Di Giuliano alias Calidreaming
Ieri, domenica 16 ottobre a undici mesi e 17 giorni dall’acquisto della mia CALIFORNIA ho doppiato quota 10.000 km in sella al Cali… si lo so molti di voi li fanno in meno di una stagione ma per me è un bel traguardo.
È una cifra tonda tonda, 10.000 un bel numerone volendo lo leghi all’anno in corso 2005, al mese, io poi son nato il 5 ottobre pochi giorni fa era il mio 35 compleanno perchè sono del ’70 altra cifrona tonda tonda come le curve che finalmente ho imparato a fare, o almeno così credo.
Sono passati ormai diversi anni da quando un vecchio GT 850 mi ha insegnato cosa vuol dire motocicletta, cosa c’è dietro la parola motociclismo anche se lei era indietro di più di vent’anni rispetto alle moto circolanti la sentivo viva come non mai, provavo a guidare altre moto ma più le guidavo, più ne provavo, più sentivo di essere motociclista solo con lei, ho provato il mito delle Harley e mi sono piaciute subito le good vibe che solo il Milwakee Iron sa regalare ma non ero convinto, ho provato l’eccezionale meccanica teutonica della BMW ma non trovavo neanche l’odore di uno spiritello che mi trasmettesse buone sensazioni, si precisa e facile e affidabile ma poi????, ho provato piccole sincere giapponesine che fanno così bene il loro dovere di motociclanti che tutto sembrano tranne che moto, poi dopo anni di raduni e lettere di complimenti spediti a Mandello un bel giorno mi arriva una email “Moto Guzzi è lieta di invitarla a provare l’intera gamma a Varano de Melegari” dopo un momento di riflessione che mio padre insiste a chiamare stranamente catalessi, e dopo essermi pulito con un fazzoletto l’angolino della bocca come si fa con i bimbi, chiamo in fabbrica e mi confermano che potrò recarmi a Varano a provare i modelli Guzzi.
Provo ovviamente il California, uno splendido Special Sport oro e nero e decido di cambiare moto a metà percorso per provare la nuovissima Le Mans; salgo in sella al Cali e mi sembra di incosciare il GT850 solo che qui ci sono freni a disco davanti e dietro (che mi faranno finire con le balle sopra il serbatoio alla prima pinzata), un motore a iniezione che spinge forte e fluido sempre, sospensioni impeccabili e un telaio che ti legge nel pensiero per iniziare a piegare prima che tu possa anche solo accennare la curva.
Mai stato così bene in sella a una moto, la prima mezzora passa in fretta e le uniche incertezze sono solo il frutto di anni di cambio a destra invertito e di freni che rallentavano e basta, scendo soddisfatto come non mai, salgo in sella al Le Mans ma non mi trovo più…. i pedali sono spariti laggiù in fondo nemmeno fossero le pedaline del passeggero e il manubrio è là davanti lontano … no non è la moto per me, almeno non per ora.
Faccio circa 6 km in terza senza riuscire a toccare il freno dietro e chiedo al tipo con cui ho scambiato la moto se rivuole il LM e lui tutto contento mi restituisce la Special Sport e quello che prima era un buon feeling diventa una totale simbiosi, le curve mai viste prima sembrano sparire per lasciare il posto a curve di tutti i giorni e il Cali scende in piega come se non avessimo fatto altro per anni, sfioravo l’acceleratore e lei andava via liscia e rotonda come solo una signora italiana sa fare … e i vu-undicisti sportivi davanti a me non mi scappano più come prima, ma rimanevano lì vicini come se fossimo tutti in sella alla stessa moto, non avevo freddo ma continuavo ad avere i brividi ad ogni curva, ad ogni accelerata, ad ogni frenata, era gioia e basta.
Finito il giro finita la magia … scendo compilo la scheda di rito, e la guardo andar via cavalcata da un’altro fortunato … e da quel giorno comincia un’attesa, si perchè mentre fino a quel giorno fantasticavo soltanto sulla possibilità di avere una California tutta per me da quel momento le fantasie sono diventate un forte desiderio, un desiderio che finirà soltanto dopo due lunghi anni di sogni, era il 22 marzo 2002, il 2 novembre 2004 ho realizzato il mio sogno e da allora io la macchina la considero un accessorio.
La mia esperienza con il Cali è nata male sinceramente perchè il sottoscritto anziché fidarsi di un brav’uomo, oltrechè bravissimo concessionario, che conosce da anni e che sicuramente gli avrebbe procurato il miglior mezzo possibile per le sue tasche si è lasciato abbindolare dalla prima Cali incontrata, oggi dopo aver sistemato l’albero a camme con l’apposito kit, dopo aver cambiato la frizione perchè montava una monodisco (grazie Beggio) e dopo aver sistemato altre piccole magagne qua e là sono sereno e tranquillo.
Il mio Cali non è silenzioso come dovrebbe essere, anzi un po’ di rumore di punterie c’è ma ho imparato a conviverci e dato che questo rumorino c’è da parecchi km e non cambia ne diminuisce ne aumenta semplicemente lo lascio stare il giorno che ci sarà da fare qualche intervento si farà.
In compenso ho imparato a capire la mia splendida Stone Rosso Corsa che mi ha insegnato a piegare e a guidare decisamente meglio di prima, ho imparato a farle scegliere la velocità di crociera quando sono in viaggio, lei sa sempre qual’è la velocità giusta da tenere in ogni momento e sono sicuro che almeno in un paio di occasioni non so come mi ha avvisato che stavo andando lungo ad una curva.
