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IL FALCONE

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AnimaGuzzista Racconti Il Falcone Stefano Annino

di Stefano Annino

 

Correva l’anno 1980 ed il non ancora capitone ma sicuramente tormentone,

possedeva un magnifico Falcone tutto rosso, tutto accessoriato tipo police (cupolone “rotondo”, paragambe avanti e dietro, borse metalliche laterali. Mancava solo la sirena e il lampeggiante), rigorosamente “fatto in casa”, nel vero senso della parola.

Abitavo al pian terreno di un fatiscente appartamento in Via del’Origine a Livorno ed “ospitai” il Falcone nella camera degli ospiti per tutto l’inverno, smontando ogni sua sovrastruttura e ripittando/lucidando/leccando tutto.

La gatta che, per bontà sua mi sopportava, ancora senza nome e molto timorosa, che prima si nascondeva sotto il letto e sotto il comodino, quando lo vide entrare s’affaccio’ e stranamente un sorriso da gatta illumino’ il suo viso, si avvicino e con un salto degno di una gatta si accovaccio’ sulla sella del Falcone.

Fu lì che si fece, per la prima volta, accarezzare.

La chiamai “Guzzi”.

L’inverno trascorse lento lento, quell’anno a Livorno fece pure la neve (tanta) e il Falcone in letargo, giorno dopo giorno splendeva sempre di più e sempre più intensamente. Bello, rosso, tutto rosso, telaio, serbatoio, cupolone, tutto.

Ebbi un problema per riportarlo in strada….non passava dalla porta!

Smontai la porta di casa e pure quella dell’ingresso condominiale. I condomini, convenuti tutti sul pianerottolo esclamarono in coro “…Dhè!…Budeello de tu’ Mà!” Ma tutti mi aiutarono a portarlo in strada. Poi, TUTTI, vollero farci un girello per il porto vecchio.

Girare per le stradine di Livorno nel quartiere chiamato “Venezia” con la suocera del “bullo” del palazzo, in pantofole, calzettoni di lana pesante rigorosamente corti e mantellina fatta all’uncinetto sulle spalle che, per non cadere, sagrappo’ ai coglioni un paio di volte, fu entusiasmante!

E venne l’estate.

E venne la licenza.

E si decise di andare in Sardegna. La donna (inglesina tutto pepe che tifava Triumph) mi disse, in perfetto italiano imparato in meno di un mese..”dove mettiamo tutte queste cose utilissime per le nostre vacanze….visto che nelle borse hai voluto mettere tutta l’officina e i ricambi della moto???”….”e la tenda?….e i sacchi a pelo?….e il vestito da sera?….e le scarpe coi tacchi a punta?…e la coperta?…e le pinne?…e la maschera con il fucile, quello corto, non lungo?….e il …..?…..e il ….?…e il…..?”……dimenticavo! e il….??”.

Tragedia!

Le vacanze in Sardegna stavano per iniziare male! Molto male!

Nessuna intenzione né da parte mia a rinunciare ai preziosi ricambi della moto, né da parte sua a rinunciare a una tonnellata di monnezza inutile. Per un attimo pensai….”mo’ la scarico qua’ e in Sardegna ci va passando da …Ffanculo (ridente cittadina ricca di inglesine rompi palle).

Poi, idea!

Che idea!

La GROSSA valigia marrone e di cartone che avevo usato qualche anno prima quando salutai mamma’ piangente alla stazione!!

Detto, fatto!

In un nanosecondo tutta la monnezza utilissima per le vacanze venne con cura ed affetto travasata (‘n do cojo cojo) dentro la MIRACOLOSA valigia ENORME valigia di cartone marrone.

In un attimo era legata sul portapacchi del Falcone!

In un attimo, sopra l’ENORME valigia marrone di cartone vennero legati, in ordine di scuderia…la tenda, i sacchi a pelo, la coperta, il fucile a molla (quello lungo….tanto c’era posto!).

In tre mi aiutarono a scendere dal cavalletto!

Tutto il palazzo era alle finestre!

Il macellaio di fronte uscì dal negozio con un paio di salsicce omaggio esclamando “Dhè…Boja dhè!

L’inglesina si sentiva la “Regina” di Livorno e salutava commossa per così tanto interesse.

Io, mi vergognavo come un biemmevuista!

Ero più rosso del Falcone!

Ero felice di NON aver comprato l’inutile bauletto!

Pensai…”ora si parte!….forse!!”

E partimmo alla volta del traghetto.

Fu una bella “avventura”….senza baule, ma con una GROSSA valigia marrone di cartone sul groppone!

Il Falcone?….Nemmeno un lamento……

E’ Natale, non comprate Bauli, ma solo Panettoni!!

L.L.

Stè.