perchè ci arrivi troppo presto alla fine della galleria, dannazione come spinge questo motore, pensare che è solo la prima versione e immaginare il potenziale che ha mette un certo brivido di piacere, sono sicuro che il futuro ci riserverà delle bellissime sorprese.

Ma non dimentichiamoci che ho altre curve da fare e pif e paf andiamo avanti anche se davvero l’idea di avere una moto non mia che non conosco come vorrei mi mette davvero in crisi e non riesco a sfruttare tutto il suo potenziale, arrivo quindi al bivio per Riomaggiore e decidi fermarmi un momento per fare due foto anche se non è proprio il posto migliore forse.

Nel frattempo lo specchietto di sinistra, ha deciso di mollarsi, era evidentemente stato serrato malamente e scopriremo al rientro che il suo movimento continuo finirà con il tranciare il cavo della spia di segnalazione posta nello stesso, in verità mi aspettavo che i cavi passassero all’interno dei supporti degli specchi, errori di gioventù, come il parabrezza ballerino già segnalato anche da altri sul forum.

Do un paio di click in più al precarico del mono posteriore e riprendo la moto allungo ancora un po’ in direzione Manarola per poi fare inversione a u e tornare indietro, abbasso il ritmo, almeno ci provo e mi ritrovo a guidare meglio di prima, credo che tutta la moto meriti una regolazione soprattutto al mono perchè già i due click che ho dato l’hanno migliorata moltissimo, come se ce ne fosse bisogno eh, però mi sentivo molto più sicuro e tranquillo nell’impostare le curve, quindi forse non era del tutto inutile il mio intervento.

Al rientro utilizzo la mappa Strada, forse la migliore in questo contesto, comunque il motore spinge sempre ben oltre il necessario, e la risposta al gas è stupenda con questa mappa, ancora migliore di quelle di prima, il comando ora è morbido e pulito ma sempre ricco di cavalli intendiamoci ma più pulito nel darli e ti ritrovi anzi ad aprire con più tranquillità la manopola fiducioso di avere il pieno controllo di tutto.

Il freno dietro, provato quasi solo per sfizio tanto è valido l’anteriore, è molto presente e pronto anche lui, con una corsa giusta e precisa, non l’ho trovato lungo come criticato da alcuni giornalisti ma sicuramente non ho provato abbastanza moto io.

Lo specchietto di sinistra inizia a infastidirmi ma pazienza, piuttosto mentre scendo dalla litoranea godendomi ancora i cavalli esagerati che regala questo motore mi domando un poco a cosa serva, ma soprattutto a cosa servano i 170 cavalli di moto come la Ducati Multistrada V4 ad esempio ….. la Stelvio ne ha 115 , la mia V85tt ne dovrebbe avere 80, eppure con la mia V85tt mi diverto e tanto anche, con questa Stelvio sono arrivato davvero troppo veloce troppo spesso in troppi punti seppure sempre in sicurezza e con la consapevolezza di quel che facevo, se avessi avuto una Multistrada V4 che avrei fatto? No onestamente e detto con tutto il rispetto possibile certe cavallerie su moto che circolano per strada sono utili come il razzo di Willy il Coyote attaccato alla schiena, non ne capisco il senso e dubito che “servano” per divertirsi.

Mentre rientro alla concessionaria tra un avviso di collisione sonoro e visivo dovuto dal mio scivolare tra le auto in coda al semaforo, e una manata di gas all’ultimo pezzo di rettilineo utile, capisco che già i 115 cavalli della V100 Stelvio non fanno per me, è bella e dannatamente divertente ma se avessi la disponibilità economica prenderei comunque una V85tt magari più accessoriata, ma sempre lei, non mi serve schizzare fuori dalla curva, è divertente ma lo è giusto una volta, finirei per farmi male. E sicuramente sono io quello sbagliato eh.

Al rientro sul retro del negozio ritrovo Giacomo e Michele che mi aspettano per un riscontro sul mio girello e sorridono già sotto i baffi e anche io mi unisco a loro perché ripeto questa moto e splendidamente divertente, e il suo motore, la cosa più riuscita di questa moto, è fantastico, c’è sempre, è sempre presente pronto a regalarti un sorriso con i suoi cavalli che non saranno millemila come la concorrenza più dotata ma vi assicuro che ci sono tutti i cavalli che servono per fare qualsiasi cosa e anche quelli utili per fare cose che non andrebbero fatte per strada 😉

La sella per quanto breve è stata la mia prova si è comunque rivelata comoda e ben fatta, dimensioni giuste e con un ottima triangolazione con manubrio e pedane, però tenete conto che io non sono proprio piccolo, stazzo 100 kg per 1,85 mt e quindi potrei essere fuori standard per molti.

Il cruscotto non mi ha impressionato, l’avevo già detto per la Mandello e lo ripeto oggi, la grafica è buona ma non è ben leggibile come quello della V85 prima serie, facevo un poco fatica a leggere i giri motore, magari con il tempo ci si abitua, e anche i dati minori come temperatura, orario e altri dati simili non sono proprio di immediata lettura, soprattutto se dopo una certa età inizi ad avere problemi di lettura senza occhiali; diciamo che avrei preferito una grafica diversa e più chiara e grande visto che lo spazio certamente non mancava.

Mentre tolgo il casco e la giacca Michele mi dice “allora quale vuoi nera o gialla?” ridendo e io gli confesso che nonostante tutto alla fine se dovessi comprare una nuova moto prendere di nuovo la V85 anche senza averla provata, troppa roba da gestire per me qui, troppi cavalli che arrivano tutti assieme e nonostante non sia mai stato in situazioni di pericolo o di eccessiva velocità, mi rendo conto che questo motore è troppo per me, per il mio modo di andare in moto per lo meno.

Giacomo da canto suo insiste ma dai se spendi 13.000 euro tanto vale che ne spendi pochi di più e prendi la Stelvio, ma lui è giovane ed è giusto che ragioni così, io inizio ad avere quell’età in cui ti interessano di più altre cose e poi la V85 mi ha davvero conquistato.

Ringrazio ancora i ragazzi di Motor Center La Spezia per l’opportunità che mi hanno dato insieme a Moto Guzzi e li saluto, tanto ci rivedremo per i prossimi tagliandi della mia moto, e anche perchè prossimamente in famiglia un figliuolo vorrà una 125 e quindi toccherà tornare con il portafoglio pronto 😀