Non so come sia possibile ma da quel giorno di novembre è cambiato tutto, è come se in moto non ci fossi mai andato eppure di strada anche con il GT ne avevo fatta e parecchia anche… ma il California è un mondo a se, è unica da tanti anni, non c’è nessun’altra moto che possa vantare un connubio di pregi e bellezza come lei, da tanti anni cambiano un piccolo particolare un parafango, un nuovo colore, ma il suo spirito è sempre lo stesso, un implacabile motore che non si ferma mai, una ciclistica talmente sincera che ti ci puoi confessare, un impianto frenante che nonostante manchi di sistema di frenata integrale è comunque sufficiente per levarti di impiccio anche in situazioni estreme con passeggero, bagaglio e velocità non proprio da codice (ehm), una moto che a distanza di anni dalla sua prima comparizione continua a venire considerata un punto di riferimento del settore.
E mi ritrovo a essere contento e felice per tutto quello che questa moto mi ha saputo regalare in questi 10.000 km, perchè dopo averla spenta sotto il sole riesco a stare dei minuti fermo a guardarla come se non l’avessi mai vista prima, e mi domando come mai una persona come me, uno come tanti altri, una persona comune insomma, non riesca a rendersi conto che ci sono moto migliori a questo mondo che sono più comode, costano meno, non si guastano mai o quasi, e fanno le stesse strade che mi fa fare la mia Cali magari in meno tempo, con più sicurezza…. poi lo sguardo finisce su una delle tante aquile presenti sulla rossa Stone e le mie domande spariscono, e inizio a sorridere, sorrido per quel poco di cultura che mi son fatto in questi anni di Guzzi, una cultura che non è semplice affetto o amore per un marchio ma è comprensione, è percezione dello spirito del motociclismo, è capire che andare in moto non è solo guidare un mezzo a due ruote ma è molto di più, non è qualcosa che puoi spiegare puoi solo provarlo e quando l’hai provato hai trovato la tua dimensione.
Il motociclismo per me non è solo dimenticarsi della meta, ma è viaggiare per percepire, tutti i miei sensi si acuiscono e si fondono, quando arrivi ad avere un sesto senso sai di essere in sintonia con la tua moto e smettete di essere due cose distinte, e da quel momento non vuoi altro che poter ritornare a fonderti con la tua moto e il motociclismo diventa una necessità, una droga, non sai stare più di qualche giorno senza moto, e il freddo e la pioggia che già ieri erano dolci compagni di viaggio che mi distinguevano da altri simil-motociclisti, sono compagni ritrovati e diventano anche loro sensazioni piacevoli da percepire.
Ecco cos’è il mio California per me, una maestra di vita che ogni domenica sale in cattedra e cerca di insegnarmi un po’ dei tanti significati di quella parola che molti stravolgono per il vile denaro ma che per molti fortunati è invece uno stile di vita, il Motociclismo.
E oggi una volta di più sono contento, sono contento perchè mia mamma mi ha fatto Guzzista, perchè adoro la mia moto, perchè dopo un anno ormai finisco con il fermarmi a guardarla rapito dalle rosse rotondità del serbatoio lungo le sinuose curve di parafango e rimango come avvolto dal riflesso nero del motore nel cromo del Lafranconi e mi perdo dietro a minuti particolari che sono uguali da lustri, e che sembra siano stati messi lì un attimo prima che ci posassi sopra lo sguardo.
Oggi una volta di più sono contento perchè ho provato il confort e l’efficacia della Breva e ho scoperto cosa vuol dire godersi una strada senza pensare alla guida, ho scoperto cosa vuol dire viaggiare in due senza preoccuparsi di buche, buchine buchette, ho scoperto un cambio che è talmente ben fatto che hai il dubbio di non aver inserito la marcia, ho scoperto un nuovo modo di viaggiare che sicuramente un giorno sarà anche il mio ma quando sono risalito in sella al mio Cali ho riscoperto un mondo moderno ed efficace ma antico e ricco di sapori e di ricordi e di sensazioni uniche.
Oggi una volta di più sono contento perchè ho provato Il Griso, ho provato una moto che sa dare emozioni forti, con un carattere deciso che ti porta a spingere più di quanto sapessi fare fino a ieri catapultandoti in avanti dopo ogni curva come se avessi passato giorno e notte a provarla, ti ritrovi con quel manubrione largo in mano e ti chiedi cosa farci come se fosse un giocattolo sconosciuto poi giri la chiave nel quadro premi lo start e un nuovo mondo si apre davanti a te, un mondo fatto di curve impostate come mai prima d’ora, un mondo fatto di staccate (???) e di un sound che non è quello dei vecchi Le Mans ma che comunque è bello forte e rauco come si deve; poi ritorni in sella alla California e riscopri un amica che è lì come sempre ad aspettarti per portarti dove vuoi, con lo stile che solo lei può avere e mi ritrovo a fare tutto come se fosse un automatismo le mani e i piedi si muovono da soli senza pensare questa è una California.
Oggi sono contento perchè c’è qualcuno che nonostante questa mia strana malattia mi sopporta lo stesso e mi aiuta anzi a godermi ancora di più questa splendida moto, che ha imparato a sua volta ad amare, perchè quando sono fermo a guardare la nostra Cali arriva mi prende per mano e come si fa con i bambini mi porta in casa perchè sono le nove di sera e non possiamo passare la notte in garage o nel vialetto di casa, grazie Nadia ti amo ogni giorno di più.
Oggi sono contento perchè da oggi incomincio a contare la strada fatta a suon di 10.000 km alla volta.
Ciauz